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Autore: Oducchan    13/03/2016    2 recensioni
Kuroko si muove sulla sedia, a disagio. Alzando un secondo lo sguardo, incontra nuovamente gli occhi grigioazzurri di Takao, fermi e concentrati su di lui e lui soltanto.
Una cena che degenera, un rapporto che evolve
[Takao - Kuroko - e gente varia come comparsa]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Takao Kazunari, Tetsuya Kuroko
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: Misdemeanor
Fandom: Kuroko no basket
Personaggi: Takao Kazunari, Kuroko Tetsuya, ho menzionato una tale marea di gente che non ho voglia di elencarla tutta
Pairing: TakaKuro
Genere: introspettiva, erotica, boh
Avvisi: Takao fa un po' il molesto, what if
Rating: arancione
Conteggio parole: 1558
Note:
"Qualcuno mi dovrebbe scrivere una TakaKuro"
Qualcuno c'ha provato. Qualcuno non è che ci sia riuscito bene, ma è tardi e per stavolta non ha le forze per rimediare X°°°°D
(Sì, lo so, a un certo punto cambia dal passato al presente. Licenza artistica. Perché sono raffreddata e me può. Dai, perdonatemela, mi pare che abbia senso lo stesso)


 
Misdemeanor



Di chi fosse stata l’idea, Kuroko non se lo ricordava bene. Probabilmente di Kise o di Momoi, conoscendoli, perché né Akashi né Midorima né Aomine avrebbero avuto la lungimiranza di proporre una cena di gruppo, visti i loro recenti trascorsi e la loro scarsa predisposizione alla compagnia umana (Murasakibara, poi, era semplicemente troppo pigro). Chiunque fosse stato, però, avrebbe dovuto immaginare che allargare l’invito anche a parte dei loro rispettivi compagni di squadra, non era un’idea, per così dire, brillante. Aomine e Kagami avevano iniziato a bisticciare furiosamente giusto un istante dopo essersi visti e riconosciuti. Disgraziatamente, nel loro tentare di malmenarsi dai due lati del tavolo cui erano seduti, i due avevano rovesciato parte del loro cibo addosso a Midorima, perciò la lite era degenerata in fretta in una guerra furibonda a tre, maldestramente contenuta da Momoi e da Imayoshi (che dava molto più l’idea di voler dare benzina sul fuoco, anziché spegnerlo). Dall’altra parte, come sempre, Kise aveva scatenato le ire di Kasamatsu, e ora cercava disperatamente di salvarsi dalle sue gomitate e ginocchiate provando a usare Murasakibara come scudo umano; il quale, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di lasciarsi distogliere dalla sua lenta e inesorabile opera di consumazione di un piatto dietro l’altro, quindi il compito del paciere era ricaduto su un Himuro alquanto riluttante ad infilarsi tra le dinamiche di kohai e senpai. Di fronte a loro, Mibuchi sfoggiava le sue arti seduttive su Hyuuga, il quale non pareva apprezzarle granché, a giudicare dalla sua espressione furiosa e dalla presa ferrea che Kiyoshi aveva sul colletto della sua camicia, per impedirgli di strozzare l’altro shooting guarda. Gli unici angoli vagamente tranquilli erano quello dove era seduto Akashi (anche se Kuroko non esitava a credere che presto o tardi l’Imperatore si sarebbe stancato di tutto quel caos e avrebbe ricondotto tutti i presenti al silenzio con la sola imposizione dello sguardo), e quello dove era seduto lui, impegnato a guastarsi il suo riso come sempre ignorato da tutti.
