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Autore: Rohan    13/03/2016    4 recensioni
Dal testo:
[Era dannatamente spaventata e preoccupata.
Poche volte, in vita sua, si era sentita così in colpa per qualcosa.
In quel momento non ce la faceva a reggere lo sguardo di sua figlia, si stava già sentendo morire dentro in quel momento, non osava immaginare come avrebbe retto un confronto diretto con la bambina.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Videl tirò la tenda della finestra, in camera da letto.
Accarezzò il muro dipinto di un giallo pallido, mentre camminava verso l'armadio.
La figura seduta sul letto matrimoniale la fissava a metà tra il rassegnato e il preoccupato.
«È un passo che prima o poi si deve fare» provò a consolarla, guardandola mentre apriva l'armadio e tirava fuori la sua camicia da notte leggera, verde.
«Non puoi capire» rispose lei, atona, mentre si iniziava a vestire per la notte.
Per un attimo Gohan rimase a fissarla.
Quella camicia le fasciava dolcemente le curve di quel corpo ormai da donna.
Un desiderio iniziò a farsi strada dentro di lui, ma cercò di scacciarlo scuotendo la testa. 

«Non dire così» disse cercando di tornare alla discussione. «Anche per me è difficile»
Videl ritornò con gli occhi su di lui, dopo essersi inginocchiata sopra al materasso. «L'ho messa io a letto, io ho visto i suoi occhi tristi, non tu, quindi non puoi capire. Mi sono sentita senza cuore; come se l'avessi privata di qualcosa di così importante per lei e futile per me» disse tentando di spiegarsi, anche se per lei era difficile.
Pensandoci razionalmente, si sentiva una stupida. Pan ormai aveva quasi tre anni e le aveva solo imposto di dormire nella sua camera per tutta la notte.
La bambina era stata abituata a dormire nel lettone con i suoi genitori, quindi quel divieto l'aveva come ferita e Videl se ne era accorta quando le aveva rimboccato le coperte e aveva visto i suoi occhi scuri abbassarsi, nell'udire l'ennesimo "no".

Gohan si girò verso di lei e le prese le mani tra le proprie. «Non può dormire con noi per sempre. Era necessario farlo» tentò di rassicurarla.
Videl annuì sospirando e fece un lieve sospiro. «È ancora così piccola» disse con un sorriso materno sulle labbra, mentre iniziava a sistemarsi sotto le coperte,
Il marito l'affiancò, sdraiandosi dopo qualche secondo. «Già, è davvero incredibile come una sola bambina, così piccola, riesca a portarti allo sfinimento» sbadigliò, ripercorrendo con la mente l'intenso pomeriggio di giochi passato con la sua bambina e Mr. Satan.
La giovane si sdraiò al suo fianco, per poi appoggiare una mano sul suo petto e la guancia sulla sua spalla, mentre lui voltava il viso verso il suo, per guardarla negli occhi. 
Si sorrisero a vicenda e Gohan si abbassò di qualche centimetro per regalarle un delicato bacio a fior di labbra, ma Videl si spinse contro di lui, cercando di approfondire il contatto.
Piacevolmente sorpreso, la mano del Saiyan si posò sulla schiena della consorte, all'inizio per accarezzarla, poi per spingerla sopra di lui.
La corvina, dal canto suo, non se lo era fatta neanche chiedere e, desiderosa di attenzioni, si sedette sull'addome dell'uomo, accarezzandogli il viso e i capelli, non trascurando comunque le sue morbide labbra.
Era raro un momento di intimità in quel periodo.
Tra il lavoro, la casa e la bambina che dormiva sempre nel lettone insieme a loro, i due sposi cercavano di non perdere occasioni, quando erano da soli; inoltre la luce fioca della stelle e della luna che filtravano dalla tenda malamente scostata da Videl in precedenza, rendeva l'atmosfera stuzzicante.

