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Autore: Ederson50    22/02/2016    0 recensioni
Collasso sociale.
Movimenti contrapposti.
Tentativi di mediazione.
Inganni, intrighi, verità.
Bugie, spionaggio, fantascienza.
Questo e altro è: 2031: Guerra civile polacca
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache dell'Est Europa'
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2031: Guerra civile polacca
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Capitolo 2: Fuga o salvataggio?
 
Luglio 2031
 
Si combatte.
 
Ormai le 4 fazioni si sono armate per fronteggiarsi e dominare sulle altre, ma solo il Governatorato della Pomerania, guidato da Kobrusko, non aveva ancora dichiarato guerra a nessuna delle altre fazioni ma avevano armato i confini per timore che la guerra sconfinasse nella stessa Pomerania, e le frontiere vennero sorvegliate dai droni e dai soldati nei vari posti di blocco, persino coi confini con la Germania nel caso in cui possibili attentatori aggirassero il fronte per entrare nel Governatorato clandestinamente.
 
Ma qualcuno sfuggiva ai rigidi controlli, e lì erano guai seri.
 
Erano spesso e volentieri spie dal fronte che volevano mettere zizzania in Pomerania, ma fallirono nell’intento e vennero fucilati nei territori delle altre fazioni, perché il Governatorato presieduto da Kobrusko non voleva prendersi delle responsabilità per crimini di guerra, per timore di un’entrata al fronte del suo governo.
 
Ma improvvisamente Ysumenko volle giustiziare una spia comunista in territorio “europeista”, ma per salvare il governo di Kobrusko l’Unione Europea decise di dividersi le spie da incarcerare per impedirne l’entrata in guerra.
 
Ma ci fu un atto che rischiò di cambiare le carte in regola.
 
Una famiglia proveniente dal nord della Masovia voleva aggiungere il territorio amministrato dal Parlamento di Danzica (Gdansk) per poi scappare in Germania o rimanere nel Governatorato.
 
Tutto dipendeva dall’eventuale entrata in guerra di Danzica o no.
 
La famiglia Pomrocenko era costituita da Milan –il padre-, Beszika –la moglie- e i loro 4 figli: Gyan (11 anni) e Janis (7 anni) i maschi, Michalina (14 anni) e Tekla (3 anni) le femmine.
 
A loro era stata rasa al suolo la casa dai miliziani di Polonia Per Sempre per “aver tradito la loro amata patria”. In realtà il motivo era che non volevano andare al fronte, quindi vollero trovare rifugio nella neutralità del Governatorato.
 
Dovettero attraversare la linea del fronte che separava i nazionalisti dai comunisti, ma mentre i primi vollero fare di tutto per fermarli, i secondi le provarono tutte per farli passare tra attentati, sparatorie, bombardamenti; o meglio, questa era la loro sensazione…
 
Ma ben presto si fecero avanti altre coincidenze strane:
  • Molte altre famiglie cercarono di emigrare dal fronte verso il governo di Danzica o verso gli altri paesi dell’Unione, infatti a pochi chilometri dal confine le fazioni in lotta chiusero le frontiere verso il Governatorato, ma riuscirono sempre a trovare un modo per arrivare nella cosiddetta “terra neutrale”;
  • I piccoli commercianti nei territori coinvolti videro sbriciolarsi non solo le loro attività, ma anche i loro risparmi, e furono costretti con la forza a 2 scelte: andare al fronte (la più facile ma più rischiosa), o fuggire in terra neutrale (la più difficile ma più appagante);
  • Le fabbriche sono divenute proprietà diretta dei governi delle fazioni in lotta, e i manager che si rifiutarono o gli operai che si ribellarono vennero fucilati all’istante sul posto, quindi dovevano obbedire ciecamente agli ordini dei leader, o tentare la fuga;
  • Molti bambini cominciarono ad essere indottrinati dalle “varianti” della cultura polacca, in alternativa venivano messi all’angolo o nei casi più gravi venivano mandati nei riaperti riformatori.
 
E il peggio doveva ancora venire.
 
Infatti nella notte del 21, ci fu un attacco a sorpresa con un mix di acido cianidrico e fosforo bianco dagli FBX-48 a Lodz, segno che i nazionalisti stavano avanzando verso la capitale de facto del territorio amministrato da Makavielsk e circa 250 civili tra cui 7 bambini rimasero uccisi e 1050 feriti e/o intossicati; i comunisti risposero la mattina del 22 con un massiccio bombardamento con Missili Vector a testata potenziata; circa 300 civili uccisi tra cui 12 bambini e 1100 i feriti.
 
I democratici anti-UE vollero sfruttare il momento per avanzare in Bassa Slesia e Lublino, ma il fronte da tutte e 3 le parti per gran parte del conflitto non variò per più di 3-4 km.
 
Mentre al fronte si combatteva e si uccideva per quella minuscola variazione, i civili si prepararono per vivere quello che venne definito “il medio-oriente europeo” una massiccia emigrazione dal fronte verso il Governatorato della Pomerania, che è rimasto neutrale al conflitto, oppure verso i paesi occidentali più vicini (Germania, Rep.Ceca, Slovacchia) o più lontani in cerca di una vita migliore (UK, Francia, Italia, Austria, etc…)
 
La famiglia Pomrocenko voleva emigrare in Italia, perché era sempre stato il loro sogno vivere lì, ma stavolta dovevano andarci per fuggire dalla guerra.
 
Appena sentirono le esplosioni i bambini si spaventarono, Tekla fu la più spaventata, infatti si avvinghiò strettissima alla gamba del papà, che la rassicurò dicendole:- Non temere tesorino mio. Ce ne andremo da questo postaccio e torneremo a vivere come vivevamo un tempo.
 
Il loro viaggio per una vita migliore è solo all’inizio, perché le vie di comunicazione tra il territorio nazionalista e quello della Pomerania erano stati distrutti o interrotti, e dovettero passare dal territorio di Lodz amministrato dai comunisti.
 
Ma anche lì rischiavano la morte, visto quello che era successo soltanto qualche ora fa, ma ormai sono decisi a fuggire, ma sarà una fuga o un salvataggio da una realtà che non è più la stessa?
 
 
 
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NOTA DELL’AUTORE: Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, se c’è qualcosa che non va ditelo che i commenti costruttivi sono ben accetti e ci vediamo al prossimo capitolo!
   
 
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