Crossover
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Autore: Odinforce    08/03/2016    5 recensioni
In un luogo devastato e dominato dal silenzio, Nul, un essere dagli enormi poteri si diverte a giocare con i mondi esterni per suo diletto. Da mondi lontani sono giunti gli eroi più valorosi, pronti a sfidare le loro nemesi che hanno già sconfitto in passato. I vincitori torneranno al loro mondo, siano i buoni o i malvagi. Saranno disposti ad obbedire alla volontà di Nul?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 43. In nome del padre
 
Image and video hosting by TinyPic Spazio autore: eccomi qua! Pronti per lo scontro finale? Ci ho messo un po’, ma alla fine ha soddisfatto le mie esigenze... inoltre, per chi ama leggere con una buona colonna sonora in sottofondo, suggerisco questa. “Make me believe again” dei Nickelback. Io la trovo appropriata, ma sentitevi liberi di ascoltarne altre e di suggerirmele ;)
Buona lettura!
 
 
I Valorosi erano di nuovo in piedi e in perfetta salute. Sapevano dov’era il loro nemico, perché quest’ultimo si era appena preso il disturbo di segnalare la sua posizione con un raggio di luce. Ai sette compagni non restò altro da fare, dunque, che caricare le loro armi e raggiungerlo, per porre fine alla faccenda una volta per tutte.
Quando furono tutti pronti a partire, si radunarono intorno a Harry per aggrapparsi a lui, che si Smaterializzò subito dopo. La distesa di sabbia sparì da sotto i loro piedi, e un istante dopo erano giunti a destinazione.
I Valorosi lo riconobbero subito, era il Giardino dell’Eterna Illusione: un’area ai confini del Cimitero dei Mondi già visitata in passato, dove giacevano un gran numero di eroi caduti nelle battaglie precedenti. I sette compagni li videro ancora lì, rinchiusi in grandi cristalli in compagnia delle loro mogli, amanti o fidanzate... un evidente, folle tentativo da parte di Nul di rendere omaggio a tutti loro.
Trovarono Nul dopo pochi minuti di marcia. Il giovane alato dai capelli d’argento era in ginocchio, ai piedi del cristallo più grande... lo stesso dove avevano conosciuto Dylan Dog giorni prima. Dava loro le spalle mentre contemplava le due figure rinchiuse al suo interno: Naruto Uzumaki e sua moglie Hinata, congelati in un abbraccio così tenero da sciogliere persino il cuore più gelido. L’eroe scelto per combattere contro Sasuke, ora sconfitto e ridotto a un trofeo insieme alla sua dolce compagna.
Sebbene si fosse accorto del gruppo appena giunto alle sue spalle, Nul continuava a ignorarli, la mano appoggiata sul cristallo come se nulla fosse. Sembrava davvero rapito da quella visione, cosa che fece stupire molto i Valorosi. Sora, tuttavia, fece un passo in avanti, mostrandosi deciso.
« Siamo qui, Eidan » disse a voce alta.
« Lo so » mormorò lui pacato, ancora rivolto al cristallo.
« Era quello che volevi, no? Volevi che arrivassimo da te, lanciandoci quel segnale luminoso. »
« Esatto. Ho percepito il fuoco della determinazione riaccendersi nei vostri cuori, che vi ha spinto a rimettervi in piedi nonostante tutto. Non potevo restare indifferente a un simile ardore, così ho pensato di invitarvi subito a un nuovo incontro. Dopotutto, ritengo che abbiamo già perso fin troppo tempo in convenevoli. »
Nul si alzò lentamente in piedi, senza staccare gli occhi dalla coppia nel cristallo.
« Guardate questo posto » dichiarò, allargando le braccia con fare teatrale. « È venuto alla luce per volere di mio padre. Nonostante tutto, Egli rimane un sentimentale: affascinato dall’amore di tutti questi eroi, ha preteso che i loro resti fossero ben conservati fino alla fine. Le dediche incise su ognuno di questi cristalli provengono dalla Sua mano. Anche dopo avermi ordinato di procedere allo sterminio, Egli è rimasto affezionato a loro... soprattutto a loro » e indicò Naruto e Hinata. « Mentre io, Suo fedele angelo della morte, non ho potuto fare altro che invidiarli. »
Si voltò, finalmente, mostrando il suo viso ai Valorosi. Un viso solcato dall’amarezza, con occhi arrossati e colmi di infinita tristezza, come se avesse pianto come mai in vita sua.
« Mio padre aveva organizzato tutto » disse ancora, avvicinandosi al gruppo. « La mia vita, l’avventura, le battaglie... il mio amore. Era tutto pronto... doveva solo impegnarsi un po’ di più, e sarei nato; sarei... esistito. Proprio come voi. Invece... ha rinunciato a tutto! Mi ha ucciso... ha ucciso il suo sogno. »
« Eidan... » provò a dire Sora, ma dalle sue labbra non uscì altro. Non sapeva cosa dire. Non sapeva come aiutare un tipo con un problema del genere.
« Ha ucciso il suo sogno » ripeté Nul, abbassando lo sguardo e la voce. « Niente avventura, niente battaglie, niente amore. Niente. Mi ha trasformato in un niente. Importante quanto un granello di sabbia, un errore di battitura in un giornale, o quanto la trama di un film a luci rosse. »
I Valorosi restarono al loro posto, immobili e incerti. All’improvviso non sapevano più come comportarsi: Nul sembrava completamente diverso, ora... non più l’onnipotente creatura che diceva di essere, ma un povero frustrato.
« Dai, non fare così » provò a dire Po, impietosito. « Capisco che stai in un bel casino... ma troveremo una soluzione, vedrai! »
« Ce l’ho già, una soluzione. Ci ho pensato a lungo, dopo avervi lasciato agonizzanti nel deserto. Avrei dovuto uccidervi, ma non potevo... era l’ultima goccia, mi sono detto. L’ultima goccia di quell’atroce tempesta che mio padre ha scatenato su tutti noi. Be’, sono stufo... stufo marcio. Non verserò più altro sangue, a parte il Suo. Il sangue... di mio padre. »
I Valorosi si scambiarono un’occhiata confusa.