Ad un tratto, però, Videl sgranò gli occhi e si staccò dalle labbra del marito.
Gohan, confuso, smise di accarezzarle le gambe sotto la camicia. «Che succede?» domandò.
Lei si rimise sdraiata sul materasso. «Non possiamo» disse semplicemente.
Il Saiyan scosse la testa. «Io credo di sì» tentò di replicare, sdraiandosi di fianco per guardarla meglio.
Videl gli accarezzò le labbra con l'indice e gli sorrise. «No, la porta non è chiusa a chiav-» si bloccò, afferrando il polso del marito che prontamente si stava alzando dal letto per rimediare. «E non possiamo tenere chiuso. Se Pan dovesse provare ad aprire perché sta male o non so che altro, non potrebbe» disse, preoccupata.
Il giovane provò a replicare, aprendo la bocca per fare una controproposta, ma lei la fermò sul nascere.
«Non se ne parla proprio con la porta aperta»
Lui aggrottò la fronte. «Come facevi a sapere che stavo per proporre quello?» chiese imbronciato.
Lei sorrise. «Prevedibile» rispose, lasciandosi andare in una lieve risata. «Per oggi lasciamo stare, per favore. È la prima volta che dorme sola, evitiamo» tentò di convincerlo, dandogli un delicato bacio sulla guancia.
Gohan annuì e gli sorrise. «Hai ragione, scusa» disse passandole un braccio attorno al suo corpo, stringendola a lui dalla vita.
Le mani di Videl si posarono sulle sue guance e gli sorrise col cuore. «Io ti amo da impazzire» disse lentamente, con sincerità.
Il giovane sentì il suo cuore battere più veloce del solito, per qualche secondo, e le morse delicatamente il labbro inferiore. «Anch'io, tesoro» rispose.
Le mani di entrambi cominciarono di nuovo a prudere, ma questa volta per la voglia di giocare.
Non era raro che tutti e due iniziassero a giocare mettendo in scena delle piccole lotte, tanto per divertirsi un po'.

Videl gli pizzicò il braccio con le dita e Gohan rispose al gesto afferrandola per i fianchi e bloccandola sul materasso, mentre la sormontava.
«Non hai scampo, piccola» gli sussurrò con aria di sfida, a pochi centimetri dalle sue labbra.
La giovane provò a divincolarsi dalla ferrea presa del marito, senza alcun risultato.
Fece spallucce e lo fissò intensamente. «Che cos'hai intenzione di fare?»
Gohan, dopo un'attenta riflessione, si abbassò sul collo scoperto di lei, iniziando a leccarlo con la punta della lingua.
Videl si morse il labbro inferiore per evitare di gemere.
Quello era il suo punto debole ed il Saiyan lo sapeva perfettamente.
«N-no Gohan, no! Tutto tranne questo!» ansimò forte, fecendo sorridere lui in maniera sprezzante.
L'uomo ritornò davanti al suo viso e appoggiò il naso sulla sua guancia. «Cosa ci guadagno?» chiese a bassa voce.
«Cosa vuoi?» domandò lei a sua volta, quasi timorosa di sapere la risposta.
«Qualche coccola un po' speciale» le sussurrò all'orecchio con un tono ed un sorriso maliziosi.
Videl mugolò. «Per favore, avevamo detto oggi no» mormorò, tentando di usare un tono pacato per addolcirlo.
Gohan infilò una mano nella sua camicia ed iniziò ad accarezzarle il fianco con l'indice. «Allora mi basta solamente che ammetti la tua sconfitta, oggi» sussurrò.
Una molla scattò in Videl ed improvvisamente balzò in avanti, facendo rotolare Gohan di lato. «Questo mai. Non senza combattere» disse con un filo di voce, bloccandogli i polsi e mettendosi lei su di lui. «Non puoi vincere contro di me, Son» gli disse.
Lui inarcò le sopracciglia e si liberò falcilmente i polsi, poggiando poi le mani sui suoi fianchi ed iniziando a farle il solletico.
Videl non riuscì a trattenersi ed iniziò ad urlare e a ridere in contemporanea, mentre le mani esperte di Gohan la toccavano nei punti dove sapeva di colpire meglio.
Dopo qualche secondo, però, la porta della camera si aprì e fece capolino una Pan curiosa. 
«Perché non dormite?» chiese vedendo i genitori l'uno sopra l'altro.
Notandola, i due si staccarono prontamente e si sedettero lontano. 
«Niente, tesoro. Dai, torna a dormire che è tardi» rispose Gohan, con tono pacato.
La piccola fissò i due intensamente, per poi stringersi nelle spalle. «Giocavate?» chiese flebilmente.
Gohan annuì, un po' imbarazzato. «Sì, stavamo giocando un po'»
Pan annuì a testa bassa. «Ecco perché non mi volevate oggi; per giocare da soli» disse correndo via dalla stanza.
Videl, udendo quelle parole, perse un battito. 
Si sentiva come la madre peggiore del mondo, stava facendo soffrire la sua bambina.
Strinse le coperte nelle mani, mordendosi il labbro, mentre Gohan le circondava le spalle con un braccio, accogliendola in un caldo abbraccio. 
«Calmati» le sussurrò lui, sentendola tremare leggermente.
La giovane prese un respiro profondo e cercò di sorridergli in modo rassicurante. «Sto bene, tranquillo» gli disse.
Gohan in tutta risposta le passò l'indice sotto gli occhi, raccongliendo le piccole lacrime che lei non stava riuscendo a trattenere. «Sono solo capricci quelli di Pan, per favore non agitarti» tentò ancora di rassicurarla.
Videl sentì un groppo in gola. «Vai da lei, ti prego. Non ce la faccio io a vederla ora. Vai a vedere come sta» 
Era dannatamente spaventata e preoccupata.
Poche volte, in vita sua, si era sentita così in colpa per qualcosa. 
In quel momento non ce la faceva a reggere lo sguardo di sua figlia, si stava già sentendo morire dentro in quel momento, non osava immaginare come avrebbe retto un confronto diretto con la bambina.