Beh, quasi da tutti. Kuroko si muove sulla sedia, a disagio. Alzando un secondo lo sguardo, incontra nuovamente gli occhi grigioazzurri di Takao, fermi e concentrati su di lui e lui soltanto. Fin da quando, dopo aver scambiato i saluti e le strette di mano di rito, Takao si era accomodato, il suo sguardo non lo aveva mollato nemmeno un istante, nemmeno quando Midorima era insorto coperto di miso da capo a piedi e si era lanciato furibondo verso Kagami: aveva ignorato tutta la scena, per mantenere gli occhi su di lui, fissi e imperturbabili. A vedere il suo piatto, poi, pare quasi che nemmeno abbia iniziato mangiato, troppo focalizzato per pensare di ingoiare cibo.
E per quanto la cosa non sia poi così evidente e plateale (visto che nesusno ha ancora avuto da commentare), Kuroko inizia a sentirsi un po’ impacciato, a sapere che quei due occhi di ghiaccio sono sempre fermi a contemplarlo. Non è assolutamente abituato, ad avere la completa e indivisa attenzione di qualcuno soltanto su di sé; nemmeno Akashi e il suo occhio dorato avevano mai raggiunto una tale attenzione e un tale interesse per la sua persona, e comincia a sentirsi agitato, prestando fin troppa attenzione ad ogni proprio movimento. Ogni volta che alza lo sguardo per controllare, poi, Takao è sempre lì, a sorridergli con quell’espressione un po’ beffarda, e un po’ sinceramente amichevole, e quella manciata di secondi non manca di lasciargli addosso una sensazione sfarfallante alla bocca dello stomaco e di fargli bruciare per un istante le guance pallide, prima di abbassare bruscamente lo sguardo
All’ennesima, rapida occhiata, però, diventa tutto troppo da sopportare, e prima che possa frenarsi Kuroko scatta in piedi, la sedia che si sposta con uno stridio.
-Vado un secondo in bagno- annuncia, rapido, prima di voltarsi e marciare deciso verso la porta che indica i servizi. Non sente provenire suoni che lascino intuire che qualcuno abbia compreso la sua frase o abbia notato il suo allontanamento; anzi, ad un certo punto si sente il fragore di un piatto andato in frantumi, segno che la litigata tra Aomine, Kagami e Midorima è degenerata esponenzialmente, e che probabilmente nessuno sentirà la sua mancanza per un po’. Oh, poco male.
Si chiude la porta alle spalle quasi con sollievo, appoggiandocisi per un secondo per tirare un gran respiro. Poi si avvicina al lavandino, aprendo l’acqua per farla scorrere e infilare le mani sotto il getto freddo e passarsele poi sul viso a sfregarlo un po’. Si sente un pochino meglio. Per quanto la sua mente continui ad indugiare sul ricordo di quegli occhi grigi, e il suo stomaco a fare strane capriole, perlomeno un po’ dell’angoscia e del disagio si stanno dissipando veloci, e si sente di nuovo in controllo di sé stesso e delle proprie reazioni. Chiude l’acqua, afferrando uno dei tovagliolini usa e getta appoggiati accanto al rubinetto per asciugarsi i palmi e le dita. Chissà che vorrà mai Takao da lui… no, lo sa benissimo, cosa vuole Takao da lui, è solo che…
Una mano lo afferra di scatto sulla spalla. Kuroko sobbalza bruscamente, preso alla sprovvista per non essersi accorto dell’arrivo di una persona nelle toilette; ma prima che possa altrimenti reagire, la mano lo stringe con forza e lo trascina di penso nel primo cubicolo disponibile, chiudendo la porta dietro di loro e spingendolo malamente seduto sul water, per fortuna pulito. Kuroko fa per urlare e protestare, ma l’altra mano gli si preme sulla bocca, e con sommo stupore può vedere Takao Kazunari sorridergli mefistofelico e strizzargli l’occhiolino.
-Shhhttt, Kurocchan- gli bisbiglia, facendosi più vicino. Di riflesso, Kuroko cerca di allontanarsi per quel poco che gli riesce –Non allertiamo i nostri amici qua fuori, alcuni sanno essere particolarmente violenti nel manifestare quanto tengono alla tua persona-
