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Autore: Loveroflife    26/02/2016    0 recensioni
[[Sequel di ''Anatomia del Cuore''. La storia può essere letta anche senza leggere la storia precedente.]]
Sei anni dopo...
Lei, una donna di 26 anni, che ha realizzato il suo sogno di diventare pediatra e che lotta quotidianamente con i suoi demoni.
Lui, ragazzino di 28 anni, diventato professore di chitarra al liceo musicale, con l'anima rock e il cuore pieno di sogni.
Cosa succederà? Seguitelo insieme a me.
CHE LO SPETTACOLO CONTINUI!
Dal II° capitolo:
''Non te ne andare, sono cinque anni che non ci parliamo, abbiamo tante cose da dirci.'' La guardò speranzoso, con gli occhi che brillavano.
''Io non ho proprio niente da dirti, e se non ci parliamo è solo colpa tua, ricordi?'' Lo guardò con il fuoco negli occhi e lui la lasciò andare di botto.
'' Dovremmo parlare anche di quella sera.'' Disse, serio e coinciso.
''Non ci penso minimamente, e adesso se vuoi scusarmi devo tornare a casa. Stammi bene, Victor.'' Disse, chiudendo la portiera dell'auto e mettendo velocemente in moto, lasciando il ragazzo nel parcheggio riservato ai medici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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''Victor, calmati per favore. Vuoi finire in galera?'' Una paonazza Marika cercava di fermare quel pazzo con quella pistola in mano, puntata dritta verso il ginecologo.
''Avanti, sparami. Sei un senza palle, non lo farai mai.'' Lo sfidò Carlo, per nulla impaurito dalla pistola.
''Hai tentato di...di rovinarmi la vita. E non so nemmeno perchè.'' Victor mostrava segni di cedimento, tremava, la pistola veniva abbassata ogni minuto di un centimetro.
''Ma cosa stai dicendo?'' Marika non capiva, e guardò attonita entrambi. Fu il momento in cui Victor abbassò la pistola e prese un cd dalla tasca del jeans.
''Ascoltalo, e vedi che tipo è il tuo caro amico ginecologo.'' Victor diede il cd a Marika, che se lo rigirò tra le mani, notando una scrittura familiare sulla bustina che conteneva il cd, scritta che diceva semplicemente ''registrazione''.
Si avvicinò cauta al computer del ginecologo, che la fissava impassibile, sistemò il cd nell'apposita apertura e rimasero in ascolto.
Sentì subito la voce di Veronica, la sua amica, che chiedeva consiglio per una pillola anticoncezionale. Fissò confusa Victor, che le disse di andare avanti. Carlo, in piedi accanto alla finestra ascoltava, inerme.
D'un tratto, nella registrazione, Carlo compone un numero.
''Ehy Federico. Volevo avvisarti che il tuo lavoro è andato a buon fine, il coglione è crollato come un castello di carta e la frigida è incazzata da morire. Le ho sistemato il plico che mi hai dato sulla scrivania. Pochi giorni ancora e tutto sarà sistemato. A presto.'' Fine della chiamata e della registrazione.
Sembrava un film, e invece era vero. Veronica, la sua cara amica Veronica, aveva sistemato una cimice nello studio del dottore e aveva collezionato la prova che serviva. Uscì il cd dal computer. Victor si avvicinò cauto alla scrivania e toccò il ripiano sottostante, estraendo un piccolissimo microfono nero. Lo gettò sulla scrivania, davanti allo sguardo allibito di Marika e incredulo di Carlo.
''Dovresti prestare più attenzione al tuo studio, caro mio ginecologo. Vieni via Marika, non voglio che tu stia ancora davanti a questo essere schifoso.'' Le porse la mano, facendole fare il giro del tavolo e si avviarono alla porta.
''Non dovevi tornare, dovevi restartene a Milano, schifoso molestatore.'' Furono le parole di Carlo, piene di odio.
Con uno scatto repentino, Victor tornò indietro e sferrò un pugno al medico, che cadde per terra.
''Te lo meritavi già tempo fa, ma adesso è finita.'' E prendendo la mano di Marika uscì dal suo studio.

