Nightmare
Correva, correva in un
bosco senza luce, una risata conosciuta che lo seguiva.
-Visto che nella caccia
sei una frana Merlin, questa volta la preda sarai tu.-
Disse la voce, che pareva
farsi sempre più vicina, per quanto lui corresse veloce.
Inciampò in una radice
nascosta ad un certo punto, e cadde in avanti.
La freccia si conficcò nel terreno accanto a lui, facendogli sgranare
gli occhi blu.
Si rialzò in fretta,
ricominciando a correre, ma, all'improvviso, venne circondato da tantissimi Arthur, tutti con le frecce incoccate.
-Ma…ma…-
Merlin era a corto di
parole, le copie dell'asino reale si misero a ridere.
-Dai Merlin, non fare
questa faccia. Dovresti essermi grato piuttosto, se fosse stato mio padre a
scoprire che sei un magi saresti stato decapitato, a
essere fortunati. Mentre io ti sto dando la possibilità di salvarti.-
Merlin si accasciò a
terra, prendendosi la testa fra le mani e serrando gli occhi, sapeva che quello
non era che un incubo, ma non riusciva a svegliarsi.
Senza che lui le vedesse,
le copie di Arthur lanciarono le frecce, ma esse non raggiunsero mai il loro
obiettivo.
Quando Merlin riaprì gli
occhi si trovava in un ambiente molto diverso dalla foresta, conosciuto questa
volta.
Se non si sbagliava si
trovava nella stanza dell'asino reale, asino che stava camminando
ossessivamente su e giù per la stanza.
Vedendo che non sembrava
armato, e valutando che doveva essersi svegliato, si arrischiò a tirarsi su
dalla posizione sdraiata in cui si trovava, ricavandoci solo una fitta terribile
alla spalla, che lo fece gemere.
Il suono attirò
l'attenzione d Arthur, che si girò verso di lui, e, vedendo che era sveglio,
un'espressione di sollievo gli si dipinse sul viso, subito dopo seguita da una
di rimprovero.
-Tu…-
Cominciò avvicinandosi a grandi
passi verso il letto, puntandogli contro il dito.
-Come ti è saltato in
mente di metterti un mezzo tra me quella freccia?-
Ringhiò fermandoglisi accanto.
-Io…-
Merlin non sapeva cosa
dire, anche perché non ricordava nulla del genere.
-Sei stato uno stupido, un
incosciente!-
Nel mentre Arthur continuò
la sua tirata.
-Potevi morire lo sai?! Gaius ha detto che se la
freccia ti avesse colpito tre centimetri più a sinistra saresti morto.-
Arthur sembrava furioso,
ma nei suoi occhi c'era traccia di lacrime.
-Avevo la cotta di maglia
idiota.-
Aggiunse alla fine.
-Io non mi ricordo.-
Si lamentò Merlin,
portandosi una mano alla testa e chiudendo gli occhi, come per concentrarsi.
Niente, non riusciva a
ricordare null'altro che l'incubo, ma quello poteva essere stato dato dal
trauma della ferita.
-Davvero, non ricordo.-
Mormorò ancora.
-Bhe, te lo dico io cosa è successo. Stavamo
combattendo quando un arcere mi ha puntato e tu ti
sei lanciato davanti a me, con il risultato che la freccia ha colpito te, quasi
uccidendoti.-
Scosse la testa, per poi
puntare lo sguardo nel suo.
-Anzi, tu eri morto-disse-e
non c'era più niente di bello al
mondo-
Merlin strabuzzò gli
occhi, era vero che lui e il principe intrattenevano una relazione sentimentale
da qualche tempo, ma Arthur non era mai stato così
sdolcinato, neanche nei momenti più intimi.
L'unica spiegazione che
riuscì a trovare Merlino in quel momento è che fosse una reazione alla sua
quasi dipartita, o a un'eventuale botta in testa.
-Sicuro che sia stato solo
io a essere ferito? Non è che magari hai preso una botta in testa anche tu?-
Domandò fissandolo sospettoso.
-Che diavolo di domande
fai Merlin?-
Chiese Arthur scuotendo la
testa.
-È evidente che tu sia
ancora un po’ confuso, sarà meglio che chiami Gaius.-
Sospirò per poi girarsi
verla la porta, che si aprì, però, in quel momento, lasciando entrare Gaius con un cestino di erve e
intrugli vari sottobraccio.
-Oh, bene, vedo che sei
sveglio.-
Constatò con sollievo
vedendo il ragazzo sveglio, poi si rivolse ad Arthur.
-Vostra altezza, vi prego
di uscire mentre cambio la fasciatura del vostro servo.-
Arthur parve per un attimo
non voler uscire, la bocca aperta, come se volesse dire qualcosa, ma poi, quasi
avesse avuto una piccola discussione mentale, la
richiuse, scosse la testa e se ne andò sbattendo la porta.
-Gaius…che è successo? Non mi ricordo niente.-
Sbuffò Merlin mentre il
medico sistemava delle boccette e delle erbe, insieme ad un piccolo mortaio,
sul tavolo.
