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Autore: palanmelen    28/03/2009    8 recensioni
Non lasciatevi ingannare dagli avvertimenti, è una cosina abbastanza leggera. Ispirata alla fabula del Satyricon di Petronio cosiddetta "Il fanciullo di Pergamo" per la trama e il ritmo.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Sha Gojio, Son Goku
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il Fanciullo del Tenkai

(Mentre aspettate con tremenda ambascia l’ultimo – se Konzen vuole- capitolo di Dbdd, che dovevo postare martedì scorso, ma per cause superiori deve slittare un po’ più in là, ecco una shottina carina – ehm- ispirata da Colui che io ero in una delle mie vite passate. Petronio. Che a sua volta si è ispirato dalle fabulae milesiae, ma non voglio fare una lezione di letteratura.
L’ho riempita un po’ di costruzioni strane e metafore… perché è un po’ una traduzione –mooolto, moolto letteraria- dal latino. Quindi, scusate.)
(Ah. È una GojyoxGoku. –Mele apre un ombrellino contro i vari proiettili- Provatela, a me piace - e la userò anche per un EGV...-.)


Quella sera c’era un nuovo ragazzo in paese.
Era magro, non molto basso, forse un po’ troppo infagottato nei vestiti, ma quando lo sguardo scivolava dalle spalle nascoste dagli alamari d’osso, il mantello fluttuante sulla schiena, alle gambe strette - ma non tanto, dai jeans, improvvisamente trovava i polpacci sottili e sodi di muscolo, e i tendini tesi della caviglia che sparivano dentro gli scarponi, come se invitassero a un bacio, a un morso.
Tre uomini camminavano al suo fianco, belli.
Ma solo lui aveva una certa aria malandrina e infantile allo stesso tempo e, nascosta nell’angolo della bocca, una promessa indistinta di qualcosa di caldo.

Uno dei tre gli mise una mano sulla testa, scompigliandogli i capelli più per dargli fastidio che per accarezzarlo.
Mentre lui si lamentava con una voce roca ancora incerta nel tono, l’uomo si guardò indietro, torvo, e i passanti distolsero lo sguardo.


Sanzo era abbastanza infastidito.
Per quanto avesse cercato di inculcare nella mente della sua scimmietta un qualche senso di egoismo, quello stupido era cresciuto fin troppo gentile.
Era cresciuto fin troppo idiota. Non si accorgeva neanche di chi voleva approfittarsi di lui.
Come prima, quel ragazzotto pervertito colla ruota del carro rotta.
Oh, certo che te lo tengo sollevato mentre tu metti quella nuova. Certo che ti offro una panoramica del mio culo e di tutti i muscoli della mia schiena.
Goku non era per niente d’accordo. Si era quasi offeso, a sentirselo dire.
Hakkai aveva cercato di mediare.
Poi era intervenuto Gojyo, infervorandosi sulla questione di uomini che vanno dietro ad altri uomini.
Aveva poggiato una mano sulla schiena di Goku e lo aveva fissato. Gli aveva raccomandato di fare un po’ di attenzione, di non andare a cacciarsi con qualche maniaco.
Goku annuì seriamente e Sanzo fu soddisfatto.
Così, il compito di badare a Goku fu implicitamente assegnato a Gojyo, e la scimmietta non si lamentò per niente.


Un Gojyo custode geloso alle calcagna non impediva che la gente – i bei ragazzi- lo guardasse.
Goku certamente non poteva immaginare che avere un bell’uomo al suo fianco potesse farlo apparire ancor più desiderabile. Non stava certo a pensare ai vantaggi che l’avere accanto un uomo esperto potesse portare. Neanche per caso ci pensava.


Una sera, in un villaggio molto carino, successe che Sanzo li lasciasse liberi di divertirsi come volevano. Nulla di più sano, per un ragazzo in piena crescita e con troppi maschi intorno, che conoscere qualche donna, aveva pensato. Nessuno di più adatto di Gojyo, come accompagnatore, aveva pensato.
Così, Goku e Gojyo si rintanarono da soli in una tavernucola, dove Gojyo si premurò di spiegare bene come le donne seducono gli uomini e Goku fu un allievo davvero attento.

