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Autore: padme83    27/02/2016    26 recensioni
"Non c'è più nulla attorno a te. Non ci sono alberi che collassano al suolo, non c'è il Pianeta-Arma che si dimena e trema sotto ai tuoi piedi, mentre aspetta incredulo l'avvento della deflagrazione finale. Non c'è il sibilare acuto del vento, lo schianto roboante della roccia che si scinde e si spezza.
C'è solo il Vuoto, il Silenzio e l'Ombra, e tu, Cavaliere di Ren, erede dimenticato di una stirpe un tempo onorata, – traditore, assassino, patricida – che bruci nel Vuoto, nel Silenzio e nell'Ombra."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Music of the Force - A Star Wars Symphony'
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- Sound of Silence -

 

 

 

 

Hello darkness, my old friend,
I've come to talk with you again.
Because a vision softly creeping

left its seeds while I was sleeping,
and the vision that was planted
in my brain still remains.
Within the sound of silence.”

 

 

 

 

È un attimo.
Un tremito nella Forza – fulmineo e potente come il colpo di un folgoratore, ma assai più letale – e un artiglio di luce cristallina esplode a pochi centimetri dai tuoi occhi, rendendoli ciechi per qualche istante.
Cadi all'indietro, mentre, in preda ad un confuso stupore, percepisci chiaramente il fuoco che, famelico, corre a divorare la pelle fragile e indifesa del volto. Annaspi, e le narici si riempiono dell'odore acre e nauseante della carne bruciata.
L'impatto con il suolo è attutito appena da una sottile coltre di neve. Non esistono stagioni, sulla base Starkiller; gemme di ghiaccio dall'opalina iridescenza ne avvolgono con impavida pervicacia la superficie boscosa, all'apparenza inconsapevoli – o indifferenti? – di danzare leggiadre sopra la nera bocca della Morte. Le puoi sentire tutte, una per una, volteggiare intorno a te, addosso a te, delicate, eteree, come le lievi carezze di un'amante.
Come le sue carezze.
I tuoi muscoli, già allo stremo delle forze, si tendono in crampi ferini nel contatto con le pietre aguzze e taglienti che emergono come dita mostruose dal terreno gelato. Giureresti che ridano di te, che godano nel sottoporti ad un simile tormento. Se la gola non fosse strozzata in una morsa d'acciaio, che a stento ti permette di respirare, scaglieresti verso il cielo la tua furia distruttiva con tutto il fiato che ancora ti rimane nei polmoni.
Lasciala andare. Lasciala andare.
L'ira conduce al Lato Oscuro.
Ma non un suono si libera dal giogo perverso che paralizza le tue labbra spaccate e riarse.
È solo dolore, che si aggiunge ad altro dolore. Niente di più.
Il dolore conduce al Lato Oscuro.
Digrigni i denti, mordendoti la lingua più volte. Sapore di ferro e bile ti invade il palato. Il sangue stilla copioso dalla ferita al fianco, come se non dovesse fermarsi mai; lo avverti tracimare viscido dal tuo corpo, lento ma costante, e, dietro il buio delle palpebre serrate, lo immagini violentare, con vermiglia oscenità, la purezza immacolata del bianco che ti circonda.
Le sue labbra. Petali scarlatti adagiati su tiepido latte.
Perdi lucidità. La sofferenza è tale da impedirti di arrestare da solo la fuga del flusso vitale; ti opponi, quasi con disperazione, al suo strisciante abbandono. E lo sforzo, immane, ti priva di ogni energia residua.
Ti arrendi all'inevitabile, e ti osservi cadere.
Cadere. Cadere. Cadere.
Anche lui è caduto, e cadendo ha spalancato le porte all'Orrore Supremo.
Non c'è più nulla attorno a te. Non ci sono alberi che collassano al suolo, non c'è il Pianeta-Arma che si dimena e trema sotto i tuoi piedi, mentre aspetta incredulo l'avvento della deflagrazione finale. Non c'è il sibilare acuto del vento, lo schianto roboante della roccia che si scinde e si spezza.
C'è solo il Vuoto, il Silenzio e l'Ombra, e tu, Cavaliere di Ren, erede dimenticato di una stirpe un tempo onorata, – traditore, assassino, patricida – che bruci nel Vuoto, nel Silenzio e nell'Ombra.

