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Autore: Cara93    14/03/2016    0 recensioni
[Anita Blake ]
Sono una fan del mondo di Anita Blake e non ho potuto resistere alla tentazione di scrivere una storia ambientata a St. Louis ma centrata su un'altro personaggio, inventato da me. La storia si colloca più o meno intorno all'inizio di Bullett. Spero piaccia e che siate clementi...è la mia prima "fatica"...
Genere: Erotico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome
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Eccomi a St. Louis. Come città non è male. Ho passato la giornata successiva a scoprire chi fosse questa Anita Blake. Ebbene, ciò che ho scoperto mi ha come minimo destabilizzata. Ha all'incirca 27 anni, figlia di madre messicana, che  ha perso quando era molto piccola, è una risvegliante, cioè ha la capicita di resuscitare i morti per un breve periodo. Ha scritto un articolo sulla focalizzazione dei poteri di più risveglianti, perciò presumo sia una focalizzatrice. Ed è una cacciatrice di vampiri, oltre che serva umana del Master di St. Louis. Come può una persona che per lavoro uccide una determinata specie, andare letteralmente a letto, perchè negli articoli che ho letto si evinceva che la vita sessuale di Ms Blake sia molto attiva, con un esponente della specie in questione? Non credo che riceverò risposta a questa domanda, ma non essendo qui per fare salotto, direi che non ha molta importanza. Ho visitato il sito dell'agenzia di risveglianti per cui lavora e ho saputo che aveva troppi appuntamenti per una persona sola. Perciò, data l'urgenza, ho deciso di cercarla direttamente. Considerato che è la serva umana del Master della Città, presumo si trovi nel rifugio del vampiro. Chiedendo in giro e sfogliando brochure turistiche, scoprii che il Master della Città era un'imprenditore e possedeva vari locali notturni nel quartiere riservato ai vampiri, ma non si faceva cenno alla sua dimora, ovviamente. Sarebbe stato troppo facile. Possedeva i locali chiamati: Dance Macabre, Guilty Pleasures, Il Circo dei Dannati e il Laughing Corpse. Scartai l'ultimo che non mi sembrava promettente e cominciai la visita degli altri. Il Dance Macabre e il Guilty Pleasures erano locali prevalentemente di "danza esotica", non particolarmente grandi, o per lo meno non abbastanza da ospitare l'entourage di un Master potente come lo era diventato quello di St. Louis. Restava il Circo dei Dannati. Era un vero e proprio circo coperto, ma all'esterno si capiva che le attrazioni principali non erano i clown. Mostri zannuti decoravano la facciata enorme. Beccato. Il rifugio diurno del Master della Città. Non era molto presto, ma notai un certo movimento sul retro del locale. Leoni. Il mio Dono ancestrale era quello di percepire la natura di determinate onde d'energia e distinguere la verità dalla menzogna attraverso l'aria, come determinati esseri soprannaturali potevano fare attraverso il fiuto. Cosa ci facevano dei leoni mannari sulla porta? Specie perchè avevo letto che gli animali "prediletti"erano lupo e leopardo. Non sapevo che fare. Mi sarei dovuta avvicinare?  Non potevo entrare e non potevo andare sul retro facendo cucù. Perciò, mandai la mia energia psichica all'interno, abbassando le mie difese. In quel momento, venni investita da un fiotto potente di energia, troppo potente. Ripristinai di botto le mie difese. Risalii sulla mia auto a noleggio e me ne andai il più velocemente possibile. Mi sentivo strana. Arrivai al mio albergo. Non era granchè, ma era il massimo che la premura di arrivare mi aveva riservato. La mia intenzione era quella di salire nella mia camera alla svelta, ma una brama irresistibile mi spinse al bar. C'era un uomo seduto al bancone. Un tipo che normalmente non avrebbe attirato la mia attenzione, ma chissà come, quella notte mi sembrava irresistibile. Era molto alto, quasi un metro e novanta. Aspetto militare, capelli biondi, pieno di tatuaggi. Ordinai da bere e mi sedetti di fianco a lui. Gli sfiorai un braccio sorridendo.