''Tu sei pazzo, se partiva un colpo tu saresti finito in carcere.'' Disse Marika, arrivati nel suo studio, toccando una guancia al suo amato.
''Per te mi sarei fatto anche dieci anni di carcere.'' Prese la mano dalla sua guancia e baciò ogni singolo dito.
''Victor, io devo chiederti scusa... Adesso so che ha sbagliato. Non mi interessa del tuo passato e so che sei innocente.'' Lo fissò con le lacrime agli occhi, tremando.
''Non piangere amore mio. Lo so che mi credi e lo so che non hai mai smesso di amarmi. Come io non ho mai smesso di amare te.'' Poggiò la sua fronte sulla fronte di Marika, asciugandole con un pollice una lacrima che colò sulla guancia.
''Dovremmo ringraziare Veronica, è lei che mi ha aperto gli occhi.'' Scherzò Marika, ridendo.
''Già, ha dovuto sopportare una visita con quel mostro, pur di provare che è un mascalzone. Dovremmo proprio farle un bel regalo.''

 

La sera seguente, a casa di Veronica, si festeggiava l'imminente matrimonio suo e di Michele e la riconciliazione definitiva di Victor e Marika.
''Non so come ringraziarti, hai dovuto sopportare di essere visitata da quello li, per me.'' Una Marika commossa strinse la mano alla sua amica, che sorrise.
''Sta tranquilla, la visita ufficiale l'avevo già fatta con un altro. Sono andata da lui solo per farmi prescrivere la pillola e mentre scriveva la ricetta, ho infilato una piccola cimice sotto il tavolo. E' un'idea che mi è venuta il giorno prima, per smascherarlo.'' Sorrise Veronica, stringendo la mano di Marika. La cena proseguiva con gli sproloqui di Erika e Franco, le battute di Angelo e Michele a Sara e gli sguardi infuocati di Victor a Marika. La serata era tranquilla e giocosa, fino a quando Erika interruppe gli schiamazzi.
''Ehy, zitti tutti! C'e il ginecologo in tv.'' Disse, alzando il volume della televisione appena comparse la foto di Carlo.

 

''Nell'ambito dell'inchiesta su abusi d'ufficio, stamattina sono scattate le manette per il noto ginecologo Carlo Bianchi, vice-primario di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara, colpevole di abuso d'ufficio, minacce aggravate e presunti abusi sessuali su due sue pazienti, che hanno sporto denuncia contro di lui poco tempo fa. Il Bianchi, incensurato, non ha opposto resistenza all'arresto e si è mostrato favorevole nel collaborare con la giustizia. Per lui, comunque, si aprono le porte del carcere cittadino.''

 

La notizia, uscita al telegiornale locale, aveva ammutolito tutti i commensali.
''Giuro che io non ho fatto niente.'' Parlò Veronica, alzando le mani in segno di innocenza.
''Figlio di puttana.'' Concluse Victor, stringendo un bicchiere di vino in mano. La cena continuò discutendo del dottore, e per il disgusto Marika non toccò più cibo.

''Tutto bene?'' Chiese Victor, in macchina, vedendo la faccia cadaverica di Marika.
''Si, tutto bene, ho solo un po' di nausea. Il solo pensiero di essere stata a contatto con una persona cosi, mi destabilizza.'' Victor la baciò amorevolmente, carezzandole un braccio.
''E' tutto finito. Adesso non devi più preoccuparti. Ci sono io, e ti proteggerò per sempre.'' E quel per sempre, voleva dire tante cose.


Il mese passò in fretta e il giorno del matrimonio di Veronica arrivò ancora più in fretta.
''Ma cazzo! Vaffanculo!'' Imprecò Erika, smagliando una calza.
''Visto? Sei rimasta a poltrire a letto un'ora e adesso ti tocca fare tutto di fretta.'' Sara, già pronta, la bacchettava, seduta tranquilla a bere un aperitivo mentre Erika correva da una parte all'altra per prepararsi.
''Ma siete pronte si o no?'' Una sorridente Marika entrò in camera con due bicchieri di champagne.
''Si.'' Sogghignò Sara.
''No, cazzo!'' brontolò Erika, con il pennello del fard in mano mentre trangugiava il bicchiere portatole da Marika.
''Dai Erika, muoviti, dobbiamo ancora fare le foto. Il fotografo è pronto da mezz'ora.'' La incitò Marika, sorridendo felice.
''Bella lei, felice, che scopa da un mese ininterrottamente. Io ho smagliato due calze e non tocco un uomo da secoli. Che vita di merda.'' Erika si fermò un attimo, appena uscita dalla doccia e già sudata.
''Oh dai Erika, falla sorridere quanto vuole. E' stata una palla per sei anni, eh!'' Sara si alzò dalla sedia, sistemandosi il vestito e la scollatura.
Come un lampo entrò Franco, in preda al panico.
''Chi mi fa il nodo alla cravatta? Porca miseria, non ci riesco!'' Fu Sara ad alzarsi, rossa in viso, e con mano tremante gli annodò la cravatta. Franco le sorrise, con un sorriso che a Marika ed Erika non passò inosservato. Si guardarono entrambe sogghignando, mentre Sara raccattava la sua borsetta.
''Allora, belle statuine, cosa avete deciso? Volete muovervi o le foto devo farle da sola, con Veronica?'' Sara,da brava professoressa, bacchettò le amiche e in quattro e quattro otto anche Erika era pronta.

