Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |       
Autore: Smeralda Elesar    23/02/2016    1 recensioni
Dopo il sacrificio al Muro del Lamento che credevano sarebbe stato l'ultimo atto della loro vita, i Gold Saint sono chiamati a combattere una battaglia parallela nelle terre di Asgard.
Per Saga dei Gemelli oltre alla lealtà verso la dea c'è un motivo molto più intimo che lo spinge ad andare avanti.
"La domanda che lo rodeva incessantemente era… ci sarebbe stato anche lui? Anche Aioros era vivo?
Per questo andava avanti più che per le altre ragioni. Per trovare lui, solo per lui, per vederlo e per chiedergli perdono per quello che gli aveva fatto.
Speso lasciava che il suo Cosmo si spandesse libero su quelle terre come un richiamo e restava in attesa di una risposta che sperava sempre fosse la sua.
Avrebbe voluto mettere da parte il sentimento del tutto personale che gli occupava il cuore a volte accantonando la sua missione, ma non riusciva in alcun modo a smettere di pensare ad Aioros.
Era un tormento continuo il desiderio di rivederlo e la paura di leggere il disprezzo nel suo sguardo, e se amare era soffrire, Saga accettava la sofferenza come parte dell’espiazione per il suo egoismo"
Genere: Angst, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Soul of Gold

*

Gemini

 

 

 

Quando si svegliò fu un’immensa sorpresa.

Credeva di aver dato tutto ciò che poteva dare davanti al Muro del Pianto, la sua vita, il suo corpo, la sua anima… e invece era ancora vivo.

Il suo peso aveva scavato un avvallamento nella neve. Come mai c’era la neve? Pazienza: in fondo non gli interessava poi tanto.

Aveva sentito dire che morire assiderati era la morte più dolce perché era come addormentarsi.

Avrebbe potuto lasciare che accedesse… sì… aveva dato tutto, aveva compiuto la sua missione. Non aveva motivo di attardarsi inutilmente sulla terra.

Avrebbe chiuso gli occhi e si sarebbe lasciato andare, lasciando che i fiocchi di cristallo lo ricoprissero e diventassero il suo sudario.

Saga.

Sbarrò gli occhi a quel richiamo.

Lo aveva sentito dentro di sé più chiaro che se fosse stato una voce reale.

Athena?

Perché ti arrendi, Saga? Perché mi abbandoni?

No! Mia Signora, io non vi abbandonerei mai! Ma che cosa posso fare? La mia esistenza in questo mondo non ha più alcuno scopo.

Sei ancora un Saint della dea Athena, oppure no Saga?

Sì.

Allora fidati di me. Alzati. Ho bisogno che tu combatta un’ultima battaglia. Alzati, Saint dei Gemelli. Voi dovrete combattere in mia vece poiché un altro male minaccia la terra.

Cosa dobbiamo combattere?

Lo saprai. Ora alzati. Vivi. Raggiungi i tuoi compagni.

I miei compagni!

L’immagine dei dodici Gold Saint uniti come una sola anima davanti a Muro del Pianto agì su di lui come un elettroshock.

Un’esplosione di Cosmo spazzò via la neve che lo seppelliva e lui si alzò a sedere, ansimante per lo sforzo.

Accanto a lui c’era lo scrigno che conteneva l’armatura dei Gemelli.

Anche se non sentiva più la presenza di Athena ormai sapeva cosa doveva fare: Saga spazzò via la neve che lo ricopriva e sotto le dita sentiva la vibrazione del cosmo di Kanon che ancora la permeava come un canto malinconico.

Era solo la sua anima che gli raccontava tutto dei suoi ultimi momenti e di quanto aveva pensato a lui nel momento in cui restituiva la Cloth di Gemini. Nello stesso momento Saga seppe che non lo avrebbe più visto.

Sono fiero di te, fratello mio.

Nonostante il freddo e la debolezza afferrò le cinghie di cuoio e riuscì a caricarsi lo scrigno in spalla.

Era pesante ma lo avrebbe portato lo stesso perché quello era il suo destino, perché se la sua dea glielo aveva chiesto per lui non contava nient’altro che la sua volontà.

 

***

Così era iniziato il suo viaggio.

Avrebbe potuto muoversi alla velocità della luce ma non avrebbe saputo dove andare.

Raggiungi i tuoi compagni.

Erano vivi. Lui era vivo.

Saga sapeva che erano lì, da qualche parte e che presto avrebbero avuto bisogno di lui.

