Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: idrilcelebrindal    10/03/2016    1 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
52 Organizziamo una spedizione
52 Organizziamo una spedizione

Kili congedò i messaggeri, incaricando la guardia fuori dalla porta di accompagnarli alle cucine ed affidarli alle cure di Bombur.

“Ma scusate,” intervenne Nori, “non può essere Gràin. Il tizio… Elkar … è un Nano dei Colli Ferrosi: se il prigioniero fosse stato il suo principe lo avrebbe riconosciuto, no?”
“Non è detto,” rispose Balin. “I Colli Ferrosi sono un grande insediamento, non certo la nostra dimora in Ered Luin. Le dimensioni si avvicinano di più a quelle di Gabilgathol… anche se non è  grande come Erebor ; e Gràin era – o è – un giovane principe che non aveva ancora un ruolo pubblico. Non è neanche l’erede… quindi non è detto che tutti i Nani lo riconoscano a prima vista, magari da lontano ed in condizioni difficili. No,” concluse, “non è detto. Potrebbe  essere lui.”
“Chiunque sia,” concluse Kili, “non possiamo lasciarlo al suo destino. Ha combattuto per noi, e se si trova nei guai, è stato per la sua lealtà. Non ho intenzione di ignorarlo!”

Thorin annuì.
“Sono d’accordo, ma… entrare a Goblin Town?”
Il silenzio calò sui tutti i Nani presenti.
“Beh… due ingressi li conosciamo,” azzardò Kili. “Siamo entrati dal versante ovest e siamo usciti dal versante est.”
“Non intendo gettarmi in una trappola e finire nella rete!” ringhiò Dwalin, torvo. “Mi è bastata una volta, ed in ogni caso non vogliamo prendere d’assalto la città, vero?”
“Certo che no,” rispose Kili, aggrottando le sopracciglia, “pensavo più ad un’entrata e uscita rapida e furtiva. Quindi quell’ingresso è escluso.” Poi alzò lo sguardo verso Nori.
“Sei tu quello specializzato in furtività… visto che al momento abbiamo perso il nostro scassinatore…” spalancò gli occhi un attimo.
“Che c’è?  Stavi pensando di mandare Bilbo in qualche altro guaio assurdo… se l’è cavata con i troll, per non parlare di Smaug…magari potrebbe dare lezioni di cucina ai Goblin…” Balin ammiccò, ed i presenti non riuscirono a trattenere un sorrisetto.
“Ancora quella storia,” brontolò Kili, “non riuscirò mai a liberarmene. Anche se, a voler ben guardare, non sono stato io a mandarlo da Smaug.. giusto?  No, in effetti non stavo pensando a quello, ma cosa ne dici, Nori? Sarebbe possibile una sortita rapida…?”
Il Nano fulvo si accarezzò la barba con fare pensoso.
“Si potrebbe fare,” sospirò alla fine. “Anche se i problemi sono parecchi. Goblin Town non è una piccola caverna; non possiamo aggirarci per troppo tempo alla ricerca di una cella che potrebbe essere ovunque. Ogni secondo di permanenza aumenta il pericolo; così dovremmo almeno avere un’idea della zona in cui il prigioniero si trova. Ma prima di tutto, dobbiamo entrare.”
Kili aprì un grande armadio dove erano conservati numerosi rotoli, e ne prese alcuni. Spazzò via tutto quello che si trovava sulla scrivania e vi piazzò sopra i documenti, srotolandoli un po’ ad uno ad uno.
“Queste mappe sono antiche,” disse, “ sono qui da prima del drago. Forse qualcosa è cambiato, ma l’idea generale dovrebbero darcela. Ecco, questa va bene,” aggiunse, aprendone una che occupò quasi tutta la scrivania e fermandola agli angoli con qualche oggetto a caso in modo che non si richiudesse. Tutti i presenti si chinarono sulla mappa.
“La parte centrale delle Montagne Nebbiose,” disse Balin.
“Siamo partiti da Gran Burrone,” osservò Kili, “ma qui non c’è.”
“E’ evidente,” brontolò  Thorin. “E’ la Valle Nascosta! Pensi davvero che compaia su tutte le mappe, specie quelle non elfiche? Però possiamo dedurre la sua posizione approssimativa.”
L’ex Re posò il dito su una linea che attraversava la mappa da est ad ovest, praticamente diritta.
“La Grande Via Est. Gran Burrone è più o meno qui. In verità,” Thorin guardò Balin, che annuì, “non era nostra intenzione scendere così a sud. L’inseguimento degli Orchi ci ha portato piuttosto fuori strada.”
“Anche se forse qualche membro della Compagnia aveva altri piani,” bofonchiò Kili, pensando a Gandalf. Il Mago aveva puntato su Gran Burrone fin dall’inizio, ed aveva avuto le sue ragioni.
“Alla fine le Aquile ci hanno lasciato qui,” Nori puntò l’indice su un punto molto più a nord, vicino al Grande Fiume Anduin. “E qui è la casa di Beorn… più o meno.”
“Quindi, se lasciamo perdere il punto in cui siamo entrati a Goblin Town… che potrebbe essere in questa zona” e Kili coprì con la mano una sezione del versante ovest delle Montagne Nebbiose, “dobbiamo cercare il punto in cui siamo usciti.”
“I segni dell’incendio  dovrebbero essere ancora visibili,” disse Dwalin a bassa voce. Per un momento tacquero, sopraffatti dal ricordo dei momenti drammatici della ricomparsa di Azog.

