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Autore: ElenaDobrevSomerhalder    07/03/2016    0 recensioni
[IN REVISIONE]
Una storia dove i personaggi andranno al College in altre città, incontreranno nuove persone e, ovviamente, nuovi pericoli. Fino alla 3° stagione segue la serie TV.
Prima parte di una trilogia.
AMBIENTAZIONE TEMPORALE: alla fine dell'estate che segna il passaggio al College (5° stagione)
AMBIENTAZIONI GEOGRAFICHE: Mystic Falls, Durham, Los Angeles
PERSONAGGI PRINCIPALI: Elena, Damon, Stefan, Caroline, Bonnie, Nuovo Personaggio
PERSONAGGI SECONDARI: Klaus, Rebekah, Matt, Meredith, Jeremy, Tyler, Elijah, Kol, Katherine, Nuovi Personaggi
COPPIE: Damon/Elena, Stefan/Elena, Klaus/Caroline, Matt/Rebekah, Stefan/Meredith, altre nuove coppie
CAPITOLI: 22
ESTRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Ad Elena venne in mente di prendere dei fiori dal vasto giardino attorno al loft[...].
Quando ne raccolse una busta piena [...] si voltò per tornare dentro, ma si ritrovò Damon davanti.
«Ti sei lasciata sfuggire il fiore più bello di tutto il giardino. Tieni.» le disse senza nascondere un doppio senso nella frase, porgendole una stupenda rosa rossa.
«Non volevo ferirmi con le spine.» gli rispose a tono Elena.
«Basta toccare i punti giusti.» continuò sull'onda dei significati nascosti Damon, prendendole la mano e facendole appoggiare il pollice e l'indice dove la rosa non aveva spine.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Your Love Saved Me - Chapter 12
Capitolo 12 - Let's Cast a Spell!

«Concentrati!»Lo disse almeno una ventina di volte nell'arco della mattinata, ma Bonnie non riuscì comunque ad ottenere il risultato sperato da Alyssa, che nonostante tutto l'impegno non riusciva ancora ad accendere quella stupida candela.
«C'è troppa gente in questa casa!» si agitò l'aspirante strega, e accigliata guardò Damon «Non mi guardare così tesoro, io non mi muovo da qui. Non ne ho proprio alcuna intenzione.» disse serio il vampiro, poi un ghigno comparì sul suo viso «A meno che non mi fai sparire con i tuoi poteri magici!».
Alyssa scosse la testa sbuffando.
«Se ti fosse possibile non farla agitare, sarebbe meglio.» lo ammonì Bonnie, che per quanto voleva bene all'amica, non ne poteva più di farle da tutor. Non aveva mai provato prima d'ora ad "insegnare la magia", era sempre stata lei a ricevere lezioni dagli altri, o ad imparare da sola dai grimori, e stava arrivando alla conclusione che era decisamente meglio come studente che come insegnante.
«Io invece credo che sia meglio proprio il contrario. Non hai sempre detto che gli stati d'animo più forti, una a caso la rabbia, aiutano la magia?» Damon canzonò la strega, che gli rispose a tono: «Certo, ma solo se si è già pratici, Mister So Tutto Io!».
Damon alzò le mani in segno di resa, e si mise a sedere a terra vicino alla finestra.
«Ok, ricominciamo… Prova a chiude-» Bonnie aveva appena ricominciato a spiegare ad Alyssa come concentrarsi sui suoi poteri magici, che la porta della stanza di Miranda e Grayson Gilbert si aprì, e fecero capolino Kol e Klaus
«Disturbiamo?» chiese come solito gentiluomo Klaus.

«Immagino di sì, fratello.» disse Kol dopo aver visto Bonnie alzare gli occhi al cielo, a cui disse «Non ti preoccupare dolcezza, ci vorrà solo un minuto».
«No, prendetevi tutto il tempo che volete, tanto per stamattina non credo riusciremo a far nulla. Anzi, forse se si distrae è meglio.» disse Bonnie ormai rassegnata, poi preoccupata chiese ad Alyssa «Ti sto facendo venire ansia? Dimmi la verità…».
Alyssa non rispose subito; effettivamente le alte aspettative dell'amica l'avevano fatta agitare parecchio, ma non sapeva che dire.
«Appena un po', è che ho tante domande ancora… Sto decisamente pensando a troppe cose, per riuscirmi a concentrare sulla mia magia adesso.» disse alla fine la ragazza.
«Che genere di domande, sirenetta?» le chiese Klaus.
«Pensavo…se io sono sia strega che sirena, vuol dire che i miei genitori sono una strega e una sirena? Oppure è possibile che siano dei semplici umani?» chiese Alyssa, mentre si arrotolava una ciocca tra le dita.
«Qualsiasi combinazione è possibile, tranne quella che entrambi siano umani. Essere una strega o una sirena è una questione genetica, per cui da qualche parte i geni che hai ti saranno dovuti arrivare. Può essere che uno dei due sia una strega sirena e l'altro un umano, oppure entrambi sono esseri sovrannaturali, una strega e una sirena.» le spiegò con calma Klaus.
«C'è un modo per scoprire cosa sono anche loro?» chiese ancora Alyssa.
«Non credo siano consapevoli di essere delle creature sovrannaturali, per cui non riuscirei a percepire nulla nemmeno da loro.» le rispose Bonnie.
«Non credo riusciresti a farlo in ogni caso, a meno che tu non faccia una comodissima bilocazione in Italia, piccola strega.» la punzecchiò Kol.
Ma Bonnie si illuminò: «Sei un genio! Ma certo! In questo modo se mi vedranno avremmo la conferma che sono streghe!».

