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Autore: Black Chevy    24/03/2009    1 recensioni
A volte mi chiedo perché ho iniziato questa stupida storia dei nemici che vanno a letto insieme. E’ ridicola, semplicemente ridicola.Dovrei solamente dirle ehi, sweetheart, ci siamo divertiti, ma ora è meglio tornare alle nostre abitudini. Tu a rubare e io a cacciare i demoni...(seguito di After that night)
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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A volte mi chiedo perché ho iniziato questa storia dei nemici che vanno a letto insieme

Fear

A volte mi chiedo perché ho iniziato questa stupida storia dei nemici che vanno a letto insieme.

E’ ridicola, semplicemente ridicola.

Dovrei solamente dirle ehi, sweetheart, ci siamo divertiti, ma ora è meglio tornare alle nostre abitudini. Tu a rubare e io a cacciare i demoni.

Basta con le telefonate notturne, appena sussurrate.

Basta con le scopate ancora mezzi vestiti, con la paura di essere scoperti, con il sospetto che l’altro voglia fregarci in qualche modo o che ci sia qualcuno nella stanza vicino. Un complice magari.

Basta con le camere di motel, usate per quei venti minuti.

Basta con le risatine sarcastiche, con l’insultarci subito dopo.

Basta con le menzogne raccontate a Sam, con il sgattaiolare fuori dalla nostra stanza, di notte al buio, senza farsi sentire. E poi rivestirsi velocemente e tornare indietro e fingere... continuare a fingere che vada tutto bene, che sia tutto okay, che non ci sia nulla di cui preoccuparsi.

Basta… io non ho tempo per queste stronzate.

Mi volto verso di lei, ma Bela non mi guarda. Ha il viso rivolto verso la finestra e non riesco a scorgere pienamente la sua espressione.

Le lenzuola drappeggiano il suo corpo nudo, disegnando la linea delicata dei suoi seni e dei suoi fianchi, adattandosi alla morbidezza delle sue curve. Il suo petto si muove lentamente, seguendo il ritmo calmo della respirazione. La sua pelle è liscia e fresca, priva di imperfezioni. Ha un piccolo neo sulla spalla destra e uno sul seno. Ha solo un velo di trucco leggero e non porta nessun tipo di gioiello, nemmeno l’orologio. Sembra molto più giovane così. Quasi… gestibile.

E’ la prima volta che la vedo completamente nuda. E’ la prima volta che abbiamo fatto sesso senza fretta, spogliandoci con calma, trattenendoci a giocare con il corpo dell’altro, ad assaporare ogni centimetro di pelle, scoprendola pian piano, a rimandare l’orgasmo per poter andare avanti ancora e ancora.

Di solito è tutto molto impetuoso, quasi violento. Io le sollevo la gonna, le sposto le mutandine e poi mi spingo dentro di lei, senza pensare di poterle fare del male. Senza farmi importante di poter farle del male.

Mi spingo in lei così urgentemente e così profondamente da cancellare tutto il resto, tutte le preoccupazioni e tutto... il destino che mi sono scelto.

C’è solo rabbia, disperazione, paura. C’è il tentativo di annegare tutto questo dentro quelle spinte profonde e veloce, in quel piacere che sale rapidamente e che cancella tutto all’improvviso.

Ma questa volta è stato diverso, è stato come.. come dovrebbe essere tra due persone che non si odiano. Che non sono nemici che fanno sesso occasionalmente.

E’ stato come dovrebbe essere tra due persone che cercano un po’ di calore in un altro essere umano. Non importa se è il corpo di un nemico o di una persona di cui non ci fidiamo.

A volte abbiamo solo bisogno di un altro essere umano per ricordarci di essere ancora vivi.

O di non essere ancora morti.

Bela si rigira pigramente nelle lenzuola, il suo profumo aleggia per tutta la stanza, sulla mia pelle. Il suo respiro è appena percettibile nel silenzio immobile della camera. E’ quasi come se fossimo calati in una bolla di tempo.

Le pareti e le lenzuola sono tinteggiate di arancione e dei colori caldi del tramonto che entra dalla finestra. La guardo spostare una mano accanto al viso, sul cuscino. Lei continua a non guardarmi, non so se le dia fastidio che sia qui o se semplicemente non le importa.

Non ho comunque intenzione di trattenermi ancora a lungo.

Faccio scivolare lo sguardo lungo il suo corpo, soffermandolo un attimo sul piede che spunta dalle lenzuola, prima di tornare a fissare la sua nuca. Forse non le importa nemmeno che la stia osservando.

Una ciocca di capelli ondulati si è posata morbidamente sulla sua schiena, mentre le altre sono adagiate sul cuscino. Per un attimo vengo assalito dal folle impulso di accarezzarle la pelle calda della schiena con le dita, di seguire il percorso di quella ciocca di capelli con la mia bocca, risalendo piano verso il suo collo.

E poi di sfiorarle l’orecchio con le labbra, posare le mani sul suo corpo, cercando di nuovo il suo calore, e dirle che possiamo fingere che tutto questo vada bene, che siamo felici insieme.

Ma ovviamente non lo faccio.

Non avrebbe senso. E complicherebbe o rovinerebbe maledettamente le cose.

Almeno sappiamo esattamente cosa significa l’uno per l’altra. Sappiamo che non possiamo fidarci, non possiamo abbassare la guardia. Sappiamo che siamo solo nemici che ogni tanto si concedono una scopata. Spesso una scopata veloce e soddisfacente, a volte una scopata consolatoria come oggi.

E a me sta bene così.

Anzi a dir la verità è la cosa migliore per me. Nessun coinvolgimento, nessun legame, nessuna aspettativa, nessuna spiegazione da dare.

E in compenso buon sesso, fatto come Cristo comanda.

Per uno che ha solo pochi mesi di vita è la soluzione ideale.

Dean?” mormora lei senza guardarmi, spezzando il silenzio che si era venuto a creare. Continua a tener lo sguardo puntato verso la finestra.

Non rispondo sapendo che se vuol dirmi qualcosa, lo farà anche senza la mia approvazione.

“Hai mai paura?” mi domanda con un filo di voce. Guardo il profilo del suo viso, ma gran parte è coperto dalla sua spalla. Riesco solo a vedere le lenzuola colorate di arancione dal sole, che sta tramontando.

Sì, ho una paura fottuta. Ho così paura che a volte penso che se solo ammettessi di essere terrorizzato non riuscirei più a smettere di gridare.

Se lasciassi venir fuori qualcosa, anche solo un minimo della paura che provo non sarei più in grado di riprendere il controllo.

Perciò no, ufficialmente va tutto alla grande.

“No, non ho paura” replico con voce atona.

Lei lascia spegnersi le mie parole nella stanza. Non si volta nemmeno quando scendo dal letto e inizio a rivestirmi silenziosamente. Ho ancora il profumo della sua pelle sulla mia, il ricordo del suo calore e della sua bocca.

“Già, lo immaginavo” sussurra solo, prima che io esca senza voltarmi indietro.

  
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