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Autore: hoseki_san    07/03/2016    2 recensioni
Adesso la freddezza era totalmente scomparsa: al suo posto, era tornato quel sorriso tanto falso quanto vero che lo supplicava di stare da lui per una ragione alquanto ignota.
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Piccola one shot su Guren e Shinya ai tempi delle superiori *u*
Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Guren Ichinose, Shinya Hīragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio una lettura lenta, per evitare eventuali incomprensioni e per immergersi in un clima rilassante e piacevole
 
Tarda notte.
Shinya e Guren erano seduti uno di fronte all’altro, con i gomiti posati sullo stretto tavolo di legno al centro della stanza. Il primo appoggiava stancamente il mento sulle mani e osservava sorridendo il secondo, che staccava gli occhi dal libro su cui stava studiando solo per vedere se l’Hiragi che aveva davanti era ancora sveglio.
“Dai, Shinya, torna a casa tua: ti stai addormentando qui a casa mia”.
“No”.
Una risposta secca, un monosillabo che echeggiò lievemente nella stanza in cui di giorno entrava più luce ma che adesso era quasi totalmente buia.
Guren si sorprese di un ‘no’ così freddo da parte sua.
“Non posso tornare ‘sta sera,” continuò l’albino.
“Prego?”
“Per favore, posso restare qui da te questa notte?”
Adesso la freddezza era totalmente scomparsa: al suo posto, era tornato quel sorriso tanto falso quanto vero che lo supplicava di stare da lui per una ragione alquanto ignota.
Guren sospirò. “Perché non puoi tornare a casa?”
“Problemi familiari”.
“Questa è la giustificazione che fai a scuola quando bigi”.
“Io non ho mai bigiato!”
“Non urlare..!,” lo zittì Guren, posandogli la mano sulla bocca. “Di là ci sono Sayuri e Shigure che dormono..!”
Shinya sfoderò un sorrisetto.
..
Guren ritirò immediatamente la mano, arrossendo molto visibilmente alla luce della lanternina a olio posata sulla parte sinistra del tavolo.
“I-Idiota!,” gli gridò contro Guren, pulendosi la mano sulla camicetta dell’uniforme che aveva ancora indosso.
“Sh! Di là ci sono Sayuri e Shigure che dormono!,” gli fece il verso Shinya, ridendo sottovoce. “Aah, Guren, Guren.. tutta questa reazione per una leccatina sul palmo della mano..,” aggiunse successivamente, appoggiando il mento sulle nocche e lasciando l’altra mano a penzoloni sull’orlo del tavolo. Sorrideva come suo solito.
“T-Taci..,” mormorò ancora rosso l’Ichinose, mentre cercava di riconcentrarsi sulla lezione che doveva studiare per il giorno dopo.
“Certo Guren che però sei un po’ irresponsabile, eh,” commentò l’albino.
“Scusa?”
“Ti riduci parecchio tardi per studiare, guarda che è quasi mezzanotte”.
“A maggior ragione, tu tornatene a casa!”
“..Quindi non mi vuoi ospitare?” Improvvisamente Shinya smise di sorridere e prese a guardare altrove, cercando di intravedere qualcosa attraverso il buio della stanza. Ora aveva lo sguardo malinconico, tamburellava con le dita sul tavolo seguendo un certo metodo indecifrabile per le altre persone ma per lui totalmente semplice. “È che ‘sta sera proprio non posso..”
“Posso saperne il perché?,” chiese in modo abbastanza rude l’altro, non alzando neanche gli occhi dal libro.
“E a cosa ti servirà saperlo? Voglio restare qui con te, punto. E tornare a casa non servirebbe a nulla”.
Dopo aver udito ciò, Guren alzò lo sguardo, e vide uno Shinya che non aveva mai visto. I suoi occhi erano lucidi, si intravedeva che stava mordendo internamente le sue labbra per non piangere. Si vedeva che stava male. E, malgrado tutti i fastidi che gli aveva provocato, l’Ichinose non poteva lasciarlo in quello stato.
“Va bene. Puoi restare. Questa notte e tutte le altre che vorrai. Però non piangere, mh?,” gli disse guardando altrove il tedesco, mentre accennava un sorriso e le sue guance riprendevano un colorito rosso.
“Io non so piangere”.
L’altro batté le palpebre, un filo perplesso.
“Non quando sono con te”. E sorrise.
Una strana folata di vento arrivò, tanto forte da riuscire ad aprire la finestra; così le tende furono sollevate, iniziarono quasi a volare, e la lampada a olio paranormalmente si spense.
Ora si vedeva solo Shinya, illuminato dalla luce notturna, con la luna riflessa negli occhi, che continuava a sorridere: sorridere con grazia, con dolcezza, con sincerità – finalmente un sorriso del tutto vero.
“Con te riesco solo a sorridere”.
“Perché io amo quel sorriso, vero?”

 

«Così diceva: e il sole s’immerse e venne giù l’ombra:
entrando allora sotto la grotta profonda
l'amore godettero, stesi vicino uno all'altra.»


*angolo dell'autrice*
Madame e messeri, spero con tutto il cuore che questa storia vi sia piacuta! Per chi non lo sapesse, la citazione a fine fanfiction viene dall'Odissea di Omero (ed. Rosa Calzecchi Onesti), in particolare è contenuta nel libro quinto; l'ho usata 1) perché adoro l'Odissea e 2) perché la reputavo abbastanza appropriata alla fine di questa storiella ^^ L'idea è venuta così, all'improviso, e data l'oretta libera che avevo, ho buttato giù tutto su carta. So che probabilmente alcuni fatti si svolgono troppo velocemente, e per questo ed altro ogni critica sarà pacificamente accettata. ;'D Ringrazio per aver letto e comunico che questa è la prima fanfiction che pubblico quindi, per favore, siate clementi, io ho fatto del mio meglio. x"3 Saluto Voi madame, Voi messeri e, con rispetto, mi congedo. <3
-hoseki_san
{Lunedì, 7 marzo 2016 - 21:43}

 
   
 
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