«Tesoro, non credo che tu sappia di ciò che stai parlando. Quanto sei riuscita a rimanere in bilocazione con Durham? Cinque minuti? Ed eri a solo 200 km da qui, pensa quanto poco resisteresti con 7000 km di distanza! Non voglio sminuirti, sei molto interessante come streghetta, ma sai…» la smontò Kol.

«Comunque, credo che non dovrai aspettare molto per scoprirlo. Basterà fargli un esamino del sangue proprio come abbiamo fatto con te.» Damon si rivolse ad Alyssa, facendole saltare il cuore: «Sei impazzito?! Come pensi che potremmo fare una cosa del genere?! Dovrei dire ai miei "Ehi aspettate un attimo, date il vostro braccio al mio ragazzo, che vi taglierà una vena per farvi versare il sangue in un bicchiere e lo farà assaggiare a tre o quattro persone, così, tanto per fare"?!».

«Amore, non ti devi agitare, basterà soggiogarli.»
«Non mi piace comunque come soluzione!»
Klaus si schiarì la gola, e cercò di fermare la discussione: «Cari piccioncini, c'è qualcosa che vorreste condividere con noi?».
Damon fu il primo a calmarsi, e incominciò a rispondere all'ibrido: «Diciamo che conoscerò presto i miei futuri suoceri….» disse, voltandosi poi verso Alyssa per esortarla a vuotare il sacco.
«La mia famiglia verrà a Durham per Natale.» spiegò la ragazza, mentre ripensava alla definizione dei suoi genitori data dal suo ragazzo. Veramente li aveva chiamati "futuri suoceri"?! La cosa la rassicurava, dopotutto la sua insicurezza non era svanita.
«Oh, questo sì che è tempismo!» commentò Klaus.
«Alyssa, se vuoi davvero sapere la verità, suppongo che dovremo fare come ha suggerito Damon.» disse Bonnie.
Alyssa annuì, poi si rivolse agli Originali: «Comunque come mai siete venti qui? Avete novità?».
«Direi di sì. Elijah non è riuscito a rintracciare le sue vecchie amichette, ma ha fatto esplodere il suo gruppo su Facebook: appena ha chiesto ai suoi adepti se conoscessero sirene, hanno fatto a gara per attirare l'attenzione di mio fratello. Sembra comunque, che un buon numero di sirene sia rintracciabile nelle zone costiere, come ovvio. Dobbiamo solo aspettare un gancio sicuro, e appena avremo altre notizie, vi converrebbe andare a conoscerle solo te e Bonnie. Non sappiamo come la pensino sui vampiri.» raccontò Klaus.
«Dovrebbe cercare sirene "vampire-friendly" il mio caro Elijah, perché se lo può scordare che io non vado con loro.» minacciò velatamente Damon.
«Si fa quel che si può, amico.» lo ammonì Klaus.
«Comunque vi conviene concentrarvi sulla magia per ora…se volete vi do una mano!» disse superbioso Kol.
«Ah sì? E come faresti, tu, vampiro millenario, a dare una mano a me che sono una strega, per quel che riguarda la magia?» lo schernì Bonnie.
«Ad esempio con un leggero soggiogamento, facendole liberare la mente da tutti i suoi pensieri per un paio d'ore? E poi ti informo che prima di essere vampiro anche io praticavo la magia. E so che potresti farle provare a "sentire" la magia tramite te.» rispose Kol.
Bonnie e Damon guardarono Alyssa, come in attesa di una sua opinione sui consigli di Kol.
«Dici che con il soggiogamento e l'aiuto di Bonnie potrei iniziare ad usare la mia magia?» chiese titubante Alyssa all'Originale.
Lui si limitò ad annuire e ad avvicinarsi a lei, poi fissandola negli occhi la soggiogò a liberare la mente da ogni pensiero non inerente alla concentrazione sulla magia. Fece infine cenno a Bonnie di approfittare del momento, e la strega prese le mani dell'amica.
«Chiudi gli occhi e cerca di sentire l'energia e la magia che c'è in noi.» disse la strega ad Alyssa, ed entrambe chiusero gli occhi.
Kol fece cenno a Klaus e Damon di uscire fuori dalla stanza; una volta fuori, disse loro: «C'è qualcosa che non va in quella ragazza…».
Damon lo guardò male ed era pronto a rispondere, ma Kol lo precedette: «Non in senso cattivo, amico. Ho percepito tanta energia in lei, dovrebbe essere fortissima come strega, e di solito streghe con un potenziale del genere non arrivano a questa età senza aver mai praticato, anche per sbaglio. Non ti ha mai detto di avvenimenti strani, tipo aver dato fuoco a qualcosa, o essere stata vicina a qualcosa che ha preso fuoco senza apparente motivo? Anche se, ripensandoci, la risposta già la conosco…se avesse utilizzato la magia in precedenza avrebbe resistito al soggiogamento».
«Anche io l'ho soggiogata, ripensandoci… Senti, esperto di streghe, è possibile che un vampiro riesca a soggiogare una strega, prima che essa lo diventi a tutti gli effetti, in modo da non farle mai praticare la magia?» chiese dubbioso Damon.
«Non ho mai sentito una cosa del genere, ma sì, credo sia possibile. Le streghe sono immuni al soggiogamento solo se praticano la magia, una cosa del genere porterebbe ad un circolo vizioso in cui la strega non riuscirebbe mai a praticare la magia e sarebbe sempre a rischio soggiogamento. Perché mi chiedi questo?»
«Perché sono un coglione!» ringhiò Damon, visibilmente nervoso ora.
«Oh, amico, lo sapevamo già!» scherzò Klaus, ma il moro non rise affatto.