« Ehm, voialtri ci avete capito qualcosa? » domandò Ed, inarcando un sopracciglio. « Io ho perso il filo dopo “goccia”. »
« Lo ammazzerò! » esclamò Nul, tornando a guardarli. « Lo punirò per aver rinunciato ai suoi sogni... per aver sacrificato tutto ciò in cui credeva... per avermi ucciso! È la cosa giusta, ne sono certo... perché un uomo non merita di vivere se rinuncia ai suoi sogni. I sogni aiutano a vivere... senza di essi che cosa rimane? Senza sogni, l’uomo è vuoto... un mero involucro senza identità... senza volto. »
Tacque, e nel frattempo apparve una folla intorno al gruppo. Senzavolto, sbucati dal nulla come fantasmi, trasparenti e impalpabili allo stesso modo... materializzati chissà come, forse per volere dello stesso Nul. Li circondavano, come un esercito di manichini. I Valorosi si voltarono a guardarli, pronti a reagire alla minima minaccia.
« Non permetterò che mio padre diventi uno di loro » dichiarò il ragazzo alato. « Lo salverò dalla non-esistenza a cui ha scelto di unirsi. È l’unico modo per porre fine a questa follia... a questo massacro che mi ha costretto a compiere. »
I Senzavolto sparirono, lasciando i sette compagni ancora più sorpresi. Poi, lentamente, tornarono a guardare Nul.
Hellboy fu il primo a riprendere la parola.
« E il premio Oscar di quest’anno come miglior squilibrato va a... rullo di tamburi... Nul! » esclamò, simulando un applauso. « Meritatissimo, complimenti. »
Po si unì a lui nell’applauso, credendo facesse sul serio.
« Sono d’accordo » aggiunse Lara, incrociando le braccia. « Fin da quando abbiamo saputo di te ho pensato che tu fossi pazzo... ma la tua idea è folle oltre ogni immaginazione. »
« Già, è proprio un’assurdità... come pensi di arrivare a tuo padre? » domandò Jake.
« Oh, non sarà poi così difficile » assicurò Nul, mostrando un orribile sorriso. « Mi basterà prendere il volo e raggiungerlo, dopotutto. »
E indicò il cielo.
« Mio padre non può che trovarsi lassù, oltre quella coltre di nuvole che ricopre da sempre questo mondo. Là fuori c’è la realtà fredda e crudele di mio padre... la stessa che lo ha spinto a rinunciare a tutti noi. Non dovrò fare altro che prendere la Sua vita, per salvarlo dal triste futuro che ha deciso di vivere. »
Nul tese dunque una mano aperta in avanti, verso i Valorosi, come per invitarli a seguirlo.
« Unitevi a me » annunciò. « Jake Sully, Lara Croft, Po, Edward Elric, Harry Potter, Hellboy... Sora. Voi, ultimi pilastri che reggono il regno immaginario di mio padre, siete i più degni di stare al mio fianco in quest’ultima impresa. Unitevi a me, miei fratelli: insieme ci muoveremo contro colui che ha scaricati come immondizia. Spariremo, certo, ma lo faremo con onore... con la soddisfazione di aver salvato mio padre da un triste destino. »
Passarono appena pochi secondi di silenzio. Sora in particolare fu sconvolto dalla posa che Nul aveva assunto: i suoi capelli argentati, lo sguardo serio, la mano tesa in avanti... elementi che lo rendevano terribilmente simile al suo amico Riku, in un sogno che aveva fatto poco prima di diventare custode del Keyblade. Possibile che Nul lo facesse apposta?
Poi il ragazzo fece un passo in avanti, sollevando il Keyblade e puntandoglielo contro.
« Ci hai provato, Nul » disse gelido. « Ma se speravi di incantarci con i tuoi discorsi melodrammatici, posso dirti che hai fallito. Non mi unirò a te mentre decidi di uccidere qualcuno. Né io, né i miei amici... non saremo complici di un assassinio! »
Nul abbassò la mano, mostrandosi deluso.
« Sto cercando di porre fine a questo caos, non lo capite? » disse. « Questo ciclo di guerre è cominciato per volere di mio padre! È Lui che vuole la vostra morte, la vostra distruzione! E continuerà a dimenticarvi, a meno che non lo fermiamo subito. »
« Vuoi uccidere una persona » ribatté Lara. « Non esiste mondo in cui una simile azione possa ritenersi giusta! Non importa quello che ha fatto finora... tuo padre ha fatto una scelta. Forse la sua scelta sarà sbagliata per te, e per noi... ma non merita certo di morire per questo! »
« Non puoi farlo, Nul » aggiunse Harry. « Non puoi uccidere tuo padre. Ho visto altri compiere la stessa orribile, fatale scelta... come Voldemort. Vorresti davvero fare lo stesso? Non credo proprio... ma se ti senti davvero disposto a farlo, allora faremo di tutto pur di impedirtelo! »
I Valorosi sollevarono le loro armi, uno dopo l’altro, seguendo l’esempio di Sora. Nul rimase immobile ad osservarli, mentre scoppiava in una risata beffarda.
« Fate sul serio? » commentò subito dopo. « Non vi è bastata la batosta di poco fa? Speravo che aveste imparato la lezione... o credete che le cose, stavolta, andranno diversamente? Be’, non resta che scoprirlo. Vi avverto, fratelli, non ho alcuna intenzione di uccidervi... ma se mi attaccate, le cose cambiano. Vi offro un’ultima possibilità: con me, o contro di me. »
Silenzio. I Valorosi gli avevano già risposto, con i loro sguardi carichi di sfida.
« Eroi fino alla fine... pronti a combattere per difendere la vita altrui. Molto bene » dichiarò Nul con un sospiro. Spalancò le ali e si alzò in volo, superando in altezza i cristalli.
« Anche io ho molto a cuore questo posto, non voglio che sia coinvolto nella nostra lotta. Seguitemi! »
I Valorosi obbedirono, inseguendo il loro nemico mentre lasciava il Giardino dell’Eterna Illusione. Il volo di Nul fu breve, poiché atterrò poco dopo su una duna di rovine nel cuore del Cimitero; aspettò paziente i suoi avversari, che lo raggiunsero in breve tempo muovendosi tra le rovine. Si fermarono a pochi metri da lui, mettendosi nuovamente in guardia.
