«Concentrati!»Lo disse almeno una ventina di volte nell'arco della mattinata, ma Bonnie non riuscì comunque ad ottenere il risultato sperato da Alyssa, che nonostante tutto l'impegno non riusciva ancora ad accendere quella stupida candela.
«C'è troppa gente in questa casa!» si agitò l'aspirante strega, e accigliata guardò Damon «Non mi guardare così tesoro, io non mi muovo da qui. Non ne ho proprio alcuna intenzione.» disse serio il vampiro, poi un ghigno comparì sul suo viso «A meno che non mi fai sparire con i tuoi poteri magici!».
Alyssa scosse la testa sbuffando.
«Se ti fosse possibile non farla agitare, sarebbe meglio.» lo ammonì Bonnie, che per quanto voleva bene all'amica, non ne poteva più di farle da tutor. Non aveva mai provato prima d'ora ad "insegnare la magia", era sempre stata lei a ricevere lezioni dagli altri, o ad imparare da sola dai grimori, e stava arrivando alla conclusione che era decisamente meglio come studente che come insegnante.
«Io invece credo che sia meglio proprio il contrario. Non hai sempre detto che gli stati d'animo più forti, una a caso la rabbia, aiutano la magia?» Damon canzonò la strega, che gli rispose a tono: «Certo, ma solo se si è già pratici, Mister So Tutto Io!».
Damon alzò le mani in segno di resa, e si mise a sedere a terra vicino alla finestra.
«Ok, ricominciamo… Prova a chiude-» Bonnie aveva appena ricominciato a spiegare ad Alyssa come concentrarsi sui suoi poteri magici, che la porta della stanza di Miranda e Grayson Gilbert si aprì, e fecero capolino Kol e Klaus
«Disturbiamo?» chiese come solito gentiluomo Klaus.
«Immagino di sì, fratello.» disse Kol dopo aver visto Bonnie alzare gli occhi al cielo, a cui disse «Non ti preoccupare dolcezza, ci vorrà solo un minuto».
«No, prendetevi tutto il tempo che volete, tanto per stamattina non credo riusciremo a far nulla. Anzi, forse se si distrae è meglio.» disse Bonnie ormai rassegnata, poi preoccupata chiese ad Alyssa «Ti sto facendo venire ansia? Dimmi la verità…».
Alyssa non rispose subito; effettivamente le alte aspettative dell'amica l'avevano fatta agitare parecchio, ma non sapeva che dire.
«Appena un po', è che ho tante domande ancora… Sto decisamente pensando a troppe cose, per riuscirmi a concentrare sulla mia magia adesso.» disse alla fine la ragazza.
«Che genere di domande, sirenetta?» le chiese Klaus.
«Pensavo…se io sono sia strega che sirena, vuol dire che i miei genitori sono una strega e una sirena? Oppure è possibile che siano dei semplici umani?» chiese Alyssa, mentre si arrotolava una ciocca tra le dita.
«Qualsiasi combinazione è possibile, tranne quella che entrambi siano umani. Essere una strega o una sirena è una questione genetica, per cui da qualche parte i geni che hai ti saranno dovuti arrivare. Può essere che uno dei due sia una strega sirena e l'altro un umano, oppure entrambi sono esseri sovrannaturali, una strega e una sirena.» le spiegò con calma Klaus.
«C'è un modo per scoprire cosa sono anche loro?» chiese ancora Alyssa.
«Non credo siano consapevoli di essere delle creature sovrannaturali, per cui non riuscirei a percepire nulla nemmeno da loro.» le rispose Bonnie.
«Non credo riusciresti a farlo in ogni caso, a meno che tu non faccia una comodissima bilocazione in Italia, piccola strega.» la punzecchiò Kol.
Ma Bonnie si illuminò: «Sei un genio! Ma certo! In questo modo se mi vedranno avremmo la conferma che sono streghe!».
«Tesoro, non credo che tu sappia di ciò che stai parlando. Quanto sei riuscita a rimanere in bilocazione con Durham? Cinque minuti? Ed eri a solo 200 km da qui, pensa quanto poco resisteresti con 7000 km di distanza! Non voglio sminuirti, sei molto interessante come streghetta, ma sai…» la smontò Kol.
«Comunque, credo che non dovrai aspettare molto per scoprirlo. Basterà fargli un esamino del sangue proprio come abbiamo fatto con te.» Damon si rivolse ad Alyssa, facendole saltare il cuore: «Sei impazzito?! Come pensi che potremmo fare una cosa del genere?! Dovrei dire ai miei "Ehi aspettate un attimo, date il vostro braccio al mio ragazzo, che vi taglierà una vena per farvi versare il sangue in un bicchiere e lo farà assaggiare a tre o quattro persone, così, tanto per fare"?!».
«Amore,
non ti devi agitare, basterà soggiogarli.»
«Non
mi piace comunque come soluzione!»
Klaus
si schiarì la gola, e cercò di fermare la
discussione:
«Cari piccioncini, c'è qualcosa che vorreste
condividere
con noi?».