“Giusto,” riprese Kili dopo un attimo. Il passato è passato, per quanto difficile. Conta il presente.
“Anche in questo caso,” osservò Nori, “non possiamo aggirarci per mesi tra quelle montagne alla ricerca di una particolare zona. A parte la perdita di tempo, essere scoperti da qualche pattuglia di Goblin sarebbe disastroso. Per quanto si possa essere esteso l’incendio, al massimo si tratterà di un paio di chilometri quadrati, non di più. E le Montagne non offrono una visuale molto ampia…”
Kili annuì, lo sguardo sempre fisso sulla mappa.
“Una perlustrazione accurata, da parte di qualche pattuglia scelta… gli esploratori di Dìs, qualcuno dei Colli Ferrosi…” propose Dwalin, ma Thorin scosse il capo ancora prima che l’amico avesse finito di parlare.
“Troppo tempo,” brontolò. “Se Fili è là dentro, non voglio lasciarcelo un attimo più del necessario.”
“Nemmeno io,” proseguì Kili, “ ma non abbiamo scelta, anche se… forse c’è una soluzione più rapida. Come hai detto, Nori? Che le Montagne non offrono una visuale molto ampia? Dipende dai punti di vista,” e così dicendo il giovane Reggente alzò il viso a mostrare un sogghigno malizioso.
Gli altri Nani lo guardarono perplessi.
“Amici,” il sorriso di Kili si fece ancora più largo. “C’è qualcuno che ha una visuale molto più ampia della nostra. Come ce ne siamo andati da quell’incendio?”

Thorin lo guardò incredulo.
“Kili, non penserai di …”
Il nipote scosse il capo.
“No,” rispose, "per quanto mi piacerebbe farmi un altro volo…”
Un coro di brontolii e gemiti accolse l’affermazione.
“Per Mahal, no! Ho aperto gli occhi un istante e mi è bastato!”  esclamò Dwalin.
“Credevo di morire! Anche se è stato eccitante, preferirei non…”  proseguì Nori.
“Sono stato sul punto di vomitare tutto il tempo…” confessò Balin.
Thorin li guardò uno dopo l’altro, perplesso.
“Non ho mai pensato a quello che mi ero perso,” concluse.
“E’ stato fantastico, zio, se non fosse perché eravamo così preocupati per te. Comunque,” continuò, “so che non posso chiedere un passaggio alle Aquile, ma ci sono altri con lo stesso punto di vista, no?”
Nori sogghignò, con aria complice, mentre gli altri si guardavano perplessi. “Giusto.” rispose il Nano fulvo.

“Bene,” disse infine Kili lasciando che la mappa si arrotolasse. “C’è altro?”
“Dàin,” rispose semplicemente Thorin, “Dobbiamo avvisarlo.”
“Se lo conosco, non si muoverà,” interloquì Balin. “Non lascerà i Colli Ferrosi in questo momento; Vodren è ancora lì che tesse le sue trame, e Nàin non sta ancora abbastanza bene per tenergli testa da solo. Dàin non rischierà il Regno per un figlio, per quanto lo ami; però potrebbe voler mandare qualcuno.”
“Se fosse qualcuno con una squadra di arieti da guerra sarebbe un bel vantaggio. Sono molto più veloci dei pony,” osservò Dwalin.
“Gli scriverò io,” si offrì Thorin, “e sono certo che tutti gli arieti rimasti ad Erebor saranno a nostra disposizione.”
“Troppo tempo,” Kili scosse il capo. “C’è un altro modo per avvisare Dàin. Come hai fatto la prima volta.”
“Intendi i corvi? Non so se è possibile…” L’ex Re guardò Balin con aria dubbiosa. Il vecchio consigliere rispose con uno sguardo altrettano dubbioso.
“I corvi sono tornati alla Montagna, li abbiamo visti dirigersi sia alla Corvaia sul versante est sia a Collecorvo. Ma i livelli per la Corvaia sono pesantemente danneggiati, e le scale distrutte. Non c’è modo di arrivarci, se non dall’esterno… con corde e chiodi.”
Kili scosse il capo.
“Troppo pericoloso. E Collecorvo?”
“Lo stesso. Troppi danni nella battaglia. Dovremmo essere tanto fortunati da intercettare un corvo di passaggio; non solo, dovrebbe essere immediatamente disponibile uno di noi che può parlargli.”
Kili rimase un attimo in silenzio.
“Scrivi, zio. Daremo il messaggio e le lettere di Elkar al comandante del contingente lasciato da Dàin; con un ariete da guerra avrà il tutto  in breve tempo.” Nel frattempo farò un tentativo a modo mio.  