« Preparati, Nul! » esclamò Po determinato. « Il mio pugno ha fame di giustizia! »
Si udì un forte brontolio subito dopo, proveniente dal suo stomaco.
« Scommetto che quello era il tuo pugno, vero? » commentò Nul divertito.
« Hehe... così pare. »
I Valorosi rimasero senza parole, visibilmente imbarazzati per la parentesi comica.
« Patetici » aggiunse Nul. « Ancora non riuscite ad afferrare la portata del mio potere? Io so tutto di voi... tutto quello che c’è da sapere. Questo mi ha permesso di affrontare – e annientare – ogni eroe o malvagio che abbia mai osato attaccarmi. Volete un’altra prova? Provate a guardare sotto i vostri piedi. »
I Valorosi abbassarono lo sguardo, e alcuni si lasciarono sfuggire un gemito di stupore. Solo in quel momento si accorsero di essere saliti sul cadavere di un uomo gigantesco, vestito con una corazza viola-azzurra e dotato di un grande elmo a due lobi. Giaceva su un fianco semisepolto dalle macerie, mostrando il volto in decomposizione avanzata. Nessuno degli eroi presenti parve riconoscerlo, ma Nul riprese la parola in quel momento.
« Vedete? Quello era Galactus, un divoratore di pianeti. Annientava miliardi di vite in pochi attimi per nutrirsi dell’energia planetaria... ma non è riuscito ad annientare me.
« E questa? » aggiunse, afferrando da terra una lancia spezzata. « Apparteneva a Odino, Padre di Tutti e onnipotente Signore di Asgard... e l’ho spezzato, insieme ad essa. E non sono rimasti che pochi brandelli di Bhunivelze, divinità suprema di Pulse, sparsi dappertutto in questo Cimitero! Credevate che la vostra alleanza avrebbe potuto mettermi in difficoltà? Io ho affrontato gli dèi stessi: Thor, Bills, Kratos... da qualunque mondo provenissero, li ho schiacciati tutti come scarafaggi. Voi cosa sperate di fare? »
« Rraaaaah! »
L’urlo di rabbia di Jake Sully pose fine al discorso. Il Na’vi si fece avanti con il mitra in mano, sparando una raffica di colpi contro Nul per farlo tacere. Il ragazzo alato si levò subito in volo, schivando tutti i proiettili, descrivendo un arco sopra le loro teste; atterrò alle spalle di Jake, e quando i Valorosi si voltarono videro che si era già trasformato per “adattarsi” alle abilità del Na’vi. Nul si avventò quindi su Jake, e i due rimasero a stretto contatto; dopo una breve lotta corpo a corpo, Jake ebbe la peggio e fu scagliato all’indietro, così forte da travolgere Hellboy e Po. Ed si fece avanti, trasmutando il suolo: da esso si sollevò una colonna di rovine che fu sparata contro Nul; questi tornò a dimensioni normali, batté le mani e toccò la colonna, trasmutandola in sabbia che ricadde al suolo.
« Stupeficium! » gridò Harry nel frattempo. Il suo incantesimo saettò contro Nul ma lo mancò. Il ragazzo alato si Smaterializzò subito dopo e riapparve accanto a Harry, armato di bacchetta.
« Crucio! »
Harry fu preso in pieno e urlò, ma riuscì a rimanere in piedi. Nul scagliò un’altra maledizione, ma Sora apparve dal nulla e deviò il colpo con il suo Keyblade; il ragazzo avanzò e sferrò una serie di colpi, ma Nul aveva già cambiato tecnica. Due Keyblade apparvero sulle sue mani e parò ogni colpo, fino a respingere Sora.
« Thundaga! »
Nul evocò una potente scarica elettrica, dritta contro Sora. Il ragazzo fece appena in tempo a premere il pulsante sulla piastra applicata alla sua spalla: l’Armatura del Keyblade lo ricoprì subito, proteggendolo dall’attacco. Nul restò a guardare, visibilmente ammirato.
« Sei davvero straordinario » commentò. « È un vero peccato che ci troviamo ai lati opposti del campo di battaglia. »
« Puoi sempre venire dalla nostra parte! » ribatté Sora, ansimando. « Non è troppo tardi, Eidan... rinuncia al tuo piano, finché sei in tempo! »
« È già troppo tardi. Mio padre ci ha abbandonati, non vuole più saperne di noi... è giusto che Egli scompaia insieme ai Suoi sogni. »
« Ora! »
Po ed Hellboy erano apparsi ai lati di Nul, pronti a sferrargli un colpo combinato. Il ragazzo si abbassò di scatto, e i due eroi si colpirono in faccia a vicenda, crollando a terra un secondo dopo. Nul ridacchiò soddisfatto, ma nel frattempo si era fatta avanti Lara: l’archeologa gli puntò contro le pistole e sparò; Nul corse di lato schivando le pallottole, saltò e spalancò le ali, manifestando nel frattempo due pistole identiche. Mentre atterrava, sparò con precisione alle armi di Lara, strappandogliele dalle mani; in un attimo le arrivò alle spalle e l’afferrò, stringendola con un braccio per la vita e puntandole una pistola alla testa.
Gli altri Valorosi rimasero immobili. Ora che Nul teneva sotto tiro uno di loro, non potevano rischiare che accadesse l’irreparabile. Rimasero perciò a guardare inermi, mentre il ragazzo alato stringeva la presa su Lara, avvolgendola con le sue ali.
« Così bella... così forte » mormorò, rivolto a lei. « È un vero peccato che io sia costretto a spegnere in un attimo queste qualità. Credimi... mi dispiace davvero. »
Abbassò il cane della pistola, pronto a sparare...
Zwhoom!
« Gaaaaah! »
Qualcosa di simile a un lampo azzurro aveva colpito Nul alle spalle, facendolo gridare e poi cadere a terra. Libera dalla sua presa, Lara si allontanò in tutta fretta per ricongiungersi ai Valorosi; un attimo dopo videro qualcuno atterrare con un balzo davanti a loro. Si trattava di un uomo, avvolto in un mantello nero con il cappuccio e armato di una spada laser azzurra. Costui dava loro le spalle, ma il suo aspetto non lasciava spazio ai dubbi.
