I’m afraid to lose you
Espirò una boccata di fumo
dalla sua Marlboro inquinando
l’aria tersa di quella sera settembrina.
E doveva ammettere che, per quel periodo, il clima era
piuttosto freddo.
Proseguì a passo strascicato lungo quel sentiero ormai fin
troppo conosciuto, immerso in quel verde sbiadito e surreale.
Il rombo di un tuono lo fece sobbalzare e stranamente si
ritrovò a sorridere.
Gli ritornarono in mente le immagini di lui e suo fratello,
impauriti, rannicchiati sotto le coperte con le note degli Smashing
Pumpkins
nelle orecchie nel tentativo di soffocare quel frastuono pauroso.
Quanto gli sarebbe piaciuto tornare bambino.
Da quando lui non provava più paura?
La stessa che lo faceva nascondere sotto il letto oppure
coprire il volto con le mani?
Ormai non se lo ricordava più..
Poteva sentire soltanto quel vuoto con qui era costretto a
convivere ogni giorno.
Quel varco che sembrava ampliarsi fra i suoi organi,
tutte le volte che intravedeva quel cancello
cigolante in ferro battuto.
Il cancello del cimitero.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri.
Ne aveva le palle piene delle sue solite seghe mentali.
Voleva soltanto tornare a casa e riposarsi.
Certo, non prima di essere passato al Supermarket per una
buona bottiglia di Vodka.
Riprese a camminare svogliatamente finchè sul suo cammino
piombò la figura di una ragazza.
E certamente non passava inosservata.
I capelli color dell’ebano lisci, che ricadevano sulla
spalle in una cascata di seta, gli occhi vitrei,glaciali, che
sembravano
infilzarlo; le labbra perfette di un rosso quasi spento
Il petto era fasciato in un corpetto nero di pelle, ornato
da fiocchi di tessuto rosso e terminava in una gonna color cremisi e
nero, che
ricordava quelle principesche del ‘700.
Gerard rimase un attimo interdetto.
Aveva perso la cognizione del tempo e per caso non si era
accorto dell’arrivo di Halloween?
Era troppo giovane per cominciare già ad avvertire i primi
sintomi di demenza senile.
O almeno,da come la pensava lui.
“Ciao Gerard”
Gerard quasi saltò in aria al suono di quella voce.
Aveva un timbro strano, melodico, sembrava un canto.
Ma aspetta…
Come faceva a sapere il suo nome?
Sicuramente era una fan.
“Vuoi un autografo?”
La ragazza esplose in una risata chiassosa quanto stridula,
che riecheggiò per tutto il parco.
“No, niente a che fare con ciò, mio caro”
Gerard sbuffò.
Cominciava ad averne abbastanza di quella strana tipa.
Sperava soltanto che se tornasse dal manicomio dal quale era
venuta.
Perchè sicuramente era scappata da lì.
“E allora cosa vuoi? Io dovrei anche tornare a
casa” Sbottò
Gerard in tono annoiato.
“Io ti farò provare la tua
paura più grande”
Gerard la guardò accigliato mentre spegneva il mozzicone
sotto la scarpa.
Decise di assecondarla, era curioso di sentire cosa usciva
fuori dalla bocca di quella pazza.
“Ah si? Non mi sembra che tu sia munita di aghi, e inoltre
non vedo ascensori qui intorno”
La ragazza arricciò le labbra in un sorriso sghembo.
“No infatti,
tu hai paura di perdere la persone
più importante”
Ok, adesso si era scartavetrato le palle.
Si esibì nell’ ennesimo sbuffo ,decise di
continuare la sua
camminata, ma si bloccò non appena accanto alla tizia
stramba comparve la
figura di Frank.
Avrebbe dovuto immaginarselo che sotto tutto ciò
c’era il
suo zampino.
“Lo sapevo che c’entravi qualcosa in tutta questa
pagliacciata
Frank.Dai andiamo a casa"
Ma il ragazzo non si mosse continuando a fissare il nulla
con gli occhi vuoti.
Gerard lo guardò stranito.
Da quando il suo ragazzo soffriva di attacchi di
sonnambulismo?
“Honey stai bene?”
Niente, era in catalessi.
Dire che si stava innervosendo era un eufemismo.
“Si può sapere che cazzo hai?!”
Come risposta si udì soltanto la fastidiosa risata di quella
stramba tipa.
La odiava.
Per caso aveva plasmato il suo Frankie?
Gli aveva fatto il lavaggio del cervello?!
“Senti, ne ho le palle piene, si può sapere che
c-“
Si pietrificò quando la mano pallida e scheletrica
carezzò
la guancia del suo ragazzo, e si ritrovò a seguire
imbambolato il movimento
fluido della labbra della ragazza che si posavano su quelle di Frank.
Una strana luce di languida pazzia in quelle lame di
ghiaccio.
Poi tutto accadde in un secondo.
Il suono tagliente di un pugnale impregnato di sangue, un
urlo di dolore che squarcia il cielo.
Il tonfo di un corpo vuoto che cade, la risata sguaiata che
si affievolisce.
Fino a morire.
Gerard si ritrovò inerme, gli occhi spalancati al limite
dell’umano, e la sensazione di avere un cappio stretto al
collo che soffoca l’ossigeno.
Si accasciò sul terriccio bagnato sporcandosi i jeans
malconci.
“F-frankie?” La sua voce si ridusse ad un sussurro
strozzato.
Sfiorò con la mano tremante il viso del ragazzo.
Perché la sua pelle era così fredda?
Perché era così pallido?
Scivolò coi polpastrelli sulle palpebre spalancate
dall’agonia
e sulle labbra socchiuse dalle quali non scivolava più il
respirò.
Le lacrime pungevano gli occhi, i singhiozzi gli spezzavano
la schiena.
Scivolò ancora sul collo pallido e sul petto immobile
macchiato di una strana tinta rossa e oleosa che gli
impregnò i polpastrelli.
Strinse i pugni sui suoi capelli quasi strappandoseli, in un
chiaro gesto disperato.
“FRANK!”
Si svegliò di soprassalto madido di sudore.
Si guardò attorno spaesato e riconobbe la lenzuola bianche
in cui era avvolto.
Ma ciò non bastò a calmarlo.
La sensazione di terrore ancora tangibile gli opprimeva lo
stomaco e gli mozzava il respiro.
“Hei Gee che succede?” La testolina castana di
Frank spuntò
dalla porta ma Gerard non sembrò accorgersene.
Il castano si avvicinò al ragazzo, preoccupato dal suo
respiro affannato e dagli occhi che saettavano da una parte
all’altra della
stanza.
Picchiettò sulla spalla e Gerard preso alla sprovvista si
voltò di scatto terrorizzato,
ma appena
riconobbe le iridi nocciola del suo ragazzo lo abbracciò,
stringendoselo al
petto.
“Non lasciarmi Frankie….”
Frank un po’ sorpreso accarezzò i suoi capelli e
si scosto
appena per poterlo guardare negli occhi spaventati e baciarlo sulle
labbra.
“Ma che hai Sugar?”
Gerard nascose il volto nell’incavo del suo collo,,
stringendo quasi in modo possessivo un lembo della sua maglietta.
“Ho
paura”
Ma mi è venuta ispirazione e ho deciso di scrivere.
Sò che molto probabilmente nessuno commenterà,
anche perchè io non mi metterei a recensire un affare del
genere.
Però ci tenevo a dedicare questa one-sot alla mia
Shadows _on_the_moon, dato che ogggi compie gli anni.<3.
Auguri Tesoro ^^
Baci.
MariaLuceH.