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Autore: MarcoBacchella    03/03/2016    1 recensioni
Ci troviamo nella metropoli meneghina, dove Marco Bacchella, studente di filosofia, ha un lavoretto come stagista schiavo in un giornaletto per studenti: questo lo porterà dentro la mafia indonesiana e negozi bio, a seguire piste su dei sandali di Stalin e su gatti scomparsi nel nulla.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Teiere e bastoni"


Dopo un piccolo tragitto fino al terzo piano di un palazzone delle case popolari fatiscente, il luogotenente di casa Pound ci accolse in modo non particolarmente gioviale o educato nella magione comune.
"Salve, Christopher." disse aprendo la porta decorata coi fasci littori e le varie tessere elettorali di Pirandello, probabilmente fasulle.
"Vedo che non sei cambiato molto dal nostro ultimo incontro. Barba incolta, capello incolto, fisico flaccido. È ancora questo lo stereotipo di minestro, quindi."
"Ho abbandonato la carica quando dei bigotti fascisti capitanati da un incivile mi hanno rubato cinquanta mila firme." Questo Benito -pur essendo di destra- era una persona educata. Composto, accento del nord, sguardo fermo su Christopher e sulla sua barba. 
"Su, su. Non essere così scurrile. Non sono mai stato incivile. Mi pare di averti aiutato ad alzarti dopo che ti avevo steso. E poi, ho fatto l'unica cosa in mio potere per impedire che i finocchi si sposassero."
Tutto quello che ha portato a questa situazione, cari lettori, non è un mistero solo per voi: non pensavo che Christopher potesse avere così tante conoscenze in tutti questi campi. Prima Ipatia, ora Benito. Certo, nessuna delle due conocenze è rispettabile sotto alcun punto di vista, sono due tipi di ignoranti differenti. 
"Scusatemi un attimo se interrompo", ovviamente interruppi, "È ovvio che c'è un trascorso tra di voi, lo accetto e tutto quanto: ma io entro la fine della giornata dovrei scrivere un dannato articolo su cosa è successo in quel centro sociale ma con queste discussioni non fate che distrarvi dal punto focale. 
"Per semplificare, alla parata del gay pride dell'anno scorso io ero un minestro pastafariano e stavo aiutando a raccogliere firme. Verso la fine della parata, giusto oltre Lima, casa Pound esce fuori , picchia selvaggiamente la mia scaligera e ruba i fogli con le firme."
Ah, i pastafariani. Definirli atei sarebbe sbagliato, ma anche dire che appartengono ad una religione seria lo sarebbe. Credono nel mostro spaghetto volante, un'entità che non ci creò a sua immagine e somiglianza, che non ci creò con l'obbligo di seguire leggi se non quelle dei nostri bisogni naturali e così via. 
Essendo ovviamente molto estrosi, data la loro natura di cazzari, si riuniscono in ogni parata, festa popolare o ritrovo di alpini per farsi due risate e due birre. O due birre e due risate, a seconda delle preferenze. 
Il culto è iniziato quando Bobby Henderson, filosofo, fisico, filologo e satiro per eccellenza decise di fondare le basi del pastafarianesimo quando nello stato del Kansas introdussero l'obbligo di insegnare come alternativa il creazionismo (concetto cristiano della creazione) opposto all'evoluzionismo come due teorie equamente valide. Questo culto è stato spesso associato alla Teiera di Russel che riporta, testualmente, "Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie." creata dal filosofo Bertrand Russel.

Dov'eravamo arrivati? 
Ah già, indagini e così via. 
"Sì, va bene", dissi, "Ma tutto questo cosa ha a che fare con il furto dei sandali?"
"Oh, nulla." disse Benito
"E quindi perché ne stiamo parlando?"
"Perché io non so nulla di quei dannati sandali."
Dopo questa affermazione ci invitò a uscire dal locale brandendo una mazza di fortuna che riportava diversi segni di passate parate assieme a Lega Nord. 

"Quindi lui non sa nulla"
"E tu ci credi?"
"Soltanto gli stolti credono a tutto." Ci fu un silenzio imbarazzante dopo quella frase di Christopher. 
Scendevamo piano piano per le scale. Ad un certo punto cominciò a indicare con le dita, poi a disegnare in aria, poi si fermò. "Cos'hai segnato ad adesso?"
"Possibile furto. Possibile extracomunitario data la zona."
"E su quali basi dici ciò?"
"Su nessuna. Ma nei giornali, finché non si ha un vero colpevole, ne devi creare uno sulle basi delle discussioni in voga. Il problema è il centro di recupero lì vicino? Allora il criminale è un tossicodipendente. Il problema è d'accoglienza? Allora il criminale è un profugo."
"E a te va bene"
Christopher non aveva tutti i torti. Plasmare le notizie non era giusto, ma nella mia posizione ero come il protagonista di 1984. Io, fino a che uso il mio estro creativo per modificare le notizie sono soddisfatto, almeno parzialmente. Ma è giusto disinformare il popolo soltanto per alimentare stupide notizie o pregiudizi?
  
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