«Mi spieghi cosa ti frulla in quella testolina, Damon?» chiese impaziente Kol.

Damon ripensò alla Primavera del '95, quando aveva incontrato Alyssa, ancora bambina, nei boschi in Italia, e gli tornarono in mente le parole che le aveva detto per soggiogarla: ««Adesso torna indietro dalla tua mamma e rimani con lei. Da oggi in poi farai la brava bambina e non ti caccerai più nei guai, ok? Ma soprattutto dimenticati della brutta cosa che hai visto».

Il vampiro si buttò a sedersi a terra, appoggiando la schiena al muro. Alzò il viso per guardare gli Originali, e cominciò a raccontare: «Lei non lo sa, ma ho conosciuto Alyssa tempo fa, prima di andare a Durham…è successo in Italia, quando lei aveva cinque anni. Mi stavo nutrendo nei boschi, e ad un tratto ho visto questa bambina che mi guardava. Dovevo fare qualcosa, così l'ho soggiogata, le ho detto di dimenticarsi ciò che aveva visto, di tornare dalla sua mamma, di fare la brava e non cacciarsi mai più nei guai. E temo che quel fare la brava e non cacciarsi nei guai implichi anche non utilizzare la magia».
«Ovviamente. Quindi cosa proponi a riguardo? Hai intenzione di dire alla tua ragazza che l'hai incontrata da bambina e l'hai bloccata per tutta la vita con un soggiogamento, o cos'altro?» chiese incalzante Kol.
«Non lo so…» biascicò Damon, appoggiando le braccia sulle ginocchia e nascondendo la testa nell'incavo formatosi. Si sentiva il peso del mondo intero addosso. Non voleva rivelare ad Alyssa quel suo piccolo segreto, ma non facendolo lei non avrebbe mai potuto praticare la magia. Il senso di colpa aumentava sempre di più, ripensando a quello che sarebbe successo di lì a poco: Alyssa l'avrebbe odiato per averle nascosto tutto questo, poi avrebbe imparato ad usare la magia, e con questo le sarebbero tornati in mente i momenti che lui le aveva fatto dimenticare. Si sarebbe ricordata del mostro che si nutriva di un cacciatore nel bosco, e dell'altro mostro che l'avrebbe violata se Damon non fosse arrivato in tempo. E questa volta non ci sarebbe stato modo per aiutarla a dimenticare o ad andare avanti. Ne sarebbe uscita distrutta.
«E se non usasse la sua magia?» azzardò Damon agli Originali.
«Non puoi parlare sul serio!» lo ammonì Kol, mentre Klaus scuoteva la testa.
«E invece sì. Voi non avete idea…sarebbe troppo per lei.» disse Damon, poi si decise a raccontare i suoi dubbi ai due fratelli.
«Non c'è altro modo. Devi annullare il tuo soggiogamento, o entrambi se vuoi, tanto non ci vorrà molto che si annulli da solo, e accettarne le conseguenze, così come dovrà fare lei.» disse Klaus, e suo fratello aggiunse: «È una strega, ne uscirà più forte di prima, fidati di me».
La porta della stanza si aprì, e Bonnie si avvicinò a loro.
«C'è qualcosa che non va.» sentenziò.
«Lo sappiamo. Devo fare una cosa.» disse Damon, lasciando i fratelli Mikaelson a spiegare tutto alla strega, ed entrò nella stanza nella quale c'era ancora Alyssa.
Era seduta a gambe incrociate sul letto matrimoniale di Meredith, nella stanza che un tempo non molto distante, ma che sembrava già lontanissimo, era stata dei genitori di Elena e Jeremy.
Damon l'ammirò per un attimo infinito: il viso rilassato, tranquillo, con quegli occhioni verdi che brillavano quando lo vedeva, le labbra come petali di rosa piegate in un timido sorriso, e i capelli lisci color cioccolato che incorniciavano il tutto. Sentiva che tutto ciò sarebbe andato perso nel giro di qualche minuto. Ma non poteva tirarsi indietro. Doveva fare la cosa giusta per tutti, anche se per lui e Alyssa sarebbe stata molto dolorosa.
Si sedette sul letto, e prese la mano di Alyssa.
«Amore mio… Sei bellissima, come sempre. Sei così delicata, e sembri così fragile adesso. Ma lo sarai ancora per poco. Perché presto diventerai una strega a tutti gli effetti. Imparerai ad usare la tua magia, e sarai più sicura di te. Vedrai, you'll gonna kick ass!» Damon fece una risatina, ma Alyssa era rimasta come freezata, con quel mezzo sorriso sul viso, e il vampiro si ricordò di un'altra cosa.
«KOL!» urlò, ma Alyssa non si scompose.
Subito l'Originale entrò nella stanza, esordendo con un «Ci eravamo appena arrivati anche noi…se non annullo il mio soggiogamento non capirà una beata mazza di quel che le dirai».
«Esatto. Ti spiacerebbe…?» gli disse Damon, e l'Originale annullò il suo soggiogamento, uscendo poi dalla stanza.
«Perché stavi dicendo quelle cose prima?» chiese confusa Alyssa.
Damon chinò il capo. Si sentiva già a pezzi, e non aveva nemmeno iniziato.
«So perché non riesci ad usare la tua magia, Alyssa.» confessò.
«Anche tu sei un esperto di magia?» ironizzò la ragazza, ma il vampiro non accennò nemmeno a sorridere.
«Vorrei davvero esserlo in questo momento, ma no, non sono un esperto di magia. So perché non puoi usarla, semplicemente perché la causa sono io.» terminò il vampiro, guardandola negli occhi, con lo sguardo accigliato.
«Damon, ti accusi di troppe cose. Sul serio. Non mi sorprenderebbe sapere che pensi che anche il buco dell'ozono sia colpa tua.» gli disse Alyssa di rimando.
«Amore… Mi piacerebbe che tutto ciò fosse uno scherzo, ma non lo è. Ti devo raccontare un paio di cose…» iniziò Damon, poi le chiese: «Quando ci siamo incontrati la prima volta?».
«Il primo sabato dopo l'inizio dell'università, mi pare fosse il 3 settembre. Perché?» Alyssa non riusciva a comprendere dove volesse andare a parare.
«Perché non è così. Quella è la prima volta che ricordi tu. La VERA prima volta te l'ho fatta dimenticare soggiogandoti.» ammise il moro.
«Ma che…Oh…Forse ho capito. Mi hai vista davanti alla Duke e per qualche strano motivo non volevi me lo ricordassi? C'entra qualcosa Elena?» tentò di capire la ragazza, ma Damon scosse la testa.