Arrivati davanti la chiesa, ognuno prese sottobraccio la propria dama. Erika e Angelo, Sara e Franco e infine Victor e Marika. Veronica tremava, attaccata al braccio del padre. La sorella Federica, dietro di lei, le reggeva il velo in qualità di testimone. Il fratello, Giovanni, era accanto ad un tremante Michele, pronto al collasso mentre si reggeva al fratello Piero.
''Sto per svenire.'' Michele, pallido, si rivolgeva al fratello, che se la rise di gusto con il fratello di Veronica.
Intanto, Erika e Marika non scollavano gli occhi da Sara e Franco, che erano posizionati davanti a loro.
''Secondo te scopano?'' Si avvicinò Erika all'orecchio di Marika, facendola arrossire.
''Sssh Erika, siamo fuori dalla chiesa e che cavolo!''
''Appunto, siamo ancora fuori, mica dentro.'' Si risentì l'amica, sistemandosi accanto ad Angelo.
''Tutto bene?'' Sorrise Victor, a Marika, e la sua amata annuì, non avendo voglia di raccontargli stupidi pettegolezzi, sapendo quanto era pettegolo il suo fidanzato.

La messa procedette senza intoppi e al ''si, lo voglio'' di entrambi, la chiesa scoppiò in un applauso fragoroso e rumoroso, pieno di lacrime da parte di Sara, Erika, Marika, Federica e dalla mamma di Veronica.
''Veronica mi sta facendo colare il trucco. La ammazzerò.'' Disse Erika, asciugando le lacrime con un fazzolettino offertole da Angelo.
''A me si stanno staccando le ciglia finte.'' Brontolò Sara, con le lacrime che le solcavano il viso.
''Siamo le damigelle più frignone della terra.'' Sorrise Marika alle amiche, prendendo per mano Victor e iniziando ad uscire dalla chiesa.

 

La festa procedeva allegra e scherzosa: scorrevano fiumi di alcool, miliardi di discorsi, di brindisi, di balli di gruppo e di risate.
Fino a quando, ad un certo punto della festa, tra un ballo e un piatto di pasta elaborato, Victor prese per mano Marika, portandola nel bellissimo giardino del ristorante.
''Mari, ascoltami.''
''Dimmi Victor, cosa è successo? Perchè tutta questa fretta per uscire? Tra un po' iniziano i balli da discoteca.'' Un'energica Marika, tutta sudata per i balli e la temperatura afosa di luglio non vedeva l'ora di tornare a ballare.
''Aspetta, voglio dirti una cosa. In questo mese ho riprovato sensazioni che non provavo da anni. Tu mi rendi completo, mi rendi felice. Sono tornato ad essere il Victor spensierato di anni fa, prima che ci allontanassimo. Ora, ho preso una decisione.''
''Oh, amore, grazie. Anche tu mi rendi felice.'' Marika gli toccò la guancia, come faceva sempre, e si pietrificò quando lo vide inginocchiarsi, davanti a lei, uscendo una scatolina di velluto blu.
''Vi..Victor...Cosa..Stai facendo?'' Marika tremava.
''Marika Lentini, mi faresti l'onore di diventare mia moglie?'' Aprendo la scatolina, Marika scoppiò a piangere. Un anello, con un diamantino splendente, regnava sulla scatolina. Marika si portò la mano sinistra sulla faccia, a coprire il labbro tremante, e il tempo sembrava essersi fermato.

 

 

 

Perdonatemi il ritardo! L'università mi impegna ogni momento libero e ho approfittato di queste poche ore di pace per pubblicare un altro capitolo. Spero vi piaccia. Eh si, siamo quasi alla fine! Mancano davvero pochi capitoli alla fine e ci stiamo avvicinando sempre più al meritato epilogo. (Forse?)
Nel frattempo, vi lascio questo capitolo, con la speranza che vi sia piaciuto. Vi ringrazio come sempre per le vostre recensioni, i vostri mi piace, i vostri seguiti e anche solo per chi da un'occhiata veloce. Vi bacio tutte, vi voglio bene!

M.

  
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