Un Cavaliere Jedi.
« Ma quello... » fece Po, incredulo, ma non finì la frase.
« Luke? »
Il nome pronunciato da Lara fece voltare il nuovo arrivato, mostrando ai Valorosi il suo viso. In effetti somigliava a Luke, ma fu subito chiaro che non era lui. Appariva come un giovane sulla ventina, alto e bello, con capelli bruni medio-lunghi e occhi dorati; una sottile cicatrice solcava la sua fronte in verticale, sopra l’occhio destro. I suoi abiti erano quelli di un Jedi, ma di colore nero.
« Scusate il ritardo » dichiarò lo sconosciuto con serietà. « Ho dovuto fare parecchia strada per raggiungervi. Pare che io sia arrivato in tempo, comunque... state tutti bene? »
« Ehm... sì, grazie » rispose Ed, incerto. « Ma tu chi sei? Non sei Luke... »
« No. Ma faccio pur sempre parte della famiglia. »
I Valorosi si scambiarono un’occhiata confusa, ma poi Sora cominciò a capire. Il ragazzo si mostrò incredibilmente sorpreso mentre si toglieva l’elmo per osservare meglio il nuovo arrivato.
« Un momento » disse. « Non sarai mica... Darth Vader? »
« Quel nome non ha più importanza » rispose il Jedi.
« Tu... saresti il padre di Luke? » obiettò Jake, osservandolo bene. « Com’è possibile? Sembri ancora un ragazzo. »
« È una lunga storia. Sono quello che sono sempre stato... sono Anakin Skywalker, e sono uno di voi. Sono venuto per unirmi a voi in quest’ultima battaglia, per onorare la memoria di mio figlio... con la distruzione del nostro ultimo nemico. »
Rivolse lo sguardo in avanti, seguito dai suoi alleati. Nul si stava rimettendo in piedi, e guardò Anakin a sua volta.
« Any! » esclamò sorpreso. « Ne è passato di tempo, vecchio mio. Cosa ci fai da queste parti? »
« Mi appresto a mantenere la promessa che ti ho fatto l’ultima volta, Nul » dichiarò Anakin, gelido. « Ho promesso che ti avrei ucciso se fosse accaduto qualcosa a Luke, ricordi? E io sono sempre stato un uomo di parola! »
« Uhm... sì, me lo ricordo. Be’, per me non ci sono problemi... la mia festa rimane aperta a tutti! »
Anakin rimase in posizione mentre i Valorosi si avvicinavano per affiancarlo. Alcuni lo fissavano ancora con aria incredula: in effetti dovevano ammettere che non aveva un’aria molto rassicurante. I suoi occhi dorati erano inquietanti, terribilmente simili a quelli dei nemici di Sora; un altro marchio del Lato Oscuro, che non lo aveva abbandonato del tutto. Ed fu tentato di chiedergli se potevano fidarsi di lui, ma Anakin lo anticipò.
« Grazie per esservi presi cura di mio figlio » dichiarò. « Permettetemi di ricambiare, combattendo al vostro fianco. Vi prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per annientare Nul. »
Molti dei Valorosi annuirono, seguendo l’esempio di Sora che si pose subito al suo fianco.
Nul era rimasto al suo posto, ma ora sul suo volto era comparsa una nuova espressione: sembrava preoccupato. Jake fu il primo ad accorgersene, ed associò subito la reazione a ciò che era accaduto poco prima.
Anakin era riuscito a colpirlo.
« Come ci sei riuscito? » chiese, rivolgendosi al Jedi. « Finora nessuno dei nostri colpi era andato a segno. »
« Oh, diventa tutto più facile dopo aver scoperto il punto debole del nemico » rispose lui con un sorriso. « Dico bene, Nul? »
Il ragazzo alato non rispose, limitandosi a scrutarlo minaccioso.
« Che vuoi dire? » domandò Sora.
« Voglio dire che costui non è così potente come vuole farci credere. Certo, sa un sacco di cose sul nostro conto e sa imitare i nostri poteri alla perfezione... ma queste conoscenze e capacità di cui si vanta hanno comunque un limite. Sono riuscito a colpire Nul perché in quel momento stava imitando i poteri di Lara... e con quelli non poteva sperare di difendersi dal mio attacco. »
I Valorosi si scambiarono un’occhiata incredula. Cominciavano a capire.
« Un momento » fece Harry, ragionando. « Vuoi dire che Nul non può imitare tutti i nostri poteri? »
« Non può imitarli tutti insieme, ma solo uno alla volta » rispose Anakin. « Inoltre, per imitare e contrastare i poteri di qualcuno, deve necessariamente vederlo. Il contatto visivo è essenziale nella sua strategia... ecco come fa ad adattarsi così velocemente. »
« Quindi, per riuscire a ferirlo, bisogna attaccarlo con un potere diverso da quello che sta utilizzando in quel momento » osservò Lara.
« Precisamente. Sono intervalli di tempo molto brevi, ma dobbiamo sfruttarli. È l’unico modo per abbatterlo. »
Calò il silenzio mentre i Valorosi assimilavano le nuove, preziose informazioni. Dopo tutto quello che avevano passato a causa sua, possibile che il punto debole di Nul fosse così semplice? Stentavano a crederci, ma Anakin aveva appena infranto il muro di onnipotenza dietro il quale quell’essere si era nascosto per tutto il tempo... un muro molto più fragile del previsto.
Poi il silenzio fu rotto da un applauso, sorto dalle mani dello stesso Nul.
« Complimenti, Any » annunciò, quasi soddisfatto. « Ancora una volta sei riuscito a sorprendermi. Hai superato ogni mia aspettativa, spingendoti più in là di chiunque altro abbia mai provato a sfidarmi. Non posso che ribadire ciò che ti ho detto al nostro ultimo incontro... qualsiasi veste tu scelga di indossare, resti sempre il migliore! »
« Le tue lusinghe non impediranno alla mia spada di farti a pezzi! » ribatté il Jedi, sollevando l’arma. « E ora che sappiamo come fare, stai pur certo che ci riusciremo! »
Nul mantenne lo sguardo su di lui, estraendo a sua volta una spada laser identica.
