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Autore: RaElle    07/03/2016    3 recensioni
Frittella non poteva essersi volatilizzato.
Lo sapeva Gendry, lo sapeva la sua lady e lo sapeva tutta la gente di Grande Inverno.
Il ragazzo era svelto in cucina, ma nelle altre mansioni lasciava parecchio a desiderare. E soprattutto era... grosso. La forza bruta non era mai stata il suo forte, detestava cavalcare e non aveva gambe abbastanza forti da correre che per poche falcate, prima di avere il fiatone.
Non poteva essersi volatilizzato, no di certo.
"Frittella, vacca che non sei altro, vieni fuori, SUBITO!"
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Frittella, Gendry Waters
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno stormo di uccelli prese il volo, forse spaventati dall'ululato grottesco che aveva appena scosso le mura di Grande Inverno.
Gendry apparve, la fronte madida di sudore e con un cipiglio in volto che avrebbe messo paura a chiunque.
... beh, a chiunque, tranne che a lui.
Avevano cercato in lungo e in largo, ma di lui nemmeno l'ombra.
Un altro ululato percorse tetramente la fortezza che fu per anni degli Stark.
Gendry lo sapeva, non era opera del metalupo Nymeria, né di Estate o Cagnaccio.
Era di un altro lupo, uno che conosceva particolarmente bene da anni.
Avevano spulciato l'intera fortezza, cercando stanza per stanza, nelle latrine, nelle torri e torrette, erano arrivati persino al Parco degli Dei, ma ad attenderli c'era solo il volto rosso dell'Albero Cuore.
In cucina nessuno aveva idea su dove fosse finito, il vecchio Maestro li aveva gentilmente invitati a lasciar perdere, nelle stalle c'erano solo i cavalli e l'odore di sterco che fece arricciare il naso al ragazzo.
Frittella non poteva essersi volatilizzato.
Lo sapeva Gendry, lo sapeva la sua lady e lo sapeva tutta la gente di Grande Inverno.
Il ragazzo era svelto in cucina, ma nelle altre mansioni lasciava parecchio a desiderare. E soprattutto era... grosso. La forza bruta non era mai stata il suo forte, detestava cavalcare e non aveva gambe abbastanza forti da correre che per poche falcate, prima di avere il fiatone.
Non poteva essersi volatilizzato, no di certo.
"Frittella, vacca che non sei altro, vieni fuori, SUBITO!"
Eccola, la sua lupa.
Gendry, dopo aver vagato per anni con la Fratellanza senza Vessilli, aveva sentito il desiderio di una dimora fissa, di un buon pasto, e le dita gli prudevano affinché mettesse le sue mani e io suo lavoro a disposizione di qualche lord.
Non conosceva nessuno che potesse accettare un bastardo nella propria forgia, finché non era venuto a conoscenza che, finalmente, Grande Inverno era tornata ad essere degli Stark.
Partire verso il Nord fu la prima cosa che fece, e con sua enorme sorpresa, ci aveva trovato anche quella piccola pestifera di Arya... beh, non aveva ricevuto il benvenuto che si aspettava da lei. Piena di rabbia come era la ragazza, lui rimase due mesi fuori dalle mura a pregarla di prenderlo al proprio servizio.
Arya era cocciuta, non dava retta a niente e nessuno, e dove e quando poteva, faceva di testa sua. Accoglierlo nel castello che era appartenuto a suo padre, e al padre di suo padre nei secoli precedenti, non rientrava nelle sue intenzioni.
Gendry sarebbe ancora lì fuori a ghiacciarsi pian piano, e pregarla con voce stanca di mettere da parte la propria ira e lasciarlo passare, se non fosse stato per il piccolo Lord Bran: avevano bisogno di un fabbro, lui era giovane e aveva un'ottima manualità. Segretamente, Bran gli aveva confessato di averlo fatto finalmente entrare perché provava simpatia nei suoi confronti.
Arya l'aveva ignorato per mesi, dopo che era stato accolto nel castello, ringhiando tutte le volte che se lo trovava vicino. Poi, come dal nulla, aveva messo da parte l'astio.
Anni erano passati, e quasi potevano definirsi amici.
Lei non gli aveva mai perdonato che l'avesse abbandonata per mettersi al seguito di Lord Beric Dondarrion.
Ed ora eccola.
Magra come sempre, ma con il fisico di donna già pronunciato, qualche straccio per niente femminile a coprirla, ma soprattutto arrabbiata.
I capelli sembravano il nido di un qualche uccellino, la bocca piegata grottescamente, gli occhi striati di rosso... no, non era per niente una lady.
"Frittella!" sbraitò "giuro che se non vieni fuori non vedrai più il cibo per un mese! E non sto scherzando!"
