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Autore: NonnaPapera    01/03/2016    0 recensioni
Alessia è innamorata del suo capo, la bella Daniela. Purtroppo tra loro le cose hanno preso una brutta piega, ma si sa il tempo per i chiarimenti è sempre dietro l'angolo
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sotto il vischio

Alessia girò il capo per tutta la sala, scorrendo i colleghi presenti a quella festa.
Aveva fatto un ottimo lavoro, aveva organizzato in gran segreto tutto da sola e aveva spedito gli inviti a tutti quelli dell’ufficio.
Anche alla sua superiore, la vice direttrice Daniela.
Purtroppo a quella festa c’erano tutti, tutti ad eccezione dell’unica persona che avrebbe voluto vedere, cioè Daniela.
Se pensava che si era addirittura mascherata da Mrs. Claus, indossando un vestito succinto che quasi nulla lasciava all’immaginazione, solo per provocare Daniela e che lei invece non era venuta… Accidenti, ora era costretta a subire le occhiate lussuriose dei suoi colleghi uomini arrapati, senza aver raggiunto neppure lontanamente il suo scopo.
Tutto questo trambusto solo perché Daniela era una donna vecchio stile, che pretendeva di non mescolare mai piacere e lavoro.
Eppure lei era fermamente convita che tra loro avrebbe funzionato, in qualche modo si completavano e riuscivano sempre a capirsi al volo.
Non solo a livello lavorativo.
Purtroppo alcuni mesi fa lei aveva calcato la mano e, dopo un bacio appassionato aveva chiesto a Daniela di rendere ufficiale la loro storia che ormai proseguiva nell’ombra da mesi.
Risultato? Daniela era fuggita a gambe levate, talmente velocemente che quasi aveva lasciato una nuvoletta di polvere dietro di sé.
Alessia sospirò rassegnata, ormai erano quasi due mesi e mezzo che non si parlavano, o meglio, Daniela le diceva lo stretto indispensabile per poter continuare a lavorare e pretendeva che lei facesse lo stesso.
Quella festa era noiosa se non c’era Daniela con cui condividere la magia dello spirito Natalizio, perciò decise che era il caso di andarsene a casa, ad affogare il dispiacere in una tazza calda di cioccolata.
Prima di andarsene, fece un salto al bagno per togliersi quello stupidissimo costume che la faceva sentire una prostituta agghindata per le feste.
Quando fu nella toilette si rimirò per un momento nel grandissimo specchio della parete.
“Sei patetica” pensò fissando il trucco troppo pesante e le labbra esageratamente rosse. Rassegnata alla misera immagine di sé, che aveva dato a tutti i presenti, si scostò sovrappensiero una ciocca di capelli ramati che le era ricaduta sulla fronte.
-Bella!-
Alessia sussultò quando sentì dietro di sé una voce maschile strascicata per l’alcol.
-Uff, Simone mi hai fatto paura- disse infastidita alla volta del collega.
L’uomo neppure l’ascoltò e si diresse verso di lei con un sorriso alticcio sul volto, e uno luccichio poco rassicurante negli occhi.
La donna lo fissò per alcuni istanti incredula.
Si scosse quando sentì la mano sudata dell’uomo intrufolarsi attraverso la giacca succinta e palparle il seno.
-Simone, ti avviso non sono dell’umore per scherzare- disse con un tono che sperava essere il più risoluto possibile.
-Suvvia, lo so che anche tu lo vuoi, altrimenti non ti saresti vestita così…- disse iniziando a schiacciarla contro il marmo dei lavandini.
Proprio in quel momento la porta del bagno si aprì nuovamente e sulla soglia apparve Daniela.
Alessia la vide sgranare gli occhi per la sorpresa e poi incupirsi rattristata, purtroppo non fece in tempo a dire nulla che Daniela se ne era già andata via.
-Simone spostati, altrimenti…- Alessia quasi ringhiò di rabbia.
-Altrimenti cosa?-la provocò l’uomo, -Che farai? Ti metterai ad urlare?-e a quelle parole le tappò la bocca con una mano, mentre con l’altra cercava di intrufolarsi nelle sue mutandine.
Oh Dio, adesso era davvero troppo.
Con una mossa rapida Alessia diede un colpo d’anca e, ribaltando senza fatica le posizioni, spinse il collega ubriaco contro lo specchio con forza.
-No, altrimenti ti faccio male- rispose infuriata la donna, facendo seguire alle parole i fatti.