«17 Aprile 1995. Quel giorno ci siamo incontrati per la prima volta io e te, Alyssa.» disse tutto d'un fiato il vampiro.
Alyssa cercò di trattenersi per un po', ma non ce la fece, e scoppiò in una rumorosa risata.
«Damon, so che per te il tempo non passa mai, ma io avevo cinque anni! Ero in Italia! E non vedo come sia possibile che ci siamo incontrati proprio quel giorno, per di più in Italia…» replicò Alyssa, incredula.
«Tra poco lo ricorderai, ma prima che te lo faccia ricordare, voglio che tu sappia che non sono più così. Credo che lo sappia anche tu. Sono migliorato. Mi sento un uomo migliore, anche se in questo momento mi sento più una merda che un uomo.» disse il vampiro, poi la guardò intensamente negli occhi e continuò: «Voglio che tu ricordi cos'è successo quel maledetto 17 aprile 1995. Voglio che il mio soggiogamento di quel giorno sia annullato».
Alyssa rivide nella sua mente la scena che Damon le aveva fatto dimenticare, e d'istinto ritirò la mano dalla presa di Damon, che abbassò lo sguardo fattosi lucido. Ma Alyssa si ricordò anche di quel "mostro" che vedendo una bambina si era intenerito e aveva scelto di farle dimenticare una scena simile piuttosto che diventare il dessert. Così riprese la mano al vampiro.
«Sinceramente mi ferisce più il fatto che tu non me l'abbia raccontato subito, oppure quando mi hai raccontato tutto di te, Elena e gli altri.» ammise la ragazza.
«Perché ancora non lo sapevo. Mi sono reso conto che eri tu quando ti ho aiutata a traslocare da noi. Ho visto la tua foto da bambina, e mi è tornata in mente quella scena.» le spiegò lui.
«Per questo mi hai fatto tutte quelle domande sulla foto e sull'anello…» rifletté Alyssa, giocando inconsciamente proprio con quell'anello, poi continuò: «E tutto questo come può avere a che fare con la mia magia?».
«Perché ti ho ordinato di stare lontana dai guai, e purtroppo essere una strega e utilizzare i propri poteri significa venire immischiata in guai all'infinito. Ma non ho ancora finito… C'è un'altra volta in cui ti ho soggiogata, in cui ti ho resa più prudente. Lo ricorderesti comunque, una volta che riuscirai ad usare la magia. Per cui, per essere sicuri che i miei soggiogamenti non "blocchino" la tua magia devo farti ricordare anche questo, anche se farà molto più male. Ad entrambi. Ricordi quando siete uscite tutte voi ragazze insieme? Che poi non ricordavi cosa fosse successo, e Caroline ti ha detto che avevi litigato con Elena e per quello eri turbata? Ecco…non è andata proprio così…» le disse Damon, poi annullò anche quel soggiogamento. Teneva stretto le mani della ragazza, che un attimo dopo l'altro si stringevano sempre più attorno alle sue, man mano che ricordava quella terribile serata.
Alyssa iniziò a singhiozzare, e dai suoi occhi iniziarono a scendere le lacrime. Damon si avvicinò pian piano a lei, non sapendo se abbracciarla o meno, ma alla fine fu lei ad accoccolarsi sul suo petto, singhiozzante, e lui la strinse forte a sé.
«Mi dispiace Alyssa, mi dispiace così tanto. Ho portato solo dolore, bugie e sventure nella tua vita. Spero che un giorno mi perdonerai.» le sussurrò il vampiro all'orecchio.
«Sei il solito idiota.» gli disse Alyssa, tra un singhiozzo e l'altro.
«Lo so. Hai ragione.» le disse sommessamente lui.
«Che non capisce niente.» disse Alyssa, e si allontanò da Damon, asciugandosi le lacrime.
«Beh, forse è meglio se me ne vado. Se te la senti, dopo, Bonnie potrà continuare a darti lezioni di magia.» disse il moro, accennando un mezzo sorriso per nulla convincente, e iniziò ad alzarsi dal letto. Ma Alyssa lo bloccò, prendendogli la mano.
«Non capisci proprio niente.» gli disse. Lui la guardò confuso, e lei continuò: «Questo tuo sentirti inferiore, in torto, il male in persona…quando finirà? Non sei la persona peggiore su questa terra! Non ci vai nemmeno lontanamente vicino! Forse il nostro primo incontro….sì, di quello avrei potuto fare a meno probabilmente. Oppure no. Se tu dici che mi ha "bloccato" la magia, beh, è un altro motivo per esserti grata. Cosa avrei potuto fare in Italia, da sola, se avessi capito di essere magica? Solo danni. Qui ho te, ho Bonnie, ho tutti i tuoi amici, che ora sono anche miei, e tutti voi fate di tutto l'uno per l'altro, anche se spesso cercate di nasconderlo, forse per orgoglio. E come sarebbe andata quella serata con le ragazze, se tu come un vero bodyguard non ci avessi seguite? Tu mi hai portato solo amore, mi hai aperto gli occhi su un altro mondo, mi stai facendo scoprire la gioia di poter aiutare gli altri con le mie capacità. E non vedo l'ora di imparare il più possibile da Bonnie, così non dovrà più fare tutto da sola. Pensa, potrei anche riuscire a proteggerti da quei maledetti elfi! Per cui no, non capisci niente, sei un idiota, perché io non ho proprio nulla da perdonarti».
Damon aveva completamente cambiato espressione, ma non guardava Alyssa.
«Guardati attorno amore…» le disse, voltandosi a destra e sinistra.
Lei spostò lo sguardo dal viso del suo ragazzo, e vide la candela che aveva tanto provato ad accendere prima con Bonnie: aveva una fiammella che ardeva vigorosa! Ma non solo…le altre candele sparse per la camera, che sarebbero servite "una volta superato il primo livello" come le aveva detto Bonnie, erano tutte accese! Guardò di nuovo Damon, entrambi avevano un espressione di estrema gioia sul viso, e tuffò le labbra su quelle del bel vampiro, baciandolo appassionatamente, con le mani a coppa sul suo viso.
Ma dopo un po' lui si allontanò di scatto, appoggiandosi al mobile davanti al letto.