Goku non reggeva molto l’alcol, lo sapevano tutti. Ma Gojyo sapeva riconoscere un ubriaco da uno che faceva finta. Goku aveva le guance rosse per la birra, ma era ancora ben lontano dall’incoscienza. Gli chiese quella cosa con una vocina sottile e rauca da dormiveglia.
-Sono davvero così carino?-
Poi, i suoi occhi luccicarono quando ribadì: -Io non voglio affatto che tutti mi vengano dietro!-.
Si chinò in avanti, sorrise solo per lui. –Sono troppo generoso, cosa ci posso fare?-


Lo riportò in stanza che mezzanotte era già passata.
Era sveglio, anche se teneva gli occhi socchiusi e si lasciava spogliare.
Gojyo gli rimboccò le coperte e si sedette vicino alla sua vita. Goku gli afferrò la giacca come un bambino, ma Gojyo provò tutt’altro che tenerezza.
Si chinò verso il suo orecchio e lui serrò gli occhi.
Mormorò:- Divina Kannon… se potessi dare un bacio a questo bel ragazzo senza che lui se ne accorga… domani mattina gli regalerei un cestino con i dolci più buoni che abbia mai assaggiato.-
Goku cadde immediatamente in un sonno profondo, russando piano colle labbra socchiuse.
Gojyo ghignò, ma solo un attimo.
Le sue labbra era ruvide e morbide. La sua bocca sapeva di birra e zucchero.

Il mattino dopo Gojyo si alzò di buon ora, addirittura prima di Hakkai. Per mantenere al meglio il suo voto girò per tutto il paese.
Non se ne pentì, e poté poi assaggiare da lui ogni dolce che gli aveva comprato.


Quasi per uno scherzo del destino, la sera seguente Sanzo fu altrettanto ben disposto. Forse era contento del fatto che quel giorno Goku non si era curato minimamente di quanti bei giovani gli si fossero presentati con ogni sorta di scusa, e che fosse stato un allievo così diligente, con Gojyo, che questi lo aveva addirittura premiato con un cesto di dolci.

Gojyo e Goku, in stanza assieme in modo che le loro “lezioni” non disturbassero gli altri compagni di viaggio, tornarono nella locanda di nuovo a notte fonda.
Gojyo, già steso a letto, mentre Goku si cambiava per dormire si lasciò sfuggire un desiderio a bassissima voce:- Se riuscissi a toccarlo dappertutto senza che lui se ne accorga, domani gli offrirei un secondo pranzo.-
Goku improvvisamente, senza neanche finire di vestirsi, si strinse come impaurito le braccia al petto e asserì con forza che proprio non sarebbe riuscito a dormire da solo quella notte. Prima che magari fosse Gojyo ad addormentarsi, salì sul suo letto e si accoccolò comodamente al suo fianco.
Gojyo spense la luce.

No, certo che puoi restare qui… ti da fastidio se mi appoggio? Come sei caldo. Non tremare…! Vuoi un bacio? Hai paura? Guarda che io neanche mi spoglio. Non ti vergognare… Sei già duro?


Visto che quella notte Gojyo aveva potuto rimpinzarsi con tutto il suo corpo, però senza davvero togliersi neanche la maglia, Goku poté avere il suo pranzo doppio.
Sanzo disse solo di non esagerare, con questi premi.


Forse ormai per abitudine, anche la notte seguente si ritrovarono nella stessa stanza.
Goku dormiva da poco, rannicchiato sul bordo del letto, ancora un po’ scosso per la precedente lezione, ma totalmente soddisfatto dal pranzo, anche se lo stomaco gli si era svuotato molto prima di cena e non aveva avuto nulla con cui far merenda.
Gojyo si avvicinò con cautela per non far muovere troppo il materasso.
Inspirò a fondo l’odore del ragazzo. Lo abbracciò con delicatezza e, sollevandosi un poco, gli sussurrò all’orecchio: -Kami immortali… se riuscissi ad arrivare fino in fondo, stasera, con questo bellissimo cucciolo addormentato, … domani… domani gli comprerei tanti di quei nikuman che ne avrebbe per tutto il pomeriggio. Certo, solo se non se ne accorgesse.-
Goku sospirò, cadendo in un sonno profondissimo.
Così Gojyo si infilò sotto i suoi vestiti, e poté soddisfare le mani sui suoi capezzoli appuntiti e teneri, e lo baciò quasi da svegliarlo, e non passò molto tempo prima che potesse concentrare tutte le sue preghiere in un solo punto, prima che potesse essere esaudito il suo voto.