« Allora fatevi sotto... vi sto aspettando. »
Anakin scattò in avanti, dritto contro di lui. I Valorosi lo seguirono a ruota, armi in pugno; si fermarono a poca distanza, non appena il loro nuovo alleato incrociò la spada laser contro quella di Nul. In un attimo si trovarono ad osservare un duello impressionante: l’ex-Sith contro l’angelo dai capelli d’argento, le spade che si scontravano in un turbine di lame azzurre. Anakin attaccava con audacia e furia, cercando di spezzare la difesa del nemico con affondi letali; il suo stile di combattimento era molto più aggressivo quello di Luke, nonostante il legame che li univa. Il Lato Oscuro della Forza era ancora forte in lui, anche dopo aver abbandonato i panni del Sith in cui era rimasto prigioniero per anni. Eppure riusciva a usare quel potere malvagio a fin di bene, ricordando le preziose parole di Sora...
« Qualcuno che è caduto nell’oscurità. Questo dovrebbe rendermi tuo nemico... non sei tu forse un difensore della luce? »
« Be’, sì... ma solo se usi l’oscurità nel modo sbagliato. »
Quel giorno, era in grado di usarla nel modo giusto.
Nul evocò un Fulmine di Forza con la mano libera, scagliandolo su Anakin. Il Jedi riuscì a proteggersi con la spada laser, assorbendo la scarica; Nul scagliò altri Fulmini, ma Anakin non cedette, opponendo una fiera resistenza.
« Urgh... ora, ragazzi! »
Al segnale di Anakin, i Valorosi si fecero avanti. Jake agì per primo, scagliando una freccia contro Nul; questi la schivò, ma Sora attaccò nello stesso momento. Il suo Keyblade trovò un’apertura e lo colpì in faccia, spingendolo all’indietro. In un attimo, la teoria di Anakin fu confermata con successo!
Gli eroi non persero tempo ad esultare per il colpo appena andato a segno. Non potevano dare un attimo di tregua al loro nemico, così ripresero subito l’attacco. Nul si era già avventato su Sora, evocando due Keyblade un’altra volta; il ragazzo parò il colpo, e nel frattempo si era fatto avanti Ed, trasmutando il suolo davanti a sé. Nul fu scagliato in alto da un gigantesco pugno fatto con le macerie; spalancò le ali per non precipitare, ma Lara ed Hellboy avevano già preso la mira con le pistole. Insieme spararono una lunga raffica di colpi, costringendo Nul sulla difensiva per un po’. Alla fine il ragazzo alato si tuffò in picchiata, dritto contro di loro...
« Prendi questo! »
Po intervenne, parandosi di fronte a Lara. Tese le zampe in avanti, da cui eruppe una sfera luminosa che colpì Nul in pieno, scaraventandolo a terra con una piccola esplosione.
I Valorosi si radunarono, sollevati per la nuova piega presa dagli eventi. In quel momento, tuttavia, Nul si rialzò in piedi: sul corpo recava appena pochi graffi, e sul suo viso era impressa la solita aria beffarda.
« Non male » commentò, togliendosi un po’ di polvere dai vestiti. « Quello era un Colpo di Chi, vero? La tecnica di T’ai Fu... i miei complimenti, Po, non mi aspettavo che sapessi usarla con tale maestria. »
Il panda strinse i pugni, guardandolo con rabbia.
« Non è l’unica cosa che ho imparato da T’ai » disse. « E se continuerai a prendertela con i miei amici, ti farò assaggiare tutto il resto! »
Nul attaccò non appena Po smise di parlare. Il ragazzo alato si scagliò su di lui, rapido come una belva in corsa, ma non lo raggiunse mai: Anakin lo intercettò da un punto cieco prima che potesse colpire, ferendolo al fianco con la spada laser. Nul cadde nuovamente a terra; il Jedi si parò di fronte a lui, puntandogli la lama alla gola per impedirgli di alzarsi.
« Sei solo un volgare imitatore » disse Anakin. « Non hai nessun potere! »
Nul smise di gemere per il dolore al fianco, dove era stato colpito, e scoppiò a ridere di gusto.
« Haha... nessun potere? Osserva, allora, quanto ti sbagli. Io... ho... POTERE! » puntò le dita in avanti, da cui eruppero Fulmini di Forza in quantità. « ILLIMITATO POTEREEEEEE!!! »
Anakin fu costretto a indietreggiare, parando i Fulmini con la spada laser. La scarica aveva una potenza micidiale, persino lui faticava a trattenerla con la sua tecnica di assorbimento. Nul urlava trionfante contro di lui, continuando a emettere quell’incredibile potere.
« Ricordi, Any? Ricordi queste parole? La voce dell’ombra che avresti potuto fermare... ma che invece hai permesso di dilagare per tutta la Galassia... e dentro di te! Ricorda... il potere che tu hai... urgh! »
Qualcosa si era avventato sulla faccia di Nul, tappandogli la bocca. Anakin vide una mano di pietra rossa, apparsa come dal nulla, stringere la presa sul nemico e allontanarlo da lui. Alzò lo sguardo e riconobbe Hellboy, ora impegnato a sbattere Nul qua e là con una forza enorme, tenendolo per la faccia. Il demone lo scaraventò infine a terra, e concluse sferrandogli un ultimo, micidiale pugno allo stomaco.
« E ora... resta giù! » dichiarò Hellboy, ansimando.
Nul non lo ascoltò. Dopo una manciata di secondi si apprestò a rimettersi in piedi, sotto lo sguardo incredulo dei suoi avversari. Sporco e malconcio, le ali erano spiegazzate e aveva un po’ di fiatone: cominciava ad accusare la fatica, finalmente; tuttavia non presentava ferite gravi. Lo squarcio sul fianco provocato dalla spada laser di Anakin si era richiuso, il che lasciava intendere che fosse in grado di rigenerarsi. Ma erano i suoi occhi a fare più impressione: occhi di ghiaccio, colmi di delusione e rabbia.