Alyssa lo guardò esterrefatta per il suo comportamento, ma quando vide il suo viso inorridì: sulle guance del vampiro c'erano impresse le mani di lei, così come le aveva appoggiate durante il bacio, e le labbra erano anch'esse marchiate a fuoco.

«BONNIE!» strillò il vampiro, e subito la porta si aprì e comparve Kol, seguito appena dopo dalla strega. I due si pietrificarono vedendo la scena: le candele tutte accese, il viso bruciacchiato di Damon, lui terrorizzato e Alyssa inorridita da se stessa.
«Beh, suppongo che il blocco sia sparito…» disse ironicamente l'Originale.
«Ti sembra il momento di scherzare?!» lo ammonì la strega, avvicinandosi pian piano ad Alyssa.
«Ehi, è tutto ok, tutto nella norma…ha vent'anni di magia repressa dentro di sé, è perfettamente normale che i primi tempi abbia qualche problema nel controllarla.» spiegò Kol.
«Damon, Kol, lasciateci sole per favore.» disse solennemente Bonnie, e i due vampiri uscirono dalla stanza, chiudendosi la porta dietro di loro.
«Non preoccuparti amico, potrai sbaciucchiartela ancora presto! Devi darle solo il tempo di prendere le misure con la magia.» disse Kol a Damon, cercando di tirarlo su, ma non sortì alcun effetto.
«Puoi stare tu qui? Vorrei andare al piano di sotto e stare un po'…lontano. Chiamami solo se dovessero avere bisogno di me.» disse tristemente Damon, ancora sotto shock.
«Nessun problema.» disse l'Originale, e si sedette a terra appoggiando la schiena alla porta, mentre Damon stava già scendendo le scale.