 

 


Le Tenebre sono tue vecchie amiche. Esse ti parlano, e non provi paura alcuna nell'accoglierle.
Protetto dal loro pesante mantello, stretto fra le loro spire fidate, ritorni a essere invincibile, il Distruttore di Mondi, implacabile e subdolo, il Condottiero forgiato nell'infamia e nel rancore, il Principe-Senza-Corona destinato a camminare attraverso i cieli, e a dominare le stelle.
Il Guerriero-Drago dalla maschera bestiale che non conosce il significato della parola pietà.
Eppure, eppure, non è stato proprio un atto di folle pietà, di compassione, ad averti ridotto così, un ammasso di stracci sconfitto e tremante? Se non avessi cercato con tutto te stesso di non far del male a quel piccolo, irritante – ma potentissimo – topo del deserto, ora saresti al sicuro, sano e salvo a bordo del tuo Incrociatore Stellare. E invece, invece, proprio tu Kylo Ren, il mostro che non ha mai esitato, mai, nemmeno dinnanzi allo sguardo implorante dell'uomo le cui braccia sono state per tanto tempo un rifugio agognato , ti ritrovi in fin di vita, sul ciglio di un precipizio, a causa di uno scricciolo di ragazza emersa all'improvviso dal polveroso nulla nel quale per anni è stata dimenticata.
Ma se davvero avessi scalfito quella ragazzina, se davvero avessi tentato di ucciderla, lei, lei!, sarebbe mai stata in grado di capire, di perdonare?
Non c'è nulla che lei non ti abbia già perdonato.
Sono così simili, così simili, e così diverse, allo stesso tempo – l'una, un raggio dorato di sole su dune sabbiose; l'altra, il bagliore immoto e misterioso di un cielo trapunto di stelle.
E in mezzo, tu, rinnegata creatura della notte.
Hai sempre pensato che la tua dimora fosse là fuori... là fuori, da qualche parte, nel buio*, sotto noncuranti volte celesti.

 

 


Riprendi coscienza.
Il Grande Abisso ora ti cerca, ti reclama, pretende in tributo l'anima del suo più devoto, del suo più crudele Alfiere. Le fiamme che ustionano il viso e il ventre si espandono ovunque, consumano i nervi, gli organi, le ossa.
Il cuore.
Soprattutto il cuore.
È questa, dunque, la sublime sembianza della Morte? Sentirsi svanire, senza più nessuna difesa, sciolto in un ribollente oceano di lava – oh, quale onore, quale onore! –, mentre l'Universo implode in un ultimo, terrificante, glorioso rombo di tuono?
Non la rivedrai mai più.
Il rimpianto è un sadico compagno: scava solchi profondi, e lacera la carne – con chirurgica precisione – più di qualsiasi ferita.
È solo dolore, che si aggiunge ad altro dolore. Niente di più.


 


E niente di meno.
La voce vibra nella tua mente come il rintocco di una campana d'argento accarezzata dalla brezza pungente di un mattino d'autunno.
Avverti un soffio tenue sfiorarti dolcemente la guancia sfregiata, e un brivido caldo si insinua rapido lungo la spina dorsale. D'improvviso non sei più solo nella desolazione sconvolta di questa radura: una presenza furiosa e ardente avanza verso di te, facendosi strada a fatica fra i tronchi caduti e le zolle di terra in continuo tumulto.
Guidami.
Senza aprire gli occhi ti protendi verso di lei, cerchi il suo contatto come un naufrago che boccheggia fra le onde del mare in tempesta, e quando finalmente la raggiungi, il dolore si tramuta in coraggio, e un vigore nuovo – ma intimamente conosciuto – ti pervade le membra esauste, estinguendo il bisogno feroce che irradia da ogni singola fibra del tuo corpo, simile ad un getto mortale di vapore bollente.
Il sollievo che provi è tale da mozzarti il fiato in gola.
Guardami, Primo Cavaliere.
Obbedisci, non potendo far altro che dare subitaneo seguito al comando che cattura i tuoi pensieri con tanta imperiosa tenerezza.
Sollevi piano le palpebre: lei è accanto a te, e ti sembra di morire ancora mentre affondi inesorabilmente nelle profondità ipnotiche dei suoi occhi d'acqua. Lo sguardo con cui ti scruta l'animo è carico d'ansia, e le iridi, trasparenti come schegge di vetro, splendono livide nella penombra, traboccanti di rabbia, paura, odio.
C'è così tanto odio in lei, in voi.
L'odio conduce al Lato Oscuro.
Pagheranno per questo. Pagheranno per tutto.
Increspi le labbra in una smorfia contratta. Le sue parole hanno l'effetto lenitivo di un balsamo sulla tua mente allucinata; afferri di colpo le sue mani, le stringi con inusitata violenza, per assicurarti che sia vera, reale, e non l'inganno beffardo di un inconscio ormai in balia di visioni infide e deliranti.
Dita morbide come seta percorrono lente la tua fronte febbricitante, portando frescura e ristoro laddove, pietose, indugiano con gentilezza infinita.
Sei qui.
Sì. Come sempre.
L'accenno di un sorriso le illumina il volto pallido, e il tuo cuore impazzito perde un battito. Hai mai conosciuto davvero la bellezza, prima di questo momento?
Ora, Cavaliere, prendi la mia forza.
Un rantolo stridulo ti sfugge dai denti.
Non posso. Non posso.
Devi.
Le sue braccia ti circondano con decisione le spalle, e il fiotto di calore che ti investe da capo a piedi è immediato e totale, un grumo di energia primordiale e salvifica, una scarica elettrica terribile ed esaltante che esaspera il sistema nervoso e sfinisce i muscoli, tesi al limite di ogni sopportazione.
Torturato – ma ad un passo dall'estasi –, cammini di nuovo sull'orlo del baratro.
Lei è salda nella Forza, e non ti lascia andare.
Aggrappato a lei non puoi più cadere.
Percepisci la vita tornare a pulsare arrogante fra le costole; la ferita sul fianco smette di sanguinare, l'incendio sul viso si dissolve in braci morenti.
Poggi con gratitudine la testa sul suo petto, lasciandoti cullare dal ritmo regolare del suo respiro.