Kuroko insorge. Una parte di lui è spaventata, l’altra è furiosa. Scaccia quella mano dal suo viso, squadrando male il suo interlocutore. Quella buffa sensazione allo stomaco è ancora lì.
-Takao-kun!- sibila, e nemmeno lui sa perché sta acconsentendo ad abbassare la voce –Che stai facendo?-
Takao emette una risata, passandosi una mano tra i capelli neri. Abbassa lo sguardo, come se fosse imbarazzato, e poi di nuovo un occhiolino, stavolta accompagnato da una buffa smorfia di bocca e lingua.
-Volevo stare un po’ da solo con te- chioccia, prima che la sua espressione cambi ancora, facendosi più tagliente, e sensuale –Se vorrai giocare un po’ con me. Sei così carino, stasera-
Kuroko, suo malgrado, arrossisce. Cerca di scrollarselo di dosso, ma quando le mani trovano il suo petto è un po’ difficile allontanarle. Non è esattamente un mistero, che tra di loro sia iniziato a nascere qualcosa, che già negli incontri precedenti siano intercorse occhiate intense e contatti elettrici, come tra due micce pronte ad esplodere. Probabilmente stasera Takao ha raggiunto il punto di non ritorno, e Kuroko non è del tutto sicuro di sapere di non voler esplodere con lui.
-Non è una buona scusa per molestarmi mentre sono in bagno, Takao-kun- lo redarguisce, severo. –Potrebbe non farmi piacere-
Takao si abbandona a una risata, talmente fragorosa  da reclinare indietro il capo e far spiovere i suoi capelli neri sulle spalle. È talmente bello, così, che Kuroko sente un po’ delle sue remore strisciare silenziose fuori dalla porta.
-Se davvero ti desse fastidio, Kurocchan, avresti già chiamato Kagami in aiuto- gli risponde, quando riesce a smettere e a respirare. Si piega su di lui, puntando l’indice della mano destra sul suo petto e lasciandolo scendere, lento e tortuoso, lungo lo sterno e poi l’addome, fino ad arrivare al bottone che tiene chiusi i suoi pantaloni –Invece sei ancora qui, e non devo usare l’Occhio di Falco per sapere che vuoi tutto questo e molto, molto di più-
Sta bluffando. Kuroko lo sa, che non è per nulla sicura, che si sta solo gonfiando le ali per paura di aver fatto una mossa azzardata e per aver rovinato sul nascere quel qualcosa che è nato tra loro. Trattiene un secondo il respiro, lo sguardo che si perde a rimirare i disegni che quel dito sta tracciando sul cavallo dei suoi pantaloni e ad assaporare i brividi che gli serpeggiano dalla nuca alla schiena, e poi alza entrambe le braccia per intrecciargliele attorno al collo.
-E cosa vorrei, di preciso, Takao-kun?-
Kazunari non si lascia sorprendere. Sorride, un sorriso pericoloso e tagliente, prima di baciargli rapido il mento e lasciarsi scivolare in ginocchio sul pavimento del bagno.
Le sue dita sfilano alacri il bottone dalla sua asola, prima di infilarsi sotto il cotone leggero dei suoi boxer.
-Vuoi che ti guardi- sussurra. Il suo fiato è tiepido, sulla pelle nuda –Che ti guardi sempre, per tutto il tempo-
I suoi occhi paiono immensi, due laghi di ghiaccio pronti a sommergerlo; e quando la sua bocca si chiude sulla sua erezione, Kuroko espira.
 
 
 
 
Mezzora dopo, quando escono alla chetichella (Kuroko con le guance rosse come ciliegie, i vestiti raffazzonati, il passo un po’ incerto e l’aria persa e trasognata; Takao con la bocca di un bel rosa acceso, i capelli irrimediabilmente spettinati, le ginocchia impolverati e la camicia stropicciata sulle spalle), l’unico che si accorge del loro ritorno al tavolo è Akashi. Che li fissa, in silenzio, e scrolla il capo, prima di tornare a mangiare ed ignorare la follia intrinseca che aleggia attorno a lui.
   
 
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