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Autore: Lory221B    21/02/2016    6 recensioni
Tutto sembrava procedere tranquillo per i neosposi...sembrava.
Come ogni terzo capitolo di una trilogia che si rispetti, nel capitolo finale si conclude tutto: tornano vecchi compagni di viaggio, vecchi problemi e nuove situazioni assurde.
Sopravvivranno i nostri eroi all'ennesima notte da leoni?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Anderson, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Una Notte da Leoni'
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J come "jemello"?


Servirono gli sforzi combinati di Anderson e John per trattenere Lestrade dal picchiare tutti e tre i mercenari, che in attesa dell'arrivo dei rinforzi erano stati ammanettati usando le manette di Lestrade e quelle che Sherlock portava dietro per ogni evenienza.

Evenienza che, dopo la prima volta con John, non era solo di tipo criminale.

Lestrade cercò di calmarsi, aveva già provato a telefonare a Molly a casa e in ufficio, ma ovviamente nessuno l'aveva vista. Nella borsetta c'erano il suo cellulare e il portafoglio. Dovevano averla portata via di fretta, ma Molly era stata abbastanza in gamba da lasciare una traccia nella certezza che il marito l'avrebbe trovata.

Greg continuava a camminare avanti e indietro, in attesa che Sherlock deducesse il deducibile, ma chiunque fosse l'autore del rapimento era stato davvero in gamba, non c'erano indizi.

- Ok Lestrade, puoi iniziare l'interrogatorio - fece il detective, leggermente irritato.

- Chi siete, chi è il vostro capo e perché avete rapito mia moglie? - urlò ai tre uomini.

- Così ero capace anch'io - sussurrò Anderson.

Nessuno dei tre uomini rispose, allora Lestrade estrasse la pistola - Riproviamo, conto fino a tre.. -

John e Anderson fecero per bloccarlo, non capendo se fosse un bluff o avesse davvero intenzione di sparare, ma Sherlock si mise in mezzo - Tranquilli, al massimo sparerà ad una gamba. O a un braccio o magari li lasceremo dissanguare... -

- Va bene - gridò uno degli uomini - Sappiamo che non vi fareste problemi a spararci, magari in testa o magari fareste come con il tassista-

Lestrade e Anderson per un attimo sembrarono smarriti.

- Come fanno a sapere di Magnussen e del tassista? - chiese sottovoce John al marito.
 
- Primo errore direi - rispose Sherlock leggero, per niente impressionato - Allora chi è il vostro capo? -

- Non lo abbiamo mai visto. Comunica con noi in chat -

John esalò soltanto - Se salta fuori il nome di Irene Adler, non risponderò di me -

- Nemmeno io, sarebbe ripetitivo e scontato - fece Sherlock sbadigliando.Tra mercenari americani, sparizioni e Anderson, il gioco stava diventando un po' noioso.

- A me non dispiacerebbe rivederla - intervenne Philip.

- Stai zitto Anderson - Gridarono tutti in coro.

Lestrade continuò il suo ruolo da poliziotto cattivo e fece per sparare, così il mercenario continuò - Non sappiamo come si chiami la persona che ci ha ingaggiato, ma firma ogni comunicazione come "J" -

- J? - chiese John - Come Jim Moriarty? -

- John ti ricordi che concordavamo sul fatto che non avesse finto la sua morte, ma che fosse morto sul serio? - affermò il detective, contrariato dalla deduzione del marito.

- Si, ma io sono ancora per la teoria del gemello - ribatté il dottore.

- Quella teoria te l'hanno suggerita delle ragazzine sul tuo blog! - urlò Sherlock, esasperato. Era l'ennesima volta che bisticciavano sul ritorno di Moriarty e su come fosse possibile.

- Vi ricordate che mia moglie è stata rapita ed è nelle mani di persone pericolose? - sbottò Greg.

John assunse un'espressione di vergogna, poteva ben immaginare cosa stesse passando Lestrade. Anche se in cuor suo, ogni volta che si era trovata nei guai o aveva temuto per la salute del marito, aveva sempre avuto la tranquillità che Sherlock avrebbe risolto tutto perché, in fin dei conti, era il suo eroe. Ecco perché il detective non era un suo punto debole, se Shelock poteva ritornare dalla morte, poteva fare qualunque cosa.

Lo scambio di teorie venne comunque interrotto dall'arrivo della limousine di Mycroft, il quale dopo la telefonata di Sherlock si era subito attivato per scoprire cosa fosse accaduto. L'uomo uscì dal veicolo, lanciando uno sguardo accigliato dalla scena che si presentava davanti. Era pieno giorno, erano sul ciglio di una strada e stavano minacciando con la pistola tre uomini ammanettati: Scotland Yard non faceva una figura molto  professionale.