Anche se i Valorosi erano in vantaggio, erano certi di non poter concludere facilmente un simile duello.
« Però, è davvero testardo » commentò Harry, incredulo.
« Mi ricorda qualcuno » aggiunse Sora. « Be’, in verità mi ricorda tutti noi. »
« Idioti... » mormorò Nul. « Credevo fosse chiaro... non si può uccidere uno che non è mai nato. Come potrebbe morire uno come me, che non ha mai assaporato il dono della vita? Anche se ora sapete come contrastarmi... non importa quanto ci proverete... non riuscirete ad uccidermi. »
« Vorrà dire che ci limiteremo a fermarti » ribatté Jake, deciso. « E continueremo a prenderti a calci in culo pur di riuscirci! »
« Io non mi fermerò... MAI! »
Nul spalancò le ali, pronto a un nuovo assalto. Anakin lo intercettò, usando la Forza per lanciargli addosso una gran quantità di armi e rovine prese dallo scenario. Il nemico si difese, respingendo o distruggendo gli oggetti con la spada laser. Harry si fece avanti e gli lanciò una fattura; Nul si voltò a guardarlo e si Smaterializzò un attimo prima di essere colpito. Riapparve poco lontano, ma Hellboy fu pronto a riceverlo e gli sparò; Nul fu colpito al petto ma non cadde. Il suo braccio destro divenne di pietra e si scagliò sul demone; Anakin glielo tranciò di netto con un fendente. Jake lo attaccò subito dopo, trapassandolo con una freccia; sperò che la neurotossina con cui era intinta fosse in grado di paralizzarlo, ma non fece alcun effetto. Nul si adattò nuovamente a lui, rigenerando il braccio e aumentando di dimensioni, ma Po lo raggiunse in quel momento, sferrandogli una lunga combo di kung fu.
« Pugno della Tigre! » urlò infine il panda, concludendo con un uppercut spettacolare. Nul fece un volo all’indietro di parecchi metri, per poi rovinare a terra.
Si rialzò pochi secondi dopo, sotto lo sguardo esterrefatto di tutti. Ormai aveva perso l’autocontrollo e le stava prendendo da tutti, ma sembrava non importargli... né bastargli. Per quanto i Valorosi ci provassero, mettendo tutta la loro forza in ogni attacco, il loro nemico non era disposto a cedere.
« Non possiamo tirarla ancora per le lunghe » mormorò Jake, visibilmente affaticato. « Di questo passo finiremo per andare al tappeto prima di lui. »
I suoi compagni furono costretti a dargli ragione, poiché accusavano la fatica quanto lui.
« Maledizione... » aggiunse Lara. « Riusciamo a ferirlo ma non a distruggerlo... cosa possiamo fare più di questo? »
« Io avrei un’ultima carta da giocare » intervenne Harry, restando indietro. « Non l’ho mai tentata prima, ma sono certo che Nul non potrà difendersi come ha fatto finora. È molto pericoloso... ma al punto in cui siamo, tanto vale correre il rischio. »
« Sei certo che sarà efficace contro di lui? » obiettò Sora.
« Di certo non se lo aspetterà. Questo è un incantesimo che ho imparato da Rina in ospedale, da usare solo in caso di emergenza... be’, a quanto pare è arrivato il momento di usarlo. »
Jake e gli altri compagni si scambiarono un’occhiata, e annuirono dopo una breve esitazione.
« D’accordo » dichiarò il Na’vi. « Dicci cosa ti serve. »
« Solo un po’ di tempo per pronunciare la formula magica. Pensate a distrarre Nul, nel frattempo... ma cercate di restare indietro: questo incantesimo ha un raggio d’azione enorme. »
« Ricevuto. »
Jake, Sora e Anakin si fecero avanti, parandosi di fronte a Nul. Il giovane alato era rimasto dov’era, apparentemente indifferente a tutto ciò che aveva subito negli ultimi minuti. Il suo sguardo era perso nel vuoto, come se non sapesse più di trovarsi nel bel mezzo di uno scontro. I Valorosi ignoravano del tutto quale sarebbe stata la sua prossima mossa, ma ora dovevano solo pensare a guadagnare tempo.
« Ne hai avuto abbastanza, Nul? » esclamò Jake, attirandolo con la sua voce. « O ne vuoi ancora? Noi possiamo andare avanti per tutto il giorno, se per te va bene. »
Alle sue spalle, Harry cominciò a pronunciare la formula, unendo le mani come in preghiera.
« E' più oscuro del crepuscolo... è più rosso del sangue... è sepolto sotto la marea del tempo. »
« Sarei molto felice di porre fine al nostro conflitto proprio ora » affermò Nul, « se solo vi decideste ad unirvi alla mia causa. Se solo vi rendeste conto... che ora è mio padre il vero nemico! »
« In nome della pace e della giustizia... io invoco la fonte di tutti i poteri più remoti dell'oscurità. »
« Scordatelo! » dichiarò Anakin nel frattempo. « Ora sei tu il nostro nemico... lo sei sempre stato! »
« Ho bisogno di loro perché mi aiutino a distruggere per sempre i miei nemici... »
« Qui non si tratta di scoprire chi sia il vero nemico » aggiunse Sora. « Si tratta di affrontare coloro che agiscono nel modo sbagliato... come te, Eidan! Uccidere è sbagliato, lo è sempre stato: non è il modo migliore per risolvere un problema! E se agirai in questo modo, noi faremo tutto ciò che è in nostro potere per fermarti. »
« ...e coloro che saranno tanto sciocchi da osare ostacolarmi credendosi invincibili. »
« Allora non abbiamo altro da dirci » rispose Nul, mostrandosi sempre più deluso. « Non importa quanto ci proverete... non importa quanto mi attaccherete. Io non morirò, non mi fermerò... ma voi sì. Cadrete, come tutti gli altri! »
« Tutti a terra! » urlò Harry all’improvviso. « DRAGON SLAVE! »
Il giovane mago si era fatto avanti, puntando la bacchetta contro Nul mentre i suoi compagni obbedivano all’ordine. Un grande fulmine rosso scaturì dalla Bacchetta di Sambuco e fu sparato dritto contro il nemico; questi apparve incredulo per un istante, prima di estrarre a sua volta una bacchetta.