«Promettimi che non piangerai, mentre sono da Pan» le sussurrò all'orecchio.
Lei annuì velocemente. «Vai, per favore» lo pregò ancora.
Gohan annuì e lentamente la lasciò andare, dopo averle dato un bacio sui capelli corvini.
In quell'istante era molto combattuto.
Entrambe le sue ragazze stavano soffrendo e non poteva stare contemporaneamente in due posti diversi, per rassicurare entrambe.
Anche lui, in quel momento, si sentì in colpa per aver lasciato da sola sua moglie, ma appena udì i singhiozzi inconfondibili di sua figlia, pensò che fosse quello il luogo giusto dove stare in quel momento.


***

Videl tremò violentemente, mentre stringeva il cuscino di Gohan al petto e poi ci affondava il viso.
Doveva smettere immediatamente di piangere e tremare, l'aveva promesso a suo marito.
Doveva anche smetterla di sentirsi così in colpa, in fondo lui aveva ragione: quello era un passo che dovevano fare, ma le stava sembrando così difficile.
Non credeva possibile che essere genitori comportasse un peso così grande. 
Quando aveva appreso della sua gravidanza e a Gohan erano venuti mille dubbi sul poter essere o no bravi genitori, lei l'aveva rassicurato dicendogli che sarebbe stato facile, l'importante era solo fare ciò che si credeva giusto.
E lei era sicura che il metodo per crescere dei bambini fosse quello.
Non c'era niente da programmare, l'importante era vivere tutto giorno per giorno e scoprire insieme a loro un nuovo, fantastico, mondo.
Eppure, in quel momento, credeva che non fosse così semplice.
Pensava che, tutto ciò che aveva creduto fino a quel momento, fosse solo una bufala.
Non era per niente facile e alcune cose ti avrebbero dato solamente grandi pesi al cuore, perché non sempre sai se quello che stai facendo sia la cosa giusta.
E se magari Pan avesse ancora bisogno di dormire con loro?
Magari per lei era il momento giusto per mandarla a dormire in camera sua, ma per la bambina poteva anche non essere altrettanto.

Si morse il labbro e si massaggiò le tempie.
Doveva resistere, doveva essere forte.
Quando si è genitori si deve diventare una roccia, non si può crollare dopo così poco.
Di certo ci sarebbero stati altri momenti così difficili, se non di più e lei doveva affrontarli tutti.

Sentì la porta della stanza aprirsi nuovamente e quando si sedette sul letto, per incontrare la figura del marito, si sorprese di vedere, in braccio a lui, anche loro figlia.
La piccola, con un grande sorriso sulle labbra, saltò dalle braccia del genitore, al lettone e gattonò velocemente fino alla madre.
«Scusa mammina, non volevo farti essere triste!» esclamò abbracciandola.
Il cuore di Videl prese a battere all'impazzata e strinse la bambina a sé, mentre prendeva un altro respiro prondondo. «Non è nulla, piccola mia» sussurrò.
«Adesso, però» si intromise Gohan. «Dobbiamo andare tutti a nanna, è tardi» disse riprendendo Pan in braccio e portandola nella sua camera da letto.
Quando ritornò, trovò Videl che dormiva con un sorriso beato sulle labbra.
Si sdraiò al suo fianco e la cinse dolcemente, cercando di non svegliarla, invano.
«Come ci sei riuscito?» chiese direttamente, sbadigliando.
Lui le mostrò un sorriso soddisfatto. «Ho i miei metodi» le disse semplicemente. «Buonanotte» sussurrò, regalandole l'ultimo bacio della giornata.
Doveva svegliarsi presto il mattino seguente.
Aveva promesso a Pan una valanga di caramelle per l'indomani, se avesse fatto la brava e non avesse fatto i capricci per dormire da sola, quella sera.























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti :)
Eccomi qui con una OS, visto che non pubblico qualcosa da una vita.
In pochi si ricordano, probabilmente, di me. Anzi, le nuove generazioni (?) manco sapranno minimamente chi sono -_-
Comunque, non è importante: l'importante è che guardando
Dragon Ball Super io abbia ritrovato un po' di ispirazione, visto tutti i dolci momenti Godel che vi si trovano :3
Spero di rimettermi in carreggiata presto con decine e decine di Gohan/Videl, anche se praticamente a nessuno piace questa coppia, anche se non capirò mai il motivo >.<
Comunque niente, spero vi piaccia e grazie per essere arrivati fin qui :)


 

-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*


 
  
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