“Hai intenzione di partire subito?” chiese Balin, con cautela. Nessuno aveva mai messo in dubbio, nemmeno per un momento, che Kili avrebbe guidato la spedizione, ma per il vecchio consigliere c’erano altre questioni da considerare. Come per Dàin.
Fu compiaciuto, una volta di più, dal suo antico allievo.
“Mi piacerebbe, ma non è possibile. A parte alcune questioni in sospeso, so benissimo che non posso muovermi almeno finchè non arriva mamma. La situazione qui ad Erebor è ancora fluida e gli equilibri di forze sono delicati: troppi uomini, troppi Nani di cui sappiamo troppo poco, troppo oro. Con il contingente di guerrieri da Ered Luin, il nostro controllo della situazione diventa molto più saldo; senza contare che conferire la reggenza a Lady Dìs è una garanzia, vero?” e così dicendo ridacchiò, alla vista dei cenni di assenso degli altri Nani presenti.
“Tua madre è una forza della natura,” bofonchiò Thorin. “A volte penso che i Nani sbaglino di grosso nell’escludere le femmine dalla successione al trono… ma del resto Dìs si prende quello che ritiene le spetti.”
“Benissimo. Se è tutto,” concluse Kili, “ vado a far colazione con mia moglie.”

Kili uscì dallo studio insieme a Dwalin, che si sarebbe occupato di scegliere i Nani per la spedizione. La guardia alla porta lo fermò con un inchino.
“Mio signore, mi dispiace molto, ma non siamo riusciti a trovare il signor Nori. Nessuno sa…” si interruppe vedendo il suddetto Nano uscire a sua volta alle spalle di Kili. La guardia lo guardò interdetto, e così anche Dwalin.
“Se nessuno ti ha avvisato, come hai fatto a sapere che Kili aveva chiesto di te?” chiese il guerriero con uno sguardo torvo.
Nori gli rispose con un sorrisetto malizioso, sicuro che avrebbe irritato Dwalin oltre misura. La diatriba tra i due durava da decenni.
“Ho i miei sistemi,” rispose il Nano fulvo.
“A proposito,” interruppe Kili, che non desiderava una polemica tra i suoi due collaboratori, entrambi preziosi, “novità su Vodren e le sue trame?”
“Curioso che tu me lo chieda proprio adesso,” rispose Nori. “Potrei avere qualche risposta questa sera.”

Thorin guardò la porta che si era appena chiusa dietro le spalle di Kili e sospirò.
“Sai, Balin,” iniziò con aria meditabonda, “non so dirti quanto sia fiero di quel ragazzo. Ha preso in mano la situazione con una naturalezza, come se fosse nato per comandare…”
“Lo è. E’ un Durin; il comando è nel suo sangue,” rispose il consigliere, “Mahal manda sempre alla nostra gente quello che ci serve.”
Thorin si girò verso il vecchio Nano.
“Lo credi davvero, vecchio amico? Mi piacerebbe pensare che tutte le mie pazzie hanno comunque prodotto un risultato positivo. Comunque, un po’ mi manca il vecchio Kili…”
“Ah, sì… una volta, alla notizia che forse Fili è ancora vivo, avrebbe rimbalzato per tutta la stanza e si sarebbe prodotto in un salto mortale senza mani…”

Kili salì di corsa le scale che portavano al suo appartamento. Non vedeva l’ora di raccontare a Liatris la novità. E’ lui. E’ vivo! Lo porterò a casa!  
Lasciò andare tutto il controllo che aveva esercitato e si abbandonò al sollievo. Gli sembrava che un macigno enorme fosse stato sollevato dalle sue spalle; la cortina grigia che per mesi aveva gravato su di lui sembrava squarciarsi per lasciare entrare il sole, proprio come il primo sole  di primavera stava iniziando a scaldare la Montagna Solitaria.
Passò le doppie porte decorate e si ritrovò nel corridoio deserto davanti alle sue stanze.
Si guardò attorno: nessuno. Un sogghigno malizioso stirò le labbra del giovane Principe Reggente.
Lanciò un urlo di gioia e si lanciò in un salto mortale… appoggiandosi su una mano.
Meglio  non rischiare.

