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Autore: Blade the KnightRevenant    09/03/2016    3 recensioni
[STORIA BLOCCATA] L'autore presente non sa fare il proprio dovere. Tale storia sarà bloccata fino alla fine della storia The Darkness in his Eyes.
17 settembre 3227. Giorno numero 347 dell'esiliato Blade the hedgehog.
La Prima Grande Guerra tra Mobiani e Terrestri avvenuta tra il 3210-3214 si è finalmente conclusa, anche se le ferite e i cuori spezzati dei popoli vittima del grande conflitto sono ancora accesi negli animi.
Oggi Mobius e la Terra stanno continuando le trattative di amicizia, mentre i due rispettivi popoli stanno provando a riappacificarsi per iniziare finalmente a convivere insieme. Ma dove c'è il buono, c'è sempre il marcio: le devastazioni rimaste, i soldati sbandati, i fanatici, le criminalità organizzate e il razzismo ormai sono all'ordine del giorno in entrambi i pianeti.. ed è solo questione di tempo prima che un possibile secondo grande conflitto possa riaccendesi tra le due popolazioni.
Chi potrà fermare tutto questo dite voi? Gli esiliati della I Grande Guerra:
Shadow the Hedgehog, la Forma di Vita Definitiva. E Blade the Hedgehog, la lama fantasma.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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CAP1

CAPITOLO I
- Gli errori del passato -

 

 

Silenzio. C’è solo silenzio nell’aria di quella vecchia baracca, ben distante da occhi indiscreti. Una abitazione poco illuminata, circondata da ciò che resta dei boschi di Green Hill.
A prendere aria, una figura cupa e stanca scrive silenzioso sotto ad flebile luce.

 

17 settembre 3227.. credo. Scrivo “credo” perché ormai ho perso il conto del tempo.
Questo è il mio 347esimo giorno da esiliato e questa.. è la mia 223esima lettera che scrivo e che tra poco distruggerò dandole come solito fuoco. È passato quasi un decennio dalla fine della Grande Guerra che ha coinvolto Mobiani e Terrestri.. e ancora oggi ne sentiamo il dolore nel cuore. È incredibile come una guerra di dimensioni così planetarie possa finire per nostra fortuna, con una trattativa di pace. Non ne potevo più di quella dannatissima guerra: massacri, stupri, attentati, bombardamenti, generali incapaci, fucilazioni e crimini di guerra erano all’ordine del giorno 10 anni fa. Mi ricordo ancora che in quelle notti oscure scendeva l’Inferno stesso sulle nostre teste e dovevamo sperare che le bombe non ci piovessero addosso ai nostri rifugi improvvisati. Forse il mio esilio forzato non è stata una brutta idea. Niente più guerre. Niente più ordini da parte di generali nullafacenti. Niente più persone da fucilare.
Io.. Blade the hedgehog.. assassino di donne e bambini inermi solo perché “serviva per la missione”.. certe volte ripenso che allora potevo benissimo spararmi in testa e farla finita.
Era davvero una guerra assurda e insensata e che non voglio mai più rivedere. Il mio sogno adesso è di vivere finalmente una vita tranquilla come era 30 anni  fa.. ma ogni giorno le mie speranze si affievoliscono e come al solito, paga il popolo il prezzo più alto.
Oramai sono solo un assassino.. e non sarò mai più un eroe. Blade the Hedgehog è morto.

 

 

Ma la sua scrittura e i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da un terribile boato. Sentendo tale rumore, Blade si alzò da posto e si affacciò a una delle finestre della stanza. Vicino alle montagne si poteva intravedere una folta luce e nello stesso tempo udire dei continui tonfi, ma ormai quei rumori per Blade erano facilmente riconoscibili: i fischi delle bombe e i colpi di mortaio.

-No.. non posso credere.- Blade rimase incredulo a tale spettacolo, ma non poteva sbagliare. Il suo dovere come ex eroe di Mobius era troppo forte e se davvero c’era un grosso conflitto a fuoco in quella città, allora doveva buttarsi nella mischia. Preso dalla fretta, si vestì con i suoi vecchi abiti da militare: maglietta a mezza manica nera, guanti tattici neri, pantaloni a ginocchiera militare e giacca con cappuccio mimetica. A differenza degli altri militari, Blade usava le sue fidati scarpe, che allora grazie ad esse poteva raggiungere la stessa velocità dell’eroico Sonic the Hedgehog. Come arma invece, decise di portare con sé la sua arma fidata, un fucile d’assalto Beretta AR 70/90 che aveva rubato ad un nemico durante una sua vecchia missione sulla penisola italiana. Per auto difesa infine, prese da una cassetta riposta sotto la scrivania, una polsiera rivestita con una sottile placca di metallo, dove poteva indossarlo sull’avambraccio destro. Preso il tutto, Blade si diresse a tutta velocità verso quella folta luce, preparandosi nel frattempo al peggio.

