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Autore: Ikor    15/03/2016    1 recensioni
I - «Presumo si tratti di amore a prima vista» ringhia il giovane mago, levandosi un pezzo di lattuga dalla maglia che poi prende a sfregare con un panno bagnato per dare almeno una parvenza di pulito.
«La cosa no sembra farti piacere.»
«No, infatti, sto iniziando ad odiare quella Sofia. Chi mai vorrebbe una ragazza così civetta? Io no di certo.» Merlino quando è irritato sembra un gatto: i capelli gli si arruffano e gli occhi diventano leggermente più scuri, forse per le pupille che si dilatano irrimediabilmente.
|| Entrate per capire, popolo! ||
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Tana dell'Autrice: Salve a tutti popolo! Sono piuttosto emozionata perché mi sono appena iscritto a questo sito -che tutta via seguo da tipo ere geologiche- e sto pubblicando la mia prima storia in assoluto. Allora, volete sapere come è nata la malsana idea di scrivere questa storia?
Magari non ve ne frega niente ma io ve lo dico lo stesso.
Sto rivedendo l'intera serie ed ovviamente, leggerla tutta in chiave Merthur è sempre molto più piacevole e soprattutto più commovente. Quindi vi ripropongo alcune delle scene che ho preferite, dando loro una piega piuttosto sdolcinata e ovviamente slash. Come non si possono amare 'sti due insieme? Dopotutto lo dice anche Bradley, so.
Bene, ora vi posso lasciare alla lettura. Non mi fate scoraggiare, lasciate almeno un commentino! T.T
Un bacione grande!


Ikor.




« DROPS OF LIFE »



  




Dreaming bout the day when you wake up and find 

That what you're lookin for has been here the whole time  


1x07 - Jelousy

 

Merlino sta sistemando la stanza del principe ed è completamente assorto nei suoi pensieri. E' sempre abbastanza stanco ultimamente, visto che il suo padrone lo costringe a fare qualsiasi cosa e soprattutto lo riempie di lavoro per tutto il giorno, senza concedergli neanche un secondo di tregua.

«Porterò Sofia a fare un giro oggi, per farle vedere com'è qui.»

La voce di Artù lo sorprende e lo fa rimanere impalato con qualche cuscino in mano, che lancia di lato per sistemare le lenzuola. «E io che c'entro?»

Il giovane mago ci ha messo un po' per rispondere: è sicuro che un sorrisetto di circostanza sia cucito sulle proprie labbra, ma Merlino sta nascondendo a stento l'irritazione che sta provando in quel momento. Perché questo stupido asino reale prova tanto interesse per quella ragazzina? Non è nemmeno tutta questa grandiosa bellezza.

«Beh, io dovrei essere di pattuglia con la guardia e mio padre, questa mattina, quindi. Ho bisogno che tu mi copra.» Il tono di voce del principe ereditario è speranzoso e Merlino sente i suoi occhi addosso mentre continua ostinatamente a rifare il letto, come se quello fosse il suo vero destino e non proteggere quel biondino viziato ed arrogante.

«Dovrei mentire al re? No, dimenticatevelo, mi scoprirebbe subito, mi metterebbe alla gogna ed è una cosa che non sopporto.» Le parole sono uscite di bocca di getto, ma probabilmente non lo pensa veramente. Merlino sa che farebbe di tutto per Artù e dire una bugia al re era solamente una delle tante cose che si mettevano sulla strada tra lui e il suo destino.

«Merlino, devi fare questo per me.» Il principe ora sta sospirando e si è avvicinato a lui e Merlino sta iniziando a sentire davvero caldo, sebbene sia mattina presto e la finestra dietro di loro sia spalancata. «Senti, l'ho promesso a Sofia e se non mantengo la promessa non mi guarderà più.»

Merlin si mordicchia le labbra ancora una volta -vorrebbe dire Ti guarderò io, se è questo a cui tieni tanto, lo faccio sempre, ma sembrerebbe un maniaco e finirebbe direttamente in prigione-, prima di appoggiarsi al letto a baldacchino, sistemando un ginocchio sul morbido materasso di piume. «Allora vi piace.»

Non sa perché quella costatazione gli esce dalle labbra quasi come un sussurro, ma ha il sapore di una triste ammissione e il suo cuore sembra star tremando un po', forse per la trepidazione.

«Sì, cos'ha che non va?» Artù nota il cambio di tono nella voce del suo servitore, perciò assottiglia lo sguardo per scrutarlo meglio ma poi si stringe semplicemente nelle spalle, arreso.