Damon
fu il primo a calmarsi, e incominciò a rispondere
all'ibrido:
«Diciamo che conoscerò presto i miei futuri
suoceri….» disse, voltandosi poi verso Alyssa per
esortarla a vuotare il sacco.
«La
mia famiglia verrà a Durham per Natale.»
spiegò la
ragazza, mentre ripensava alla definizione dei suoi genitori data dal
suo ragazzo. Veramente li aveva chiamati "futuri suoceri"?! La cosa la
rassicurava, dopotutto la sua insicurezza non era svanita.
«Oh,
questo sì che è tempismo!»
commentò Klaus.
«Alyssa,
se vuoi davvero sapere la verità, suppongo che dovremo fare
come ha suggerito Damon.» disse Bonnie.
Alyssa
annuì, poi si rivolse agli Originali: «Comunque
come mai siete venti qui? Avete novità?».
«Direi
di sì. Elijah
non è riuscito a rintracciare le sue vecchie amichette, ma
ha fatto esplodere il suo gruppo su Facebook:
appena ha chiesto ai suoi adepti se conoscessero sirene, hanno fatto a
gara per attirare l'attenzione di mio fratello. Sembra comunque, che un
buon numero di sirene sia rintracciabile nelle zone costiere, come
ovvio. Dobbiamo solo aspettare un gancio sicuro, e appena avremo altre
notizie, vi converrebbe andare a conoscerle solo te e Bonnie. Non
sappiamo come la pensino sui vampiri.» raccontò
Klaus.
«Dovrebbe
cercare sirene "vampire-friendly"
il mio caro Elijah, perché se lo può scordare che
io non
vado con loro.» minacciò velatamente Damon.
«Si
fa quel che si può, amico.» lo ammonì
Klaus.
«Comunque
vi conviene concentrarvi sulla magia per ora…se volete vi do
una mano!» disse superbioso
Kol.
«Ah
sì? E come faresti, tu, vampiro millenario, a dare una mano
a me
che sono una strega, per quel che riguarda la magia?» lo
schernì Bonnie.
«Ad
esempio con un leggero soggiogamento, facendole liberare la mente da
tutti i suoi pensieri per un paio d'ore? E poi ti informo che prima di
essere vampiro anche io praticavo la magia. E so che potresti farle
provare a "sentire" la magia tramite te.» rispose Kol.
Bonnie
e Damon guardarono Alyssa, come in attesa di una sua opinione sui
consigli di Kol.
«Dici
che con il soggiogamento e l'aiuto di Bonnie potrei iniziare ad usare
la mia magia?» chiese titubante Alyssa all'Originale.
Lui
si limitò ad annuire e ad avvicinarsi a lei, poi fissandola
negli occhi la soggiogò a liberare la mente da ogni pensiero
non
inerente alla concentrazione sulla magia. Fece infine cenno a Bonnie di
approfittare del momento, e la strega prese le mani dell'amica.
«Chiudi
gli occhi e cerca di sentire l'energia e la magia che c'è in
noi.» disse la strega ad Alyssa, ed entrambe chiusero gli
occhi.
Kol
fece cenno a Klaus e Damon di uscire fuori dalla stanza; una volta
fuori, disse loro: «C'è qualcosa che non va in
quella
ragazza…».
Damon
lo guardò male ed era pronto a rispondere, ma Kol lo
precedette:
«Non in senso cattivo, amico. Ho percepito tanta energia in
lei,
dovrebbe essere fortissima come strega, e di solito streghe con un
potenziale del genere non arrivano a questa età senza aver
mai
praticato, anche per sbaglio. Non ti ha mai detto di avvenimenti
strani, tipo aver dato fuoco a qualcosa, o essere stata vicina a
qualcosa che ha preso fuoco senza apparente motivo? Anche se,
ripensandoci, la risposta già la conosco…se
avesse
utilizzato la magia in precedenza avrebbe resistito al
soggiogamento».
«Anche
io l'ho soggiogata, ripensandoci… Senti, esperto di streghe,
è possibile che un vampiro riesca a soggiogare una strega,
prima
che essa lo diventi a tutti gli effetti, in modo da non farle mai
praticare la magia?» chiese dubbioso Damon.
«Non
ho mai sentito una cosa del genere, ma sì, credo sia
possibile.
Le streghe sono immuni al soggiogamento solo se praticano la magia, una
cosa del genere porterebbe ad un circolo vizioso in cui la strega non
riuscirebbe mai a praticare la magia e sarebbe sempre a rischio
soggiogamento. Perché mi chiedi questo?»
«Perché
sono un coglione!» ringhiò Damon, visibilmente
nervoso ora.
«Oh,
amico, lo sapevamo già!» scherzò Klaus,
ma il moro non rise affatto.
«Mi spieghi cosa ti frulla in quella testolina, Damon?» chiese impaziente Kol.
Damon ripensò alla Primavera del '95, quando aveva incontrato Alyssa, ancora bambina, nei boschi in Italia, e gli tornarono in mente le parole che le aveva detto per soggiogarla: ««Adesso torna indietro dalla tua mamma e rimani con lei. Da oggi in poi farai la brava bambina e non ti caccerai più nei guai, ok? Ma soprattutto dimenticati della brutta cosa che hai visto».
