Capitolo scritto da Stuck93

Cap.1 California

Viaggiare in aereo non era la cosa che amava di più al mondo, ma in qualche modo doveva pur fuggire da quel posto che lei stessa aveva distrutto con le sue mani. Il padre la guardava nei suoi occhi verde smeraldini con un aria quasi amareggiata... era colpa di quell'ingrata figlia se ora dovevano scappare dall'Italia. Era colpa sua se tutti i vicini erano svaniti nel nulla, se erano stati minacciati dal Governo di andarsene di lì se non volevano venire arrestati per sospetto sequestro di persona. Era colpa di quella ragazzina e dei suoi strani poteri. Lei ricambiò lo sguardo severo e inquisitore di lui con un altro altrettanto schizzinoso, poi tornò a guardare l'Atlantico che scorreva rapido sotto di loro. “Vuoi parlare?” chiese lui con un tono di voce piuttosto incrinato, lei non rispose e si scostò una ciocca di capelli castani dal volto. “Crystal piantala di comportarti così! Smettila di essere arrabbiata, non è colpa mia se non possiamo rimanercene in Italia!” “Avremmo potuto trovare un altra soluzione!” Crystal girò la testa di scatto e fulminò il padre con lo sguardo “So che è dura...” rispose lui spaventato, in un modo più pacato e gentile, anche se lei capiva che quel tono era falso, fatto solo per calmarla, perchè aveva paura di lei! “Non potrò vedere più Miriam e Chiara... sai che significa?” “Ma per favore! Voi giovani avete un sacco di modi per comunicare! Internet, emmessenne o come si chiama!” lei incrociò le braccia scettica “Non è la stessa cosa” lui sbuffò “Hai sempre quel nano biondino che è comparso dal nulla a farti compagnia” “Chi sarebbe il fagiolino microscopico!?!” una testa bionda si intromise in mezzo ai sedili di Crystal e suo padre Paolo urlando infuriata facendo sobbalzare tutti i passeggeri dell'aereo. La ragazza si girò sospirando “Calmati Ed!” il viso del biondo era paonazzo, ma si rimise a sedere al suo posto “Scusami, è che non ci sono ancora abituato a questo mondo e a questa vita...” “O forse non sei abituato ad essere chiamato piccolo!” aggiunse una voce metallica all'interno di un'armatura con un tono ironico. “TUTTI E DUE!” ribattè Edward seccato, mentre Crystal fece loro segno di fare silenzio, siccome tutti gli occhi erano puntati su di loro. “Mi dispiace Ed! Troverò una soluzione, te lo prometto!” sussurrò loro. “Spero solo che tu dica la verità Crystal!”

“Eccoci arrivati! Long Beach! California!” esclamò Paolo dando tutte le valigie ad Alphonse, il ragazzo in armatura, che era più grosso addirittura di lui, che era un uomo alto e corpulento fuori dalla norma. “Evviva il mare! È dai tempi in cui la Maestra ci ha segregato su quell'isola che non lo vedo!” “Ma fratellone! Non era il mare, era un lago!” ribattè Al portando le valigie nella loro nuova casa. Una casa enorme, con piscina, degna delle spiagge della California, bianca, con un giardino sontuoso e ricco di palme. Paolo se lo poteva permettere, ma nonostante il lusso Crystal si sentiva a disagio in quel posto nuovo. Al e Ed invece erano abituati ai continui cambiamenti di luogo e perciò non si ponevano domande. Lei lo sapeva, sapeva tutto di loro, sapeva la loro storia passata e la loro storia futura, aveva letto la loro storia. Li aveva portati lei in quel mondo, era lei che aveva rovinato la loro vita, anche se i due fratelli Elric non l'accusavano, né la facevano sentire in colpa di quello che era accaduto. Vedere i personaggi dei suoi Manga preferiti camminare e parlare davanti a lei era sempre stato il sogno di Crystal, e il suo primo fumetto è stato proprio Fullmetal Alchemist. L'avventura dei due Alchimisti era stata così coinvolgente che aveva cominciato a leggere le loro storie ad alta voce. Da quel momento la sua vita era cambiata, era stata distrutta.