Non appena si chiuse la porta, Alyssa scoppiò a piangere.
«Aly, devi cercare di mantenere la calma, o i tuoi poteri potrebbero avere la meglio sulla tua mente.» la spronò Bonnie, ma la ragazza non riusciva a calmarsi.
«Ok, se proprio vuoi sfogarti e piangere, guarda almeno cosa possiamo fare…» disse la strega, sedendosi di fronte a lei sul letto. Mise le mani sotto il viso di Alyssa, a qualche centimetro di distanza, e le lacrime iniziarono a prendere vita: si staccarono dal viso della ragazza, e iniziarono a formare una palla d'acqua sospesa tra le mani di Bonnie.
Alyssa pian piano smise di piangere, e l'amica iniziò a muovere le mani plasmando quel che erano le sue lacrime in gorgoglii e getti, poi le fece vedere che poteva anche farle prendere la forma che voleva: una piuma che si agitava nell'aria, un delfino che saltava fuori dall'acqua, una rosa che si schiudeva. Infine fece cambiare stato alle lacrime, trasformandole in ghiaccio. Porse la rosa di ghiaccio all'amica, e le disse: «Possiamo fare cose bellissime con la nostra magia. E se a volte capita di sbagliare, e fare cose brutte, possiamo sempre porci rimedio. Visto?».
Alyssa sembrò essersi calmata, e chiese all'amica di continuare con le lezioni. Voleva imparare il più possibile, e in fretta. Doveva riuscire a gestire la sua magia, se non voleva distruggere il suo rapporto con Damon.