-Cosa ti ha detto il
principe?-
Domandò Gaius inarcando un sopracciglio con concentrazione, mentre
iniziava a tritare un'erva dall'aspetto sconosciuto.
-Mi ha parlato di una
battaglia e di me che mi sono messo in mezzo beccandomi una freccia sulla spalle.-
Sospirò Merlin guardando
l'anziano medico continuare a triturare varie erbe per poi fare una specie di
tisana con una parte dell'intruglio, mentre con quella restante creò una pappetta appena umida.
-Bevi.-
Disse allungandogli la
tazza, il sopracciglio sempre inarcato, come se stesse cercando le parole
giuste.
Merlin si portò la tazza alla labbra, assaggiando la bevanda piacevolmente calda,
peccato che il sapore fosse orribile.
-Bleah!! Che schifo Gaius, ma che
c'è qui dentro?-
Domandò allontanando la
tazza e facendo delle smorfie di discgusto.
-Non fare il bambino
Merlin, bevila tutta. C'è dentro della corteccia di salice, della verbana e estratto di aglio.-
Disse con tranquillità Gaius riavvicinandogli la tazza.
-Ma Gaius…-
Lo pregò Merlin.
-Non hai almeno un po’ di
miele?-
Merlin fece gli occhi
dolci da cucciolo, ma questi non servirono con Gaius.
-Non ne ho a disposizione,
per cui bevi, che poi devo cambiarti la fasciatura.-
Sentenziò con decisione
l'anziano medico, mentre cominciava a trafficare con le bende.
-Comunque cos'è successo?-
Insistette Merlin, osservando
la schieda che Gaius gli
dava.
-Eravate nel bosco, a
caccia, quando siete stati assaliti da un gruppo di banditi, assassini pagati
da qualcuno probabilmente. Fortuna ha voluto che, vista
l'occasione, Arthur avesse portato con se alcuni dei migliori aspiranti
cavalieri, per fare qualche combattimento di prova, e per questo portava la
cotta di maglia. Inoltre, è stata una vera fortuna che ci siano stati loro,
perché altrimenti saresti stato costretto ad usare la magia, e sicuramente
Arthur sarebbe arrivato a sospettare qualcosa.-
L'ultima frase aveva un
tono leggermente sarcastico.
-Vuoi dire che sono
incosciente nell'uso della magia?-
Si trovò a ribattere
Merlin.
-Se la vuoi mettere
così…io direi piuttosto che la coscienza non sai neanche che cos'è, più ti dico
di stare attento e essere prudente più sembra che tu ti diverti a usare la magia danti a possibili testimoni, fino ad ora sei stato
molto fortunato ragazzo.-
Sospirò alla fine Gaius, e Merlin non trovò niente da ridire, perché l'altro
aveva ragione in questo.
-Comunque, grazie ai
ragazzi Arthur è riuscito a sconfiggere gli avversari senza problemi, ma un arcere era rimasto nascosto nella boscaglia e nessuno
l'aveva notato, solo tu lo hai visto, e ti sei lanciato tra lui e Arthur, senza
pensare che lui era più protetto di te, con la cotta
di maglia.-
Concluse Gaius girandosi verso Merlin, prendendo la tazza oramai
quasi vuota, e aiutandolo a levarsi la lunga camicia da notte.
Dopodichè slacciò le bende usate e lavò con cura e
delicatezza la ferita, e, nonostante queste premure, Merlin si trovò a dover
trattenere i gemiti di dolore.
Quando l'operazione di
medicazione fu conclusa, e lui si trovò di nuovo sdraiato a
letto la porta si riaprì e entrò Arthur.
-Oh, vostra altezza,
entrate pure, ho finito.-
Si inchinò leggermente Gaius prima di riprendere tutte le sue ampolle e erbe e
avviarsi verso la porta.
-Tornerò stasera.-
Annunciò prima di uscire,
lanciando un ultimo saluto a Merlin.
-Grazie Gaius.-
Rispose Arthur, aspettando
che l'altro uscisse, per poi chiudere la porta con il chiavistello e andare a
stendersi sul letto accanto a Merlino.
-Sei un idiota.-
Sbuffò togliendogli una
ciocca di capelli scuri da davanti agli occhi.
-Ma un idiota che mi ama
veramente molto, per prendersi una freccia al posto mio, e non posso negare
che, in un certo senso, la cosa mi faccia piacere.-
Un piccolo ghigno
sardonico nacque sulle labbra di Arthur.
-Non aspettarti che lo
faccia ancora però, sbuffò Merlin, trovandosi però anche lui a sorridere.
-Per carità!-
Si affrettò a dire Arthur.
-Sennò poi mi toccherebbe
aspettare chissà quanto per poter approfittare di te.-
Ghignò, e Merlin intuì che
non scherzava del tutto.
-Bhe, intanto dovrai aspettare un bel po’, visto che
non riesco neanche ad alzarmi senza avere fitte allucinanti alla spalla e al
petto.-
Mise il broncio Merlin,
pensando a quanto fosse materialista e rozzo il suo ragazzo, ma, d'altra parte,
lo amava anche per quello.
-Non ti preoccupare, mi
ripagherai con gli interessi.-
Già…lo amava.