Il
vampiro si buttò a sedersi a terra, appoggiando la schiena
al
muro. Alzò il viso per guardare gli Originali, e
cominciò
a raccontare: «Lei non lo sa, ma ho conosciuto Alyssa tempo
fa,
prima di andare a Durham…è successo in Italia,
quando lei
aveva cinque anni. Mi stavo nutrendo nei boschi, e ad un tratto ho
visto questa bambina che mi guardava. Dovevo fare qualcosa,
così
l'ho soggiogata, le ho detto di dimenticarsi ciò che aveva
visto, di tornare dalla sua mamma, di fare la brava e non cacciarsi mai
più nei guai. E temo che quel fare la brava e non cacciarsi
nei
guai implichi anche non utilizzare la magia».
«Ovviamente.
Quindi cosa proponi a riguardo? Hai intenzione di dire alla tua ragazza
che l'hai incontrata da bambina e l'hai bloccata per tutta la vita con
un soggiogamento, o cos'altro?» chiese incalzante Kol.
«Non
lo so…» biascicò Damon, appoggiando le
braccia
sulle ginocchia e nascondendo la testa nell'incavo formatosi. Si
sentiva il peso del mondo intero addosso. Non voleva rivelare ad Alyssa
quel suo piccolo segreto, ma non facendolo lei non avrebbe mai potuto
praticare la magia. Il senso di colpa aumentava sempre di
più,
ripensando a quello che sarebbe successo di lì a poco:
Alyssa
l'avrebbe odiato per averle nascosto tutto questo, poi avrebbe imparato
ad usare la magia, e con questo le sarebbero tornati in mente i momenti
che lui le aveva fatto dimenticare. Si sarebbe ricordata del mostro che
si nutriva di un cacciatore nel bosco, e dell'altro mostro che
l'avrebbe violata se Damon non fosse arrivato in tempo. E questa volta
non ci sarebbe stato modo per aiutarla a dimenticare o ad andare
avanti. Ne sarebbe uscita distrutta.
«E
se non usasse la sua magia?» azzardò Damon agli
Originali.
«Non
puoi parlare sul serio!» lo ammonì Kol, mentre
Klaus scuoteva la testa.
«E
invece sì. Voi non avete idea…sarebbe troppo per
lei.» disse Damon, poi si decise a raccontare i suoi dubbi ai
due
fratelli.
«Non
c'è altro modo. Devi annullare il tuo soggiogamento, o
entrambi
se vuoi, tanto non ci vorrà molto che si annulli da solo, e
accettarne le conseguenze, così come dovrà fare
lei.» disse Klaus, e suo fratello aggiunse:
«È una
strega, ne uscirà più forte di prima, fidati di
me».
La
porta della stanza si aprì, e Bonnie si avvicinò
a loro.
«C'è
qualcosa che non va.» sentenziò.
«Lo
sappiamo. Devo fare una cosa.» disse Damon, lasciando i
fratelli Mikaelson
a spiegare tutto alla strega, ed entrò nella stanza nella
quale c'era ancora Alyssa.
Era
seduta a gambe incrociate sul letto matrimoniale di Meredith,
nella stanza che un tempo non molto distante, ma che sembrava
già lontanissimo, era stata dei genitori di Elena e Jeremy.
Damon
l'ammirò per un attimo infinito: il viso rilassato,
tranquillo,
con quegli occhioni verdi che brillavano quando lo vedeva, le labbra
come petali di rosa piegate in un timido sorriso, e i capelli lisci
color cioccolato che incorniciavano il tutto. Sentiva che tutto
ciò sarebbe andato perso nel giro di qualche minuto. Ma non
poteva tirarsi indietro. Doveva fare la cosa giusta per tutti, anche se
per lui e Alyssa sarebbe stata molto dolorosa.
Si
sedette sul letto, e prese la mano di Alyssa.
«Amore
mio… Sei bellissima, come sempre. Sei così
delicata, e
sembri così fragile adesso. Ma lo sarai ancora per poco.
Perché presto diventerai una strega a tutti gli effetti.
Imparerai ad usare la tua magia, e sarai più sicura di te.
Vedrai, you'll
gonna kick
ass!»
Damon fece una risatina, ma Alyssa era rimasta come freezata,
con quel mezzo sorriso sul viso, e il vampiro si ricordò di
un'altra cosa.
«KOL!»
urlò, ma Alyssa non si scompose.
Subito
l'Originale entrò nella stanza, esordendo con un
«Ci
eravamo appena arrivati anche noi…se non annullo il mio
soggiogamento non capirà una beata mazza di quel che le
dirai».
«Esatto.
Ti spiacerebbe…?» gli disse Damon, e l'Originale
annullò il suo soggiogamento, uscendo poi dalla stanza.
«Perché
stavi dicendo quelle cose prima?» chiese confusa Alyssa.
Damon
chinò il capo. Si sentiva già a pezzi, e non
aveva nemmeno iniziato.
«So
perché non riesci ad usare la tua magia, Alyssa.»
confessò.
