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Autore: _Litch_    23/02/2016    0 recensioni
“E ora dove dovrei andare?” pensai, guardandomi intorno spaesata.
-Serve aiuto?
Mi voltai, capendo che quella domanda era rivolta a me, felice di aver trovato il mio salvatore. Le prime
cose di cui mi accorsi furono che colui che avevo di fronte era un rgazzo e poteva avere solo qualche anno in più di me
e che, inoltre, era incredibilmente bello. In seguito mi accorsi del fatto che fosse un paziente.
-Oh… Ehm, sì, grazie… -dissi imbarazzata- sapresti dirmi dove si trova l’Ematologia?
Il ragazzo sorrise lievemente.
–Buffo, vengo proprio da lì. Ti ci accompagno volentieri, se vuoi. –disse sempre sorridendo, mettendo
in evidenza le due fossette sulle guance, ricoperte dalle lentiggini.
-Sì, grazie! Accetto volentieri la tua offerta. –gli dissi, sorridendogli di rimando.
-Allora mi segua, my lady! –mi rispose, mimando un inchino e ridacchiando.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Si mamma, sto arrivando! Ci vediamo tra pochi minuti! -le dissi al telefono, mentre salivo le scale
dell’entrata della “Casa della speranza e del sollievo”, l’ospedale dove lavorava mia madre.
“E ora dove dovrei andare?” pensai, guardandomi intorno spaesata.
-Serve aiuto?
Mi voltai, capendo che quella domanda era rivolta a me, felice di aver trovato il mio salvatore. Le prime
cose di cui mi accorsi furono che colui che avevo di fronte era un ragazzo e poteva avere solo qualche anno in più di me
e che, inoltre, era incredibilmente bello. In seguito mi accorsi del fatto che fosse un paziente.
-Oh… Ehm, sì, grazie… -dissi imbarazzata- sapresti dirmi dove si trova l’Ematologia?
Il ragazzo sorrise lievemente.
 –Buffo, vengo proprio da lì. Ti ci accompagno volentieri, se vuoi. –disse sempre sorridendo, mettendo
in evidenza le due fossette sulle guance, ricoperte dalle lentiggini.
-Sì, grazie! Accetto volentieri la tua offerta. –gli dissi, sorridendogli di rimando.
-Allora mi segua, my lady! –mi rispose, mimando un inchino e ridacchiando.
Risi anche io, seguendolo per i corridoi dell’ospedale, che sembrava conoscere piuttosto bene.
Senza rendermene conto, mi ritrovai a pensare come mai un ragazzo così giovane e che sembrava così in
buona salute si trovasse in un posto come quello.
Mi interesserebbe conoscerlo meglio, magari anche diventare sua amica.
-Oh, giusto. Scusa la maleducazione, non mi sono presentato. Mi chiamo Samuel Rron Hoxha, ma puoi
tranquillamente chiamarmi solo Sam. – si rivolse a me, voltandosi leggermente e inclinando la testa,
sorridendo dolcemente.
-Io sono Luce Parisi, piacere di conoscerti Sam. –gli risposi, poi continuai- Scusa la domanda impertinente,
ma quanto sei alto? Sembri un gigante!
Rise leggermente alla mia domanda, poi mi rispose: - Un metro e novantacinque, tu quanto sei alta,
nanetta?
-Non sono una nanetta, sono solo diversamente alta! Comunque esattamente quaranta centimetri in meno
di te, gigante!
Ci guardammo e scoppiammo a ridere entrambi, rendendoci conto delle idiozie che stavamo dicendo.
-Beh, siamo arrivati. In ogni caso, come mai sei qui? Non ti ho mai vista prima di oggi.
-Non lo so precisamente… Mia madre mi ha chiesto di venire qui il più velocemente possibile perché voleva
parlarmi…
-Vuoi che rimanga con te finché non arriva tua madre? Almeno parliamo ancora un po’, se non ti dispiace.
Lo guardai, sorpresa dalla sua gentilezza, chiedendomi come mai uno sconosciuto avesse tanto riguardo per
me, un’adolescente come tante altre, che non aveva mai visto prima.
-Mi farebbe piacere. –mi ritrovai a dire, con lo sguardo rivolto ai miei anfibi neri, per celare il rossore che
molto probabilmente mi stava tingendo le guance.
Quando rialzai lo sguardo lo trovai a rigirarsi una ciocca dei miei capelli fa le dita.
-Sai, è da prima che volevo farlo. I tuoi capelli sono molto belli. –disse questa frase quasi bisbigliando,
leggermente rosso in viso, come se non volesse farsi sentire.
-Cosa ci trovi di bello in dei capelli così normali, me lo devi spiegare. Sono così anonimi, di un castano
ordinario, non lisci, ma neanche ricci… Sono molto lunghi, sì, ma non hanno nient’altro di particolare. –dissi
io, più a me stessa che a lui, sempre leggermente rossa in viso.
-Proprio per questo mi piacciono così tanto. Non sono chissà quanto strani o colorati, ma riescono ad
essere spettacolari anche così, nella loro semplicità.
Mi girai a guardarlo. Aveva detto quella frase con tranquillità e serietà, senza nessuna traccia di ironia o
di imbarazzo. Come faceva a dire cose di quel genere con tutta quella serenità? E piuttosto, perché quella
semplice frase era riuscita a mandarmi in tilt?
-Grazie, Sam. – lo ringraziai, a testa bassa, sentendomi rossa in viso.
-Luce! Finalmente ti ho trovata! Oh, ci sei anche tu Samuel!
Entrambi ci voltammo verso la voce che aveva chiamato entrambi. Una signora riccia, non molto alta,
leggermente rotondetta e dai vispi occhi verdi ci stava venendo in contro, sbracciandosi per farsi
notare.
-Mamma! Come mai mi hai fatta correre fin qui? –dissi alzandomi dalla panca su cui c’eravamo seduti,
andandole incontro e tirando Samuel per la manica.
-Oh, tesoro mio! Ho deciso di presentarti il tuo nuovo padre! Non potevo aspettare altre sei ore prima di
dirtelo! –squittì lei, abbracciandomi e facendomi così lasciare Samuel. Ricordandosi che anche Samuel era
con noi, mi liberò dal suo abbraccio, per poi catturare lui e stampargli due baci sulle guance. - Come stai
giovanotto? Tutto bene? Come vi siete incontrati tu e mia figlia?
-Bene signora Parisi, ho incontrato Luce per caso all’entrata dell’ospedale, aveva un’aria
smarrita e così l’ho aiutata ad arrivare in reparto. In ogni caso, adesso vi lascio da sole. Ciao Luce.
-Aspetta! –mi slanciai verso di lui, bloccandolo per un polso, tuttavia ritraendomi subito. - Ehm… Volevo
solo chiederti se qualche giorno potrei venire a trovarti…
Lo guardai, rossa in viso. Lui mi sorrise di rimando, mi mimò di aspettare mentre scribacchiava qualcosa su
un fogliettino, me lo passò e disse: -Terzo piano, camera 79. Ti aspetto.

