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Autore: spongansss    29/02/2016    1 recensioni
Che cosa è accaduto nella mente di Emma nel momento in cui Hook è venuto a mancare? Cosa ha pensato? Come è arrivata a decidere di raggiungerlo?
Frammenti dei pensieri della Salvatrice dal cuore infranto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Non voglio che tutti gli altri vengano con me. Non voglio mettere in pericolo nessuno.
Riguarda me, soltanto me, devo risolvere io il problema.
Erano riusciti a persuadermi. Le loro argomentazioni, in effetti, erano convincenti. Avevo già operato da sola quando ero ancora la Signora Oscura e, indubbiamente, i risultati non erano soddisfacenti, anzi, ma ho paura: paura di ferire altre persone amate, paura di non farcela, paura di mandare tutto in rovina.
Il fatto che mi senta schiacciata dagli eventi sicuramente non aiuta. Non voglio che anche i miei amici, i miei genitori o, perfino, mio figlio si sentano come me. Voglio che il mio dolore sia solo mio.
Non voglio fare del male agli altri, voglio solo riavere quello che mi è stato portato via ingiustamente.           
 

Il mio cervello non si ferma un secondo, ero talmente presa da quei pensieri che nemmeno mi sono resa conto di quello che stava accadendo.
Stiamo andando, il viaggio sta davvero per iniziare.
Ed io non lo so, non lo so se sia pronta per questo.
Emma, santo cielo! Sei sempre stata una donna forte, perché non riesci a vedere la luce in tutta questa situazione? Perché non riesci a credere che ce la farai?
 

Siamo sull’imbarcazione di Caronte.
Mi sento una persona incoerente, ma ora sono felice che ora siano tutti con me. Le braccia forti di mio padre mi avvolgono e finalmente capisco che senza di loro non ce l’avrei fatta.
La verità, l’ho capito ormai, è che da soli non si è mai forti del tutto. Nel momento in cui raggiungi il massimo della tua forza attraverso il lavoro di squadra, non potrai più farne a meno.
Per anni ho creduto di essere diventata la donna che sono da sola. Mi sbagliavo.
Quando ero sola non ero migliore, proteggermi non mi ha aiutata. Sono migliorata quando ho trovato mio figlio, quando i miei genitori mi hanno accolta tra le loro braccia… Quando Killian è riuscito finalmente a farmi cedere all’amore.
Ora sono loro la mia forza, o almeno buona parte di essa, e posso solo ringraziarli per questo.
 

Questo posto è orribile. Certo non mi aspettavo una vacanza alle Maldive, ma non credevo che vedere Storybrooke sotto questa luce potesse fare così male.
Certo non mi aspettavo di arrivare in una Storybrooke semi rasa al suolo.
Ho letto e ascoltato migliaia di idee riguardo l’aspetto che l’Oltretomba potrebbe avere, ma mai nessuno ci era andato lontanamente vicino.
Fiamme infernali, montagne da scalare, prove da superare. Qui non esistono: qui quello che ti fa a pezzi non sono prove fisiche, è l’avere la distruzione di tutto ciò che conosci e ami proprio attorno a te. Questa è distruzione psicologica.
Qui ci sono così tanti volti conosciuti, così tante persone che pensavo e, lo ammetto, speravo di non rivedere più. Non ho idea di quanti altri volti conosciuti possano esserci qui e, francamente, non mi importa neanche pensarci.
Sono qui per un motivo, ed ho intenzione di raggiungere il mio obbiettivo il prima possibile.


  Sto andando ad incontrare Ade, pare sia lui il “capo” qui.
Lo ho intravisto, non ha un aspetto rassicurante, anzi. E’ uno di quei tipi che incutono un po’ di soggezione, o forse è il contesto in cui è situato che mi fa quest’effetto. Fatto sta che non mi piace, non mi piace per nulla questa situazione.
 

Da vicino è ancora più strano. Il suo aspetto è così ordinario, così fuori contesto. Sembra un direttore aziendale inserito in modo casuale in un’ambientazione apocalittica. Non ha alcun senso.
E poi parla, parla, parla… ma alla fine? Mi sta dicendo cose che già so.
Certo caro, so che non sarà semplice! Ma pensa davvero che non mi renda conto da sola che la situazione è complicata?! Perché non mi dice qualcosa che non… O mio dio!
Ma è proprio lui? E’ il vero uncino di Killian?
E perché il mio corpo non reagisce. Il mio cervello non si ferma un attimo ma non riesco a muovermi. Sono come immobilizzata.
Emma, cazzo, perché non riesci a reagire?  E no, no, lacrima non sei tu il tipo di reazione che sto cercando.
Perché è così difficile rimanere lucidi? Perché mi sento sempre più piccola e insignificante qui?







Angolo dell'autrice
Scritto incoerente di una povera ragazza ammalata ed annoiata.
Non ho idea di cosa ne sia venuto fuori, né tanto meno se a qualcuno possa piacere. A me sicuramente domani farà schifo, ma questa è un'altra storia.
Ho pensato che potesse essere interessante "dare un'occhiata all'interno di Emma" (suona male, lo so, ma non so come dirlo meglio), attraverso quei pensieri sparsi e incoerenti che tutti noi facciamo in qualsiasi situazione. Mi sono chiesta cosa si possa provare in una situazione simile, e per quanto difficile/impossibile possa essere capirlo, ho tentato di mettere nero su bianco quello che ho pensato.
Tra l'altro questa è la prima ff che tento di scrivere ed ho pensato bene di farlo dopo una notte semi-insonne. Brava, sei un genio.
Tralasciando la mia scarsa autostima, spero che questo scritto no sense vi piaccia. Ovviamente, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate anche, e soprattutto, se vi ha fatto schifo.
 
   
 
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