«Anche
tu sei un esperto di magia?» ironizzò la ragazza,
ma il
vampiro non accennò nemmeno a sorridere.
«Vorrei
davvero esserlo in questo momento, ma no, non sono un esperto di magia.
So perché non puoi usarla, semplicemente perché
la causa
sono io.» terminò il vampiro, guardandola negli
occhi, con
lo sguardo accigliato.
«Damon,
ti accusi di troppe cose. Sul serio. Non mi sorprenderebbe sapere che
pensi che anche il buco dell'ozono sia colpa tua.» gli disse
Alyssa di rimando.
«Amore…
Mi piacerebbe che tutto ciò fosse uno scherzo, ma non lo
è. Ti devo raccontare un paio di cose…»
iniziò Damon, poi le chiese: «Quando ci siamo
incontrati
la prima volta?».
«Il
primo sabato dopo l'inizio dell'università, mi pare fosse il
3
settembre. Perché?» Alyssa non riusciva a
comprendere dove
volesse andare a parare.
«Perché
non è così. Quella è la prima volta
che ricordi
tu. La VERA prima volta te l'ho fatta dimenticare
soggiogandoti.»
ammise il moro.
«Ma
che…Oh…Forse ho capito. Mi hai vista davanti alla
Duke
e per qualche strano motivo non volevi me lo ricordassi? C'entra
qualcosa Elena?» tentò di capire la ragazza, ma
Damon
scosse la testa.
«17
Aprile 1995. Quel giorno ci siamo incontrati per la prima volta io e
te, Alyssa.» disse tutto d'un fiato il vampiro.
Alyssa
cercò di trattenersi per un po', ma non ce la fece, e
scoppiò in una rumorosa risata.
«Damon,
so che per te il tempo non passa mai, ma io avevo cinque anni! Ero in
Italia! E non vedo come sia possibile che ci siamo incontrati proprio
quel giorno, per di più in Italia…»
replicò
Alyssa, incredula.
«Tra
poco lo ricorderai, ma prima che te lo faccia ricordare, voglio che tu
sappia che non sono più così. Credo che lo sappia
anche
tu. Sono migliorato. Mi sento un uomo migliore, anche se in questo
momento mi sento più una merda che un uomo.» disse
il
vampiro, poi la guardò intensamente negli occhi e
continuò: «Voglio che tu ricordi cos'è
successo
quel maledetto 17 aprile 1995. Voglio che il mio soggiogamento di quel
giorno sia annullato».
Alyssa
rivide nella sua mente la scena che Damon le aveva fatto dimenticare, e
d'istinto ritirò la mano dalla presa di Damon, che
abbassò lo sguardo fattosi lucido. Ma Alyssa si
ricordò
anche di quel "mostro" che vedendo una bambina si era intenerito e
aveva scelto di farle dimenticare una scena simile piuttosto che
diventare il dessert. Così riprese la mano al vampiro.
«Sinceramente
mi ferisce più il fatto che tu non me l'abbia raccontato
subito,
oppure quando mi hai raccontato tutto di te, Elena e gli
altri.»
ammise la ragazza.
«Perché
ancora non lo sapevo. Mi sono reso conto che eri tu quando ti ho
aiutata a traslocare da noi. Ho visto la tua foto da bambina, e mi
è tornata in mente quella scena.» le
spiegò lui.
«Per
questo mi hai fatto tutte quelle domande sulla foto e
sull'anello…» rifletté
Alyssa, giocando inconsciamente proprio con quell'anello, poi
continuò: «E tutto questo come può
avere a che fare
con la mia magia?».
«Perché
ti ho ordinato di stare lontana dai guai, e purtroppo essere una strega
e utilizzare i propri poteri significa venire immischiata in guai
all'infinito. Ma non ho ancora finito… C'è
un'altra volta
in cui ti ho soggiogata, in cui ti ho resa più prudente. Lo
ricorderesti comunque, una volta che riuscirai ad usare la magia. Per
cui, per essere sicuri che i miei soggiogamenti
non "blocchino" la tua magia devo farti ricordare anche questo, anche
se farà molto più male. Ad entrambi. Ricordi
quando siete
uscite tutte voi ragazze insieme? Che poi non ricordavi cosa fosse
successo, e Caroline
ti ha detto che avevi litigato con Elena e per quello eri turbata?
Ecco…non è andata proprio
così…» le
disse Damon, poi annullò anche quel soggiogamento. Teneva
stretto le mani della ragazza, che un attimo dopo l'altro si
stringevano sempre più attorno alle sue, man mano che
ricordava
quella terribile serata.
Alyssa
iniziò a singhiozzare, e dai suoi occhi iniziarono a
scendere le
lacrime. Damon si avvicinò pian piano a lei, non sapendo se
abbracciarla o meno, ma alla fine fu lei ad accoccolarsi sul suo petto,
singhiozzante, e lui la strinse forte a sé.
«Mi
dispiace Alyssa, mi dispiace così tanto. Ho portato solo
dolore,
bugie e sventure nella tua vita. Spero che un giorno mi
perdonerai.» le sussurrò il vampiro all'orecchio.