Mi svegliai senza sapere dove mi trovassi. Mi sentivo benissimo. Il letto in cui mi ero svegliata non era il mio e ciò mi fece corrugare la fronte. Improvvisamente ricordai di essere andata a St. Louis per una questione importante, anche se non ricordavo precisamente quale. Mi stiracchai e in quel momento il lenzuolo si scostò, rivelando che ero nuda. Corrugai la fronte. Non dormo mai nuda. Antica abitudine, creata dal fatto che da piccola ero costretta a dividere la camera con Marrakai prima e con Danielle poi. Mi alzai a sedere, cercando con lo sguardo i miei vestiti. E allora lo vidi. Il tizio del bar. Sdraiato vicino a me che mi contemplava con un sorriso soddisfatto. Alla mia occhiata sicuramente spaventata, si accigliò. Mi sarei aspettata una voce profonda vista la mole, in realtà il timbro era acuto e irritante.
-Baby, è stata una notte fantastica, non ho mai scopato così con nessuna, ma a quanto pare per te non è stato lo stesso-
-No, no-assicurai con voce di scusa. Non ricordavo nulla. Cosa avrei potuto dirgli? -il mattino mi sconcerta sempre-
Rise di gusto, una risata che mi irritò. Quell'uomo mi irritava e non mi piaceva eppure, a quanto sembrava, ero appena stata a letto con lui.
-Hai una voce e un'accento così sexy-sussurrò venendomi vicino. A quanto pare voleva il bis, e non ero disposta a concederglielo. Perciò balzai dal letto, borbottati una scusa e mi rivestii in tutta fretta. Poi presi la porta e me ne andai. Realizzai allora che non era la camera del mio albergo e che non avevo più  borsetta, chiavi e documenti con me. Che cazzo???? Non era un comportamento da me. Io, che per uscire con un uomo lo sottopongo a interrogatori massacranti, che per concedermi aspettavo come minimo il quinto appuntamento. Mi precipitai al bar dell'albergo. Il barista della sera prima mi vide sorrise, porgendomi borsetta e chiave della mia camera. A quanto pare, mi aveva aspettata. Lo ringraziai, lui scosse la testa sorrise e disse:-Non è necessario signorina. Mi ha ringraziato ieri, in modo che non dimenticherò tanto presto.- Nel prendere la mia roba lo sfiorai. Il lieve tocco della nostra pelle mi fece affiorare ricordi che mi fecero arrossire. Il gigante biondo non era stato l'unico a cui avevo concesso me stessa quella sera. Ricordavo di essermi inginocchiata davanti a lui, bramosa. Ricordavo il suo sapore. E le sue mani che poi mi facevano rialzare e mi sbattevano rudi al muro, sollevandomi la gonna e allargandomi le gambe. Imbarazzata, arrossii ancora di più, farfugliai un veloce saluto e corsi fuori. Avevo il sospetto che quello che mi era successo fosse collegato in qualche modo con l'ondata di energia psichica che mi aveva sfiorata al Circo dei Dannati. Salii in camera mia, mi feci una doccia. Chiamai mia sorella e gli Oligarchi. Poi mi concentrai sui libri che avevo portato con me. Erano testi antichi e dovetti richiamare alla memoria tutte le ore di studio che i miei genitori ci imponevano. Lo studio, nonostante quello che si può pensare, è necessario nella pratica della stregoneria. Come nei rudimenti di quella religione pagana chiamata wicca, anche noi eravamo profondamente convinti che le conseguenze di un incantesimo, potevano ripercuotersi sull'autore dello stesso con una violenza pari a tre volte il potere di ciò che si è evocato. Ogni azione aveva una reazione pari al triplo dell'azione stessa, nel bene e nel male. E ci voleva tanto male in potenza per cacciare il Male Originale. Tremavo al pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere in un futuro molto prossimo.
   
 
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