Liatris sentì l’urlo e riconobbe la voce del marito. Si alzò di scatto dal tavolo della prima colazione proprio in tempo per accogliere Kili che entrò nella stanza come un turbine.
Si lanciò verso di lei, le mise le mani sui fianchi e la sollevò in aria, facendola girare in un accenno di danza.
“Kili!” la giovane Nana si aggrappò alle spalle del marito, sorpresa e anche un po’ scioccata. Poi lo guardò in viso. Un sorriso radioso illuminava i suoi lineamenti, ed i bellissimi occhi scuri splendevano di gioia.
“L’abbiamo trovato, Lia… abbiamo trovato Fili.”

Seduta sulle ginocchia di Kili, Liatris ascoltava il racconto di quanto era accaduto la mattina, strabiliata.
“Dopo tutto questo tempo, finalmente… finalmente abbiamo notizie!” stava dicendo Kili, con gli occhi splendenti. “Sì, lo so, non ci sono certezze, potrebbe essere chiunque, e bla-bla-bla…”
“Ma tu sei sicuro che sia lui,” concluse Liatris. “Ed in ogni caso, è molto di più di quanto avevamo prima.”
“Una strada, un indizio sicuro, un obiettivo che si può seguire,” concordò Kili.
“Quando partirai?” la voce di Liatris assunse un tono neutro, ma Kili, nella sua eccitazione, non se ne accorse.
“Non so di preciso. Aspetteremo di sicuro che arrivi mia madre; poi ci sarà comunque la Cerimonia dell’Annuncio, e in ogni caso ho qualche idea da provare. Un paio di settimane, penso.”
Liatris abbracciò il marito ed appoggiò la guancia contro la sua.  Kili a sua volta le coprì di baci il collo e la mascella, ed infilò il naso tra i suoi capelli, annusando e facendole il solletico con il respiro. Liatris non potè fare a meno di ridacchiare, ed a sua volta gli infilò le dita nel colletto facendolo ritirare come una tartaruga.
“Ehi!” protestò Kili. “E’ la guerra che vuoi?”
“No.” Sussurrò lei con la bocca sulla sua. “Devo andare tra poco, quindi mi accontenterò di un bacio. Il resto stasera.”

Qualche minuto dopo , mentre Liatris finiva di prepararsi, Kili uscì sulla balconata. Come al solito, lo spettacolo era da mozzare il fiato; il sole illuminava la vallata che, per la prima volta dopo tanti anni, si stava ricoprendo di un tenero verde primaverile. La terra si risvegliava, e, libera dall’alito del drago, la vita si riappropriava della Desolazione di Smaug.
Kili respirò l’aria ancora fredda e si spostò al margine della terrazza, dove batteva il sole, e chiuse gli occhi.
Che razza di Nano sono, che amo il sole e l’aria libera… forse era il fatto di non essere mai veramente vissuto sotto terra, ma si era sempre sentito a suo agio tra i boschi e nei prati. O forse c’è davvero una parte di me che … come diceva Oìn?...sente il soffio della vita che arde sulla Terra..?
Cercò di svuotare la mente, come gli  aveva detto Oìn; e si concentrò sul suo scopo. Groac! Ho bisogno di voi!

Liatris gettò uno sguardo al suo principe sul balcone. Teneva il viso sollevato e la brezza gli scompigliava i lunghi capelli scuri.
Era davvero felice che ci fossero notizie di Fili; finalmente il suo amato sembrava liberato di un’oppressione mortale. Però.
Però lui sarebbe partito. Mahal, possibile che senta già la sua mancanza? Quando non se ne è ancora andato?
Separarsi dal marito la faceva star male. Era come se una morsa gli stringesse il cuore al solo pensiero di vederlo allontanarsi, di non veder il suo sorriso al risveglio, di non potersi stringere a lui sotto le coperte. Sapeva che avrebbe odiato ogni minuto lontana da lui. Sapeva che sarebbe stata tranquilla sono quando l’avesse visto tornare, vivo ed in un solo pezzo.
Un paio di settimane. Ho un paio di settimane per abituarmi all’idea.
In quel  momento un frullo d’ali giunse dall’esterno. Prima un corvo, poi altri svolazzavano intorno al giovane principe bruno; lui alzò un braccio, e Groac si posò sul suo polso.
Senza fiato, Liatris guardava il marito che parlava con i corvi, che sembravano affascinati da lui. Come la prima volta, percepì il legame tra loro.
Allora è proprio vero.  

ANGOLO AUTRICE!
Benebenebene. Sono ancora viva!
Mi scuso con tutti quelli a cui non ho risposto, ringrazio di cuore tutti i lettori, sempre silenziosi e sempre più numerosi – non ci posso credere, passate le 5000 visite, per non parlare dei capitoli singoli -  e tutti quelli che mi mandano un cenno di gradimento.
Vi amo tutti … e vado a lavorare al prossimo capitolo, visto che ho un po’ di tempo per me.
Bacio a tutti
Idril
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: idrilcelebrindal