Vagava da un villaggio all’altro in quella terra di neve e ghiaccio che aveva scoperto essere Asgard.

Viveva di carità o del suo lavoro, fermandosi il tempo appena necessario a riposare e a sforzarsi di percepire un cosmo simile al suo.

Un bagliore d’oro in quel paesaggio di neve e vento era tutto ciò che gli serviva per decidere quale direzione prendere.

Raggiungi i tuoi compagni.

La domanda che lo rodeva incessantemente era… ci sarebbe stato anche lui? Anche Aioros era vivo?

Per questo andava avanti più che per le altre ragioni. Per trovare lui, solo per lui, per vederlo e per chiedergli perdono per quello che gli aveva fatto.

Speso lasciava che il suo Cosmo si spandesse libero su quelle terre come un richiamo e restava in attesa di una risposta che sperava sempre fosse la sua.

Avrebbe voluto mettere da parte il sentimento del tutto personale che gli occupava il cuore a volte accantonando la sua missione, ma non riusciva in alcun modo a smettere di pensare ad Aioros.

Era un tormento continuo il desiderio di rivederlo e la paura di leggere il disprezzo nel suo sguardo, e se amare era soffrire, Saga accettava la sofferenza come parte dell’espiazione per il suo egoismo.

Sì, egoismo: non poteva chiamare in altro modo il fatto di impiegare ogni energia giorno e notte per ritrovare lui e lui solo, quando c’erano altre dieci persone ugualmente coinvolte in questa nuova prova che il destino aveva forgiato per loro.

Avrebbe dovuto pensare alla battaglia, si ripeteva, Athena non lo aveva certo fatto rialzare perché rincorresse i capricci del suo cuore.

Sicuramente c’erano cose più importanti a cui pensare che non l’amore che lo consumava e lo scaldava come il fuoco consumava gli sterpi che usava per alimentare la fiamma delle notti che trascorreva all’addiaccio.

Eppure non ci riusciva. Non riusciva a togliersi di dosso l’impressione che quella nuova vita gli fosse stata concessa come un’occasione unica e preziosa per ritrovare Aioros e chiedergli scusa.

Si sentiva un egoista ma non voleva mentire a sé stesso perché aveva già imparato a sue spese che nascondere ciò che provava veramente poteva essere disastroso.

La lotta che un tempo era stata tra bene e male nel suo animo adesso era tra l’egoismo e il senso del dovere.

Di giorno, quando era impegnato a lavorare o a percorrere le distanze che lo portavano sempre più vicino a dove percepiva Cosmi d’oro simili al suo, riusciva a distrarsi, ma nel buio e nel silenzio della notte la lotta riprendeva impietosa.

Fu un giorno, mentre camminava in direzione di una città che gli sembrava più grande delle altre, che Saga percepì qualcosa di anomalo.

Aioros.

Il Cosmo del Sagittario ardeva impegnato in battaglia contro una forza oscura.

Il primo istinto di Saga era di correre in suo aiuto, solo che la paura che Aioro potesse distrarsi dalla battaglia vedendo proprio lui lo bloccò.

No, non sarebbe stata una mossa saggia apparire a lui all’improvviso.

Saga si decise a fare ciò che aveva affinato nei tredici anni in cui era stato Sacerdote: agire a distanza.

Si fermò e posò lo scrigno a terra, concentrando il suo cosmo per proteggere Aioros a chilometri d distanza come se lui fosse stato effettivamente lì.

Lo protesse da tanti colpi che invece di colpire solo il Sagittario si infrangevano sul suo corpo. Non bastava.

Aioros scoccò la freccia d’oro e quell’istante in cui aveva rinunciato a difendersi per colpire il nemico gli era costato caro.

Aioros! No!

Lo sentì precipitare nella scarpata e poi l’impatto del suo corpo con l’acqua tanto intenso da schiacciargli l’aria fuori dai polmoni.

Con l’armatura d’oro poteva salvarsi. Doveva salvarsi!

Cloth del Sagittario, allontanati da me. Non voglio che vada perduta assieme al mio corpo se non sopravvivrò. Vai, e che tu possa essere di aiuto ad un altro valoroso in questa guerra che è appena iniziata”

Sempre così, Aioros: anteponeva il bene di qualcun altro in ogni caso, anche quando stava affondando nelle acque torbide di un fiume in una terra estranea.

