Les Filles aux Yeux d'Email
I
Mahiru – Con il suo cuore tra le dita
È di un bianco quasi accecante il paesaggio intorno a lei. Lei che canticchia un motivetto inventato, si sistema la gonna e la camicetta e comincia a volteggiare leggera. Improvvisa i passi di un ballo, la mano sinistra alzata a stringere l’aria immaginando di essere accompagnata in quel ballo lento e magnifico da un bellissimo cavaliere – e immagina sia lui.
Lui che le aveva fatto battere il cuore, lui che l’aveva fatta innamorare.
Lui testardo, a tratti egocentrico, così spericolato da eliminare addirittura le gerarchie.
Lui pedina del gioco di lei, lui marionetta senza anima e volontà.
E lei, perfida burattinaia, che tira i suoi fili.
Lei, con il suo cuore tra le dita.
*
Gli gira la testa e sente male alle ossa, quando riprende coscienza di sé.
Apre gli occhi ed è costretto a richiuderli all’istante – il bianco intorno a lui è quasi più accecante del sole e si accorge solo in quel momento che non riesce a muovere le braccia, ma non riesce ad alzare la testa per vedere cosa gli impedisce i movimenti.
È tutto confuso… Nella sua testa ci sono mille pensieri e non ce n’è nessuno. Pensa a rallentatore, è stanco e le ossa gli fanno male – cerca di allungare le gambe e ci riesce, almeno quello. Scrocchia il collo e una spalla e si paralizza quando la vede avvicinarsi.
-Ciao, Guren.- sorride, la ragazza, avvicinandosi ancora – a malapena sente i suoi passi e si irrigidisce, la schiena appoggiata a quello che sembra ciò che rimane di un muro si tende come se volesse sottrarsi all’avvicinarsi di un fuoco.
-…hai paura di me, Guren?- sembra sorpresa, Mahiru, mentre continua ad avvicinarglisi. Si siede sulle sue gambe, appoggiando le mani sulle spalle immobili e doloranti dell’uomo. –Eppure… - sussurra, a un soffio dalle labbra. -…dicevi di amarmi.-
Le mani – piccole, aggraziate e delicate – scendono sul petto di Guren, accarezzandolo da sopra la stoffa dell’uniforme.
-Cosa vuoi, Mahiru?- sibila, gli occhi ametista fissi in quelli rubino di lei – Mahiru continua a sorridere, per niente toccata dalla ritrosia dell’uomo.
-Lo sai cosa voglio, Guren.- sussurra a un orecchio sempre sorridendo mentre conficca le unghie nel petto di lui. –Voglio che tu segua i miei ordini.-
Le unghie continuano a conficcarsi oltre il cotone dell’uniforme fin nella carne e a Guren manca il respiro e pensa che lo voglia uccidere. Sbarra gli occhi e si divincola, cerca di liberarsi mentre le mani della ragazza sfiorano il suo cuore – lo sfiorano appena, come a ricordargli che le basta poco per strapparglielo dal petto.
-Ricordati a chi appartieni, Guren.- sussurra ancora Mahiru. –Ricordati chi stringe il tuo cuore.-
Poi tutto diventa ovattato.
Ed è tutto bianco. E silenzioso. E morbido. E ha sonno.
Sente la mano lasciare il suo cuore che però continua a essere schiacciato da un peso opprimente.
E poi nulla.
Profumo dolce e amaro. Metallico e vivace. Odore di morte.
Mahiru.
Cannella.
Sobbalza e scatta seduto, ansante e sudato.
Un incubo. Era tutto un fottuto incubo.
Stringe il lenzuolo tra le mani come a volerlo strappare e digrigna i denti. Si sente tremendamente debole, in quei momenti.
-…Guren?-
È solo un sussurro assonnato, ma riesce a riportare Guren bruscamente alla realtà. Non si muove nemmeno quando Shinya si avvicina, ancora mezzo addormentato e gli occhi ostinatamente chiusi – tornerà a dormire a breve, di sicuro.
-Che ore sono? È già ora di andare?- mugugna sbadigliando, e Guren non può non ammettere di trovarlo… adorabile è il termine più giusto che gli viene in mente. E non può fare a meno di sorridere - ma da un angolo della stanza, Mahiru lo osserva.
«Ricordati, Guren, che sono io a stringere il tuo cuore. »
Il mondo è talmente pieno di orrori
che perfino i vampiri e i mostri se ne stanno nascosti per la paura.
[Dylan Dog]
D.P.P.: Deliri Post Partum
E alla fine mi sono decisa a pubblicarla. So che qualcuno mi ucciderà per questo, ma ehy: sono abituata a rischiare la vita :D *fissa il ginocchio sinistro*
Allora, ehm. Questa raccolta nasce senza motivo in un pomeriggio di noia totale in cui cercavo di finire il prompt del secondo giorno della MikaYuu Week di aprile e non ho ancora finito tutti i prompt del terzo e del quarto giorno e manca meno di un mese AAAAAH SCLEROH e mi era preso un blocco assurdo *fissa male Mika e Yuu* Li amo, ma dopo questi prompt comincio a pensare di essere parecchio masochista.
ANYWAY. Il titolo significa Le fanciulle dagli occhi di smalto e chi è appassionato di teatro probabilmente ha fatto il collegamento con la fanciulla dagli occhi di smalto per eccellenza, Coppelia. [sì, sono una di quelle bimbe che la domenica veniva trascinata a teatro dai genitori. Non fate domande.]
Per chi non fosse ferrato e/o non conoscesse Coppelia, facciamo una brevissima sintesi. Nel paesino in cui vive, Coppelia è corteggiata da tutti i ragazzi che però – quando si avvicinano e riescono a guardarla in viso – si accorgono che la bella fanciulla non è altro che una bambola con gli occhi smaltati.
In questa piccola raccolta, i miei “occhi di smalto” sono quelli di personaggi che hanno nascosto, nascondono e nasconderanno qualcosa a qualcuno. Fingono, a volte anche solo perché non possono fare altro, e i loro occhi diventano come quelli di Coppelia.
La OneShot di Mahiru è nata dalla lettura di Dylan Dog unita all’ascolto a loop di Sweet Dreams di Marilyn Manson e al tentativo in parte fallito di dividere i miei due Husky senza farmi staccare un braccio mentre litigavano [mi sono bastati i canini nel ginocchio, grazie]: Guren che, infondo, è schiavo di Mahiru - o meglio: di ciò che lei è diventata - e che lentamente le soccombe, trovando però un appiglio in Shinya. Shinya che sarà sempre presente per lui.
BEST NOTE AUTORE EVER FATEMI UNA STATUA.
E niente, ho finito di parlare a vanvera. Vado a medicare il cane e torno a studiare Latino Catone chiama.
Alla prossima, gente. Non fatemi troppo male.
Maki