Non appena arrivato in fondo alle scale, Damon si ritrovò davanti suo fratello ed Elena.
«Oh mio Dio, cos'è successo?» chiese Elena stupita e preoccupata allo stesso tempo.
«Niente» rispose lui scocciato.
«Seriamente fratello, cosa sono quei segni che hai in faccia?» chiese Stefan, seguito da Elena: «E perché non stanno guarendo?».
Damon dapprima non capì ciò che gli aveva detto Elena, poi si avvicinò allo specchio affianco al portone e capì quel che intendeva: i segni procuratogli da Alyssa erano ancora lì. E non accennavano a guarire. Sembravano cicatrici. Ma i vampiri non avevano mai cicatrici, perché guarivano in fretta.
«Damon? Dicci cos'è successo…» lo chiamò il fratello, sfiorandogli la spalla con la mano, ma il moro lo respinse.
«HO DETTO NIENTE!!!» urlò Damon adirato, scostando la mano di suo fratello, e si allontanò in fretta, andandosi a chiudere nello studio.
Elena e Stefan si guardarono preoccupati, si presero per mano, e all'unisono dissero: «Andiamo», avviandosi per le scale.
Arrivati davanti alla porta della stanza dei suoi genitori, Elena e Stefan si ritrovarono di fronte Kol.
«Mi spiace, accesso autorizzato solo alle streghe.» disse ironicamente l'Originale.
«Che sta succedendo?» chiese serio Stefan.
«Niente» rispose l'altro, facendo spallucce.
«Kol, ho visto com'è conciato mio fratello! Vuoi dirmi tu quel che sai, o devo spezzarti l'osso del collo e passare sul tuo temporaneo cadavere per poter entrare in quella stanza?»
«Ehi amico, vacci piano con le minacce. L'ultima cosa che serve in questa casa è ulteriore agitazione.» disse Kol alzandosi, poi continuò: «Diciamo che la sua fidanzatina era bloccata, non riusciva ad utilizzare la sua magia, lui l'ha fatta sbloccare e quello è il risultato.».
«Vorresti dire che è stata Alyssa?» chiese incredula Elena.
«Pensavo fosse successo qualcosa con Bonnie…l'ho sentito urlare il suo nome…visto come si comportano ancora a volte, credevo ci fosse stato qualche screzio…» rifletté a voce alta Stefan.
«No, Bonnie era qui fuori con me.» disse l'Originale, indeciso se aggiungere altre informazioni, non davvero rilevanti.
«Ma come mai non guarisce?» chiese ancora Elena.
«Per ogni veleno c'è un antidoto cara.» rispose criptico Kol.
«Deve guarirlo Alyssa…con un incantesimo…» biascicò sovrappensiero Stefan.
«Beh, e perché non l'ha fatto?!» continuò l'interrogatorio Elena, agitandosi sempre più.
«Non c'è modo di disfare qualcosa se non sai com'è stato fatto.» sentenziò Kol.
Elena guardò turbata prima Kol, poi Stefan, ma nessuno dei due fiatò. Così si lanciò sulla porta, schivando Kol, ed entrò nella stanza.
«Che diavolo hai fatto a Damon?!» chiese nervosamente Elena ad Alyssa.
La ragazza era in piedi davanti alla finestra aperta, Bonnie affianco a lei.
«Elena, te lo dico da amica, ti conviene uscire velocemente da questa stanza.» le disse la ragazza, e Bonnie aggiunse: «E chiuderti la porta dietro e andare al piano di sotto a velocità vampiresca. Consiglio da migliore amica.».
«Dovete smetterla di lasciarmi fuori e nascondermi le cose!» continuò Elena.
Kol e Stefan intanto l'avevano raggiunta, e quest'ultimo le disse: «Amore, non è il momento, andiamo via.».
Dalla finestra iniziò ad entrare nella stanza un ramo dell'albero in giardino, e Bonnie era allo stesso momento euforica e preoccupata.
«Elena, non riesce ancora a controllare la magia, dovresti lasciarci sole finché non si sarà assestata.» disse con tutta la calma possibile la strega all'amica.
«Non sapete come guarirlo, vero? È questo il problema?!» disse Elena, ma Alyssa, tentando di non sconcentrarsi, le rispose sommessamente: «Smettila Elena…per favore…».
La vampira non l'ascoltò, e alzando il tono di voce urlò: «Rispondimi, MOSTRO!».
In quel preciso istante Alyssa si voltò di scatto e come una furia le urlò: «HO DETTO DI SMETTERLA!».
Tutto successe in un attimo: il ramo che stava entrando pian piano dalla finestra sfrecciò velocemente puntando Elena, ma Kol le si parò davanti, mentre Stefan prese Elena e a velocità vampiresca la portò fuori dalla stanza. Il ramo trafisse il petto di Kol, e terminò la sua corsa sulla parete del corridoio, di fronte ad Elena, squarciando il muro. Tutti rimasero atterriti.
«Cosa ho fatto? Oddio… Bonnie… Non volevo…» biascicò Alyssa in preda al panico, ma la strega le disse soltanto: «Non ti agitare. Concentrati e cerca di far ritirare il ramo o non potremo liberarlo.».
A quelle parole la ragazza strinse l'anello che aveva al collo, fece dei respiri profondi, e il ramo iniziò a ritirarsi pian piano.
«Così, continua…» la incoraggiò Bonnie, e dopo un minuto il ramo era tornato come all'origine.
La strega si avvicinò all'Originale e lo prese tra le braccia, carezzandogli il viso ingrigito e reso pieno di crepe dalla morte temporanea, poi chiese a Stefan di portarlo sul divano in salotto, e il vampiro se ne andò al piano inferiore con Elena, che non aveva più aperto bocca.
«Ti serve proprio un talismano.» disse Bonnie ad Alyssa.
«Un…talismano? Cioè?» chiese ignara la ragazza.
«È un oggetto in cui possiamo riporre parte della tua magia, e ti aiuterà a controllarla o ad attingere da essa se ne avrai bisogno in futuro. Credo che l'anello che stavi stringendo sarebbe perfetto come talismano, con l'aggiunta di una pietra di avventurina come pendente, che avevo proprio qui…» rispose la strega, e andò verso la borsa che teneva affianco al comodino. Cercò per un po', e infine trovò la pietra. Tornò vicino ad Alyssa, le chiese l'anello e ci agganciò la pietra.
«Tienilo in mano, mentre io faccio l'incantesimo. Tu mi dovrai aiutare, e dovrai concentrarti sulla tua magia in modo da farne defluire quel che basta nel ciondolo.» spiegò Bonnie all'amica, e iniziarono l'incantesimo.

Damon era seduto alla scrivania nello studio di casa Gilbert. Picchiettava nervosamente con le dita sul ripiano, pensando a ciò che era successo con Alyssa: un attimo prima erano così contenti, e in un istante la gioia si era tramutata in terrore. Ma d'un tratto sentì urlare dal piano di sopra. Cercò di capire cosa stava succedendo: sentì le voci di Elena, Alyssa, Bonnie e Stefan, ma non riuscì a distinguere cosa dicessero, con Jeremy, Matt e Tyler nella stanza affianco che facevano chiasso. Ma dopo riuscì a sentire un forte tonfo. E il silenzio.
Non sapeva cosa fare. Si era ripromesso di non tornare più lassù, a meno che non lo chiamassero. Rifletté per un po', indeciso sul da farsi.
«E se nessuno potesse chiamarmi?» pensò, e in un attimo fu fuori dallo studio.
Arrivato davanti alle scale, però, vide Elena e Stefan che stavano tornando giù, quest'ultimo trasportando un inerte Kol sulle spalle.
«Cos'è successo?» chiese Damon.
«Niente.» rispose secco Stefan.
«Oh, capisco. Chi di
niente ferisce, di niente perisce.» disse ferito nell'orgoglio il moro.
«Non è il momento Damon.» continuò il fratello, ma Elena non era d'accordo: «Stefan, forse è ora di spiegarci tutti anziché fare i misteriosi», poi si rivolse a Damon «È colpa mia.».
«Hai pugnalato Kol?! Perché?» chiese sorpreso il vampiro, ma lei gli rispose, spiegandosi meglio, con un velo di senso di colpa: «No… Ho fatto innervosire la tua ragazza, che ha cercato di infilzarmi con un ramo incantato, ma Kol si è messo davanti a me e…questo è il risultato.».
«Oh.» disse soltanto Damon, che era rimasto di stucco.
Solo dopo essersi ripreso, suppose, con una punta d'orgoglio: «Quindi la mia reginetta ha fatto progressi…». Si avviò verso le scale, ma Stefan gli si parò davanti: «Meglio non stuzzicarla ancora, o potrebbe fare esplodere la casa e tutti noi insieme ad essa.».
«Non preoccuparti fratello, starò buono buono davanti alla porta. Voglio essere il primo a vederla quando uscirà da lì.» ribatté il moro, e continuò per la sua strada. Arrivato davanti alla porta non riuscì a fare a meno di sorridere. Sentiva che presto si sarebbe sistemato tutto, anche il piccolo inconveniente che aveva sulla faccia. Si sedette a terra, appoggiandosi alla porta, e si rilassò in attesa della fine della lezione di magia.