« Proteg... »
Ci fu un lampo, che divenne subito un bagliore accecante. Ne seguì un’esplosione immensa, tale da far vibrare l’aria stessa; i Valorosi si erano buttati tutti a terra, facendo del loro meglio per resistere all’onda d’urto. Edward fece in tempo a trasmutare il terreno, creando una paratia sufficiente per riparare l’intero gruppo. Il boato si trasformò lentamente in silenzio, e lo spostamento d’aria si attenuò fino a fermarsi del tutto.
Una volta diradatosi il fumo dell’esplosione, i Valorosi osarono affacciarsi dal loro riparo. Davanti a loro, c’era solo distruzione: il raggio dell’esplosione era stato enorme, proprio come se lo avesse scagliato Rina. Nel Cimitero dei Mondi si era formato ora un gigantesco cratere fumante; l’onda d’urto era stata così forte da abbattere persino i tre edifici più vicini, facendoli crollare come castelli di carte. Di Nul non c’era traccia.
« Sarà morto? » domandò Po ansioso.
« Chi lo sa » rispose Anakin, cupo. « Lui stesso ha ripetuto più volte di non poter morire... perché non è mai nato. Forse mentiva... o forse non era consapevole dei suoi limiti. »
« Hah... speriamo che sia finita, allora » fece Harry, ansimando pesantemente. « Dubito di poter scagliare un altro Dragon Slave nell’immediato futuro. Uff... Rina non mi aveva detto che fosse così faticoso... »
Per un po’ non accadde nulla. I Valorosi rimasero in piedi, immobili, in attesa che il nemico si rifacesse vivo all’improvviso. Silenzio e rovina regnarono ancora una volta sul Cimitero dei Mondi.
Poi la terra cominciò a tremare. Dapprima leggermente, poi sempre più forte. I Valorosi videro pezzi del suolo sollevarsi da terra, come se all’improvviso fosse venuta meno la forza di gravità; lo stesso accadde ben presto a loro stessi. Il gruppo di eroi si trovò a galleggiare nell’aria, privi di peso, senza alcun controllo.
« Ommamma! E ora che succede? » protestò Ed.
« E che ne so? » gridò Jake. « Dannazione, si mette sempre peggio... presto, aggrappatevi a qualcosa! Restiamo uniti! »
I suoi compagni obbedirono, cercando di raggiungere l’oggetto più grosso e solido a cui reggersi. Il fenomeno sembrava peggiorare ad ogni istante. Nessuno riusciva a capire cosa stava succedendo, ma la risposta si manifestò nel frattempo davanti ai loro occhi: Nul era riapparso. Il giovane alato si trovava proprio al centro del turbine di detriti: appariva assai malconcio questa volta, dopo aver preso in pieno il Dragon Slave; aveva perduto un’ala, i vestiti erano ridotti a brandelli, e il suo volto era segnato da crepe come se fosse fatto di ceramica. Eppure aveva ancora un grande potere, tale da scatenare quella specie di tempesta. Attraeva a sé tutto ciò che si trovava nel suo raggio d'azione: macerie e rocce, armi e spade, robot e astronavi, auto e veicoli... rovine di ogni sorta vorticavano intorno a lui come un uragano; interi pezzi del Cimitero dei Mondi inesorabilmente sollevati e scagliati verso l’alto, portando con sé anche i Valorosi. Essi tentarono di resistere e divincolarsi, di sfuggire alla forza d’attrazione, ma era tutto inutile.
Nessuno riuscì a capire il nuovo intento di Nul, ma la direzione era chiara: il cielo. Il ragazzo alato si muoveva lentamente verso l’alto, e altrettanto faceva l’enorme massa di rovine, formando un’immensa colonna che diventava sempre più grande. E i Valorosi erano al suo interno, impotenti come foglie secche.
« Dobbiamo fermarlo! » gridò Lara, reggendosi al suo fragile appiglio. « Presto... o moriremo tutti! »
« Buona idea! » rispose Hellboy. « Qualcuno sa come raggiungere quel bastardo? Accetto suggerimenti! »
Nessuno rispose. In compenso la forza gravitazionale aumentò, a tal punto che molti Valorosi rischiarono di perdere la presa dai loro appigli. Anakin intervenne, senza dire una parola: con il potere della Forza fu in grado di afferrare i suoi compagni uno per uno, impedendo loro di essere spazzati via. Riuscì in questo modo a trarli in salvo, facendoli atterrare senza danni sul ponte di una nave pirata.
Sora ne fu sorpreso, perché anche in quel caos riuscì a riconoscere la Perla Nera.
« Grazie, Anakin » commentò Jake.
« Dovere » tagliò corto lui, rivolgendo lo sguardo altrove. Nul continuava a salire verso l’alto, al centro del vortice che diventava sempre più grande. I Valorosi fecero del loro meglio per reggersi alla nave, ed Harry evocò delle corde a cui si legarono per non essere spazzati via.
Anakin guardò in avanti per un po’, in silenzio, poi si rivolse nuovamente al gruppo.
« Devo andare » annunciò con serietà. « Fermerò Nul, in un modo o nell’altro, e porrò fine a tutto questo. È stato un onore combattere al vostro fianco. »
« Cosa? » fece Sora. « Ehi, non essere così tragico... non avrai mica intenzione di sacrificarti? »
Anakin non rispose, ma dal suo sguardo era evidente che fosse così. Ed, Harry e Po lo fissarono esterrefatti a loro volta.
« È giusto così » disse ancora il Jedi. « Dopotutto, tra voi io sono l’unico a non avere un mondo o una famiglia da cui tornare. Io sono già morto, e comunque vadano le cose dovrò tornare nel regno dei morti. Per cui, è giusto che io ritorni da dove sono venuto... portando con me l’ultimo nemico. »
Tacque, e nel frattempo tagliò la corda a cui era legato. Prima di andare, tuttavia, sorrise ai suoi compagni: un sorriso sincero e orgoglioso, come i suoi occhi... anche se corrotti dall’oscurità. Gli occhi e il sorriso di un uomo che aveva già fatto la sua scelta, per quanto dolorosa potesse essere: Anakin aveva scelto la via giusta da seguire... l’ultima che gli restava.