- Ho delle notizie - esordì Mycroft - Ho seguito gli ultimi spostamenti di Thomas e ho incrociato i dati per vedere se trovavo qualcosa. C'è un filmato in cui si vede Molly mentre viene caricata su un aereo privato -

- Un aereo? E per dove? - chiese Lestrade, leggermente preso dal panico.

- Non vi piacerà - rispose pragmaticamente Mycroft.

- Sono sicuro che lo troverò ripetitivo - fece Sherlock e l'unico che sembrò felice dei nuovi sviluppi fu Anderson, che non vedeva l'ora di essere nuovamente coinvolto in un'avventura.


***** ******

Quattro ore dopo erano nuovamente sul jet esso a disposizione dai servizi segreti britannici. E come nove mesi prima, erano diretti a Las Vegas, la città che non dorme mai.

John stava cercando di leggere qualcosa per distrarsi, mentre Sherlock e Mycroft stavano conducendo una sfida a colpi di deduzioni, per capire chi fosse dietro al rapimento.

Stufo del botta e risposta, in cui sembrava trionfare Mycroft,  Sherlock si girò per vedere cosa stesse facendo John, quando lanciò un urlo e gli strappò dalle mani il bicchiere d'acqua che il marito stava per bere.


- John sei impazzito? - sbraitò il detective.

John guardò gli altri, che li fissavano a loro volta - Tu piuttosto! - urlò John di rimando. Era già abbastanza nervoso dal dover tornare a Las Vegas, mancava il comportamento eccentrico del marito.

Sherlock assunse un tono paziente e di circostanza, come se stesse spiegando le cose a dei bambini dell'asilo - Nessuno berrà niente che non provenga da bottiglie di vetro sigillate, aperte personalmente. In questo viaggio non ci saranno vuoti di memoria, furti di macchine, tatuaggi.. -

- Chi si è fatto un tatuaggio? - chiese Anderson.

John arrossì, ma ringraziò di aver tolto la parola "proprietà" dalla sua chiappa sinistra, anche se per Sherlock ora era un po' strano che si sedesse sul suo nome.

Il detective si sedette accanto al marito, che in realtà aveva già fatto fuori un intera bottiglia d'acqua. Ma era stata fornita dall'MI6, non poteva essere contaminata.

- Senti - esordì il detective - stavo pensando, visto che il viaggio è ancora lungo, noi due potremmo...-

- Sherlock no! - esclamò il dottore - Cominci seriamente a preoccuparmi! -

Il detective lo fissò stupito.

- Senti, davvero capisco che la cosa ti abbia preso ma, non puoi voler fare sesso a ogni ora, dico davvero. E poi, non lo so ma, sono quasi geloso. Non vorrei che ti stufassi di farlo sempre con me-

- E con chi dovrei farlo? - rispose Sherlock shockato.

John rise - Non sarò io a darti idee -

- John non lo farei mai con qualcuno che non fossi tu. L'idea mi fa davvero schifo -

John gli accarezzò una mano, quando aveva certe uscite sembrava più un bambino.

- Dico sul serio John, ci abbiamo messo un'infinità di anni per raggiungere un livello di intimità tale da poter solo pensare di fare sesso, figurati se potrei farlo con qualcun altro  - rispose sconvolto.

John non sapeva se ridere per l'espressione del marito o offendersi per la razionalità con cui aveva risposto
- Avrei preferito qualcosa di più romantico, ma ok -

Sherlock gli lanciò un'occhiata annoiata - John ti amo, non ti tradirei mai e tra i due non sono io quello che è soprannominato "tre continenti Watson". Sono io quello preoccupato che ti possa stufare -

- Sherlock non potrei mai... Aspetta, non è che mi stai sfinendo con il sesso per evitare che mi restino tempo ed energie per tradirti? -

Sherlock sussurrò un poco convinto no.

John fece un verso tra l'esasperato e il compiaciuto.

- Beh, più che altro così siamo sempre assieme - sussurrò il detective.

- Sei un adorabile idiota! - esclamò il dottore sorridendo.

- Comunque - continuò Sherlock ritornando alla sua consueta espressione strafottente - volevo proporti una partita a cluedo da viaggio, non una sveltina nei bagni -

John arrossì imbarazzato, mentre gli altri, che ovviamente avevano sentito tutto dato che il jet non era così grande da permettere intimità, decisero o di sprofondare nella lettura di un giornale, o di mettersi le cuffie per non pensare che lo propria, dolcissima, moglie era stata rapita o di chattare con gli altri membri dello Sherlock fans club.

La squadra era pronta e il gioco era iniziato.


***** *****

Angolo autrice:


Ma ciao a tutti, grazie a chi continua a seguire questa pazza serie. Spero sia sempre all'altezza delle aspettative.

Oggi è anche il mio compleanno per cui ci tenevo ad un aggiornamento, anche se un po' breve. Si il "caso" vuole che sia nata lo stesso giorno della misteriosa fidanzata di Tom e sorella di Irene :-DDD

Un bacione


   
 
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