 

-Uccidete i cittadini: massacrate chiunque incontrate!-

Questa era l’unica frase che si sentiva in città, senza contare le urla disperate delle vittime. La città era sotto attacco a causa di un gruppo di militanti armati fino ai denti. Le fiamme, i colpi dei mortai e delle bombe e gli spari dei kalashnikov riuscivano a rimbombare in tutta la città.
Una cittadina di mobiani che allora contava diecimila unità, adesso se ne conta solo millecinquecento. È una  vera e propria caccia. I pazzi in questione sono sia umani che mobiani, con l’intento di divertirsi e distruggere ciò che resta della martoriata città, rimasta in piedi pur con tutti bombardamenti subiti nella Grande Guerra. Ci sono solo rovine, palazzi in fiamme, sangue e cadaveri. Le urla disperate dei civili che scappavano dalla furia omicida dei militari si faceva sempre più forte, così come il rumore degli spari e le risate di quei sociopatici.

Una giovane volpe grigia in quel preciso istante, stava come tutti scappando da quei folli assassini, nel disperato tentativo di salvarsi. Affaticato, stanco e con le lacrime agli occhi continuava a correre, implorando il creatore di risparmiarlo. Senza che gli potessero dar tregua, ecco che due militari umani lo intravidero e si diedero al suo inseguimento. Il volpino, ormai disperato, continuò a correre nel vano tentativo di seminarli. Ma ecco che nel bel mezzo della strada, davanti a lui gli si bloccarono la strada altri cinque soldati che, senza che il giovane mobiano avesse il tempo di scansarli, uno di loro riuscì ad atterrarlo e a tenerlo fermo. La volpe implorava aiuto e chiedeva continuamente di essere risparmiato. Per tutta risposta i terroristi ridevano come dei sadici e iniziarono a prenderlo a pedate continue sulla schiena e sulla testa per tre minuti.. tre minuti che sembrano infiniti per il povero mobiano. Continuarono incessantemente, finché uno di loro non lo prese per il collo e sguainò un coltello da caccia, fissando intensamente gli occhi della giovane volpe.

-Ti sgozzerò come un porco e poi indosserò la tua pelliccia come premio.- disse sadicamente.

La volpe provava a reagire, ma era tutto inutile: stava per morire.
Ma mentre stava per succedere l’inevitabile, ecco che si sentirono degli spari. All’inizio i militari non ci fecero caso, ma poi capirono che non erano i fucili dei loro compagni. Subito calò il silenzio, finché non si sentirono improvvisamente dei passi.. ed una sagoma di una figura poco visibile dovuta al fumo e al fuoco che circondava la città. I militari non ebbero nemmeno il tempo di fare domande che un colpo di fucile trapassò la fronte del militare che teneva tra le mani il piccolo mobiano, uccidendolo così sul colpo. E la stessa fine fecero lo stesso gli altri, trivellati tutti dai colpi di un solo fucile. Il ragazzo continuò a tremare dalla paura finché non intravide finalmente il suo salvatore: un riccio castano sulla trentina, vestito in modo militare con un fucile d’assalto tra le mani. Il volpino era ancora incredulo e finalmente poté tirare un sospiro di sollievo. Pensò che fosse uno dei tanti terroristi che lo avrebbe ucciso, ma invece lui avvicinò e gli allungò la mano per aiutarlo a rialzarlo. La volpe continuò a ringraziarlo, fino ad osannare la sua azione. Ma il riccio color terra rimase indifferente dalle sue parole, preso invece a ricaricare l’arma.

-Vai via ragazzo: ora me ne occuperò io.- disse serio, facendo qualche passo in avanti per dirigersi verso il centro della città.

-Ne è sicuro signore?- domandò il volpino, molto preoccupato per la risposta del suo salvatore. Cioè.. poteva davvero combattere da solo contro quei pazzi?

-Sono stato in guerra ragazzo. Scappa e non voltarti indietro.- finì, continuando a camminare verso il suo obiettivo: uccidere quegli assassini.

Il ragazzo giustamente non volle rimanere e diede ascolto al soldato, salutandolo e ringraziandolo nuovamente. Ricaricata l’arma e con tutta la rabbia che aveva in corpo, Blade era pronto a sparare a qualche pazzo terrorista. Ormai ne aveva abbastanza di loro.

-Ok bastardi: Blade the Hedgehog è tornato e stavolta vi sfonderà il culo a furia di piombo.- urlò, determinato a combattere.