« Grazie, Sora » disse infine, attirando l’attenzione del ragazzo. « Mi hai insegnato una lezione importante... non la dimenticherò. »
« Heh... prego! »
Non aspettò saluti, ordini, ringraziamenti o parole di altro genere, e voltò le spalle a tutti, spada laser alla mano; spiccò un balzo enorme e lasciò la Perla, atterrando su una roccia vicina; saltò ancora, e ancora, spostandosi a gran velocità tra le rovine trasportate dal vortice. Tra i Valorosi era l’unico in grado di potersi muovere liberamente in quel caos: la Forza lo guidava e lo proteggeva, portandolo sempre più vicino alla fonte di tutto.
I Valorosi non potevano far altro che restare a guardare, tesi come spettatori al momento cruciale di un film catastrofico. Ben presto la sagoma di Anakin divenne difficile da distinguere: se non fosse stato per la sua lama azzurra, lo avrebbero perso subito di vista tra le macerie volanti.
« Oooh, non oso guardare! » esclamò Po, coprendosi gli occhi. « Credete che ce la farà? »
« Ma certo » dichiarò Sora, sicuro di sé. « Lui è un eroe, dopotutto... e sappiamo tutti cosa fanno gli eroi alla fine dell’avventura, no? »
Anakin era giunto nel frattempo a destinazione. Atterrò sull’ultimo frammento del Cimitero che lo separava da Nul, sospeso nell’aria mentre trascinava ogni cosa con sé. Sollevò la spada e si lanciò contro di lui, senza alcuna paura...
« Gli eroi vincono. »
La lama di luce trapassò il petto di Nul, ponendo fine a tutto nel giro di un istante. Il ragazzo alato urlò, sempre rivolto al cielo: la sua ascesa fu interrotta e cominciò a precipitare, portando con sé Anakin... e tutto il resto. La forza del vortice si arrestò, ed ogni rovina del Cimitero cominciò a ricadere verso il basso.
Se prima i Valorosi temevano di fare una brutta fine con la salita, ora temevano di farla per l’esatto contrario. La Perla Nera seguiva infatti l’esempio di quell’enorme massa di macerie, e ora precipitava senza alcun controllo.
« HARRY! » gridò Jake, già consapevole di come cavarsela.
« Lo so! » rispose il ragazzo. « Aggrappatevi tutti a me, subito! »
I compagni obbedirono e si avvicinarono a lui, afferrandolo per l’ennesima volta. La Perla si avvicinava al suolo fin troppo rapidamente. Harry non perse altro tempo e si Smaterializzò, portando tutti con sé. Il gruppo riapparve poco lontano, in piedi su una duna fuori dal raggio d’azione del vortice. Videro le ultime rovine mentre ricadevano al suolo, provocando un’enorme cortina di polvere e detriti.
I Valorosi rimasero al loro posto, aspettando che tutto si calmasse. Non sapevano dire se fosse finita, né se Anakin o Nul fossero sopravvissuti al disastro. Aspettarono a lungo, finché anche la nuova nube di detriti non si dissolse; Jake ne approfittò dunque per scrutare il luogo al centro del disastro.
« Vedi qualcosa? » domandò Sora, ansioso.
« Sì... mi sembra di vedere qualcuno, laggiù » rispose il Na’vi. « Qualcuno ancora vivo. Non riesco ancora a vederlo bene, però... »
« Andiamo » dichiarò Hellboy, facendosi avanti. « Se è Skywalker, dobbiamo aiutarlo. Se invece è Nul, dobbiamo assicurarci che non ripeta altre bravate del genere. »
Furono tutti d’accordo, e un attimo dopo si rimisero in marcia verso l’obiettivo. Raggiunsero l’area e rallentarono il passo, muovendosi con cautela tra le rovine; la sagoma che Jake aveva avvistato cominciò lentamente a prendere forma, finché non lo riconobbero.
Era Anakin, in piedi e apparentemente in buone condizioni fisiche. Era sopravvissuto miracolosamente alla caduta, ricorrendo ai suoi poteri. Non badò ai suoi compagni mentre si avvicinavano a lui con aria sollevata, impegnato com’era a tenere sotto tiro colui che giaceva ai suoi piedi. Nul, sconfitto ma ancora vivo, il corpo ridotto in pessimo stato: era ben visibile il foro nel petto provocato dall’ultimo attacco di Anakin, da cui però non fuoriusciva nemmeno una goccia di sangue. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se ogni cosa intorno a lui avesse cessato di esistere... nonostante avesse una spada laser puntata alla gola. I Valorosi lo fissarono increduli, mentre riprendeva la parola.
« Il nostro scontro... è inutile » mormorò, rivolto al cielo. « Anche se potessi morire... voi non tornereste a casa. Mio padre... non vi rivuole nel suo mondo. Non vuole una vita sprecata tra inutili fantasie e avventure fittizie. Rassegnatevi, è finita... è come vi ho detto fin dall’inizio: non c’è vittoria... e non c’è ritorno! »
Un bagliore dorato si accese all’improvviso sopra Anakin e Nul, ancora a stretto contatto. Quest’ultimo assunse un’aria sorpresa mentre rivolgeva l’attenzione oltre il viso di Anakin: un sottile raggio di luce ora li avvolgeva, e proveniva dalla coltre di nuvole sopra di loro. I Valorosi alzarono lo sguardo, per capire cosa stava succedendo. Si era aperto un piccolo varco nella spessa coltre grigia che ricopriva il cielo, permettendo alla luce di brillare finalmente su Oblivion.
Nul rimase immobile al suolo, impietrito per lo stupore, ma le sue labbra curvarono lentamente in un sorriso di pura gioia mentre quella luce lo inondava.
« Padre... »
Anakin tornò a guardarlo, sorpreso.
« Cosa hai detto? »
« Mio padre... mio padre è qui! »
   
 
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