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Autore: miss dark    26/03/2009    6 recensioni
Sembra il ritornello
di una canzone estiva.
Delusa mi ritrovo
in piedi, ancora viva!
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non è morte

E' il primo vero ed impegnato esperimento di poesia che propongo a me stessa e a voi.

Ne sono piuttosto soddisfatta, ma lascio il vero e proprio giudizio a voi, positivo o negativo che sia.

Solo un grazie a Chamelion_ ,  dalla quale posso dire di aver "imparato" ciò che mi interessava sapere della poesia. Leggendo le sue, apprezzandole, amandole sono riuscita a scriverne anche una mia. Per questo e per la stima infinita che ho nei tuoi confronti, grazie.

 

Miss Dark

 

 

 

 

 

Mi scrivo sulla pelle

che io vorrei morire,

mi scusi poi chi legge:

non voglio più soffrire.

 

Dipingo con il buio

il corpo assai deriso.

Bagnato dalla pioggia

lo scopro ormai ucciso.

 

Fedele incanto scioglimi

di vita i legamenti,

nell’oblio affondali

insieme coi tormenti.

 

Ritaglia sul mio volto

la maschera puerile,

concedi all’occhio stanco

un sonno senza fine.

 

Cuci sulla bocca

parole senza suono

così che anche l’animo

paia un po’ più buono.

 

E spiegami perché

soccombo senza nulla,

priva del dolore

che ormai più non mi culla.

 

Maligno m’illudeva

d’esser compagno amato,

un dì uscì per strada:

non è più ritornato.

 

Sola nel mio nero

urlo senza voce,

dimeno gambe e braccia

nel panico più atroce.

 

Sembra il ritornello

di una canzone estiva.

Delusa mi ritrovo

in piedi, ancora viva!

 

Maledico il tempo,

perché ingannatore,

riprende a vorticare

con maggior furore.

 

Non ha neanche visto

ch’io son rimasta indietro,

imbatuttami per sbaglio

in quel vicolo tetro.

 

Sedotta da silenzio,

convinta da follia,

la notte senza luna

mi ha, infin, portato via.

 

Compagne sol le nubi

mi videro arrancare,

stancata dalle luci,

nell’angolo strisciare.

 

Spenti sono gli occhi,

cinerea è la pelle,

non più nei miei capelli

si specchiano le stelle.

 

Risate di cotone

dispenso con orrore.

Lacrime di polvere

nascondo con timore.

 

Scrivo con il gesso

sulla lavagna nera

“Questa non è morte,

ne voglio una vera!”

 

Del cuore fermi il battito,

mozzi a me il respiro,

strappi a chi mi osserva

un semplice sospiro.

 

Invece ancora aspetto,

costretta ad implorare,

che questa vita sadica

io possa abbandonare.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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