~Love me like you do

Ogni tanto si ritrovava a pensargli e a domandarsi quello che stesse facendo. Si chiedeva se stesse bene, se avesse passato il tanto sospirato esame di turno -di cui avrebbe dovuto "farle sapere poi"-, se si fosse trovato una ragazza, se ci fossero novità.
In realtà era impossibile che ci fossero state novità: in quel caso glie l'avrebbe sicuramente detto, no?
Si domandava se, ogni tanto, pensasse ancora a lei.

Poi sorrideva, si rigirava tra le mani il ciondolo ch'era riuscita ad estorcergli ed aspettava.
Aspettava un suo messaggio poichè, secondo le regole, visto che l'ultima volta l'aveva cercato lei, ora toccava a lui.
Puntualmente, il messaggio arrivava.
A volte subito, spesso dopo giorni, settimane... troppe volte quando aveva già perso le speranze, ma sempre quando ne aveva bisogno.
Aveva questo tempismo tutto suo, particolare, che non tardava mai un secondo diu troppo. Lei lo sapeva e le andava bene così.

Le andava bene sapere che dovunque lui si trovasse, qualunque  cosa facesse e chiunque frequentasse, lui si sarebbe ricordato di lei.
Anche se a volte lui non lo dimostrava e lei avvertiva l'opprimente peso di questa mancanza, in realtà sapeva sempre quanto gli importasse. Ne era sicura: era come un tacito accordo imposto da uno dei più arcani sentimenti.
Capitava che lo sconforto per l'attesa di tanto in tanto la facesse ricredere, ma proprio a quel punto, eccolo: lui arrivava col suo solito tempismo, più sorridente e vivace di prima, facendo crollare ogni dubbio.

Sapere con certezza di occupare un posto importante nel suo cuore era tutto quello che desiderava.
C'era lui e c'era lei, e c'era questo sentimento che li univa.
Li univa da sempre e per sempre; a lei questo bastava.