Una volta tornata a casa, aprii il bigliettino che mi aveva passato Samuel. Era il suo numero di telefono.
“Com’è old style! Però non c’è che dire, assolutamente un bellissimo ragazzo… “
Iniziai a decidere cosa indossare per la serata con il mio probabilmente nuovo padre e, dopo un’infinità di
cambi di vestiti, optai per un semplice vestitino di pizzo nero modello bambolina e con sotto i miei amati
anfibi neri.
Mi ritrovai a pensare a Samuel e a quanto avessi voglia di sentirlo.
Mi decisi. Presi il bigliettino dov’era annotato il suo numero e lo ricopiai sul mio cellulare.
“Fa che sia su Whatsapp, fa che sia su Whatsapp, fa che sia su Whatsapp…. Bingo!”
Scorrendo tra i contatti, lo trovai quasi subito. Aprii la sua chat: era online.
Luce: Hey, Samuel! Sono Luce. Come va?
“E adesso speriamo che mi risponda…”
Samuel: Oi! Già sentivi la mia mancanza, nanerottola? Comunque bene, a te? Pronta per la serata con il tuo 
nuovo padre?
Lessi il messaggio che mi aveva inviato. Mi aveva risposto, e neanche freddamente! Gli importava di me!
Luce: Antipatico! Bene anche a me. Sono solo un po’ nervosa… E se lui non mi accettasse?
Samuel: Tranquilla puciola, andrà tutto bene. Sicuramente non ti rifiuterà, non penso sia così sciocco.
Luce: Grazie Sam. Ma questo “puciola”?
Samuel: Vuol dire “piccola”, ma è più carino. Visto che nanerottola non ti piace, puciola è più che
appropriato per te!
Luce: Cattivo che sei.
Samuel: Domani ti andrebbe di vederci? Vorrei mostrarti delle cose.
Il mio cuore perse un battito. Lui mi aveva chiesto di andarlo a trovare. Perché mi scombussolava tanto
questo strano rapporto fra noi? Dopotutto lo conoscevo appena!
Luce: Volentieri! Ora dobbiamo andare, quando torno ti faccio sapere com’è andata! Ciao Sam.
Samuel: Ciao puciola.
Puciola. Alla fine non era male come soprannome.


Angolo autrice:
Hoooola!
Come va? Spero bene! Grazie per aver trovato un po' di tempo per poter leggere la mia umile storiella. Come ritenete la storia e i personaggi? Sono davvero molto affezionata a loro, proprio come se fossero miei figlioletti. u.u
Secondo voi come andrà l'incontro tra Luce e il suo nuovo padre? E cosa vorrà mostrare Samuel a Luce?
Ringrazio in anticipo chiunque si fermerà a recensire questa storia e a farmi sapere il suo parere.
Un abbraccione.
Litch.
   
 
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