«Sei
il solito idiota.» gli disse Alyssa, tra un singhiozzo e
l'altro.
«Lo
so. Hai ragione.» le disse sommessamente lui.
«Che
non capisce niente.» disse Alyssa, e si allontanò
da Damon, asciugandosi le lacrime.
«Beh,
forse è meglio se me ne vado. Se te la senti, dopo, Bonnie
potrà continuare a darti lezioni di magia.» disse
il moro,
accennando un mezzo sorriso per nulla convincente, e iniziò
ad
alzarsi dal letto. Ma Alyssa lo bloccò, prendendogli la mano.
«Non
capisci proprio niente.» gli disse. Lui la guardò
confuso,
e lei continuò: «Questo tuo sentirti inferiore, in
torto,
il male in persona…quando finirà? Non sei la
persona
peggiore su questa terra! Non ci vai nemmeno lontanamente vicino! Forse
il nostro primo incontro….sì, di quello avrei
potuto fare
a meno probabilmente. Oppure no. Se tu dici che mi ha "bloccato" la
magia, beh, è un altro motivo per esserti grata. Cosa avrei
potuto fare in Italia, da sola, se avessi capito di essere magica? Solo
danni. Qui ho te, ho Bonnie, ho tutti i tuoi amici, che ora sono anche
miei, e tutti voi fate di tutto l'uno per l'altro, anche se spesso
cercate di nasconderlo, forse per orgoglio. E come sarebbe andata
quella serata con le ragazze, se tu come un vero bodyguard
non ci avessi seguite? Tu mi hai portato solo amore, mi hai aperto gli
occhi su un altro mondo, mi stai facendo scoprire la gioia di poter
aiutare gli altri con le mie capacità. E non vedo l'ora di
imparare il più possibile da Bonnie, così non
dovrà più fare tutto da sola. Pensa, potrei anche
riuscire a proteggerti da quei maledetti elfi! Per cui no, non capisci
niente, sei un idiota, perché io non ho proprio nulla da
perdonarti».
Damon
aveva completamente cambiato espressione, ma non guardava Alyssa.
«Guardati
attorno amore…» le disse, voltandosi a destra e
sinistra.
Lei
spostò lo sguardo dal viso del suo ragazzo, e vide la
candela
che aveva tanto provato ad accendere prima con Bonnie: aveva una
fiammella che ardeva vigorosa! Ma non solo…le altre candele
sparse per la camera, che sarebbero servite "una volta superato il
primo livello" come le aveva detto Bonnie, erano tutte accese!
Guardò di nuovo Damon, entrambi avevano un espressione di
estrema gioia sul viso, e tuffò le labbra su quelle del bel
vampiro, baciandolo appassionatamente, con le mani a coppa sul suo viso.
Ma
dopo un po' lui si allontanò di scatto, appoggiandosi al
mobile davanti al letto.
Alyssa lo guardò esterrefatta per il suo comportamento, ma quando vide il suo viso inorridì: sulle guance del vampiro c'erano impresse le mani di lei, così come le aveva appoggiate durante il bacio, e le labbra erano anch'esse marchiate a fuoco.
«BONNIE!»
strillò il vampiro, e subito la porta si aprì e
comparve
Kol, seguito appena dopo dalla strega. I due si pietrificarono vedendo
la scena: le candele tutte accese, il viso bruciacchiato di Damon, lui
terrorizzato e Alyssa inorridita da se stessa.
«Beh,
suppongo che il blocco sia sparito…» disse
ironicamente l'Originale.
«Ti
sembra il momento di scherzare?!» lo ammonì la
strega, avvicinandosi pian piano ad Alyssa.
«Ehi,
è tutto ok, tutto nella norma…ha vent'anni di
magia
repressa dentro di sé, è perfettamente normale
che i
primi tempi abbia qualche problema nel controllarla.»
spiegò Kol.
«Damon,
Kol, lasciateci sole per favore.» disse solennemente Bonnie,
e i
due vampiri uscirono dalla stanza, chiudendosi la porta dietro di loro.
«Non
preoccuparti amico, potrai sbaciucchiartela ancora presto! Devi darle
solo il tempo di prendere le misure con la magia.» disse Kol
a
Damon, cercando di tirarlo su, ma non sortì alcun effetto.
«Puoi
stare tu qui? Vorrei andare al piano di sotto e stare un
po'…lontano. Chiamami solo se dovessero avere bisogno di
me.» disse tristemente Damon, ancora sotto shock.
«Nessun
problema.» disse l'Originale, e si sedette a terra
appoggiando la
schiena alla porta, mentre Damon stava già scendendo le
scale.
Non
appena si chiuse la porta, Alyssa scoppiò a piangere.
«Aly,
devi cercare di mantenere la calma, o i tuoi poteri potrebbero avere la
meglio sulla tua mente.» la spronò Bonnie, ma la
ragazza
non riusciva a calmarsi.
