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Autore: Youth_    27/02/2016    2 recensioni
"Cercò nel suo sguardo qualcosa, qualsiasi cosa che gli ricordasse di Emma.
Di quella Emma che abbracciava la mattina cercando il suo sguardo tra le pile di carte ordinate sulla scrivania, acchiappando le sue labbra, rubandole i suoi baci.
Di quella ragazzina che l’aveva legato ad un albero, e gli aveva puntato un pugnale alla gola, minacciandolo di lasciarlo lì, alla mercé delle bestie dei boschi.
Di Emma, solo Emma.
Ma non lo trovò."
One shot su una particolare scena del quarto episodio della quinta stagione (l'ordine degli avvenimenti non segue scrupolosamente quello originale).
#CaptainSwan ♥
(questa one-shot era stata precedentemente pubblicata sul mio primo profilo per il quale ho fatto richiesta di cancellazione)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei era lì.
Lei, o la parvenza di lei, ciò che magari i suoi occhi volevano vedere.
Aveva scrutato le distese dei mari più impervi, le coste più lontane, senza alcun timore, con un sorriso sulle labbra. Ora, non riusciva neanche a guardarla negli occhi.
Si sentiva stupido, e debole. Debole come lei lo faceva sentire.
Lei era lì.
Doveva importare solo questo. Già, sarebbe dovuto essere così.
- Ho pensato che sarebbe stato carino pranzare insieme- sorrise lei, le labbra impreziosite dal rossetto scuro, il corsetto che le stringeva la vita.
Era bella, forse più bella di come la vedeva lui prima, con le occhiaie pesanti e una tazza di caffè tra le dita sottili. Eppure quella visione gli mancava. Gli mancava tutto, di lei.
- Come ai vecchi tempi…-
- Non desidero altro- mormorò lui.
Cercò nel suo sguardo qualcosa, qualsiasi cosa che gli ricordasse di Emma.
Di quella Emma che abbracciava la mattina cercando il suo sguardo tra le pile di carte ordinate sulla scrivania, acchiappando le sue labbra, rubandole i suoi baci.
Di quella ragazzina che l’aveva legato ad un albero, e gli aveva puntato un pugnale alla gola, minacciandolo di lasciarlo lì, alla mercé delle bestie dei boschi.
Di Emma, solo Emma.
Ma non lo trovò.
Aveva paura di trovarlo, forse, fatto sta che non lo scorse. E preferì non crederci.
Strinse i denti, allontanandosi:- Ma niente è come ai vecchi tempi-
Un attimo di silenzio.
Le labbra di lei si dischiusero, per un secondo, lasciando spazio solo allo stupore.
Dopo sorrise.
In un secondo, lei cambiò completamente.
Killian non poté fare a meno di notarlo; i capelli color biondo cenere erano raccolti in una coda, e indossava lo stesso vestito del loro primo, vero appuntamento.
- Meglio?- sussurrò lei, illuminata da quella luce che lui amava.
Si pregò di lasciarsi andare. Di accettare le sue mani, il suo volto, quella figura tanto lontana.
Di coglierla come un fiore e metterla sul cuore, lì dove era prima, dove aveva lasciato il suo vuoto.
Per un attimo, pensò che fosse vero.
Per un attimo.






 
 
 
* Emma’s POV

I suoi occhi sembravano recidermi il petto.
Ricambiavo il suo sguardo, con tutta la sicurezza che potevo infondergli, che sembrava così poca, una ricompensa così misera in cambio del suo amore.
Il Signore Oscuro non ha bisogno di nessuno, né tantomeno di un uomo al suo fianco, dell’approvazione di un pirata. Egli andava bene così ed Egli si bastava da solo.
Eppure in quel momento, il Signore Oscuro si era ritirato.
Mi sussurrava all’orecchio, infimo e pressante, ma non potevamo coesistere.
C’ero solo io; ed ero io che volevo lui.
Non avevo mai desiderato qualcosa così tanto, mai cercato di piacere sino a quel punto.
Il suo tentennare mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Perché non poteva capire?
Le cose stavano così, io ero così.
Perché non era possibile amarmi, anche se avevo un aspetto diverso, forse una voce diversa?
Avevo fatto un gesto nobile. Avevo salvato Regina, quella povera sciocca stava facendo a tutti il lavaggio del cervello, allontanandoli da me. Ha avuto il suo finale felice, non le basta?
D’altronde, non sono mai stata abbastanza.
Nemmeno in quel momento, per Killian. Cercava qualcos’altro? Cercava la Emma carina e gentile, posata e tranquilla, sponsor della luce e delle lampadine ecologiche?
Non ero mai stata in quel modo. O forse sì, ma non era il mio mondo. Questo lo era.
Cambiava forse qualcosa, per lui, se lo baciavo vestita in un modo diverso, se avevo progetti diversi?
Io per lui volevo essere la stessa, perché per me lui era lo stesso.
Volevo lui, e solo lui. Volevo il suo amore, la sua protezione, perché lui poteva darmelo.
Volevo accanto le persone che mi volevano bene.
Il resto, aveva forse importanza per loro? *





 
 
 
 
Ci credé ancora per un attimo. Solo un attimo. Se lo permise.
- Mi piacevi di più prima-
Lo sputò come fosse veleno, e come veleno gli stava corrodendo le ossa, i polmoni, le labbra che un tempo erano di lei, e che ora tremavano, esili e fredde dinanzi alla stessa figura.
Lo pensava? Forse. Non era necessario che lo pensasse, voleva solo che lei ci credesse.
E così fu. Perché, oscurità o no, entrambi sapevano che cosa avevano passato insieme.


 
 
* Emma’s POV
- Mi ami?-
Il freddo mi spaccava le ossa. Tutto si stava infrangendo.
Dovevo rimanere forte, e salda. Quello scudo ghiacciato doveva rimanere lì. Non potevo permettermi la debolezza dei sentimenti troppo forti, quelli che un tempo lui mi suggeriva.
Quelli che forse mi avrebbe fatta sentire di nuovo l’Emma che lui desiderava.
L’Emma che io non volevo.
I suoi occhi mi dicevano di lasciarmi andare. Ma le voci erano sempre lì, nella mia testa, una litania che ormai mi confortava, come un canto. Coprivano tutto il resto, lasciando spazio a poche parole, a poca luce.
Lui mi guardava. Perché non parlava, perché esitava? Perché?
- Ti amavo-  *
 



L’amore non muore mai di morte naturale. Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità e di errori e tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, per logorio o per opacità.
- Anaïs Nin
   
 
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