~~L’amore non è altro che il modo più semplice
 per avvicinarsi alla morte

14 LUGLIO 1774

Cara Rosemary oggi parto per la nemica Francia, ti prego di comprendere le mie buone ragioni nel tenerti celata la mia partenza, al mio ritorno sarò ufficiale e finalmente potremmo stare insieme e sposarci.

Eternamente tuo Christopher

Tengo tra le mani quella lettera da due anni ormai, e lui non è ancora tornato, ho bisogno di sapere che sta bene, che è vivo e mi ama ancora, sento il bisogno di stringerlo ancora una volta tra le mie braccia in uno scantinato buio e polveroso della magione, rivoglio il nostro amore proibito, se avessi rinunciato al mio titolo ora sarebbe al mio fianco, non morto in un fossato.
Per non parlare di Barnabas, quel viscido serpente che ogni giorno mi chiede in sposa a mio padre, grazie a Dio lui ha sempre rifiutato.
Sento la strana necessità di guardare fuori dalla finestra, è un altro dei miei sogni e vengo catapultata in un campo di battaglia: ci sono corpi ovunque, è stata una carneficina, ora sono rimati pochi che raccolgono e identificano i corpi inermi e senza vita di metà esercito. Cammino affianco ai cadaveri, sento un rumore, che ci sia ancora un superstite? Il rumore si fa più intenso, la testa inizia a girarmi, chiaro segno che sto tornando indietro, corro, devo trovare quell’uomo.
Inciampo in un cadavere e cado affianco a un uomo che ha una lettera in mano, riconosco quella scrittura. Raccolgo la lettera e leggo:

Cara Rosemary, ricorda che ti ho sempre amata e che nulla ci potrà mai dividere, il mio amore per te supera perfino la crudeltà della morte.
Tuo per sempre angelo mio C.
Ps. Trova un marito che ti ami almeno la metà di quanto ti amavo io

Sono catapultata nel presente e cerco di sorreggermi al muro per non cadere, cerco di elaborare i fatti, ma ancora non ci credo, non può essere vero, Chris, il mio principe non può essere davvero morto, le lacrime scendono incontrollate sulle mie guance e sul mio sfarzoso vestito lilla e giallo canarino, metto le mani nei capelli corvini, convinta a strapparmeli, non voglio vivere una vita senza lui, voglio solo raggiungerlo ovunque lui sia, mi alzo e corro nei miei alloggi, e inizio a scrivere:
Sto arrivando amore mio.
Estraggo una boccetta ambrata da uno scompartimento segreto della ma scrivania, e tra le lacrime ne assumo l’oscuro e cruciale contenuto, mi siedo al pianoforte, e suono una sua composizione, suono l’ultima nota, non sentendo più le dita, la vista mi si appanna ulteriormente e in un soffio riesco a dire <>