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Autore: 365feelings    21/02/2016    0 recensioni
8. Wherever you will go | Will/Jem, reincarnation au
È un'altra vita. Un'altra epoca. Probabilmente anche un altro mondo. Forse è solo un sogno – ma prega l'Angelo, quell'Angelo di cui solo ora inizia a ricordare, che non lo sia.
The infernal devices | Will/Jem, Cecily/Gabriel, Sophie/Gideon | missing moments, slice of life, au
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Cecily Herondale, Gabriel Lightwood, James Carstairs, William Herondale
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Autrice: kuma_cla
Personaggi/Coppia: Will/Jem
Rating: verde
Genere: sentimentale, triste
Avvertimenti: missing moments (circa)
Prompt: Aspettare ancora altri cinque minuti; Shadowhunters, Will&Jem o Will/Jem il primo scontro da parabatai (littledarkrin)
Note: storia scritta per la notte bianca di maridichallenge su lj ( mi sono vagamente ispirata ad una fan art di Cassandra Jean; il Bethlem Hospital si occupa di malattie mentali since medioevo o giù di lì).




Altri cinque minuti, Will/Jem

«È stato fantastico!» esclama Will con entusiasmo, camminando all’indietro davanti a lui e accompagnando le parole ad alcuni fendenti dimostrativi «Hai visto come sono stato bravo?!»
È senza giacca, c’è un ampio strappo sulla manica destra della camicia e ha i capelli spettinati; sembra quasi ubriaco e Jem ringrazia l’Angelo per la runa dell’invisibilità, altrimenti i passanti penserebbero sicuramente che il suo amico sia fuggito dal Bethlem Hospital. 
«Anche tu, ovviamente, te la sei cavata. In fondo in questi anni ti sei allenato con me» continua e improvvisamente si lascia cadere sul prato. Jem rimane interdetto (dovrebbero rientrare e fare rapporto a Charlotte), ma solo per un secondo e poi lo imita. Non lo ammette volentieri, ma è un po’ stanco. Lo scontro è stato faticoso. Inoltre, per quanto sia riuscito a mantenere un’aria tranquilla nei giorni precedenti, si è pur sempre trattato del loro primo incarico da parabatai. La loro prima volta sul campo da soli. Un certo nervosismo lo ha provato anche lui; e se le cose fossero andate male? E se avessero fallito? E se Will fosse rimasto ferito a causa sua? Ora che è tutto finito ed è finito bene, si sente più leggero e l’erba morbida è un comodo posto su cui riposare qualche minuto e riprendere fiato prima di tornare all’Istituto.
«Non vedo l’ora di fare a fette qualche altro demone» gli dice distendendosi «Sei con me?»
«Sì» risponde senza nemmeno pensarci.
«Ottimo» replica Will con soddisfazione, quindi sbadiglia, appoggia il capo sulle sue gambe e chiude gli occhi.
«Cosa?!» domanda Jem sorpreso senza però spostarsi «Sei serio? Non puoi dormire qui, Charlotte ci sta aspettando. Si preoccuperà».
«Dai, cinque minuti» risponde l’altro, rabbrividendo appena nel sentire in lontananza il verso di un’anatra «Aspettiamo ancora altri cinque minuti e poi andiamo. Riposo solamente gli occhi, non dormo, te lo prometto. È anche una bella giornata».
Tra le nuvole fa capolino un timido ma ostinato e tiepido sole primaverile e l’aria profuma di fiori. Jem deve ammettere che il St. James’s Park quel giorno è davvero piacevole e a loro non capita spesso di potersi ritagliare un simile momento di tranquillità. Chissà quando tornerà un’occasione simile. Chissà se ci sarà mai.
Sospira e Will sorride, l’espressione per una volta serena e il respiro che si fa appena più pesante. A quella vista Jem si sente riscaldare e anche le sue labbra si curvano verso l’alto.
Aspettare ancora altri cinque minuti. Sì, si può fare.

È autunno e nel parco non c’è molta gente, per lo più turisti in giacca a vento e qualche persona che porta a spasso il cane.
Da nord soffia un vento freddo che si infila un po’ ovunque e solleva alcune foglie secche che rotolano fino ai suoi piedi.
Oltre gli alberi spogli si scorgono i profili della Shell Tower e del London Eye e nell’aria risuona la suoneria di un cellulare. Non è quello il St. James’s Park che ricorda, non è quella la Londra che conosce e lui non è il Jem di un tempo. È una nuova epoca, è una nuova vita ed è grato di quella seconda possibilità, lo è davvero, ma chiude gli occhi. Chiude gli occhi ed è primavera, ha quattordici anni e Will è lì con lui.
«Andiamo?» domanda una voce che non è quella del suo parabatai, ma è di Tessa.
«Aspettiamo ancora altri cinque minuti» domanda senza aprire gli occhi «Solo altri cinque minuti».
   
 
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