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Autore: PK ShowdowN    11/03/2016    3 recensioni
Non scrivevo da un anno, se non di più. E non penso che riaccadrà in futuro. Quando però qualcosa fa parte tanto di te come i Pokemon può capitare di avere un attimo di nostalgia e scrivere qualcosa di getto... un immagine, un piccolo schizzo. Al centro di tutto si trovano le riflessioni di un Ash giunto ad un'ipotetica fine della serie animata.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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La musica rimbombava forte, a ritmo.
E tutto vibrava. Coppe, trofei, medaglie traballavano in un tripudio di leggiadri movimenti.
Ash sbuffò tappandosi le orecchie.
Non era facile per uno abituato a stare sempre in giro per il mondo passare qualche giorno a casa, soprattutto se hai come vicino un Gary Oak.
Non che non avesse messo la testa a posto, recentemente si era dato con grande dedizione alla ricerca scientifica, semplicemente continuava a non poter fare a meno di feste alcol e donne…
Ash si aggiustò il cappello volgendo lo sguardo al cielo.
Scelte di vita.
Molti lo avrebbero invidiato, quel Gary, tanto amico quanto rivale.
Ma Ash, colui che in fondo era sempre rimasto un provinciale, un umile ragazzo di Pallet, aveva tutt’altro nella testa.
Spalancò la finestra, rabbrividendo.
Era notte fonda e la luna, chiara e piena, diffondeva il suo latteo bagliore su tutta la città.
E Pikachu?
Era sempre lì, lo storico compagno di avventure. Certo, in quel momento era più nel mondo dei sogni che col ragazzo di Pallet.
Ash sorrise osservando il tenero petto del topino elettrico gonfiarsi e sgonfiarsi ad ogni respiro.
Di lui si che era invidioso. Come diamine riusciva a dormire nonostante ci fosse tutto quel baccano?
Si ributtò nuovamente a letto.
Sospirava.
Pensava.
Che questa già è una novità, avrebbe osato dire Pikachu, ma ad un certo punto, nella tua vita, occorre mettersi a tavolino e fare quattro conti.
Kanto, isole Orange, Johto, Hoenn, Sinnoh, Unima, Kalos… dieci anni erano passati da quando aveva intrapreso il suo cammino per diventare maestro Pokemon.
Dieci anni. Un’infinità.
Era partito basso, con una vocina stridula, da moccioso, e adesso si trovava alto oltre il metro e settanta obbligato a farsi la barba quotidianamente.
Un’adolescenza che riassunta potrebbe essere definita una catena continua di errori con qualche spunto positivo.
Perché è vero che alla fine il titolo di Pokemon Master lo aveva conseguito, ma come si dice, una volta esaurito il tuo obiettivo, una volta ottenuto l’oggetto della tua ricerca, occorre trovare qualcosa di nuovo per non sprofondare nella noia.
Ricordava come fosse ieri il giorno della vittoria finale. Il giorno in cui, vinta la lega di Kalos, ebbe accesso al torneo dei tornei… il torneo dei Master.
I campioni delle leghe delle diverse regioni erano estratti a sorte a competere in scontri diretti l’uno contro l’altro.
Un titolo che se fino a qualche anno fa era si difficile, ma non impossibile da conseguire, da quando la lega di Sinnoh era stata vinta da quel ragazzo misterioso con quel Darkrai e quel Latios, era diventato una vera e propria utopia.
Eppure la vita è strana: Charizard, Snorlax e Muk, 3 dei 4 Pokemon scelti da Ash, riescono nell’impresa.
Takuto, il ragazzo misterioso, è costretto a usare due dei suoi altri Pokemon: Un Gyarados e un Articuno, fortissimi ma inadatti ad un tipo elettro come Pikachu.
Il boato finale del pubblico, gli applausi, le gambe che tremano per l’emozione… tutto stupendo.
Ma ha avuto davvero senso rinunciare a tanto, sacrificare la propria vita per qualche minuto di gloria?
E adesso? Cosa avrebbe fatto? Su cosa avrebbe indirizzato la propria vita?
Un giovane regista, un tale Satoshi Tajiri, gli chiesto di poter fare un film su di lui.
O meglio, più che un film un cartone animato, un qualcosa che potesse ispirare un vasto target di ragazzi a credere nei sogni e a perseguirli fino alla fine.
E Ash aveva accettato. Tramite la computer grafica lo avrebbero ringiovanito, ed era così pronto a ripercorrere, passo dopo passo, gli eventi salienti della sua vita.
Interrotta la meditazione aprì quindi il cassetto del suo comodino, stringendo un oggetto vagamente sferico che assomigliasse ad un essere umano: una ragazza dai capelli rossi precisamente.
E chissà che ripercorrendo passo dopo passo la sua vita non potesse rimediare a quanto sbagliato in precedenza.
  
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