«Ok,
se proprio vuoi sfogarti e piangere, guarda almeno cosa possiamo
fare…» disse la strega, sedendosi di fronte a lei
sul
letto. Mise le mani sotto il viso di Alyssa, a qualche centimetro di
distanza, e le lacrime iniziarono a prendere vita: si staccarono dal
viso della ragazza, e iniziarono a formare una palla d'acqua sospesa
tra le mani di Bonnie.
Alyssa
pian piano smise di piangere, e l'amica iniziò a muovere le
mani
plasmando quel che erano le sue lacrime in gorgoglii e getti, poi le
fece vedere che poteva anche farle prendere la forma che voleva: una
piuma che si agitava nell'aria, un delfino che saltava fuori
dall'acqua, una rosa che si schiudeva. Infine fece cambiare stato alle
lacrime, trasformandole in ghiaccio. Porse la rosa di ghiaccio
all'amica, e le disse: «Possiamo fare cose bellissime con la
nostra magia. E se a volte capita di sbagliare, e fare cose brutte,
possiamo sempre porci rimedio. Visto?».
Alyssa
sembrò essersi calmata, e chiese all'amica di continuare con
le
lezioni. Voleva imparare il più possibile, e in fretta.
Doveva
riuscire a gestire la sua magia, se non voleva distruggere il suo
rapporto con Damon.
Non
appena arrivato in fondo alle scale, Damon si ritrovò
davanti suo fratello ed Elena.
«Oh
mio Dio, cos'è successo?» chiese Elena stupita e
preoccupata allo stesso tempo.
«Niente»
rispose lui scocciato.
«Seriamente
fratello, cosa sono quei segni che hai in faccia?» chiese Stefan,
seguito da Elena: «E perché non stanno
guarendo?».
Damon
dapprima non capì ciò che gli aveva detto Elena,
poi si
avvicinò allo specchio affianco al portone e capì
quel
che intendeva: i segni procuratogli da Alyssa erano ancora
lì. E
non accennavano a guarire. Sembravano cicatrici. Ma i vampiri
non
avevano mai cicatrici, perché guarivano in fretta.
«Damon?
Dicci cos'è successo…» lo
chiamò il
fratello, sfiorandogli la spalla con la mano, ma il moro lo respinse.
«HO
DETTO NIENTE!!!» urlò Damon adirato, scostando la
mano di
suo fratello, e si allontanò in fretta, andandosi a chiudere
nello studio.
Elena
e Stefan si guardarono preoccupati, si presero per mano, e all'unisono
dissero: «Andiamo», avviandosi per le scale.
Arrivati
davanti alla porta della stanza dei suoi genitori, Elena e Stefan si
ritrovarono di fronte Kol.
«Mi
spiace, accesso autorizzato solo alle streghe.» disse
ironicamente l'Originale.
«Che
sta succedendo?» chiese serio Stefan.
«Niente»
rispose l'altro, facendo spallucce.
«Kol,
ho visto com'è conciato mio fratello! Vuoi dirmi tu quel che
sai, o devo spezzarti l'osso del collo e passare sul tuo temporaneo
cadavere per poter entrare in quella stanza?»
«Ehi
amico, vacci piano con le minacce. L'ultima cosa che serve in questa
casa è ulteriore agitazione.» disse Kol alzandosi,
poi
continuò: «Diciamo che la sua fidanzatina era
bloccata,
non riusciva ad utilizzare la sua magia, lui l'ha fatta sbloccare e
quello è il risultato.».
«Vorresti
dire che è stata Alyssa?» chiese incredula Elena.
«Pensavo
fosse successo qualcosa con Bonnie…l'ho sentito urlare il
suo
nome…visto come si comportano ancora a volte, credevo ci
fosse
stato qualche screzio…» rifletté a voce
alta Stefan.
«No,
Bonnie era qui fuori con me.» disse l'Originale, indeciso se
aggiungere altre informazioni, non davvero rilevanti.
«Ma
come mai non guarisce?» chiese ancora Elena.
«Per
ogni veleno c'è un antidoto cara.» rispose
criptico Kol.
«Deve
guarirlo Alyssa…con un incantesimo…»
biascicò sovrappensiero Stefan.
«Beh,
e perché non l'ha fatto?!» continuò
l'interrogatorio Elena, agitandosi sempre più.
«Non
c'è modo di disfare qualcosa se non sai com'è
stato fatto.» sentenziò Kol.
Elena
guardò turbata prima Kol, poi Stefan, ma nessuno dei due
fiatò. Così si lanciò sulla porta,
schivando Kol,
ed entrò nella stanza.
«Che
diavolo hai fatto a Damon?!» chiese nervosamente Elena ad
Alyssa.
La
ragazza era in
piedi
davanti alla finestra aperta, Bonnie affianco a lei.
«Elena,
te lo dico da amica, ti conviene uscire velocemente da questa
stanza.» le disse la ragazza, e Bonnie aggiunse: «E
chiuderti la porta dietro e andare al piano di sotto a
velocità
vampiresca. Consiglio da migliore amica.».
«Dovete
smetterla di lasciarmi fuori e nascondermi le cose!»
continuò Elena.
Kol
e Stefan intanto l'avevano raggiunta, e quest'ultimo le disse:
«Amore, non è il momento, andiamo via.».
