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Autore: Menel    20/03/2005    4 recensioni
"Era cominciato tutto quasi come un gioco…come una delle tante amicizie che si fanno al liceo in tempo di Occupazione..." E' difficile fare un riassunto(poi io sono negata già di mio)perciò vi invito solo a leggere e magari a lasciarmi un commentino anche piccolo piccolo...Kiss
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Storia di una folle realtà -

 

 

 

Era cominciato tutto quasi come un gioco…come una delle tante amicizie che si fanno al liceo in tempo di Occupazione. Francesca aveva passato la notte quasi completamente in bianco e stava in piedi dalle 6 della mattina precedente, quasi non era passata da casa…giusto quel tempo che le era servito per convincere la madre a darle il permesso e per prendere il sacco a pelo…poi era tornata a scuola…e quella notte non l’avrebbe dimenticata tanto facilmente. Mentre si trovava con la sua migliore amica e un suo compagno di classe, i Fasci che occupavano un palazzo poco lontano la scuola aveva tirato una bomba carta contro al portone, con un botto enorme. Tanto più che minacciavano di sfondare e ai piani superiori c’era molta poca gente ancora abbastanza in se da reggersi in piedi. Loro tre e qualche altro ragazzo avevano chiamato la polizia e poi erano usciti di corsa. Francesca non poteva tornare a casa, non dopo che aveva assicurato al padre, una mezzora prima, che era tutto sotto controllo…una balla per evitare che rompesse eccessivamente le scatole…comunque ora doveva passare la notte fuori. C’era un piccolo particolare: come ogni Occupazione che si rispetti questa era nata a fine Novembre, decisamente non il periodo migliore per passare la notte all’addiaccio. Fortuna che Giorgia, una loro compagna di classe, aveva invitato tutti a casa sua, erano in cinque ma la madre, aveva assicurato, non avrebbe fatto storie. In ogni modo non avevano dormito quasi nulla, tra l’emozione e la paura per aver visto il grande portone di legno, che Francesca, lo sapeva per esperienza, era pesantissimo, muoversi e tremare come se fosse di cartapesta, minacciando di cadere in testa dei tre che erano ad un metro dalla soglia e dal punto dell’esplosione. Insomma erano quasi le due del pomeriggio e era appena finita l’Assemblea di Gestione e Francesca era veramente distrutta…se non altro questa esperienza le aveva fatto bene…la sua timidezza di sempre sembrava svanita come per incanto e si stava godendo un  mondo tutte le attenzione che lei, come gli altri due che erano presenti al fattaccio, si era attirata per essere stata in prima fila quando la fatidica bomba era scoppiata. Stava raccontando i particolari all’ennesimo gruppetto di ginnasiali quando gli si erano avvicinati un ragazzo e una ragazza, di primo liceo…anzi lei poteva anche essere del ginnasio…non lo sapeva ma li conosceva di vista…comunque lui non era passato certo inosservato a scuola. Era molto carino ma ad un occhio allenato, per il suo modo di fare e di vestire, appariva inequivocabilmente gay. Alla scuola di Francesca non era una novità, c’erano altri ragazzi che, lo sapevano tutti, erano omosessuali, anzi uno di loro era anche un amico della ragazza…e Fra era molto incuriosita dal biondino, anche se non sapeva nemmeno lei bene il perché.

- Ma davvero tu stavi giù alla porta?! – Le chiese la ragazzina sorpresa.

- Eh già, pensa che mi fischia ancora l’orecchio…io Azzurra e Danielino ci siamo presi proprio un colpo -

- Lo so, lo so…io stavo al primo piano quando è successo…mi sono cagata in mano per il botto che ha fatto…ha tremato tutto…pensa voi che eravate lì davanti – Ecco…l’ennesima marmocchia che stava allegramente partecipando al rave che quegli idioti accannati della B avevano organizzato al piano del liceo, il primo appunto.

- Guarda non me ne parlare…ma tu… - Francesca racimolò tutta la sfacciataggine che aveva e si rivolse al ragazzo - …c’eri ieri notte? -

- No no…mia madre quando gliel’ho chiesto mi ha fatto una pernacchia grande come una casa… - Fra sorrise…aveva presente la situazione…in effetti, ancora non si capacitava di come era riuscita a raggirare la madre inventando una storia un bel po’ assurda per convincerla.

- Capita! Comunque io sono Francesca! -

- Piacere Marco – Il ragazzo le strinse la mano, poi Fra si rivolse alla ragazzina che si presentò come Martina…non che a Francesca le importasse di come cavolo si chiamasse, ma non è che poteva ignorarla…Rimasero un bel po’ a chiacchierare, soprattutto lei e Marco, e Francesca sfoggiò le sue conoscenze sulle leggende Metropolitane che si aggiravano per la scuola, conoscenze che doveva al fatto di essere in terza liceo, all’ultimo anno, tra i “Grandi”.