“Eppure avrei voluto rivederli, per sapere come sono adesso che sono adulti… e poi avrei voluto rivedere Saga”

La nostalgia di Aioros lo colpì come un pugno allo stomaco, facendolo cadere in ginocchio.

Quando la cloth obbedì all’ordine e si staccò dal suo corpo Saga non poteva stare a guardare: raccolse il suo Cosmo e lo usò tutto fino all’ultima fibra per spingere il corpo di Aioros verso la superficie.

Lui lo sentiva.

“Chi sei?”

Non chiedermelo.

Non glielo avrebbe detto. Non avrebbe permesso che Aioros cadesse nella sua stessa debolezza di distrarsi dalla battaglia per colpa sua.

“Mi stai aiutando. Perché ti nascondi?”

Lo spinse sulla riva dove poteva respirare.

Il suo cuore sarebbe potuto scoppiare per il desiderio di dirgli chi era ma no, non poteva!

“Chiunque tu sia, ti ringrazio”

Aioros si abbandonò a lui con fiducia assoluta quando sprofondò nell’incoscienza e Saga avrebbe dovuto ritirarsi perché lo sforzo di mantenere quel contatto era sfiancante.

Ormai Aioros era al sicuro ma lui ancora non voleva lasciarlo.

Non poteva lasciarlo dopo averlo ritrovato!

Aioros rispondeva appena, non rifiutava il suo cosmo anzi lo cercava, sebbene non ne fosse cosciente.

Saga era certo che lo avesse riconosciuto, ma se avesse avuto fortuna non ne avrebbe conservato alcun ricordo una volta sveglio.

Nell’incoscienza lo tenne stretto e gli sussurrò incessantemente tutte le scuse che forse non avrebbe mai potuto fargli e gli fece capire che lo amava, santo cielo, quanto lo amava!

Lo lasciò solo quando fu costretto, perché lo sforzo lo stava letteralmente uccidendo.

Si svegliò che era caduto faccia a terra nella neve.

“Ho usato tutto il mio Cosmo per una sola persona. Non avrei dovuto farlo, non dovrei bruciare tutte le mie energie in una sola volta quando la vera battaglia non è ancora iniziata e tanti altri potranno avere bisogno di me. Ma lui… no, non posso perdere di nuovo Aioros!”

Il respiro gli bruciava in gola per il freddo e per l’angoscia.

Si accorse di avere le mani che annaspavano sul petto che gli lasciavano segni profondi sullo sterno attraverso la stoffa.

Era un egoista, non aveva giustificazione: per lui Aioros era più importante degli altri dieci.

Se ne vergognava eppure era così, e non poteva sopportare il pensiero che fossero entrambi vivi per miracolo e non avere neanche un’occasione di incontrarlo.

La sua vita era sempre stata difficile, ma togliergli l’unica cosa che desiderava con tutto sé stesso gli sembrava troppo!

Non sarebbe stata punizione, sarebbe stata crudeltà… eppure lui non aveva fatto lo stesso? Quando Aioros era fuggito con Athena neonata, lui non aveva forse nascosto la verità a tutti, togliendo ad Aioria e Shura il diritto di sapere?

Forse allora lui meritava di morire lontano da Aioros senza poter incrociare il suo sguardo neanche per un attimo.

Il pensiero che potesse essere quello il suo destino lo fece scoppiare in singhiozzi disperati.

Le sue lacrime scavavano piccoli crateri nella neve e subito si congelavano, orlandogli le ciglia con il suo dolore cristallizzato.

Lui sapeva qual era il suo dovere, voleva compierlo, però…

Aioros.

Athena, mia Signora, ti prego, concedi un attimo di debolezza a questo cuore che ti supplica.

Combatterò per te, farò tutto ciò che mi chiederai, ogni battaglia potrà essere la mia ultima ed io non mi tirerò indietro finché avrò un solo alito di vita. Ti prego solo di una cosa: lascia che io possa rivederlo almeno una volta prima che la mia anima torni alla morte. Se il mio è egoismo ne pagherò le conseguenze, ma ti prego, Athena, lascia che io possa parlargli. Io ho bisogno di lui!”

 

___________________________________________________________________________________________________________________________

 

Cantuccio dell’Autore

 

Non avevo visto “Soul of Gold”. Sinceramente mi chiedevo come sarebbe stato un potenziale incontro tra Saga ed Aioros.

Ora l’ho visto tutto e questi sono i deprimenti, angstosi risultati dopo l’ultima puntata.

Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo.

 

Makoto

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Smeralda Elesar