Dalla
finestra iniziò ad entrare nella stanza un ramo dell'albero
in
giardino, e Bonnie era allo stesso momento euforica e preoccupata.
«Elena,
non riesce ancora a controllare la magia, dovresti lasciarci sole
finché non si sarà assestata.» disse
con tutta la
calma possibile la strega all'amica.
«Non
sapete come guarirlo, vero? È questo il
problema?!» disse Elena, ma Alyssa, tentando di non sconcentrarsi,
le rispose sommessamente: «Smettila Elena…per
favore…».
La
vampira non l'ascoltò, e alzando il tono di voce
urlò: «Rispondimi, MOSTRO!».
In
quel preciso istante Alyssa si voltò di scatto e come una
furia le urlò: «HO DETTO DI SMETTERLA!».
Tutto
successe in un attimo: il ramo che stava entrando pian piano dalla
finestra sfrecciò velocemente puntando Elena, ma Kol le si
parò davanti, mentre Stefan prese Elena e a
velocità
vampiresca la portò fuori dalla stanza. Il ramo trafisse il
petto di Kol, e terminò la sua corsa sulla parete del
corridoio,
di fronte ad Elena, squarciando il muro. Tutti rimasero atterriti.
«Cosa
ho fatto? Oddio… Bonnie… Non
volevo…»
biascicò Alyssa in preda al panico, ma la strega le disse
soltanto: «Non ti agitare. Concentrati e cerca di far
ritirare il
ramo o non potremo liberarlo.».
A
quelle parole la ragazza strinse l'anello che aveva al collo, fece dei
respiri profondi, e il ramo iniziò a ritirarsi pian piano.
«Così,
continua…» la incoraggiò Bonnie, e dopo
un minuto il ramo era tornato come all'origine.
La
strega si avvicinò all'Originale e lo prese tra le braccia,
carezzandogli il viso ingrigito e reso pieno di crepe dalla morte
temporanea, poi chiese a Stefan di portarlo sul divano in salotto, e il
vampiro se ne andò al piano inferiore con Elena, che non
aveva
più aperto bocca.
«Ti
serve proprio un talismano.» disse Bonnie ad Alyssa.
«Un…talismano?
Cioè?» chiese ignara la ragazza.
«È
un oggetto in cui possiamo riporre parte della tua magia, e ti
aiuterà a controllarla o ad attingere da essa se ne avrai
bisogno in futuro. Credo che l'anello che stavi stringendo sarebbe
perfetto come talismano, con l'aggiunta di una pietra di avventurina
come pendente, che avevo proprio qui…» rispose la
strega,
e andò verso la borsa che teneva affianco al comodino.
Cercò per un po', e infine trovò la pietra.
Tornò
vicino ad Alyssa, le chiese l'anello e ci agganciò la pietra.
«Tienilo
in mano, mentre io faccio l'incantesimo. Tu mi dovrai aiutare, e dovrai
concentrarti sulla tua magia in modo da farne defluire quel che basta
nel ciondolo.» spiegò Bonnie all'amica, e
iniziarono
l'incantesimo.
Damon
era seduto alla scrivania nello studio di casa Gilbert. Picchiettava
nervosamente con le dita sul ripiano, pensando a ciò che era
successo con Alyssa: un attimo prima erano così contenti, e
in
un istante la gioia si era tramutata in terrore. Ma d'un tratto
sentì urlare dal piano di sopra. Cercò di capire
cosa
stava succedendo: sentì le voci di Elena, Alyssa, Bonnie e
Stefan, ma non riuscì a distinguere cosa dicessero, con
Jeremy, Matt
e Tyler
nella stanza affianco che facevano chiasso. Ma dopo riuscì a
sentire un forte tonfo. E il silenzio.
Non
sapeva cosa fare. Si era ripromesso di non tornare più
lassù, a meno che non lo chiamassero. Rifletté
per un
po', indeciso sul da farsi.
«E
se nessuno potesse
chiamarmi?» pensò,
e in un attimo fu fuori dallo studio.
Arrivato davanti alle scale, però, vide Elena e Stefan che
stavano tornando giù, quest'ultimo trasportando un inerte
Kol
sulle spalle.
«Cos'è successo?» chiese Damon.
«Niente.» rispose secco Stefan.
«Oh, capisco. Chi di niente ferisce,
di niente perisce.»
disse ferito nell'orgoglio il moro.
«Non
è il momento Damon.» continuò il
fratello, ma Elena
non era d'accordo: «Stefan, forse è ora di
spiegarci tutti
anziché fare i misteriosi», poi si rivolse a Damon
«È colpa mia.».
«Hai
pugnalato Kol?! Perché?» chiese sorpreso il
vampiro, ma
lei gli rispose, spiegandosi meglio, con un velo di senso di colpa:
«No… Ho fatto innervosire la tua ragazza, che ha
cercato
di infilzarmi con un ramo incantato, ma Kol si è messo
davanti a
me e…questo è il risultato.».
«Oh.»
disse soltanto Damon, che era rimasto di stucco.