«Non ti posso ordinare di disobbedire al re» aggiunge poco dopo, tenendo gli occhi azzurri incollati a quelli di Merlin, regalandogli uno di quei suoi sorrisi che probabilmente hanno fatto più stragi della sua spada. «Ma saresti un amico se lo facessi.»

Artù ora si è avvicinato ancora di più, ed è appoggiato contro la colonna preziosamente intarsiata del letto e lo sta guardando con quei dannati occhi azzurri talmente imploranti che Merlino sente un brivido scorrergli lungo la spina dorsale, i capelli rizzarsi sulla nuca e le guance imporporarsi.

Come può dirgli di no, se lo guarda così?

Come può non esaudire ogni suo desiderio, se gli rivolge quello sguardo?

Come posso dirti di no, Artù?

Merlino è arrivato alla conclusione che quello sguardo sulla faccia di Artù dovrebbe essere dichiarato illegale.

Sospira arreso con un velo di tristezza che macchia ancora le sue parole, prima di ritornare a rifare il letto del principe. «Andate, non fatela aspettare.» Tira le lenzuola con decisione e il suo profumo lo investe come una folata di vento. Per tutti gli incantesimi.

«Grazie Merlino, non lo dimenticherò.»

Artù gli dà una pacca veloce su una spalla trattenendosi a stento, e gli occhi del giovane Pendragon, quegli occhi da fuorilegge, si sono illuminati così tanto che Merlino pensa suo malgrado che se deve passare anche un'intera giornata alla gogna pur di vedere più spesso quel sorriso, può anche fare un sacrificio.

 

 

*°*

Merlino entra a passo di carica nel laboratorio di Gaius, imprecando a bassa voce e trattenendosi dal mandare al Diavolo Artù, Uther e tutta Camelot. Perché succedevano sempre tutte a lui?

«Hai giocato di nuovo con il cibo?» mormora il suo padrino con il solito tono bonariamente divertito, mentre armeggia tra provette e erbe curative.

«Il re mi ha messo alla gogna» dichiara il giovane mago, mentre si fionda su una ciotola d'acqua per lavare via almeno dai i capelli i resti di frutta e verdura. Aveva ovviamente mantenuto la promessa e quello era il risultato: per tutti gli Déi, avrebbe voluto prendere quella testaccia di fagiolo e.. e.. schiantarla contro il muro.

Gaius si appoggia le mani sui fianchi e lo guarda con un sopracciglio inarcato, mentre gli occhiali gli scivolano lentamente sulla punta del naso. «Che cosa hai combinato.»

«Niente!» urla l'apprendista, accorgendosi solamente in ritardo di aver alzato troppo la voce. Perciò se la schiarisce e si lava le mani nella tinozza, abbassando gli occhi tristemente. «Non è stata colpa mia. Artù voleva evitare la pattuglia con la guardia e io l'ho coperto.-

«Cos'è che gli ha fatto trascurare i suoi doveri.»

«Sofia. Ne è infatuato» sbotta Merlino, tentando di reprimere la rabbia che sente in quel momento. Non sa perché e nemmeno ha voglia di saperlo, ma sente qualcosa che si avvicina molto all'istinto omicida verso qualsiasi essere osi anche solo avvicinarsi ad Artù. Quindi si può facilmente immaginare quale sia la sua opinione di Sofia, tutta occhioni dolci e sorrisi tentatori.

Oh per tutti gli Déi, che ci trovava il principe in una così?

Lo scetticismo nella voce di Gaius è palpabile. «Ma si sono appena conosciuti.»

«Presumo si tratti di amore a prima vista» ringhia il giovane mago, levandosi un pezzo di lattuga dalla maglia che poi prende a sfregare con un panno bagnato per dare almeno una parvenza di pulito.

«La cosa no sembra farti piacere.»

«No, infatti, sto iniziando ad odiare quella Sofia. Chi mai vorrebbe una ragazza così civetta? Io no di certo.» Merlino quando è irritato sembra un gatto: i capelli gli si arruffano e gli occhi diventano leggermente più scuri, forse per le pupille che si dilatano irrimediabilmente.

Così come è entrato, esce a grandi falcate dal laboratorio, borbottando ancora qualcosa che il vecchio medico non riesce a comprendere.

«Ah, l'amore!» sospira pensieroso e sognante, giusto prima di immergersi nuovamente tra le sue pozioni curative.

   
 
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