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Autore: _Piccola_Rowling_    26/02/2016    0 recensioni
Allison arrva al campo. Due dee si contendo il suo controllo e lei è invasa dai ricordi.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Annabeth Chase, I sette della Profezia, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita di Allison era un continuo ripetersi delle stesse azioni. Quella vita le iniziava a stare stretta. Ogni giorno, prima di esssere chiamata dalla madre per la cena, rimaneva seduta per ore in giardino, a fissare i vicini in giardino che giocavano a rincorrersi. Lei non aveva avuto una vita così spensierata. Ogni giorno faceva avanti e indietro fra casa e lo studio dello psicologo. Tutti la addittavano come quella diversa. Per quanto si sforzasse, non riusciva a stare attenta per piú di 5 minuti, e di questo se ne erano accorti tutti. Era un giorno normale quando successe. Era sdraiata sul letto, ad ascoltare il ticchettio della pioggia che batteva sul vetro. Cullata da quel rumore, si addormentó. Improvvisamente si sentí un urlo terrificante. Allison balzó in piedi, si infiló svelta una felpa e uscí di casa. Sentí di nuovo quell'urlo agghiacciante. Corse poco piú avanti e sentí un tonfo dietro di sè.Si giró lentamente con il cuore in gola. Davanti a lei si stagliava imponente una strana figura metá uomo e metá toro. Arretró di qualche passo e poi scappó. Scavalcó la staccionata con un balzo e continuó a correre, addentrandosi nel bosco. I capelli si erano attaccati alla sua fronte, e lei arrancava faticosamente fra gli abiti zuppi. Ogni tanto si girava per controllare dove fosse la cosa che la inseguiva. Accadde in un attimo. Mise male il piede e inciampó sulla radice di una quercia. Ormai certa del sopraggiungere del mostro, si coprí il viso con le mani. Dolo qualche minuto si constrinse a levarle. Un ragazzo dagli occhi verdemare stava lottando contro l'essere. Con un colpo di spada lo trafisse e, nel punto dove c'era il mostro, volteggió una sabbia dorata che si disperse nel vento. <>non sentí la fine che tutto si fece nero. La paura di quegli attimi. Mentre correva e quando era caduta. era questa la prima cosa che si ricordò non appena sveglia. Aveva appena aperto gli occhi quando qualcuno le si avvicinò. Lo riconobbe subito. Era il ragazzo che l'aveva salvata, da qualunque cosa la stesse inseguendo. Cercò di proferire parola, ma in quel momento anche il più piccolo movimento le sembrava impossibile. Si limitó a guardarsi intorno. Sembrava un infermeria. Era stesa su una branda con una coperta sulle gambe. "Ecco tieni." le disse porgendole un bicchiere con un liquido dorato. Allison si sforzò di parlare "Cos'è? Dove mi trovo? Chi sei?" "È una medicina. Fidati." La aiutò a bere. Sapeva della torta al cioccolato che le preparva la nonna quando era piccola. Era la cosa piú buona che la ragazza avesse mai assaggiato. Allison sentí subito una carica di energia percorrerle il corpo. Non sapeva perchè si fosse fidata di quel ragazzo, ma non ne aveva potuto fare a meno. Si mise a sedere, "Dove mi trovo e tu chi sei?" sbottó agitata. "Ehy, calmati. Sei al Campo Mezzosangue e io sono Percy, Percy Jackson." "Campo Mezzocosa?" "Hai presente gli dei dell'Olimpo?" Allison si limitó ad annuire. "Sono vivi e ha volte hanno dei figli con i mortali, che sono chiamati mezzosangue." "E io sono Voldemort!" lo scherní lei. Lui peró rimase impassibile. "Qualcosa mi dice che non stai scherzando..." disse impallidendo. Un sorriso comprensivo balenó sul volto di Percy. "Chi è il tuo genitore?" "Poseidone." il