Teen Wolf, 'Team' di Alexys_Tenshi su EFP Fanfiction

Titolo: Team
Prompt: Stydia,Naruto!AU
Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski, Lydia Martin. Presenza di Allison e Deaton.
Paring: Stydia
Rating: Verde
Note: Questa è la prima fanfiction che scrivo in questo Fandom. la dolce Cla mi ha lasciato questo bel prompt su LJ (qui) ed ecco questa OS di 605 parole. Spero che qualcuno di voi conosca Naruto, ~~vi prego!~~. Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, anche minuscola.

Alexys

Team

Stiles non avrebbe mai immaginato di entrare nello stesso Team di Lydia.

Quando il maestro entrò in aula, cominciando ad elencare i vari team, Stiles unì le mani e chiuse gli occhi. Scott lo guardò con un sopracciglio alzato ed un mezzo sorriso prima di tornare a prestare attenzione.
“Passiamo al Team Deaton. Scott McCall, Stiles Stilinski…”
I due ragazzi si guardarono negli occhi e batterono un cinque così forte da risuonare in tutta l’aula.
“… ed infine Lydia Martin”.
Stiles si girò subito verso la ragazza, trattenendo il respiro. Non era davvero possibile. Forse stava sognando… sì, doveva essere un sogno.
“Scott… dammi un pizzicotto” mormorò Stiles portando una mano sulla guancia destra.
Il suo migliore amico gli diede un pizzico sul braccio e “no, Stiles, non stai sognando” gli disse.
Lydia, dopo aver fissato i due ragazzi, si alzò in piedi ed esclamò un “maestro, non c’è proprio possibilità di cambiare team?”. Cenno negativo. Lydia si sedette e si portò le mani alle tempie. Accanto a lei, Allison le sussurrò qualcosa per incoraggiarla. Lydia cosse la testa e cominciò a toccarsi i capelli.
“Sopravvivrò” disse ad Allison. “Lo spero”.

Scott fermò un ninja puntandogli un kunai sulla giugulare. Cercò nelle tasche del nemico il rotolo proibito e solo dopo averlo messo nel proprio zaino allentò leggermente la presa sull’uomo.
“Stupido moccioso, ora posso scappare” gli disse il ninja. Eppure, quando vide il sorriso soddisfatto sul viso di Scott, un brivido gli attraversò la spina dorsale.
A pochi passi, Lydia lo aspettava già in posizione. Le bastò mormorare la tecnica e il ninja cadde vittima del suo potente genjutsu. Ora il ninja era immobile, gli occhi spenti e la mente in un altro luogo.
“Lydia sei stata fenomenale!” l’urlo di Stiles la raggiunse e lei si voltò verso il compagno di squadra. Aveva qualche graffio sulle braccia e un livido ad un occhio, ma stava portando con sé l’altro complice dei ninja del villaggio del Suono.
“Grazie Stiles, sono la migliore nelle arti illusorie, dovresti saperlo” rispose Lydia aggiustandosi il copri fronte.
Scott si occupò del ninja sotto effetto del genjutsu e solo quando arrivò il maestro Deaton, potè tirare un sospiro di sollievo.
“Anche questa missione è conclusa” disse l’uomo regalando un sorriso ai suoi allievi. “Bisogna tornare subito al villaggio e fare rapporto”.
“E portare in prigione questi tizi” disse Stiles indicando i ladri.
“Prima fatti curare” rispose Scott passandosi una mano tra i capelli corti. “Quel taglio è profondo”.
Stiles ridacchiò e “no, è solo un’impress… aih!” urlò quando Lydia passò un dito sul taglio. Si guardarono per qualche secondo e poi “zitto Stiles” disse la ragazza mentre cominciò a rovistare nel suo zaino.
“Per fortuna che ho con me delle bende e occorrente per il primo soccorso” mormorò cacciando fuori bende e garze.
Scott e Deaton si avviarono al villaggio, lasciando indietro Lydia e Stiles.
“Non dovresti fare tutto da solo se poi ti riduci così” cominciò a rimproverarlo mentre passava un impacco di erbe sotto l’occhio del ragazzo. “Puoi sempre chiamare uno di noi per farti aiutare” continuò.
Stiles era senza parole. Riusciva solo a guardarla e immagazzinare nella sua memoria i dettagli del suo viso, delle sue mani sulla sua pelle. I suoi occhi si fissarono sulla ferita più profonda, analizzando la situazione e come risolverla.
“Scusa”. La voce di Stiles era poco più di un sussurro. Lydia alzò lo sguardo su di lui. “La prossima volta chiederò aiuto”. Lydia gli sorrise e “conta su di me” rispose prima di stringere la fasciatura.

Stiles non avrebbe mai ammesso che quel sorriso poteva fargli colorare di porpora le guance.