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Autore: I_love_villains    06/03/2016    1 recensioni
Slenderman ne ha sei, Splendorman due e Smexy una ... non è giusto che Trenderman rimanga senza Proxy. Ebbene, adesso ne ha uno ...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pablo era seduto sul sedile vicino al finestrino. Ci guardava attraverso, senza realmente vedere gli alberi e le case che il treno sorpassava. Stava riflettendo sulla sua meta: una casa in una città in cui non era mai stato prima. Questo lo portò a pensare al motivo per cui ci stava andando …
All’incirca due settimane prima, un ragazzo biondo dagli occhi azzurro cielo fissava trasognato una boutique. Avrebbe tanto desiderato lavorarci dentro, ma alla vetrina nessun cartello annunciava che il proprietario cercasse nuovi dipendenti.
Improvvisamente un manichino si mosse. Pablo si tolse gli occhiali, se li strofinò e se li rimise. Il manichino continuò a muoversi, avanzando verso di lui. Il ragazzo rimase immobile, troppo sorpreso e impaurito per muoversi. Il manichino sparì per un secondo dalla sua visuale, materializzandosi accanto a lui. Pablo urlò, lasciando cadere la cartelletta che aveva sottobraccio, e scappò via.
Corse per un bel pezzo prima che una fitta al fianco lo costringesse a fermarsi. Si fermò, ansimando. Si decise a voltarsi: il manichino era ancora lì. Aveva preso la sua cartelletta e stava guardando le sue creazioni. Superato il primo momento di shock, il ragazzo si chiese se fosse il caso di tornare indietro. Disegnare quei vestiti gli era costato tempo e fatica. Gli erano molto cari, non voleva lasciarli nelle mani di un manichino vivente!
Pablo ripercosse la strada fino alla boutique camminando, senza distogliere lo sguardo dal manichino. Arrivato a dieci metri si bloccò.
“Ehi, tu, ridammi i miei disegni!” disse, sperando che la sua voce non tremasse.
“Li hai fatti tu?” domandò il manichino, continuando ad esaminare i fogli nella cartella.
“Sì.”
“Sono promettenti …”
“Ehm … grazie. Posso riaverli?”
“Cerchi lavoro?”
La domanda spiazzò il ragazzo.
“Beh, sì … ho già avuto tre diversi colloqui, ma …”
Il manichino chiuse la cartella e gliela porse.
“Io sono Trenderman.”
Il biondo prese la cartella e gli strinse la mano.
“Piacere, sono Pablo.”
“Quei disegni … sei italiano?”
“In effetti sì. Vengo da Milano, la capitale della moda.”
“Ah, lo sapevo. Vuoi lavorare per me?”
“Cosa?”
“Mi piace il tuo stile, Pablo. Hai talento.”
Il ragazzo arrossì, confuso ma compiaciuto.
“G- grazie, però non saprei …”
“Certo, pensaci con calma.”
“Nel caso, ti trovo qui?”
“Sì. Spero che tu accetti; sono l’unico che non ha ancora un Proxy.”
“Un che?”
“Qualcuno al mio servizio che svolga certi compiti … come fare le compere. Io non posso girare liberamente, sai?”
“Immagino …”
“Beh, fammi sapere.”
Trenderman si teletrasportò.
Pablo ritornò a casa sovrappensiero. Che fare? Quel tipo, Trenderman, gli sembrava a posto ma … lavorare per una specie di manichino? Che avrebbe detto la sua famiglia? Niente, perché non gliel’avrebbe mai raccontato.
Il giorno dopo Pablo era di nuovo davanti a quella boutique. Trenderman apparve accanto a lui pochi minuti dopo il suo arrivo.
“Hai deciso?” chiese subito.
“Sì. Io … io voglio provare. Sei l’unico che ha apprezzato il mio lavoro, dopo mia madre.”
“Mi fa piacere. Adesso vieni, ti devo marchiare.”
“Marchiare?” ripeté Pablo, seguendolo.
“Sì, così gli altri sanno che sei con me e non ti fanno niente.”
“Gli altri chi?”
“Beh, i miei fratelli, i loro Proxy e gente che non è esattamente normale. Adesso sta’ fermo.”
Trenderman prese un ago e disegnò qualcosa sul collo del ragazzo. Pablo strinse i denti: il marchio bruciava.
“Fatto.”
Nei giorni seguenti Trenderman gli spiegò tutto di sé e dei suoi fratelli. Lo portò persino alla Slender Mansion. Il ragazzo non osò allontanarsi da lui. Altro che gente non esattamente normale, quelli erano mostri! La seconda volta era più calmo e fu in grado di osservare gli abiti delle Creepy. Ordinari o orrendi, li classificò. E li indossavano sempre! Lui invece se li cambiava ogni giorno.
“Ciao” lo salutò Sally.
“Ciao.”
“Chi sei?”
“Pablo, il suo Proxy” rispose il biondo indicando Trendy.
“Ma sei grande!”
“Come?”
“Quanti anni hai?”
“Ventisei.”
“Visto? Sei grande. Gli altri sono più piccoli.”
“Ah … ehm …” il ragazzo non sapeva che dirle.
“E cosa fai?” continuò la bimba.
“Io disegno vestiti e poi li realizzo.”
“Già, Pablo è qui per fare pratica con le ordinazioni dei clienti. A volte si è costretti ad andare contro il proprio gusto per soddisfarli” spiegò Trenderman.
“Ah, faccio pratica qui?”
“Sì …”
“Va bene. E come faccio per gli abiti nuovi? Chi li potrà provare?”
“Chiedi in giro, appena ti sei ambientato.”
“Ok …”
Ed ora eccolo lì, diretto alla casa di Trenderman. Si era rifiutato di abitare nella magione. Le Creepy gli facevano troppa paura, era già abbastanza lavorare là sei ore al giorno. Non che tutti fossero spaventosi, anzi. Alcuni erano gentili, come Sally, altri se ne stavano per i fatti loro.
Bloody Painter, per esempio. A Pablo sarebbe piaciuto molto se Helen avesse accettato di essere il suo modello, ma il ragazzo non era interessato. E c’era Liu, il fratello di quel killer psicopatico che aveva cercato di accoltellarlo mentre gli prendeva le misure. Anche lui era decisamente carino …
Il treno si fermò, distogliendo Pablo dai suoi pensieri. Il ragazzo prese i suoi bagagli, scese dal treno e salì sull’autobus che lo avrebbe condotto nella sua nuova dimora.
   
 
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