Dio del mare? Chi è mio padre?" Percy divenne serio. "Non lo sappiamo, devi aspettare che ti riconosca." "Oh, ok.." fece con una punta di delusione nella voce. "Andiamo a fare un giro?" Un'ora dopo i due si erano fermati davanti a una capanna. "Questa è la capanna di Ermes, dormirai qui fino a quando non sarai riconosciuta. Ermes protegge i ladri e i mendicanti, quindi tutti i nuovi arrivati, rimangono qui. Aprí la porta della casa e , con una spinta, fece entare Allison. L'edificio era pieno di letti e c'erano numerosi sacchi a pelo stesi sul pavimento. C'erano una trentina di persone, fra ragazzi e ragazze. Sembravano non si fossero accorti della presenza dei due semidei. "Travis, Connor!" disse Percy. Due ragazzi si girarono verso di noi. Erano sicuramente gemelli. "Una nuova?" "Allison" si presentó "Indeterminata?" "Sí" rispose Percy La lasció nelle mani malandrine dei gemelli. "Puoi metterti qui!" esclamarono all'unisono. Le porsero un sacco a pelo e lo stese sul pavimento, nel piccolo angolo indicato dai gemelli. Non aveva niente da posare per identificarlo come suo. Scrolló le spalle. "Andiamo a fare lezione di tiro con l'arco, vieni?" "Si" Allison aveva sempre voluto imparare ad usare l'arco, ma non ne aveva mai avuto la possibilitá. Seguí allora Travis e Connor. Aveva giá visto, da lontano i bersagli. C'erano diversi archi: erano fatti di legno di quercia, la corda era ben tesa. Erano affiancate da diverse frecce. C'erano molti semidei, figli di Apollo secondo Connor, che si stavano allenando, centrando quasi sempre il centro rosso del bersaglio. I figli di Ermes presero due archi e si posizionarono per tirare. Scoccarono le frecce nello stesso istante e quelle si puntarono all'estremo del centro. "Prova tu!" urló Travis alla ragazza. Allison si avvicinò a loro. Sfioró con la punta delle dita l'arco. Lo afferró con una presa solida. Prese anche una freccia. Si mise davanti a un bersaglio, imponendosi di concentrarsi. Incoccó la freccia, le labbra erano pizzicate dalla corda dell'arco. La freccia partí, e lei chiuse gli occhi per non vedere niente. Si accorse che intorno a lei c'era un silenzio tombale. Si sentiva il frusciare delle foglie degli alberi, il canto di qualche uccello. Allison aprí gli occhi. Tutti la guardavano sbalorditi e allora puntó lo sguardo davanti a sè. La sua freccia era arrivata nel centro esatto del bersaglio. Non riusciva a crederci. Aveva fatto centro esatto, al primo colpo. Will Solace le si avvicinó, stupito. Ma non era l'unico. Era insieme a un ragazzo che aveva occhi e capelli corvini. Indossava una maglietta molto larga e dei vecchi jeans. I due erano completamente diversi. Uno era figlio delle tenebre e l'altro era figlio della luce. Uno sempre solo, l'altro sempre circondato da qualcuno. Uno era Nico di Angelo, l'altro Will Solace. Tutte e due metá di una stessa cosa. "Be' credo che abbiamo un'altra sorella!" "Aspetta che sia riconosciuta Will." a parlare era stato il re degli spettri, che scrutava la semidea, come ha cercare di leggerle l'anima. Allison rabbrividí. "È stata solo la fortuna del principiante." "Non l'avevi mai fatto prima?! Come ci sei riuscita?" "Non lo so, l'ho fatto e basta." Le rivolse un sorriso compiaciuto. Ben presto fu ora di cena. Seguí Travis e Connor al tavolo di Ermes. Prese dei pezzi di carne belli succosi, delle patate e un po'di pane. Osservando gli altri, ordinó al suo bicchiere della Diet coke. Subito esso si riempí. Stava per mangiare quando vide gli altri alzarsi e dirigersi alle braci. Prese il suo piatto e li seguí. Erano