Così era cominciata e in poco tempo il legame tra lei e Marco si era approfondito moltissimo…passavano un sacco di tempo insieme e si cercavano appena avevano la possibilità di stare un po’ fuori dalla classe. Marco diventò l’amico che Francesca non aveva mai avuto e che aveva sempre sognato, anche se aveva due anni meno di lei non aveva importanza…era molto maturo per la sua età. Loro due sembravano attaccati con la colla, andavano in giro mano nella mano e ad occhi estranei sembravano una bella coppia di fidanzati. Quando qualcuno a scuola le chiedeva se stavano insieme lei sorrideva dicendo che no, Marco era solo un amico. Fu Azzurra, la sua migliore amica, la persona che sapeva tutto di lei e che la conosceva meglio di chiunque altro, circa un mese dopo l’Occupazione a farle la domanda fatidica che Fra aveva sempre accuratamente evitato di porsi. Azzurra le chiese se si era innamorata di lui…glielo chiese ma sapeva benissimo la risposta, proprio come la sapeva Francesca…

- Credo di sì… - lo disse con un filo di voce, quasi che, dicendolo così piano, suonasse meno vero.

Per Francesca era iniziato un periodo orribile…un loro comune amico dicendo che lo faceva per il suo bene, disse al ragazzo ciò che la sua amica provava e Fra passò momenti di terrore pensando che qualcosa tra loro potesse cambiare…per fortuna questo non era successo, Marco le aveva detto che le voleva troppo bene perché questo potesse cambiare le cose…tutto era rimasto uguale…insomma, non proprio tutto. Più passava il tempo e più Francesca si rendeva conto che non era una cotta, come le era già capitato migliaia di volte, quello che provava per Marco…lei di Marco era innamorata, sul serio…e senza alcuna speranza di poter essere ricambiata. La cosa andò avanti per un po’ in questo modo ma una sera accadde ciò che non sarebbe mai dovuto accadere…Marco e Francesca si baciarono…successe altre volte e Francesca sapeva che Marco non era innamorato di lei, dopotutto a lui non piacevano le ragazze, ma ne avevano parlato già la prima volta che era successo, lui le voleva un bene dell’anima e aveva trovato questo modo sbagliato per dimostrarglielo, non sapeva neanche lui il perché. Per quel motivo ora stavano sdraiati sulla terrazza condominiale di Francesca, dopo che, “inavvertitamente”, le loro labbra si erano rincontrate minuti prima. Marco sotto, Francesca sopra a lui, raggomitolata contro il suo petto, mentre gli baciava il collo…cosa che sapeva fare, modestamente, particolarmente bene. Fra alzò lo sguardo e vide che Marco aveva gli occhi chiusi.

- Marco ma stai dormendo? -

- No, è che ho il sole in faccia… - La ragazza si spostò leggermente fino a trovarsi con il volto sopra quello di Marco, facendo così in modo che questi fosse fuori dalla portata dei raggi del sole, coperto dalla testa di lei e dai suoi capelli neri che le scendevano ai lati del viso.

- Ora non ce l’hai più il sole in faccia… - Marco aprì gli occhi rispecchiandosi in quelli di lei.

- Veramente ce l’ho ancora! – disse lui con un sorriso. Lei ci mise qualche secondo a capire quello che l’altro le aveva voluto dire…quando realizzò il significato della frase lo baciò, sentendosi sopraffare dall’emozione, e poi appoggiò la guancia alla sua, sussurrandogli in un orecchio, mentre lui la stringeva tra le braccia.

- Teso’, teso’ quanto ti voglio bene! – Altro che “ti voglio bene”! Avrebbe voluto dirgli “quanto ti amo” ma sapeva che non poteva farlo, per non rovinare tutto…

Continuarono a baciarsi e coccolarsi per un bel po’, sotto il caldo sole di fine Marzo, finché le magliette che indossavano finirono sul pavimento della terrazza, prima quella di Marco poi quella di Fra, che rimase in reggiseno. Era la seconda volta che arrivavano così in là nelle loro “dimostrazioni d’affetto”…e nessuno dei due aveva voglia di smettere. Solo il tempo, quell’essere impalpabile e impassibile alle vicende umane, riuscì in quello che la loro ragione non aveva saputo fare. Francesca diede un’occhiata all’orologio, lasciandosi scappare un grido di sorpresa.

- Oddio teso’ è tardissimo, è l’una e quaranta, mia madre mi uccide se non mi sbrigo -

- Sì anche io devo andarmene… - Si alzarono, si rivestirono e presero le loro cose. Francesca accompagnò Marco al portone salutandolo con un ultimo bacio e poi risalì a casa, trovando una scusa per il ritardo che aveva fatto. Francesca sapeva che era sbagliato, gliel’aveva detto anche Azzurra un milione di volte, ma non riusciva a dimenticare i suoi sentimenti per Marco…era anche uscita con un ragazzo che le piaceva da un secolo, ma la cosa non aveva funzionato…quando l’aveva baciato si era resa conto che le sensazioni che provava in quel momento erano nulla rispetto a ciò che Marco le faceva provare, anche quando stavano semplicemente abbracciati. Francesca ci aveva ripensato, come al solito, tutta la giornata e quella sera, nel suo letto non era riuscita a trovare altro che la solita conclusione a tutti i suoi pensieri…come al solito, anche quella volta aveva fatto un gran casino.

 

 

Lo so che non è niente di che, anzi…ma non è nata come racconto, era solo uno sfogo e Dio solo sa se mi serviva…l’ho scritta di getto in un paio d’ore e probabilmente si vede, però vi scongiuro commentate e fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto una valanga di consigli!!! Grazie a tutti

 

Menel (in fase complessata andante…)

 

 

 

 

 

 

  
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