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Autore: Ilenia_Pedrali    24/02/2016    0 recensioni
Due ragazzi molto simili e allo stesso tempo molto diversi, uniti dal destino e separati da un passato che sembra mettersi costantemente in mezzo. Un amore nato per caso e senza ragione, ma più intenso di qualsiasi cosa. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“L’aria è gelida questa mattina”, pensò Claire preparandosi per andare al lavoro. Si preannunciava una giornata molto impegnativa e si sentiva già tutta la stanchezza addosso.
Indossò un maglione pesante e la sciarpa che le aveva regalato sua madre tanti anni prima, avvolgendosela accuratamente al collo. Così il freddo era decisamente più sopportabile.
Lavorava in un piccolo caffè a Rhoden Park, vicino al centro. Si trovava bene lì. I suoi colleghi erano persone giovani e simpatiche e Terry, la proprietaria, era un’eccentrica imprenditrice, sempre dolce e disponibile. Per Claire in quel caffè c’era la sua famiglia, e tanto le bastava per andare al lavoro con un grosso sorriso stampato in faccia. Era impegnativo e stancante, e in giornate fredde come quella tutto il suo entusiasmo si dissipava velocemente, ma era comunque soddisfatta.
Arrivò in perfetto orario e velocemente si infilò la divisa.
«Buongiorno» la salutò Liam, un suo collega piuttosto carino.
«Ciao a te» gli rispose Claire, «Come va oggi?»
«Bah, solite cose. Ora che ci sei tu meglio però» le disse, strizzandole l’occhio e facendola arrossire.
«E smettila, lecchino! Non ti copro il turno di domani stasera» ridacchiò lei, pur imbarazzata.
«Perché questo trucco non mi riesce mai con te?» sbuffò lui alzando gli occhi al cielo.
«Perché sei un cretino, ecco perché. E ora spostati che devo cominciare il turno» rise la ragazza dandogli una gomitata.
Liam alzò velocemente le sopracciglia scure e si affrettò in dispensa a prendere delle casse d’arancia, sorridendo. Era una bravo ragazzo, secondo l'opinione di Claire. Non era arrogante anche se molto sicuro di sé ed era gentile. Inoltre, era molto ma molto carino: aveva occhi e capelli scuri, tagliati corti ed era molto alto. Fisicamente era proprio l’opposto di Claire, bionda e bassina e dagli occhi verde chiaro. In più Claire sapeva delle sue innumerevoli ex-ragazze, cosa che le smorzava l’entusiasmo nei suoi confronti. A volte, infatti, sembrava che lui le lanciasse qualche occhiata particolare o qualche gentilezza inaspettata e Claire si era ritrovata a fantasticare su cosa potessero voler dire quei gesti… ma poi lo aveva visto entrare al caffè con una nuova ragazza e poi un’altra e si era detta di lasciar perdere tutto quanto.
Il turno cominciò subito di buona lena: la ragazza dovette sudare 7 camicie per riuscire ad accontentare tutti quei clienti. Odiava il turno di mezzogiorno: si accalcavano tutti i clienti allo stesso orario pretendendo di essere serviti in meno di cinque minuti, un vero stress.
Finalmente, verso le due, le acque parvero acquietarsi e Claire si rilassò un po’. Non c’erano più clienti in quel momento, così ne approfittò per dare una pulita al bancone e sistemare la lavastoviglie. Dopo di che, afferrò il giornale abbandonato al tavolo cinque e diede uno sguardo agli annunci immobiliari. Doveva assolutamente trovare una casa al più presto. Viveva già da quasi un mese in un fatiscente ostello lì vicino ma non poteva permettersi di rimanere lì un giorno di più.
Un annuncio colpì la sua attenzione: un appartamento poco distante da lì, da condividere con altri quattro studenti. Si segnò il numero sul cellulare e fece sparire il tutto: era appena arrivato un cliente.
Il ragazzo doveva avere qualche anno in più di Claire, pensò la ragazza, guardandolo. Alto, moro, aria strafottente.
«Ciao, come va? Che ti porto?» gli domandò, cortese, accogliendolo.
Due occhi azzurro ghiaccio si agganciarono ai suoi «Quello che ti pare»
«La nostra torta del giorno è buonissima» rispose lei, ignorando la risposta maleducata, abitudine acquisita negli anni.
«Non avevo dubbi. Portamene due fette, sta arrivando un’altra persona» e si defilò ad un tavolo.
Claire sbuffò con irritazione. Che cliente maleducato. Né un sorriso né un cenno di saluto, figuriamoci la mancia.
Stava giusto per versare la seconda fetta su un piattino quando la porta del locale si spalancò e entrò una ragazza dai lunghi capelli scuri. Si guardò intorno, trovò chi stava cercando e si sedette vicino a lui. Claire osservò il cliente maleducato interagire con la ragazza e si affrettò a portare le fette di torta.
«Grazie» rispose la ragazza, sorridendole. Lui invece non la degnò di uno sguardo.
 
 
***
 
 
Savannah stava parlando del più e del meno, come al solito. Lui la ascoltava solo in certi momenti, cercando di calmare quella folle rabbia che si stava impossessando di lui.
La odiava. E non riusciva a credere di esser stato con una come lei per ben tre mesi, un record per lui.
«Senti» la interruppe all’improvviso, «Non me ne frega proprio un cazzo»
Lei si interruppe e lo guardò sgranando gli occhi, «Come scusa?»
«Mi hai sentito»
«E cosa vorrebbe dire scusami?»
«Che mi sono scopato Lauren e Julie la scorsa settimana»
Lasciò uscire la notizia come se stesse parlando di quale panino comprare dal panettiere.
Savannah annaspò, come se improvvisamente non avesse più aria per respirare.
«Tu hai fatto… cosa?!» strillò.
«Mi sono scopato Lauren lunedì e Julie giovedì. O il contrario, non mi ricordo»
La ragazza rimase senza parole. Poi, veloce come il vento, prese le sue cose e uscì.
“Grazie a Dio” pensò lui, accendendosi una sigaretta.
«Mi dispiace ma qui non si può fumare» esclamò una voce alle sue spalle, prima che le si parasse davanti la cameriera di prima.
Era piccola e magra, con capelli biondi e due luminosi occhi verdi, ora arrabbiati.
«E allora?» rispose, sbuffando fuori il fumo.
«Allora devi uscire dal locale» lo rimbeccò lei, decisa.
Lui inspirò lentamente e le soffiò il fumo in faccia di risposta. Lei non si mosse di un millimetro. Se possibile, la sua espressione si fece ancora più determinata.
«Benissimo» disse e si allontanò.
“Che rompi palle” pensò lui, “In fin dei conti non c’è nessuno qui dentro ora”
Fece un sorriso soddisfatto e cominciò a leggere il giornale distrattamente. Sorriso che gli scomparve dal volto cinque minuti più tardi quando davanti a lui si pararono due agenti della polizia.
«Salve agenti. Si, è proprio lui che sta fumando nel locale, come potete vedere» disse la cameriera indicandolo.
Gli agenti gli si avvicinarono e gli diedero una multa salata. Dopo di che se ne andarono.
«Ah, a proposito. Questo è il conto» gli disse la ragazza, «E quando vuoi, quella è la porta»
   
 
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