tutti in fila. Si fermavano qualche secondo davanti al fuoco e poi tornavano a sedersi. Osservó Connor. Prese un pezzo di carne e lo buttó nel fuoco, sussurando "Per Ermes." Si giró verso la semidea. "È un'offerta agli dei. Si nutrono con questo fumo." Lei non capiva come gli dei potessero gradire la puzza di cibo bruciato, ma non disse niente. Si fece avantí. Sentiva il calore del fuoco che le picchiettava sulla pelle. Prese un pezzo di caarne e lo buttó nel fuoco, seguito subito dopo da qualche patata. Invece dell'odore del cibo bruciato, la investí un profumo fantastico. Sapeva di biscotti al cioccolato, dei fiori che crescevano sul prato del suo giardino e di mille altre cose che non riusciva a percepire "Per te padre, chiunque tu sia" mormoró lei. Poi si spostó e tornò al suo tavolo. Durante la cena, chiacchierarono tranquilli. Dopo cena corsero tutti al falo. Alcuni intonarono delle canzoni, altri arrostivano i marshmallow. Allison distinse tra la folla Percy. Si fece largo tra le persone e andó a salutarlo. Era in compagnia di una ragazza. Aveva i capelli biondi, gli occhi grigi come la tempesta. "Ehi Percy!" "Allison!" "Testa d'alghe!? Non fai le presentazioni?" "Com... Oh sí!" sospiró "Allison, lei è Annabeth, la mia fidanzata. Annabeth, lei è Allison, è arrivata ieri sera al campo." "Piacere!" dissero le due semidee stringendosi la mano. "Ehi, Will mi ha detto che sei brava a tirare con l'arco!" "Be' forse Will non dovrebbe dire bugie. Infondo ho avuto solo fortuna e non ero nemmeno tanto lontana." Lui scosse la testa ridendo e si allontanó da loro. "Allora Annabeth, chi è il tuo genitore?" "Atena" "Mio padre è un dio , mia madre è mortale." le sorse subitó una domanda in testa "Annabeth, ci sarebbe modo di contattare mia madre?" "Qui al campo non abbiamo telefoni, attirano i mostri." una fitta di delusione attraveró Allison. "Ma puoi usare un messaggio Iride." "Un cosa...?" "Un messaggio Iride. Crei un arcobaleno, ci butti una dracma e chiedi a Iride di contattare una persona." "Ok." "Domani possiamo contattare tua madre." Allison decise di allontanarsi dal falò. Camminó fino ad arrivare alla spiaggia. Si sedette sulla sabbia, a gambe incrociate. Il vento muoveva leggermente i suoi capelli rossi. Ne sposto una ciocca dietro l'orecchio. Sull'acqua si rifletteva il firmamento. Quella sera si poteva vedere Zoe. Era lí, che sorrideva dal cielo. Ma questo Allison non lo sapeva. Lo avrebbe scoperto solo piú avanti. Si strinse le spalle. Poco piú di un giorno ne erano successe di cose! Era scappata da casa inseguita dal Minotauro, come le aveva detto Percy, aveva scoperto che gli dei dell'antica Grecia esistevano davvero e che erano ancora vivi. Aveva scoperto che suo padre fosse ancora in vita. Insomma, una cosa da poco. Nella sua testa continuava a rimbombare una domanda : se il padre non la riconoscesse? Rimase lí,fra i suoi pensieri, fino a quando non sentí dei passi dietro di sè. Un ragazzo riccioluto era a pochi metri da lei. Aveva la maglietta brucciacchiata, con diversi buchi. Intorno alla vita, aveva legato una cintura porta-attrezzi. Il viso era sporco di fuluggine. Un figlio di Efesto, questo è certo. Allison si alzó e si scrolló la sabbia dai vestiti. Il figlio di Efesto puntó lo sguardo sulla ragazza. "Sei Allison, vero?" "Si sono io." "Leo Valdez, figlio di Efesto. Travis e Connor mi hanno mandato a cercarti." lei gli sorrise e poi,si avviarono insieme verso la capanna numero 11. "Ciao Valdez!" lo salutó lei, prima di entrare nella cabina.
   
 
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