Simone si accasciò senza ritegno su sé stesso, gemendo di dolore, tenendosi i testicoli con le mani.
La rossa lo fissò schifata e poi corse immediatamente dietro a Daniela, di certo aveva frainteso la situazione e voleva chiarire prima che fosse troppo tardi.
-Daniela- la chiamò non appena vide il suo capo che -con addosso il cappotto- si stava dirigendo verso l’ascensore, -Aspetta-
Se fosse dipeso da Daniela di certo non si sarebbe fermata, ma le porte dell’ascensore tardarono ad aprirsi così Alessia poté raggiungerla.
-Senti non è come credi…- iniziò, ma Daniela la interruppe subito.
-Si certo, dicono sempre così! Invece è sempre come sembra! Che stupida sono stata, e dire che oggi avevo deciso di venire da te per scusarmi. Facevo bene a starti lontana, tu sei esattamente come Marina. Lei un attimo prima mi giurava amore eterno e l’attimo dopo mi tradiva con il suo ex-fidanzato-
-No, ti sbagli, io non sono come la tua ex! Senti, quello che hai visto…-
Daniela la interruppe nuovamente scuotendo il capo con forza e alzando la voce:
-Quello che ho visto era Simone che ti palpeggiava, come se le tue tette fossero dei meloni da acquistare al mercato!-
Alessia esasperata ringhiò un: –Cazzo sta zitta un momento!- così Daniela interruppe il suo fiume di parole e rimase a guardarla stupita da tanta irruenza.
-Quello che hai visto, era un Simone ubriaco fradicio che tentava di violentarmi nel bagno- disse a voce alta e poi aggiunse:
- Te lo avrò ripetuto un centinaio di volte, io non sono Marina. Io ti amo e non so più come fare per dimostrartelo! Accidenti perché non mi dai neppure una chance?-
Ma Daniela non la stava più ascoltando e la fissava con sguardo allucinato, pareva stesse per scoppiare in lacrime.
-Violentato? Oh mio Dio, Alessia stai bene? Se penso che ero lì e che me ne sono andata…- le lacrime cominciarono a sgorgarle senza posa e con trasporto l’abbracciò stratta singhiozzando.
-Ehi calmati non è successo nulla, io mi so difendere- disse Alessia godendosi con un sorriso il profumo che Daniela emanava.
A conferma di quelle parole Simone arrivò zoppicando dal fondo del corridoio e quando si accorse della presenza delle due donne, e in particolare di Alessia impallidì come un cencio.
Alla vista dell’uomo Daniela si riprese e, riacquistato il controllo, si asciugò il viso marciando determinata verso l’impiegato.
Lo scrutò per alcuni istanti con sguardo duro e poi chiese:
-Ti fa male?-
-Sì- rispose tentennante l’uomo, insicuro su cosa realmente Alessia avesse detto al loro capo.
Daniela sorrise soddisfatta, -Bene, ne sono felice!- e poi fece per andarsene.
Simone stava quasi per tirare un sospiro di sollievo quando Daniela si voltò e aggiunse secca:
-Inutile dire che sei licenziato- e se diresse nuovamente verso Alessia.
Le due donne si guardarono per alcuni istanti e poi Daniela abbassò lo sguardo mortificata.
-Mi dispiace, mi dispiace per tutto! Per averti paragonata a Marina, per non averti dato fiducia, per averti lasciata… Per non averti aiutata prima nel bagno- disse con la voce rotta dall’emozione.
Alessia sorrise felice –Non fa niente, ora è tutto passato- rispose semplicemente.
Daniela sollevò lo sguardo rincuorata e nel farlo si accorse di un rametto di vischio proprio sopra di loro.
-Vischio?- chiese sorpresa.
-Oh sì, l’ho messo praticamente dappertutto. Speravo di trovare una scusa per baciarti- ghignò Alessia facendo una linguaccia con fare scherzoso e scuotendo a destra e a sinistra la sua grande massa di capelli rossi.
-Beh ora io sono qui, cosa aspetti?-domandò Daniela mentre si avvicinava alla bocca della compagna.
-Ehm Dani, ci guardano tutti, forse sarà meglio rimandare- mormorò Alessia accorgendosi che tutto l’ufficio era accorso nel corridoio, probabilmente attirato dalle urla di poco prima.
Daniela sorrise e con un’alzata di spalle sospinse Alessia contro il muro.
-Non mi interessa, lascia pure che guardino- sussurrò solo, prima di coinvolgerla in un bacio carico d’amore.



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