Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Redbird    29/02/2016    1 recensioni
In uno dei suoi tanti giorni da spione, Kai si accorge di un particolare di Bonnie: i suoi occhi.
[Pre-6x03]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Kai Parker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '1994'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I'm falling for your eyes, but they don't know me yet.

 

 

Bonnie Bennett era un'opera d'arte su gambe. Bellissime, abbronzate, gambe scoperte.
I capelli neri e corti sistemati dietro un orecchio, le spalle fragili che guizzavano dalle magliette a scollo largo, le labbra dipinte di un tenue rosa che aveva impiegato secoli a scegliere nel salone di cosmetici deserto, le unghie che si divertiva a sistemare usando gli attrezzi di un negozio estetico, e gli occhi di un verde pieno e brillante, che purtroppo poteva esaminare da vicino solo in fotografia.
Kai fissò l'immagine che ritraeva Bonnie, scattata appena quella mattina da un Damon imbranato che aveva zoomato troppo sul volto della strega. O forse troppo poco, a pensarci bene. Bonnie sorrideva, il viso baciato dal sole mentre se ne stava distesa sull'erba ingiallita del giardino dei Salvatore, le palpebre socchiuse per proteggersi dalla luminosità dei raggi accecanti del tardo mattino.
Anche nella luce rossastra della camera oscura in cui erano esposte tutte le foto di quella settimana, e perfino dall'immagine bidimensionale dello scatto, Kai poteva cogliere la profondità di quelle iridi color smeraldo, contornate da ciglia lunghe e scure.
Staccò la foto dalle pinzette a cui era attaccata ad asciugare – tra quella di Damon che ribaltava frittelle in una padella e quella di una composizione di frutta piuttosto inquietante. Davvero non aveva idea del perché si ostinassero a fotografare il cibo, prima di mangiarlo. Poté osservare più da vicino il viso della strega, su cui, notò allora, il vento aveva soffiato una ciocca di capelli che si era attaccata al lucidalabbra. Vi posò sopra il dito, come se avesse potuto spostarla per rimetterla al suo posto, dietro l'orecchio grazioso, ma si trattenne dall'accarezzarla, ché quella situazione cominciava a sembrargli terribilmente stupida e smielata.
Infilò la foto nella tasca della giacca sottile e uscì in fretta dallo studio fotografico.
Quando si concesse di studiare ancora la foto della strega, sotto la luce naturale del giorno, Kai si domandò perché l'avesse presa. La prima risposta del cervello fu che avrebbe potuto usarla per masturbarsi quella notte, senza dover per forza appostarsi in un angolo del balcone che affacciava nella camera da letto di Bonnie – come faceva da qualche settimana a quella parte –, ma in fondo sul quel rettangolo di carta lucida c'era solo il suo viso, nessuna delle parti su cui di solito si concentrava mentre cercava un po' di pace con l'erezione nella mano dalle dita lunghe. Non c'erano le sue cosce nude o le spalle scoperte, il collo lungo o il sedere stretto in un paio di jeans aderenti. C'erano solo i suoi occhi, di un verde irreale, come l'acqua di uno stagno limpido. Non riusciva proprio a farsi una ragione per quegli occhi che non l'avevano nemmeno mai visto.
Quel pensiero lo colpì e si chiese come sarebbero stati da vicino, quando finalmente avrebbe potuto affondare il suo sguardo di ghiaccio in quello verdeggiante di lei. Si sarebbe meravigliata del colore dei suoi occhi? Di quel grigio freddo e piatto?
Alzò lo sguardo dalla fotografia quando dalla casa in fondo alla strada partì la nuova canzone preferita di Bonnie – Violet, delle Hole. Sorrise soddisfatto nel riconoscerla. Quando aveva infilato il CD nella pila di quelli che si stavano impolverando sotto lo stereo di casa Bennett, lasciando il dorso giusto un po' più esposto rispetto agli altri per indurla a sceglierlo, sapeva che si sarebbe innamorata proprio di quella traccia. Le parole le si addicevano quasi alla perfezione. E – punto bonus – il volume a cui le piaceva ascoltarla irritava Damon, per cui si rifugiava nella sua vecchia casa, in cui aveva montato tutta da sola un discreto numero di casse e aveva spostato divani e tavolino dal soggiorno, così da poter saltare in giro ad occhi chiusi, sotto il suo sguardo onnipresente e affamato di quello spettacolo di vita pura.
Si affacciò alla finestra del salotto, da cui poté vederla roteare per la stanza, la gonna che le scopriva le cosce fino agli inguini, lasciando intravedere la parte bassa del sedere.
La canzone stava finendo e a lei girava la testa, ma sorrideva, il respiro affaticato e i movimenti lenti e incerti. Si appoggiò alla finestra aperta per prendere aria mentre le note morivano nello stereo, e per un breve attimo Kai poté studiare il suo profilo da vicino – le tempie umide di sudore, la bocca piena e le ciglia lunghe –, prima di doversi ritirare per non essere scoperto.
Non era riuscito a vederle gli occhi, ma dall'angolo in cui si era rintanato poté vederla sorridere mentre la traccia successiva del CD partiva, e sorrise in risposta, compiaciuto per aver migliorato i suoi gusti musicali e per essere l'unico spettatore di quei momenti in cui lei si lasciava andare fino a cadere sul pavimento, esausta e appagata.
Era in quei momenti – ne era certo – che i suoi occhi brillavano più che mai. Immaginava il verde scurirsi al ritmo della musica grunge, le pupille dilatarsi nel riconoscersi nelle parole che esplodevano dallo stereo.
Fu così che quegli occhi lo perseguitarono quella notte e le notti a seguire: lucidi di lacrime e persi nella musica che gli aveva fatto compagnia in tutti quegli anni.
Alla fine, quella foto l'aveva tenuto sveglio, ma non come aveva sperato – circondato da fazzoletti umidi. L'aveva fissata a lungo, tanto a lungo da credere che alla fine il grigio dei suoi occhi avesse assunto delle sfumature verdi.

 

 



 


AN:
Dunque. Dovrei essere a scrivere la long se voglio portarla a termine in un tempo ragionevole, ma in realtà ho già pronto il nuovo capitolo e mi sono portata un po' avanti, per cui mi sono detta che potevo concedermi un paio d'ore per scrivere questa shot.

Che Kai li abbia spiati per mesi è un dato di fatto, reso noto nel telefilm stesso. Quello che ha visto, però, viene lasciato in gran parte alla nostra immaginazione. E sì, lo so che ogni volta che scrivo di Kai che spia Bonnie finisco col parlare di lui che si masturba, ma ehi, è un ventiduenne che non batte chiodo da diciotto anni e gli capita davanti un pezzo di donna come Bonnie Bennett, cosa volete che faccia in tutto il tempo libero che ha?

Comunque sia, la shot è stata ispirata da Kiss me di Ed Sheeran, da cui viene anche il titolo.

Ci leggiamo presto con l'aggiornamento di I've been thinking a lot about the past, lately.

Red

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Little Redbird