L'interno della villa era degno dell'esterno, in legno fine con delle colonne di marmo bianco... a Crystal sembrava di vivere in una puntata di “the O.C”, ma non proferiva parola, mentre i due Elric rimasero a bocca aperta. “Questa è meglio della casetta che avevate laggiù!” esclamò Edward correndo su per le scale a vedere le camere. L'arredamento era ridotto al minimo, ma era comunque un'abitazione elegante e confortevole, Al ed Ed ci si abituarono subito e senza problemi. Quando ebbero finito di disfare i pochi bagagli, Paolo li portò fuori a cena, siccome non era capace di cucinare qualcosa di decente, nemmeno dopo la morte della moglie, ma Paolo de Rossi si poteva permettere tutti i lussi e gli sfizi possibili. Era il vice direttore di un'azienda famosissima e ricca, che dopo quello che Crystal aveva combinato avevano deciso di aprire una filiale all'estero che lui avrebbe diretto. Appena arrivati al ristorante i tre trovarono una scusa per giustificare l'armatura di Al. I fratelli Elric e Crystal avevano spiegato la situazione a Paolo in parole povere ma che gli fecero capire che Alphonse era l'armatura. L'uomo aveva quindi cominciato a sopportare quei due estranei come se fossero stati figli suoi, anche se controvoglia.

“Domani Crystal ed Edward cominceranno a frequentare la Saint Joseph's School, è una scuola privata molto esclusiva!” decretò Paolo a metà cena. Edward spalancò gli occhi dalla sorpresa, mentre Crystal era seccata “E Al? Non possiamo lasciarlo solo!” “Calmati, biondo. Al non può andare a scuola come un normale ragazzo, non so nemmeno se lo farebbero entrare! Rimarrà a casa con me. Il mio nuovo lavoro mi permettere di svolgere le mie attività lì per un po'” rispose lui mantenendo la calma, Al sussurrò al fratello di non prendersela mentre Crystal era pensierosa -Ed avrà si e no quindici anni, e non è mai andato a scuola prima d'ora, a parte Winry ha poca familiarità coi coetanei... sarà un impresa per lui ambientarsi- “Ed...” “Sì?” “Niente alchimia a scuola!” al piccolo alchimista gli si spalancarono gli occhi e la bocca “In questo mondo non esiste niente del genere, penso di avertelo già spiegato no?” Al rise di gusto e la sua risata rieccheggiò nell'armatura vuota “Tranquilla, noi usiamo l'alchimia solo quando siamo in difficoltà” Ed era piuttosto seccato, ma non ribattè, anche se l'idea di frequentare quel posto non gli piaceva nemmeno un po'... voleva tornare nel suo mondo,cercare la pietra filosofale e riprendere i propri corpi. Quanto tempo erano lì? Quattro mesi ormai, il signor de Rossi aveva procurato ai due nuovi documenti tramite conoscenze e corruzioni all'anagrafe. Ora erano figli del fratello deceduto di Paolo, quindi cugini di Crystal. Quella ragazza fu l'unica ad accoglierli con serenità e li fece sentire a loro agio in quel mondo sconosciuto, e l'avevano cominciata a trattare come una vera cugina, fino a che insieme non avrebbero trovato il modo di tornare a casa, ad Amestris. Ed non sapeva come faceva, ma quella ragazza sapeva tutto di loro, del loro passato, dei loro gusti, i loro problemi...

“Forza, adesso a nanna, che domani si comincia!” esclamò Paolo entrando in casa. Al rimase silenzioso al piano di sotto dopo aver dato la buona notte ai tre. “Se ti annoi durante la notte, puoi sempre guardare la tv!” sorrise Crystal salendo le scale “Ok, grazie, lo farò!” la televisione, che gran invenzione per far passare velocemente la lunga notte che prima sembrava non passare mai. Grazie a quella scatola aveva capito quanto triste e complessa fosse la società di quel mondo, delle guerre, della difficoltà di molte persone... Ma almeno non avevano la minaccia Homunculus...

Il prossimo capitolo sarà scritto da Bravesoul e io risponderò alle recensioni (sempre se ci saranno^^)

See You Soon Guys!