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Autore: iivirtex_silent    29/02/2016    0 recensioni
Quante volte hai mentito oggi? E ieri? E a queste due domande?
Una piccola analisi sul mondo delle menzogne e, di conseguenza, su tutti noi.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                      Lies















 
Sareste in grado di contare le bugie che dite in un giorno?

Ammettiamolo, tutti mentiamo per qualche ragione.

A differenza delle apparenze, però, questo è segno di intelligenza.

Noi siamo esseri dotati di razionalità.

Si, c' è anche dell' altro in noi, ma è l' intelligenza a tirare le redini.

E come esseri intelligenti riusciamo a capire quando è il caso di essere onesti e quando no.

Magari per non ricevere una punizione, o al contrario per ricevere un premio.

Sono in pochi, però, a sapere che l' istinto è ciò che ci rende noi stessi, ci fa fare azioni, appunto, involontarie che non ci fanno fermare a riflettere su giusto e sbagliato. Non ci fermiamo a pensare "cosa dovrei fare in questo momento?" piuttosto agiamo e basta perché è quello che VERAMENTE volevamo fare, quello che volevamo pensare, dire, mettetela come volete.

Mi viene in mente un esempio molto forzato, ma penso che renda bene l' idea.

Immaginate lo Yin e lo Yang.

Immaginate la parte dello Yin (la parte nera) come la nostra razionalità, quello che ci dice quando è necessario mentire, al di là delle motivazioni che non ci devono interessare.

Una parte dello Yin è confinata nello Yang (la parte bianca) che è la nostra parte istintiva, che ci da l' impulso di muoverci, di agire senza interpellare la sua parte complementare.

Perché è questo che sono: complementari.

Possiamo cercare di reprimere una delle due e, chissà, potremmo anche riuscire ad autoconvincerci di esserci riusciti, ma è impossibile.

Sarebbe come fare una corsa senza avere le gambe o scrivere un tema senza avere le braccia.

La natura psicologica e anche fisica del nostro corpo ci spinge all' onestà, ma con il tempo scopriamo che il mondo si regge su cose ben diverse dalla sincerità e pertanto cominciamo a mentire, a volte anche spudoratamente.

Il nostro Yang cerca sempre di emergere, perché è la sua natura, ma nella sua istintività possiamo identificare alcuni comportamenti razionali, dettati da quella parte di Yin intrappolata al suo interno.

E' da questa serie di comportamenti che deriva lo studio della psiche umana, della sociologia, della statistica.

Dall' altra parte del ring, poi, abbiamo lo Yin, la nostra parte razionale, che cerca continuamente di sopprimere il suo avversario, perché sa che se dovesse vincere potrebbero succedere cose spiacevoli, anche se a volte ci ritroviamo a pensare quasi istintivamente a cosa fare e cosa non fare.

Un bel controsenso eh?

Eppure è questo che succede nella nostra mente tutti i giorni.

Quasi ogni volta che abbiamo un dialogo.

Quando il cervello umano deve elaborare una bugia, impiega il doppio del tempo e delle energie per farlo rispetto alla verità.

Questo perché deve contemporaneamente ricordare qual' è la verità e nello stesso tempo inventare una storia alternativa che risulti plausibile in quella situazione.

E qui c' è la parte più interessante.

Mentre parliamo, diciamo le bugie di cui abbiamo bisogno, la nostra mente impersona lo Yin, la nostra razionalità, e mi pare abbastanza logico.

Ma allora chi prende le parti dello Yang?

La risposta è il nostro corpo.

Ci sono delle azioni involontarie, dettate dalla natura, dall' istinto appunto, che non possono essere controllate dal cervello e per questo non ci rendiamo neanche conto che succedono.

Quando mentiamo ad una persona, ad esempio, potremmo tendere a guardarla negli occhi, senza distogliere lo sguardo, per assicurarsi che il nostro interlocutore abbia creduto alla nostra bugia, e contemporaneamente potremmo, a seconda dei casi, morderci il labbro, muovere la spalla, le sopracciglia o deglutire, questo perché il nostro corpo sa che non è vero ciò che stiamo dicendo e non crede alle nostre stesse parole.

Fico, eh?

C' è una cosa però che non riesco a concepire.

Malgrado sia capitato anche a me, non mi vergogno ad ammetterlo, non riesco a capire come si possa mentire a se stessi.

A volte capita che nella confusione non si riesca a dare una risposta precisa ad uno stimolo esterno.

Ma noi non siamo quel genere di specie che lascia le risposte a metà, quindi valutiamo l' ipotesi più plausibile per il nostro caso e ci convinciamo che sia quello che pensiamo.

E' curioso notare come anche in questo caso però, nonostante la mente si sia convinta, il nostro corpo non sia dello stesso parere e pertanto manifesta segnali di disonestà e di menzogna.

Eppure siamo sicuri di quello che diciamo!

Quindi mi chiedo: se siamo portati naturalmente a mentire e allo stesso tempo all' essere sinceri...

come cazzo fa uno a capire che gli dice il cervello?
  
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