Ma Frittella non si presentò, e per il resto della giornata la servitù pensò bene di ignorare l'irascibile figlia del defunto Lord Eddard Stark, tenendosi comunque pronti ad ogni eventualità.
Come era iniziata, la giornata finì. La tenue luce del giorno venne spazzata via dal buio più totale, lasciando spazio all'ululato incessante del vento, al rumore delle imposte sbattute con violenza sulle mura, ai sospiri lievi che sfuggivano dalla bocca stanca di Gendry.
"Zitto idiota!" sibilava Arya a pochi centimetri dalla faccia del ragazzo. "Così ci sentiranno!"
"Col casino che hai fatto tu fin'ora, hai anche la faccia tosta di prendertela con me!?" sbuffò tra il disperato e l'esasperato, non sapendo da che parte sbattere la testa.
Arya gli tappò con forza la bocca, avvertendo come quell'essere stesse per rilasciare nell'aria un altro equivoco sospiro. "Shh, ho detto!"
Gendry alzò gli occhi al cielo, mugugnando da dietro le mani di lei.
Stava per morderle quelle dita sudaticcie che ancora gli impedivano di muovere le labbra, quando il rumore sostenuto di passi sulla terra attirò la loro attenzione.
Si guardarono con complicità, poi Arya lo liberò dalla propria stretta.
Si allontanarono di qualche passo, cercando di fare il minor rumore possibile, fino a nascondersi dietro al tronco di un albero. Gendry prese per le braccia Arya e se la mise tra le proprie gambe, intimandole il silenzio.
Entrambi aguzzarono la vista, e si protesero di poco per vedere quanto stava per succedere.
Frittella camminava spedito, leggero ma con l'ansia dipinta in volto.
Si precipitò verso un cespuglio, si mise in ginocchio e cominciò a trafficare tra i rami bassi, borbottando parole incomprensibili e alternandole a sbuffi provocati dalla rabbia.
Dopo qualche minuto che parve un'eternità, prese finalmente tra le mani il suo tesoro: un fagotto di stracci avvolti attorno al pranzo che nascondeva lì in vista del giorno più tremendo del mese. Incrociò le gambe per terra e prese a morsi quel panino come se fosse il suo ultimo pasto al mondo. Era in completa estasi data dal sapore forte e pungente della carne al sangue, dalla morbidezza del pane che lui stesso aveva infornato, tutto questo mentre attorno a lui i rami e le foglie scricchiolavano sotto le scarpe di passi pesanti e incerti.
Era sul punto di dare un altro grande morso per placare il borbottio del suo stomaco affamato, quando si ritrovò a penzolare per aria come un sacco di patate buttato di traverso sulle spalle di un contadino.
"Hodor."
Frittella sentì il sangue gelarsi nelle vene, quando l'enorme ragazzo delle stalle se lo caricò sulle spalle con evidente facilità e, come avvertito, un presentimento si fece strada dentro di lui.
"No, Hodor, fermati!" lo implorò. " No no no, ti prego, n-!"
Dopo essersi liberato con estrema gioia del peso che portava sulla propria schiena, schizzi d'acqua presero in pieno il ragazzo dalla mente semplice, che per contro si mise a ridere pronunciando a più riprese il proprio nome. "Hodor, Hodor!"
Frittella riemerse dallo stagno, grondante acqua e alghe viscide. "Non dovevi, Hodor!" lo insultò con voce malferma. A quell'ora della notte, l'acqua risultava particolarmente gelida.
"Oh, invece doveva!" rispose direttamente Arya, trucidandolo con lo sguardo. "E ora te ne stai lì, brutto grassone che non sei altro!"
Frittella tremava, e sperando nell'amicizia di Gendry, si rivolse a lui dopo averlo visto lì accanto a loro. "Ti prego, tirarmi fuori di qui." balbettò.
Gendry si mise seduto accanto ad Arya e Hodor, e dopo aver passato una coperta sulle spalle della ragazza, si coprì a sua volta, prima di sbuffare. "Non posso."
"Frittella..." ringhiò Arya "ora da bravo te ne stai lì, e fai quello che avresti dovuto fare questa mattina. Non ti tiriamo fuori, scordatelo!"
Gendry scosse le spalle. "Abbiamo tutta la notte a disposizione, ti conviene sbrigarti."
"Hodor."
Frittella emise un verso strozzato, per cominciare poi con malavoglia a strofinarsi la pelle con energia.
"Puoi dirmi, Frittella," chiese con noia la giovane Stark "perché devi fare ste scenate infantili tutte le volte che devi farti un bagno?"
Frittella non rispose.



Altra storia leggera (o non-sense!), sta volta con Frittella che si rifiuta di fare la doccia! Me li immagino, Gendry e Arya, nella parte di genitori bacchettoni che riprendono il figlio capriccioso perché non vuole lavarsi... :P






   
 
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