 

 

Nel mentre Blade si incamminava verso i nemici, il centro della città era ormai diventato un vero inferno. Tutti i palazzi della città erano crollati, mentre le case, gli uffici e i locali erano stati tutti dati alle fiamme. Le strade e i muri erano ricoperti di schizzi e pozzanghere di sangue e detriti e ogni secondo che passava, c’era un cadavere in più accasciato al suolo. L’unica cosa che si poteva udire in quel luogo era il suono degli spari e le urla strazianti delle vittime.

Blade era arrivato finalmente lì, pronto come non mai alla lotta. Ma prima che potesse fare un altro passo, ecco che cadde in un’imboscata. Un battaglione nemico composto rispettivamente da ventiquattro militari armati di vari fucili d’assalto lo accerchiarono, pronti a sparare.

Blade rimase impassibile a tale mossa e ignorò pure le minacce dei suoi nemici, per non parlare del classico: getta l’arma e metti le mani sopra la testa. Se lo avesse fatto sicuramente lo avrebbero trivellato di colpi. A questo punto il riccio con tutta tranquillità sfilò dalla tasca dei pantaloni una fiaschetta contenente della grappa. Fin da giovane non aveva mai rinunciato all’alcool e quando pensava di morire, ne beveva sempre un po’ per calmarsi. Ma stavolta era diverso: era semplicemente per gustarsi il buon gusto della grappa e anche per prendere in giro i suoi avversari. Infatti alcuni dei militari lo guardarono con rabbia, in quanto non aveva la benché minima paura di loro. Ma proprio nel momento in cui uno dei soldati stava per ordinare di aprire il fuoco contro il riccio, ecco che Blade si preparò all’offensiva. Lasciò cadere l’ormai vuota fiaschetta e mollò il suo fidato fucile, balzando in aria contro i nemici. I soldati a questo punto mirarono in alto e aprirono il fuoco. Credevano di colpirlo e invece era scomparso nel nulla. Alcuni di loro si domandano dove fosse finito, ma ecco che ricomparve, esattamente dietro uno dei soldati. Blade non perse tempo e attivò subito l’arma sul suo braccio. Di scatto una lunga lama partita da sotto la polsiera trapassò la gola della sua vittima. Gli altri ventitre soldati spararono verso il riccio, colpendo il loro soldato ormai morente, ma non Blade. Infatti scompare di nuovo. Ma era solo l’inizio e per sfortuna dei nemici, a causa dell’accumulo dei detriti, del fumo e del fuoco, si formò improvvisamente una fitta nebbia, appannando così la loro visuale.

-Ma che sta succedendo!?- urlarono alcuni dei soldati, in balia della nebbia tossica.

-Non pensateci uomini. Trovate quel bastardo e appena lo vedete, terminatelo!- finì il comandante di squadra, preso come gli altri a trovare Blade.

Questo fu proprio il momento giusto per il mobiano castano. Tornò all’azione e senza far rumore, accoltellò da dietro un altro dei soldati e per evitare che potesse far rumore, nel momento dell’assassinio gli tappò la bocca per impedirgli di urlare. Fece lo stesso con tutti gli altri, sgozzandoli nel silenzio. L’unica cosa che si sentiva era il tonfo che provocavano i cadaveri cadendo sull’asfalto della strada. Appena ucciso il settimo, tutti gli altri militari per la paura, spararono all’impazzata, completamente alla cieca. Otto, nove, dieci.. come degli idioti i soldati si sparavano a vicenda, mentre Blade grazie alla super velocità evitò di essere colpito dai loro proiettili. Non ci volle molto prima che l’enorme foschia di polvere venne spazzata via dal vento, rivelando ben ventidue cadaveri.. e un solo superstite, inginocchiato e dolorante per i colpi subiti dai suoi alleati. Vedendolo agonizzare Blade riprende da terra la sua Beretta, per poi dirigersi verso il soldato, ormai indifeso e ferito. Nessuna parola. Nessun ripensamento. Nessuna emozione. Premette il grilletto e gli sparò, accompagnato dalla sua freddezza. Aveva compiuto le stesse cose di allora e stavolta aveva l’arma scarica e la sua mano grondante del sangue dei suoi nemici. Fece per riprendere fiato, ma non poté e d’improvviso si era accorto che i cadaveri erano ventitre.. non ventiquattro. Dove era finito l’ultimo?

-Mi cercavi piccolo bastardo?- infatti l’ultimo era lì, dietro Blade mentre teneva puntato il suo M16A2 pronto a dare il colpo di grazie al mobiano. Il riccio non se l’aspettava proprio che uno di loro fosse ancora vivo dopo tutti quei colpi, ma con la punta dell’occhio vide che le pallottole non lo avevano tanto graziato: le sue ginocchia e il suo occhio destro erano macchiati di sangue, zoppicava molto e aveva la mano sinistra grondante di sangue, sicuramente dovuto a una pallottola, quindi gli tremava costantemente l’arma per il dolore. Il soldato guardava con odio Blade ma allo stesso tempo con soddisfazione, date che avrebbe voluto la soddisfazione di ucciderlo lui stesso.

