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Autore: M4RT1    13/03/2016    2 recensioni
Tenry | Flashfic | Raccolta
Dieci momenti di Teddy e Henry. Dieci curiosità che l'uno conosce dell'altra.
Henry avrebbe dato qualsiasi cosa per poter assistere a uno dei suoi stessi interventi. Per uscire dal suo corpo addormentato e sedersi in galleria a guardare sua moglie urlare ordini con la foga che metteva in certi litigi, oppure muoversi avanti e indietro per tutta la sala fino a essere mandata via, magari da Cristina Yang.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Burton, Teddy Altman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Ottava stagione
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Ten things I know about you

#2 - Di notte, Teddy ha il sonno molto agitato

Fluff | What if? | 632 words




Henry non aveva mai amato studiare. Non che fosse uno di quei ragazzi perennemente indietro sul programma, anzi, era abbastanza intelligente da recuperare in un pomeriggio le lezioni di un'intera settimana. Dodici anni di stop, però, insieme a un lavoro che gli occupava parte della giornata e una moglie che si prendeva il resto del tempo, l'avevano reso ancor più refrattario al solo pensiero di dover trascorrere ore su libri di testo spessi quanto dizionari.

Quando Teddy si ritirò a casa, quella sera, si aspettava comunque di trovarlo intento a studiare. Sveglio, quanto meno, magari impegnato a sottolineare svogliatamente un paio di pagine con una mano mentre, con l'altra, pescava le noccioline da un sacchetto del supermercato. 

Invece Henry dormiva. Se ne stava mezzo sdraiato sul divano, la camicia abbottonata fino al collo e un libro di patologia aperto sul petto. La bocca semiaperta, gli occhi chiusi, un braccio che penzolava giù dal divano, respirava piano - era una delle cose che Teddy apprezzava di lui, il sonno silenzioso, anche se certe volte il non sentire neppure un rumore provenire dal suo lato del letto la preoccupava. 

"Buonasera" sussurrò lei con un mezzo sorriso, avanzando verso il divano. Henry non dette segno di averla sentita. Continuò a respirare, tranquillo, la testa leggermente piegata all'indietro su un cuscino grigio e il libro che faceva su e giù seguendo i movimenti del suo petto. "Studiamo intensamente, vedo."

Anche quella battuta restò senza risposta. Teddy non pensò minimamente di svegliare il marito. Anzi, le sarebbe piaciuto davvero tanto se fosse stato lui a trovarla addormentata e, magari, a portarla in braccio fino al letto. Ma come sempre era Henry quello che cedeva per primo e così, anche quella sera, Teddy si limitò a sfilargli il libro dalle mani e riporlo sul tavolino, attenta a non perdere il segno; dopodiché cercò una delle coperte che tenevano per gli ospiti e gliela stese addosso, sicura che neppure il solletico della stoffa sul collo l'avrebbe svegliato.

Alla fine si fermò a guardarlo e, per un secondo, la tentazione di sdraiarsi accanto a lui e restare a dormire lì al suo fianco fu forte abbastanza a convincerla a sedersi, almeno. Così si accomodò accanto a lui e si concesse un lungo sbadiglio. Stava per sdraiarsi quando la voce del marito la fece sobbalzare.

"Non anche qui" borbottò, aprendo un occhio. Sembrava contrariato.

"Cosa non qui?" domandò Teddy. Lui ghignò.

"Hai idea di come sia difficile dormire con te?" le chiese, puntellandosi sui gomiti. "Dormire nonostante i calci, i discorsi ispirati che fai nel sonno, i gomiti che sulle costole?"

Teddy aveva sempre avuto il sonno agitato. Da quando era tornata dalla guerra, poi, tra incubi e ricordi le cose erano perfino peggiorate. Ad ogni modo, era perfettamente consapevole dei suoi movimenti da come ritrovava la sua parte del letto al mattino.

"E con te, allora?" rilanciò, pur sapendo di non aver niente a suo favore. Dal basso, il marito alzò un sopracciglio.

"Io non mi agito" ribatté, sicuro.

Teddy sbuffò. "Che ne sai, se dormi?" 

Ormai Henry era perfettamente sveglio. Seduto sul divano, la camicia spiegazzata e i capelli arruffati sulla nuca, la fissava scettico. "Nessuno si è mai lamentato di me" le rispose, sbadigliando. "Sono stato ricoverato molte volte, sai, e nemmeno uno dei miei compagni di stanza ha protestato. E comunque, tu non l'hai fatto" aggiunse con un sorrisino.

"Okay, lo ammetto!" esclamò Teddy. "Dormire con te è come dormire da sola. Posso lamentarmi di questo, almeno?" 

Henry era semplicemente troppo stanco per controbattere, perciò annuì. Reprimendo un altro sbadiglio, si mise in piedi. "Che ne dici di continuare questa discussione a letto?" propose, prendendola per mano. 

"D'accordo" rispose lei, alzandosi a sua volta.

Anche quella notte Henry fu costretto a dormire in bilico sul ciglio del materasso mentre, accanto a lui, Teddy si agitava come se stesse lottando.



  
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