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Autore: BELIEBER_G    01/03/2016    1 recensioni
In una terra di miti e in un’era di magia, il destino di un popolo poggia sulle spalle di un ragazzo, il suo nome: Merlino.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Nel pomeriggio, Gaius diede il primo compito a Merlino: di portare una medicina ad un cavaliere del re. Freya lo accompagnò in un grande giardino, con un vassoio pieno di frutti, dove alcuni uomini si stavano battendo con la spada per allenarsi. In quel momento, vi erano due uomini di cui uno alto, forte stazza, capelli corti e uno un pò meno muscoloso di lui, biondo, con gli occhi azzurri. Il secondo sembrò prevalere sul primo, dato che aveva una fascia sulla spalla: forse una ferita da battaglia. Merlino restava a guardare curioso i due che si battevano.
“Dai Parsifal, hai fatto di più con un braccio rotto!” esclamò quello biondo, in netto vantaggio.
“Ma così non è giusto! Quell’uomo è  ferito!” commentò Merlino, abbastanza contrariato.
Freya rise. “Io terrei a freno la lingua.”
“Perché?”
Prima che la ragazza potesse rispondere, i due vennero verso di loro e Merlino consegnò la medicina in un’ampolla di vetro, a Parsifal. L’altro si avvicinò con uno strano sorrisino alla ragazza. Merlino lo guardò male: si sapeva che le serve venivano sempre trattate in mal modo e addirittura usate sessualmente per compiacere i nobili.
“Scusate, chi vi credete di essere?” intervenne, con tono infastidito.
Freya stava inizialmente ricambiando il sorriso dell’altro, ma poi si coprì il viso imbarazzata.
L’uomo rise divertito. “Chi mi credo di essere?”
“Merlino, lui è Artù, il principe di Camelot..” spiegò Freya, mordicchiandosi il labbro per la brutta figura.
Merlino rimase senza parole, diventando rosso in viso quanto un pomodoro. Deglutì la saliva rimasta in bocca e si scusò.
“Freya, credo dovresti insegnare le buone maniere a questo nuovo servo.” ribatté Artù, mentre Freya si occupava della ferita del cavaliere.
“E’ arrivato solo questa mattina, perdonatelo, mio signore.” continuò lei.
Artù fece una smorfia buffa e guardò bene negli occhi il nuovo arrivato.”Nah, non sono in vena di perdonare oggi. Ho una bella punizione per te.” ridacchiò appena, mordendo una mela presa dal vassoio.
Freya sospirò mentre fasciava la spalla di Parsifal e quest’ultimo le riservò un sorriso.
“Se ti fa piacere, metterò una buona parola per lui.” le disse.
Lei fu sorpresa. “Vi ringrazio, mio signore. Gaius dice che la ferita guarirà presto.” continuò, senza smettere di sorridere.
Riprese il proprio vassoio di frutta e tutta incantata dal sorriso di quel cavaliere, si fece strada verso il castello, scontrandosi più volte con persone che non era riuscita a vedere.
Merlino sbuffò alle occhiatine che si lanciavano, dopotutto Freya era una bellissima ragazza, peccato che la propria bellezza non poteva esser confrontata con quella di un cavaliere di Camelot.
 
Artù era un ragazzo testardo e purtroppo Parsifal non era riuscito a fare molto, perché Merlino venne legato ad un masso, proprio al centro del villaggio, dove i cittadini potevano tirargli frutta e verdura a volontà. Il villaggio era un posto piccolo accanto al castello, fatto di pochi cittadini che si conoscevano a vicenda e riuscivano a stento a sopravvivere. Ma a quanto pare, li divertiva vedere succo di melone che pendeva dalla faccia di qualcuno. Freya non mosse un dito, le sembrò quasi crudele, ma non esitò a farsi due risate.
“Oh si, è davvero divertente eh?!” esclamò Merlino, su tutte le furie.
Ma vedere la ragazza che rideva e dato il suo sorriso contagioso, anche Merlino si mise a ridere quando si fu tranquillizzata la situazione. Freya tornò ad essere dritta e composta, quando nel villaggio entrò una donna vestita di abiti regali di colore verde come i suoi occhi, sorriso ampio e capelli neri ondulati.
“Principessa Morgana.” salutò Freya con un inchino.
“Che cosa è successo qui?” domandò la donna.
“Artù.” A Freya bastò pronunciare il suo nome per far capire a Morgana cosa era successo.
Infatti la donna proseguì la passeggiata e dietro di lei, vi era la donna che Merlino aveva scontrato la mattina che era arrivato a Camelot. Si trattava di Ginevra, la serva di Morgana e sua devota. Era la figlia del fabbro e anche lei abitava nel villaggio.
Freya afferrò un fazzoletto e cercò di pulire il viso di Merlino. “Allora, ti è bastata la lezione?” gli chiese.
“Ah ah, spiritosa. Si, mi è bastata.” rispose Merlino sbuffando.
 
