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Autore: siriopg    01/03/2016    0 recensioni
FF già esistente, l'ho rimessa per problemi tecnici della precedente.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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cap 1 I S D A .  




CAP 1
Ero andata a dormire tardissimo, il sonno non arrivava, non ne voleva sapere. Nella mia testa albergava l’immagine della ragazza morta, una studentessa al primo anno di università trovata in un lago di sangue fuori la porta secondaria di un pub. Avevo bevuto anche due birre, una dietro l’altra per sgomberare la testa, ma niente. L’orologio correva piano, i miei occhi erano sempre puntati lì come a dargli una spintarella. Alle 05:00 mi alzai e bevvi un caffè decaffeinato, Jo Venerdì dormiva sul divano e mi allungai con lei. Volevo mandare un sms a Maura ma l’avrei fatta spaventare per nulla. Misi la tuta, infilai le scarpe da ginnastica e con calma raggiunsi Maura. Solo lei era in grado di placare le mie ansie, nonostante il suo parlare a macchinetta. Suonai il suo campanello che non erano le sei. La sentii sbirciare dallo spioncino.
“Sono io, apri.”
“Jane, che stai facendo in giro a quest’ora, dai entra” disse facendomi spazio. 
“Scusa non volevo svegliarti ma….”
“Ma non riesci a dormire vero?. L’omicidio di ieri è stato un brutto colpo per tutti. Vuoi un caffè?” mi chiese conoscendomi bene. 
“Ne ho già bevuti troppi, un tè magari.”
Ancora uno dei suoi sguardi che non avevano bisogno di spiegazioni.
“Non ho capito bene, vuoi del tè?.”
“Sì, se bevo altro caffè, mi dovrai far ricoverare” risposi fissando il pavimento.
“Metto su l’acqua, torno subito.”
Fece davvero veloce e si sedette accanto a me.  
“Perché ci stai così male?” mi domandò subito, avrai visto centinaia di casi come questo.”
“Non lo so, ho l’immagine fissa in testa da ieri, non se ne vuole andare.”
Ero davvero triste ma parlare con lei mi avrebbe aiutata. Il mio sguardo era perso nel vuoto, la mia mente vuota, solo la povera ragazza.
“Vuoi latte o limone? Jane, mi ascolti?.
“Si scusa, limone e zucchero, grazie.”
“Proviamo a parlarne un po’, hai voglia?. Vieni a tavola che è pronto” m’invitò.
Sedute una davanti all’altra, in mano le nostre tazze ma dalla mia bocca non uscivano parole.
“Capisco quello che provi Jane, vedere quella ragazza e il modo in cui è stata uccisa, è terribile per tutti” iniziò Maura.
“Aveva solo diciannove anni, che avrà fatto mai di così terribile per meritare una morte di quel genere? Chi poteva avercela con lei?.”
“Lo scopriremo insieme ok? Daremo un perché a tutte le tue domande.”
“Chi l’ha fatto dovrà pagare con la propria vita, continuai, non gliela farò passare liscia. Lo giuro.”
“Dovrai trovarmi molti indizi e prove e faremo del nostro meglio.”
“Questa volta dobbiamo superarci Maura, non dobbiamo lasciare nulla d’incompiuto. Non hai nessuna idea?.”
Non avevo mai alzato lo sguardo dalla tazza. Maura non parlava molto, forse sperava che riuscissi a farlo da sola. In questo eravamo molto diverse, lei mi raccontava tutto,
dieci secondi dopo il ciao mentre a me ci voleva un po’ di più. Ero sempre pronta ad aiutare tutti ma quando si trattava di me, beh ero molto riservata. Lei mi conosceva a memoria e aspettava una mia apertura di braccia.
“Vuoi andare a correre, metto la tuta?” mi domandò.
“No, dissi guardandola finalmente in faccia, credo che hai già fatto abbastanza. Scusa ancora per il disturbo.”
“Non dirlo nemmeno per scherzo, per te ci sono sempre lo sai!.”
Le feci un sorriso e bevvi un altro po’ di tè. 
“Faccio una doccia veloce e poi andiamo da te, così ti cambi” mi disse.
“Ok.”
Accesi la tv, volevo guardare il notiziario per vedere se i giornalisti erano già all’attacco come avvoltoi. Sapevo che la gente voleva sapere tutto ma a noi impedivano di lavorare e scoprire indizi. Maura non ci mise molto a prepararsi e andammo da me. 
“Faccio il caffè, ne vuoi?” chiesi a Maura.
“Jane non esagerare con la caffeina, non sono le sette.” 
“Lo vuoi o no?” dissi quasi urlando.
“No grazie” disse guardandomi alterata.
“Scusa, non volevo alzare la voce, sarà una giornata lunga e faticosa. Devo calmarmi un po’.”
“Sì dovresti, scuse accettate. Vai a cambiarti altrimenti faremo tardi.”
“Puoi dare da mangiare e l’acqua a Jo, ho come l’impressione che tornerò a casa in tarda serata, dovrò chiedere a Tommy di venire a controllarla.”
“Certo che sì.”
Guardai l’e-mail, aspettavo da giorni qualche notizia da Casey dall’Afghanistan. Era in missione e mi scriveva appena gli era possibile. Niente, non c’era niente. 
“Sono giorni che non scrive” dissi sbuffando.
“Lo sai che non può sempre.”
“Lo so ma a volte ne ho bisogno.”
“Ti manca eh?” mi chiese Maura mettendo la giacca.
“Molto.” 


   
 
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