«Come ti senti?» chiese impaziente Bonnie.
«Più rilassata. Più leggera. Più forte.» rispose Alyssa soddisfatta, poi distese le braccia davanti a lei e le guardò come se stesse facendo i raggi-X con lo sguardo «Quest'energia, la magia. La sento. La percepisco. Molto più chiaramente di prima. Credo di riuscire anche a gestirla come voglio, ora».
«Bene, allora tutto è andato come previsto.» disse Bonnie dopo aver fatto un profondo sospiro di sollievo.
«È possibile che io senta delle cose che non riuscivo a sentire prima?» chiese Alyssa all'amica.
«Cosa intendi?» chiese di rimando la strega.
«Percepisco delle presenze. E "sento" degli incantesimi nella mia testa, anche se non li conosco e non so a cosa servono.» chiarì la ragazza.
«A me non è mai successo, ma sì, credo sia possibile.»
«Dici che posso fidarmi del mio istinto quindi?»
«Ho quasi paura a rispondere a questa domanda, ma sì. Noi streghe dobbiamo seguire l'istinto la maggior parte delle volte.»
«Ok» terminò Alyssa, e con un gesto della mano fece aprire la porta della stanza. Damon cadde all'indietro come un sacco di patate, e scatenò le risate della ragazza, mentre Bonnie era rimasta sorpresa dall'abilità dell'amica.
Damon alzò lo sguardo e incontrò quello di Alyssa, e si mise a ridere come lei, mentre rimaneva sdraiato a terra.
«E così sentivi la mia presenza, amore?» disse Damon ad Alyssa quando si alzò da terra.
«Già, spione.» rispose soddisfatta lei, e si avvicinò a lui.
«Come stai?» le chiese sincero.
«Alla grande. E presto starai bene anche tu. Non avere paura.» gli rispose, mentre avvicinava le mani ai segni che aveva sul viso, e le labbra a quelle del vampiro. Lo baciò dolcemente, e quando si staccò, i segni erano svaniti.
«Oh mio Dio. Non avevo mai visto niente di simile.» biascicò Bonnie.
Damon non capì l'uscita di Bonnie, finché non si portò le mani al viso, e sentendolo liscio come prima rivolse ad Alyssa un placido sorriso.
«Lo sapevo che saresti stata una bomba come streghetta, e che avresti rimesso tutto a posto in men che non si dica.» disse soddisfatto, e la ragazza si sentì orgogliosa di se stessa, di come stavano andando le cose, nonostante tutto.
«Direi che la mia lezione è già finita.» disse Bonnie facendo spallucce, poi si congedò: «Vado giù a vedere se Kol è tornato tra noi».
«Arriviamo anche noi.» disse Alyssa, poi si rivolse a Damon: «Non prima di aver provato un'altra cosa».
La ragazza baciò appassionatamente il vampiro, e lui dopo un attimo di esitazione ricambiò. Entrambi sentivano la passione e un pizzico di pericolo, ma si lasciarono andare alla prima.
Quando si staccarono, prima di riaprire gli occhi, lei gli domandò: «Tutto ok? Non hai sentito bruciare niente stavolta?».

«Niente, a parte il cuore.» rispose lui, baciandola ancora.


Eccomi, I'm back! =)
Sono tornata, e spero di riuscire a postare almeno una volta al mese… Voglio che questa storia giunga alla fine ma se non posto mai diventerà infinita! =D
Questo capitolo è incentrato sulla magia (mi piace!): nella serie TV non lasciavano molto spazio alle streghe, per cui ho sentito il bisogno di dedicare molto spazio a loro…
So che è passata un'eternità dall'ultimo aggiornamento, ma spero che qualche vecchio lettore sia rimasto affezionato alla storia e abbia ancora voglia di leggerla… ;)
Nei prossimi capitoli dedicherò ancora molto spazio alle streghe (bisogna trovare l'incantesimo per gli elfi!) e FORSE scopriremo qualcosa in più sulle sirene! Per cui continuate a seguire la storia! ;)
Al prossimo capitolo! =)

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ElenaDobrevSomerhalder

   
 
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