Quando fu libero, Freya tolse il letto di Gaius da dietro la tenda e ci mise una piccola vasca fatta di rame rovinato per far fare a Merlino un caldo bagno. La riempì con tinozze d’acqua tiepida prese dal pozzo fuori il castello. Merlino la ringraziò con un sorriso, si coprì con la tenda ed entrò nella vasca con un sospiro rilassato. Ci fu un grande silenzio tra i due inizialmente.
“Allora, vuoi parlarmi della tua relazione con Artù?” domandò Merlino, mentre si passava un pezzo di sapone sul braccio.
“La mia relazione con Artù? Beh, è il mio signore e devo fare tutto quello che mi dice.” spiegò Freya, confusa dalla sua domanda. “ O finirò come te.” commentò poi, trattenendo una risata.
“E Parsifal?” continuò l’altro, curioso della risposta.
“Beh, Parsifal è un uomo di alto lignaggio e…ecco.. è bello.” balbettò lei.
Merlino alzò un sopracciglio, quasi infastidito. “Quindi ti piace?” chiese.
“A chi non piace? E’ un cavaliere molto bello.” rispose.
A Merlino sembrò che l’acqua fosse diventata bollente, o forse era colpa della sua gelosia. Come poteva aver pensato che a una ragazza come lei interessasse uno come lui? La prima occhiata che si erano dati, l’aveva fatto illudere un pò e si limitò a continuare a lavarsi.
 
Merlino non si sentiva abbastanza al sicuro dopo le minacce di quella donna nella piazza, ma il fatto di possedere poteri magici per contrastarla, lo faceva sentire bene.
La stanza da cui era accorsa Freya quella mattina era in realtà la camera da letto, dove centrava solamente una persona.
 Freya gli acconsentì di poggiare i propri abiti vicino ai suoi, ma non sapeva se sarebbe riuscita a dormire insieme a lui, nonostante trovasse quel ragazzo interessante.
“Posso andare a dormire sul tavolo: qualche vecchia coperta mi farà sentire comoda.” disse Freya, non volendo esser scortese con il nuovo arrivato.
“No,no. Non posso lasciare che tu dorma sul tavolo. Vado io.” balbettò Merlino, arrossendo di nuovo sulle guance.
Quel discorso si trasformò in balbettii e parole senza senso, in cui alla fine, entrambi andarono a dormire.
Dopo poco che Merlino si era addormentato, una voce nella propria testa lo costrinse a svegliarsi. Quel tavolo era fin troppo scomodo per dormire e forse i crampi alla schiena gli avevano dato alla testa, perché sentiva qualcuno che lo chiamava per nome, ma attorno a se tutti stavano dormendo. Ma curioso e ormai sveglio, Merlino si alzò e accese una torcia per farsi strada nel corridoio buio. Girò angoli dopo angoli, come aveva fatto appena giunto a Camelot e raggiunto uno di essi, sobbalzò di nuovo.
“Dove stai andando?” domandò Freya, con una camicia da notte di seta bianca e i capelli biondi ondulati che le scendevano lungo le spalle.
Merlino prese un respiro per riprendersi dallo spavento.” C’è una voce nella mia testa che mi chiama e cercavo di seguirla.” rispose.
“Uhm…Sei sicuro che quei meloni non ti abbiano dato davvero alla testa?” commentò l’altra, arricciando il naso.
“Ne sono pienamente sicuro, seguimi.”
Merlino si sentì quasi più coraggioso quando afferrò la mano di Freya di spontanea volontà e continuò a seguire la voce fino ad arrivare alle prigioni reali. Era un posto sotto terra, dove due guardie che precedentemente sembravano giocare con due dadi, si erano addormentate. Quindi silenziosamente, i due attraversarono un corridoio di pietra fino a giungere ad una grande caverna che a Freya sembrò familiare.
“Conosco questo posto..” sussurrò tra se e se.
E prima che Merlino potesse fare domande, sul picco di pietra davanti a loro si presentò un enorme drago dalla pelle marrone, grandi artigli e occhi chiari, quasi giallo oro.
“Uther tiene un drago nelle segrete?” domandò Merlino stupito, notando una catena sulla zampa dell’animale.
“Molto tempo fa ci fu una guerra con i draghi e Uther prevalse. Non so come e non so perché, lui lo ha risparmiato e legato qui.” raccontò Freya, sorpresa quanto lui.
“Merlino. Un piccolo uomo, ma con un grande destino.” Il drago sapeva parlare e aveva una voce roca e bassa.
Solo in quel momento si accorse che era lui che lo chiamava incessantemente. “Come sai il mio nome?” domandò.
“So il tuo nome come so il tuo futuro. Sei destinato a grandi cose Merlino, soprattutto alla vita di Artù.” spiegò il drago. “E lei ti aiuterà.” si riferì poi a Freya.
Merlino e Freya si scambiarono uno sguardo confuso e prima che potessero chiedere altro, il drago si dileguò in aria con le sue possenti ali, lasciando i due senza alcuna risposta. Merlino sapeva che qualcosa lo aveva condotto a Camelot: che fosse davvero quello stupido di Artù?
  
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