–Addio, schifoso mobiano.- finì, col dito pronto nel premere il grilletto.

 

 

Non poteva finire così.. non in questo modo. Ma era troppo stanco per contrattaccare e una mossa falsa avrebbe accelerato il suo arrivo nell’Aldilà. Quindi chiuse gli occhi, sperando di non soffrire troppo per il dolore.

Poi, un colpo. E infine un tonfo. Riaprì gli occhi.. non era ancora morto? Si girò di scatto per controllare.. e infatti era lui quello morto, con un grosso foro nel cranio. Ma chi era stato? Dopo questo Blade riprese fiato e raccolse da terra il suo fucile e già che c’era, frugò tra i cadaveri per rubare qualche munizioni. Dopo questo, continuò a guardarsi intorno, per cercare di capire chi fosse la persona che lo aveva salvato da morte certa. Poi.. il vento si fece più forte e un brivido gli percosse la schiena. Da lontano scrutò una figura.. che si avvicinava sempre più a lui. Un mobiano nero, occhi rossi come il sangue, pantalone, maglietta, guanti e giubbotto in pelle chiodo nero. Stivali bianchi e sguardo incredibilmente serio, armato di una semplice pistola. Continuando a fissarla, Blade comprese finalmente chi fosse e gli andò incontro a passo veloce. Infatti era lui. Un riccio nero dalle linee rosse, serio e forte, definito molti anni fa come la Forma di Vita Perfetta: Shadow the Hedgehog.

-Che dire? Mi sei mancato Shady- rispose, contento di rivedere il suo “amico”. Come tutta Sonic&Co, anche Blade e Shadow allora combatterono in prima linea nella Grande Guerra.

-Ringrazia il fatto che ero qui, altrimenti saresti morto.. o peggio- commentò, ripulendo la canna della sua pistola.

-Sempre amichevole vero? Comunque te lo concedo, stavolta  mi hai salvato. Ma dimmi: cosa ci fai qui? Non eri andato a Station Square  per delle “indagini”?-

-Si, ma appena sono arrivato lì è scoppiato il finimondo. Sia Station Squadre che decine e decine di altre città di media e grande importanza sono state colpite da vari attentati ad opera di questi sbandati umani. Il motivo? Non te lo so dire.-

-Questi umani.. non portano mai nulla di buono. E adesso che si fa?- domandò Blade, pensieroso del fatto che quei pazzi fossero ancora a piede libero in altre città.

-Le forze militari stanno provando a respingerli dalle grandi città, ma quelle piccole è sicuro che non riceveranno aiuto.-

-Me ne sono accorto. E quindi?.. Andiamo a uccidere qualche terrorista?- chiese, eccitato all’idea di tornare all’azione. Anche se lo rinnegava, certe volte Blade si dimenticava di essere in guerra e che rischiava la morte.

-Si.. e faremo in un attimo.- terminò Shadow, sfilando dalla testa un oggetto molto familiare. Una grossa pietra lucente dal potere praticamente infinito: lo Smeraldo del Caos.

-Reggiti- propose Shadow, in quanto stava per attivare il potere dello Smeraldo. Blade allora intuì che intenzioni aveva il riccio nero e si appoggiò stretto alla sua spalla. Sapeva che Shadow era decisamente più forte di lui e il saper padroneggiare un oggetto tanto potente era la conferma. Si affidò quindi a Shadow, sperando che il teletrasporto non lo avrebbe sbalzato troppo.

-CHAOS CONTROL!- e così, un forte bagliore di luce lì portò via, verso il loro prossimo obiettivo.

 

CONTINUA..

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Salve Signori.. che ve ne pare? :D Knight CuttingBlade è qui con una nuova storia e forse bloccherò pure questa XD (madonna , ho dei problemi).

Diciamo che era mia intenzione scrivere una storia con Shadow protagonista, ma questa storia è anche un aiuto per me di migliorare il mio sistema di scrittura e forse anche attirare molte altre persone. Francamente per questa storia mi hanno dato molta ispirazione 3 scrittori di questo fandom: Phantom13, Vicarious10 e Akab101 (ben ricordato Jr24h). Spero che ai fan di Shadow non dispiaccia questa storia sennò veramente potrei star male.. sul serio T.T

Comunque per il momento mi sto dedicando alla mia prima fan fiction: The Darkness in his Eyes (do un forte saluto alla mia fan Tsubakisantoro e a tutti i miei colleghi di EFP).

Vi saluto e vi abbraccio,

 

Knight CuttingBlade (lettore, ricorda di recensire e lasciare un tuo parere).

  
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