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Autore: LetyOtaku    13/03/2016    1 recensioni
Salve! Ho provato a scrivere una scena in più dell'episodio 3 dell'anime con protagonista Suoh Mikoto, dopo essere stato arrestato dalla Scepter 4 e questo è quello che ne è venuto fuori. Adoro profondamente l'Homra e in particolare Totsuka, per cui non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa su di loro. Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mikoto Suoh, Tatara Totsuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dreams Aren't Only Dreams Dreams Aren't Only Dreams

Ormai si era rassegnato al suo destino.
Si era fatto imprigionare di proposito perché sapeva che per loro,
lui in quel momento era il pericolo maggiore di tutti.

Era come una bomba ad orologeria: ancora un po' e sarebbe sicuramente esploso, facendo saltare in aria mezzo paese. Ma a lui non importava.
Aveva chi si meritava di essere vendicato e i suoi sottoposti, i suoi amici, i suoi fratelli, avrebbero avuto più libertà d'azione con lui sotto il naso dell'uomo in blu.
Era stata la scelta migliore.

Si sedette su quella specie di panca e tirò la testa all'indietro chiudendo gli occhi.
Ripensò a quell'allegria che regnava quando c'era ancora lui, quando aveva un tetto stabile sopra la testa.

-Sopra ognuno di noi c'è un tetto.- disse distrattamente.
-È il tetto di una casa!- esclamò una voce con euforia, come se stessero giocando a un indovinello.

Lui non si spaventò, era piacevole risentire la sua voce.
Probabilmente la sentiva per via del suo stato.
Era stanco e sicuramente si era addormentato non appena aveva poggiato la testa al muro.
Decise di continuare quel gioco tra se e il suo sogno.

-Perché quell'edificio viene chiamato casa?
-Perché racchiude il calore dei membri di una famiglia che si vogliono bene!- esclamò la voce come se fosse qualcosa di ovviamente ovvio.
-È un posto caldo in cui tornare quando si è in difficoltà o si è tristi, ma anche quando si è immensamente felici,
così da trasmettere la propria felicità e allegria a chi è triste.- aggiunse poi girandosi verso l'altro,
mostrando così il viso bianco e incorniciato da quei bellissimi capelli color  caramello.

-E se uno dei membri morisse e gli altri fossero così tristi da non sapersi rialzare?- ribatté il rosso mettendo le mani nelle tasche dei jeans.
-Allora sarà proprio il ricordo e le parole del membro mancante che daranno ai restanti membri della famiglia la forza di andare avanti.- disse soddisfatto della propria risposta e cominciando ad annuire ripetutamente.
-Ma resterà comunque un flebile ricordo, che alla fine scomparirà come tutto il resto.- ribatté nuovamente abbassando il volto e soffocando le ultime parole con un sorriso triste.
-Ti sbagli di grosso.
 Perché le loro avventure, le loro perdite, i loro sentimenti, sensazioni ed emozioni, i momenti tristi e quelli felici, non potranno mai essere dimenticati da una vera famiglia.
Anche se questa famiglia non ha legami di sangue o di parentela, anche se a tenerli uniti era la presenza di quella persona, allora a continuare a farlo sarà il suo ricordo e la grande amicizia e fratellanza nata in quel bar con un bancone irlandese intoccabile, il quale ha causato la nascita di una vera e propria famiglia unita solo dal rosso fuoco con i capelli a punta e da una smisurata allegria e voglia di vivere.- concluse il biondino infine con un fare fintamente seccato, finendo così a braccia conserte.

Si guardarono per qualche secondo.
Uno con un finto broncio e l'altro con uno sguardo stupito.
Nonostante fosse un sogno, nonostante lui fosse morto poco tempo fa, il rosso si sentì estremamente felice.
Era rimasto il ragazzo che conosceva, nonostante quello che aveva passato, nonostante tutto.

-Capisco.- rispose infine grattandosi la testa e sorridendo dolcemente mettendosi tra le labbra una sigaretta.
Era tempo di dirgli arrivederci.
Lo avrebbe vendicato per poi raggiungerlo subito dopo.

-Ci vediamo presto... Totsuka.- gli diede le spalle e iniziò a camminare verso il nulla,
accendendosi allo stesso tempo la sigaretta con un semplice schiocco delle dita.

-A presto Mikoto.- abbozzò un sorriso al nulla, che aveva inghiottito l'amico per riportarlo nella realtà.
-Addio...Amici miei.- aggiunse infine con un'espressione nostalgica sul volto e con lo sguardo fisso sulla fotografia, affissa alla parete a cui dava le spalle un attimo prima, di tutti i suoi fratelli riuniti in quel bar che era stata la sua casa per molto tempo.
Era ora di svegliarsi.
  
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