 


Poi la terra si scuote in un estremo, agonizzante spasmo di terrore.

Ed è adesso che la senti scivolare lontano.

Ed è adesso che comprendi, in un lampo di accecante consapevolezza, il prezzo definitivo della tua follia.

Ed è adesso che precipiti, senza opporre più alcuna resistenza, in un'oscurità impenetrabile e senza fine.

 

 


 

"– Fools, – said I, – you do not know
silence like a cancer grows.
Hear my words that I might teach you,
take my arms that I might reach you. –
But my words like silent raindrops fell
and echoed in the wells of silence."

(Simon and Garfunkel – The Sound of Silence)


 


 


* M.Z.Bradley, Le Luci di Atlantide

 

 

 

Nota:

Salve a tutti!
È la prima volta che scrivo in questa sezione, ma con un nickname come il mio era inevitabile che prima o poi venissi a farci un salto ^_^
Naturalmente, essendo io una devota accolita del dio angst, su chi potevo concentrare l'attenzione se non sul personaggio che più di tutti se ne va in giro per la Galassia con la scritta "Maiunagioia" stampata in fronte? Appunto.
Due parole su ciò che avete appena letto. Si tratta di una mia personalissima fantasia\speranza (praticamente irrealizzabile, me ne rendo conto, ma sognare non costa nulla) riguardante gli eventi immediatamente successivi a quanto visto in Ep. VII; chiaramente, la ragazza nei pensieri di Kylo non è Rey (anche se, come avrete intuito, ha con quest'ultima un collegamento molto stretto).
Come credo sia evidente, la sottoscritta è follemente innamorata di Adam Driver, e soprattutto della sua dannata bocca, ed è convinta che prima o poi gliela faranno usare, e di certo non per parlare ;-)
A voi l'ardua sentenza.
La Dama Nera (perché di buoni ce ne sono comunque già troppi) che cammina nei pensieri di Kylo è reale, o solo una visione, il parto della sua mente allucinata? Il finale è aperto proprio per dare a ciascuno la possibilità di risponedere come meglio crede. Compresa la sottoscritta, ovviamente :P
Vi ringrazio sin d'ora se avrete la gentilezza di comunicarmi cosa pensate di questa piccola OS, o se vorrete aggiungerla in una delle liste messe a disposizione da EFP.
Ringrazio, naturalmente, anche i lettori silenziosi che si faranno un giro da queste parti ;-)
La mia pagina fb, Lost Fantasy, è aperta a chiunque abbia il desiderio di venirmi a trovare anche al di fuori di questo sito.

A presto!
 

padme


 

P.S: questo potrebbe essere tranquillamente il prologo di una storia che mi gira in testa da parecchio tempo. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo un piccolo Padawan di 8 mesi <3

   
 
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