Però una quantità tale di nikuman era al di fuori della sua disponibilità economica, senza contare che tanta generosità sarebbe parsa sospetta agli altri due, persino a quella talpa di Sanzo.
La mattina dopo, indeciso sul da farsi, Gojyo girovagò per un paio di ore prima di tornare da Goku con solo un misero sacchetto di caramelle come scusa.
Tra un bacio e l’altro, stretto tra le sue braccia, quel piccolo ipocrita alzava il naso ed odorava l’aria. Infine, chiese: -Ma scusa, i miei nikuman?-


Per quella promessa non mantenuta, Gojyo si era chiuso da solo la via che tanto dispendiosamente si era aperto, anche se Goku si era tenuto le caramelle.
Nonostante tutto, pochi giorni dopo ritentò la conquista con un nuovo assedio. Appena sentì il leggero russare di Hakkai e Sanzo, entrò silenziosamente nella camera di Goku e cominciò a implorarlo che facesse la pace con lui, che quindi si lasciasse soddisfare come prima, perché non poteva negare che gli fosse piaciuto. Continuò su questo tono, vezzeggiandolo e facendo finta di arrabbiarsi, lasciando che la voglia gli suggerisse le parole migliori. Ma lui, imbronciato e scontroso, scuoteva la testa e ripeteva: -Vai a dormire, o chiamo Sanzo.-
Nulla, Gojyo lo sapeva, è così inespugnabile da non poter essere conquistato con la giusta dose di lussuria. Allora, mentre lui si scostava, gli premeva le mani sul petto e ripeteva –Chiamo Sanzo!- Gojyo gli scivolò nel letto. Non badò molto alle sue resistenze, perché fu facile fargli mancare il fiato colle mani e colla bocca, e bastò poca forza per schiacciarlo contro il materasso e possederlo di nuovo.
Goku, nemmeno troppo contrariato per i suo modi spicci e rudi, si lamentò ancora a lungo perché lui l’aveva ingannato, perché prima aveva fatto quelle belle figure davanti ai loro amici e poi neanche aveva saputo come spiegargli il non essersi meritato nessun premio. –Ma vedi che io non sono come te? Siccome sono molto generoso, fa pure quello che vuoi.-
Gojyo, tornato nelle sue grazie, non aspettò oltre per approfittare della sua compiacenza per la seconda volta in quella sera. Poi, soddisfatto della riconquista e dell’amplesso, sistemò bene le coperte su di loro e si addormentò.
Però Goku era un ragazzo nel pieno dell’adolescenza e delle energie, nel momento in cui il corpo è più sensibile alle attenzioni di un amante esperto. Non si accontentò di averlo fatto già due volte e lo svegliò. Tenero e scompigliato gli chiese se non volesse nient’altro.
Gojyo si ricordò che quello era un vantaggio dell’avere a che fare con un giovanissimo demone e, anche se la ginnastica che aveva dovuto fare all’inizio per farlo cedere lo aveva abbastanza stancato, onorò la sua generosità soddisfacendolo di nuovo abbastanza da lasciarlo ebete e felice. Sudato, col fiato corto, ma appagato, si addormentò.
Non passò neanche un’ora, che Goku iniziò a pizzicargli il fianco e gli chiese senza troppe moine: -Perché non lo rifacciamo?-
Gojyo sbuffò infastidito e un po’ arrabbiato. Gli strinse col braccio la testa contro il proprio petto e gli ritornò le sue stesse parole: -Dormi, o chiamo Sanzo.-

  
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