Solo
dopo essersi ripreso, suppose, con una punta d'orgoglio:
«Quindi
la mia reginetta ha fatto progressi…». Si
avviò
verso le scale, ma Stefan gli si parò davanti:
«Meglio non
stuzzicarla ancora, o potrebbe
fare esplodere la casa e tutti noi insieme ad essa.».
«Non
preoccuparti fratello, starò buono buono davanti alla porta.
Voglio essere il primo a vederla quando uscirà da
lì.» ribatté il moro, e
continuò per la sua
strada. Arrivato davanti alla porta non riuscì a fare a meno
di
sorridere. Sentiva che presto si sarebbe sistemato tutto, anche il
piccolo inconveniente che aveva sulla faccia. Si sedette a terra,
appoggiandosi alla porta, e si rilassò in attesa della fine
della lezione di magia.
«Come
ti senti?» chiese impaziente Bonnie.
«Più
rilassata. Più leggera. Più forte.»
rispose Alyssa
soddisfatta, poi distese le braccia davanti a lei e le
guardò
come se stesse facendo i raggi-X con lo sguardo
«Quest'energia,
la magia. La sento. La percepisco. Molto più chiaramente di
prima. Credo di riuscire anche a gestirla come voglio, ora».
«Bene,
allora tutto è andato come previsto.» disse Bonnie
dopo aver fatto un profondo sospiro di sollievo.
«È
possibile che io senta delle cose che non riuscivo a sentire
prima?» chiese Alyssa all'amica.
«Cosa
intendi?» chiese di rimando la strega.
«Percepisco
delle presenze. E "sento" degli incantesimi nella mia testa, anche se
non li conosco e non so a cosa servono.» chiarì la
ragazza.
«A
me non è mai successo, ma sì, credo sia
possibile.»
«Dici
che posso fidarmi del mio istinto quindi?»
«Ho
quasi paura a rispondere a questa domanda, ma sì. Noi streghe dobbiamo seguire
l'istinto la maggior parte delle volte.»
«Ok» terminò Alyssa, e con un gesto
della mano fece
aprire la porta della stanza. Damon cadde all'indietro come un sacco di
patate, e scatenò le risate della ragazza, mentre Bonnie era
rimasta sorpresa dall'abilità dell'amica.
Damon alzò lo sguardo e incontrò quello di
Alyssa, e si mise a ridere come lei, mentre rimaneva sdraiato a terra.
«E così sentivi la mia presenza, amore?»
disse Damon ad Alyssa quando si alzò da terra.
«Già, spione.» rispose soddisfatta lei,
e si avvicinò a lui.
«Come stai?» le chiese sincero.
«Alla grande. E presto starai bene anche tu. Non avere
paura.» gli rispose, mentre avvicinava le mani ai segni che
aveva
sul viso, e le labbra a quelle del vampiro. Lo baciò
dolcemente,
e quando si staccò, i segni erano svaniti.
«Oh mio Dio. Non avevo mai visto niente di simile.»
biascicò Bonnie.
Damon non capì l'uscita di Bonnie, finché non si
portò le mani al viso, e sentendolo liscio come prima
rivolse ad
Alyssa un placido sorriso.
«Lo sapevo che saresti stata una bomba come streghetta, e che
avresti rimesso tutto a posto in men che non si dica.» disse
soddisfatto, e la ragazza si sentì orgogliosa di se stessa,
di
come stavano andando le cose, nonostante tutto.
«Direi che la mia lezione è già
finita.»
disse Bonnie facendo spallucce, poi si congedò:
«Vado
giù a vedere se Kol è tornato tra noi».
«Arriviamo anche noi.» disse Alyssa, poi si rivolse
a Damon: «Non prima di aver provato un'altra cosa».
La ragazza baciò appassionatamente il vampiro, e lui dopo un
attimo di esitazione ricambiò. Entrambi sentivano la
passione e
un pizzico di pericolo, ma si lasciarono andare alla prima.
Quando si staccarono, prima di riaprire gli occhi, lei gli
domandò: «Tutto ok? Non hai sentito bruciare
niente
stavolta?».
«Niente,
a parte il cuore.» rispose lui, baciandola ancora.
Eccomi,
I'm back! =)
Sono tornata, e spero di riuscire a postare almeno una volta al
mese… Voglio che questa storia giunga alla fine ma se non
posto
mai diventerà infinita! =D
Questo capitolo è incentrato sulla magia (mi piace!): nella
serie TV non lasciavano molto spazio alle streghe, per cui ho sentito
il
bisogno di dedicare molto spazio a loro…
So che è passata un'eternità dall'ultimo
aggiornamento,
ma spero che qualche vecchio lettore sia rimasto affezionato alla
storia e abbia ancora voglia di leggerla… ;)
Nei prossimi capitoli dedicherò ancora molto spazio alle
streghe
(bisogna trovare l'incantesimo per gli elfi!) e FORSE scopriremo
qualcosa in più sulle sirene! Per cui continuate a seguire
la
storia! ;)
Al prossimo capitolo! =)
Angolo link:
- Extra
- Blog
- Pagina
FB