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Autore: Smile Boy    13/03/2016    10 recensioni
Un urlo strazia la quiete, ne segue un altro e un altro ancora.
Un liquido vermiglio macchia l'asfalto immacolato, schizza lontano dal corpo delle prede, quasi abbia fretta di allontanarsi per sempre da esse.
Un profumo acre di terrore inizia a riempire l'aere, affiancando quello di morte.
Il valzer è cominciato.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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È una sorta di finale alternativo del film, un pochino più oscuro.
Consiglio la lettura con la canzone “Requiem for a dream”, quella originale.

 

 

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Credevate nella malata perfezione di un'utopia da migliaia di sorrisi celebrata, cantata da una voce accattivante, una gazzella ricordava l'illusione in cui eravate dolcemente costretti a vivere.
Prede e predatori che si stringono la zampa, poteva davvero continuare questa innocente bugia?


Era tutto pronto, nulla più mancava al gran finale.
L'orchestra della morte stava già scaldando gli strumenti, fremevano tutti all'idea d'iniziare l'ultima melodia.
Lo spartito riportava le tragiche note di un valzer dimenticato, così tragicamente naturale, nefasto nel suo messaggio, portatore di sventura.
Il pubblico aspettava pazientemente l'arrivo del direttore: quasi tutti apprezzavano ciò che aveva fatto per la città, forse troppo per dei così semplici gesti.
Ma era una preda anche lei, come quasi tutti gli elettori che si diressero al suo seggio, felici di nominarla loro rappresentante.


Ed eccola comparire in fondo alla sala, si era messa il vestito elegante, come sempre, elegante anche davanti alla morte.
Passi decisi, troppo per essere una debole pecora, veloci e per nulla nervosi.
Qualche violino indisciplinato accolse il suo arrivo, la voglia di cominciare si faceva sentire, l'entusiasmo era incontenibile.
E il silenzio, preludio del caos, che ne seguì.
Un inchino esagerato davanti all'inevitabile e qualche sorriso falso, esattamente come il copione imponeva.
Tutto è pronto.
La bacchetta è alzata assieme a quelle esili braccia, sta per dare il segnale, condurre infine l'ultima melodia.


Il valzer delle prede morenti.


Una città addormentata, innocente come un cucciolo al suo primo risveglio, ignara del suo futuro catastrofico.


Zampe voraci stanno per cingere il tuo esile collo, non potrai opporti a tale ferocia.
Imponente Zootropolis, l'utopia che celebravi eterna non appare ora così fragile?


Nascoste in chissà quale oscurità non materna vi sono delle gabbie già aperte, nessuna forzatura o segni di artigli.
Il loro interno è vuoto, privato della sostanza.


Dove avete partorito il vostro figlio del caos?


Un urlo strazia la quiete, ne segue un altro e un altro ancora.
Un liquido vermiglio macchia l'asfalto immacolato, schizza lontano dal corpo delle prede, quasi abbia fretta di allontanarsi per sempre da esse.
Un profumo acre di terrore inizia a riempire l'aere, affiancando quello di morte.


Il valzer è cominciato.


Un'esplosione lontana, un lampo che ridà vita alla notte per pochi secondi.
Altre urla accompagnano il valzer, diventano presto centinaia, impossibili da contenere o calmare.
Vetri infranti per le strade, è questa la via dolorosa dei dannati.
Il fuoco dell'inferno è salito apposta a dare il proprio contributo contro quella debole innocenza; si propone come torcia per l'ultima notte maledetta.


La notte in cui le prede conoscono da vicino i predatori.


Artigli funerei scavano senza alcun rispetto nel petto delle vittime, non si preoccupano di sporcarsi, il liquido della vita è una dolce ricompensa.
Zanne affondate, giugulari recise: il pezzo più importante della melodia.
E quegli occhi di fuoco, messaggeri di istinti primordiali, diventano l'ultima orrenda visione delle prede sulla via dell'abbandono.


Un sorriso compare sul muso del direttore, questa volta sincero, folle.
E poi una risata, seguita da un ampio gesto delle braccia.
L'orchestra si scatena.


La pazzia naturale avanza, intrufolandosi curiosa in ogni vicolo, ogni strada, esplora ogni habitat, dilaga come l'invincibile peste.
È incontenibile la catastrofe: si agita, ringhia, scarnifica e si ciba dei caduti che lascia al suo imprevedibile passaggio.


La città è inginocchiata, il valzer le ha risucchiato ogni energia, ogni speranza di futuro.
L'ultima debole resistenza viene eliminata; anche coloro che portavano l'ordine giacciono assieme alle innocenti prede nel cimitero di fuoco e disperazione.


Fra di esse anche una volpe e un coniglio, bloccati nell'istante fatale, abbracciati in eterno.
La gola e il ventre orribilmente squarciati, dilaniati senza ritegno.
Si è intinta la penna nel loro sangue, i nomi scritti su un muro, mai verranno dimenticati.


La melodia sta per morire, le ultime note ristabiliscono una quiete dimenticata.
Un silenzio irreale accompagna l'alba, un silenzio che solo la natura incontaminata può donare.
Fumo pestilenziale emanano le ceneri, si mischia con il penetrante aroma di morte, una combinazione nefasta perfino per l'olfatto meno sviluppato.
Ogni grammo di civiltà è stato eliminato, ogni grandezza, ogni certezza luminosa.

Zootropolis si è addormentata, ha danzato troppo a lungo, il valzer l'ha sfinita.
Ti farà compagnia il tuo direttore, anche lui caduto nel sonno eterno, starete insieme perfino nella perenne oscurità.


Che cosa ti hanno fatto, città delle utopie?


Perchè hanno liberato nel tuo ventre ogni varietà della morte?


Era solo una dimostrazione per mostrare all'intero pianeta la reale natura dei predatori; liberarne centinaia per le strade, creare caos e far crescere un odio smisurato verso la dinastia con le zampe insanguinate.


Perchè non hai reagito?


Il tuo direttore lo ha permesso.


Perchè non ti sei più rialzata?


Tutto è sfuggito al controllo.

 

 

Ma ora riposa Zootropolis, assieme alle tue illusioni di un mondo per tutti vantaggioso.
Uguale.
Dignitoso.
Porta con te il sogno millenario di visionari ora giudicati pazzi, mostra al mondo intero quali sono le conseguenze di tale positiva filosofia.
Diffondi il verbo della discordia fra le razze, proponi rivolte, una guerra.
Diffondi la melodia, diffondi quel valzer.


Il Valzer delle prede morenti.

 

 

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Grazie per aver speso tempo nel leggerlo e vi prego di scusarmi se non è stato di vostro gradimento.

  
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