Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: Fox2_Fox    16/03/2016    0 recensioni
-Non mentire- ringhio.
-Le Fate non mentono Cacciatrice, tu più di tutti dovresti saperlo.-
-Ma non raccontano nemmeno la verità Nascosta.- mi appoggio alle sbarre ignorando la sua provocazione.
-Cosa sei venuta a fare?- domanda infine.
-Ti interesserebbe saperlo?-
-A te interesserebbe sapere se a me interessasse saperlo?-
Piccola one-shot su un personaggio che personalmente amo. Consiglio la lettura solo se avete letto Città del Fuoco Celeste, più che altro perché altrimenti non ci capireste molto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le Fate non mentono - Shadowhunters

  Cammino nel buio, il suolo appiccicoso per l'umidità. Odio i sotterranei di Idris.
Mi fermo davanti a una cella e appoggiandomi al muro guardo la figura al suo interno. 
Mi chiedo ancora una volta perché sono venuta. E' la scelta giusta? Rischierò tutto così. Ho davvero così tanto da perdere? Penso, ma prima che possa prendere una decisione definitiva e, nel caso, tornare sui miei passi, l'incarcerata parla.
-Sei venuta ad uccidermi?- la sua voce sibilante mi raschia i timpani.
-Vorresti che ti uccidessi?- rispondo.
-Tu vorresti uccidermi?- ribatte allora la figura avvicinandosi alle sbarre. 
-Dovrei?- Mi accuccio così da superare la Fata solo di una decina di centimetri. Le celle qui a Idris sono inferiori al livello del piastrellato, probabilmente per lo stupido bisogno degli Shadowhunters di sentirsi superiori ai Nascosti e ai criminali. In tutti i sensi.
-Non eludere le mie domande Mezzosangue- sibila la Nascosta afferrando di scatto le sbarre per poi lasciarle andare violentemente a causa dell'ustione che il ferro le provoca.
Allungo la torcia e illumino il viso smunto della Fata. Le guance infossate, la pelle di un grigio malato, gli occhi spenti e opachi, i capelli quasi del tutto caduti. Profonde rughe le solcano il viso e ho l'impressione che l'organismo della Fata abbia abbandonato la pelle al suo orribile destino di decadimento, consapevole di non poter fare più nulla per salvarla. L'espressione sprezzante che ha sul viso non è però da questa rovinata, anzi se possibile è ancora più terribile. Le labbra aggrottate in una smorfia di disgusto esprimono benissimo ciò che prova. Pur coperta delle ferite che le sono state inferte, con i vestiti laceri e con l'aspetto di un cadavere andrà al patibolo fiera di sé stessa e di ciò che è, senza vergognarsi della sua natura o chiedendo pietà. Accetterà la morte la testa alta, sapendo di essere migliore di tutti coloro che la circondano. 
-E tu non eludere le mie- rispondo io dopo l'attimo di silenzio che ho passato ad osservarla. La vedo stringere gli occhi ed allora allontano la torcia fissandola ad un gancio.
-Non lo sto facendo- ribatte lei contrariata dal mio non darle risposte.
-Non mentire- ringhio.
-Le Fate non mentono Cacciatrice, tu più di tutti dovresti saperlo- sorride sprezzante. Merda, ha capito chi sono.
-Ma non raccontano nemmeno la verità Nascosta- mi appoggio alle sbarre ignorando la sua provocazione e la Fata digrigna i denti nel vedere che il ferro non mi brucia né mi ferisce.
-Cosa sei venuta a fare?- domanda disgustata alla fine.
-Ti interesserebbe saperlo?- La risposta potrebbe essere sia sì che no, e questa non è una domanda facile da sviare. 
-A te interesserebbe sapere se a me interessasse saperlo?- 
Sulle mie labbra spunta involontariamente un sorriso sornione. Sono sinceramente colpita.
-Sono qui per capire se vale la pena rischiare il mio nome e, perché no, la mia vita aprendo questa cella per poi aiutarti a fuggire.-
Colgo un lampo di luce nello sguardo della Fata, speranza forse, ma con le Fate non si può mai dare nulla per scontato.
-E perché mai dovresti aiutarmi Cacciatrice? Forse speri che così il Popolo Fatato avrà un debito nei tuoi confronti? Speri di essere accolta tra le nostre fila quando in realtà meriti la morte come ogni altro Nephilim?-
Scuoto la testa un leggero sorriso sulle labbra. -Se lo farò sarà perché voglio fare la cosa giusta, non voglio nulla da voi Nascosta.- Una pausa - Comunque suppongo tu abbia capito chi sono.-
-Sarebbe un onore conoscerti Lingua di Fata, ma queste non sono condizioni ideali non trovi?-
-Sicuramente ce ne sono state di migliori.- ammetto, un poco restia a concederle una piccola vittoria -Dimmi Fata, cosa hai fatto per finire qui sotto a marcire in questa cella? Devi aver commesso un crimine incredibilmente grave per meritare di ricevere un processo invece di venire uccisa seduta stante.-
La Fata ride amaramente, ma sotto quegli occhi e quelle risa si rivelava un'attenzione da non trascurare. Che si stia lasciando andare? Certamente no, è ovviamente ciò che vuole farmi credere. -Dovrebbe forse essere un merito? Per i Cacciatori sei degno di morte anche solo perché hai sangue di fata nelle vene fanciulla.- Una fitta dolorosa mi colpisce al cuore. Non voi, ma i Cacciatori, come se io non ne facessi parte. Quella Fata è dannatamente astuta. Mi ha infilato un coltello nello stomaco, e ora, ogni tanto, me lo rigirava nelle viscere.
-Non giocare con me Nascosta- stringo le sbarre fino a farmi sbiancare le nocche, la voce un sibilo minaccioso, gli occhi ardenti di ira. Ora non importa più mantenere la mia identità celata, la Fata sa chi sono, anche se non conosce propriamente il mio nome. -E soprattutto non farmi pentire di essere scesa qui sotto valutando seriamente l'idea di liberarti.-
-Valutandola seriamente Lingua di Fata?- Continuo a guardarla senza rispondere ed allora la sento sospirare. -Ho fatto ciò che le Fate fanno spesso Cacciatrice.- Ed ecco che tornava a rigirare il coltello. 
-Più nello specifico? Le Fate come te fanno moltissime cose-
-Ho scambiato un bambino- 
-Mi pare che sia contro la Legge.-
-Solo per colpa della nuova Legge. Una volta il Conclave non ci diceva nulla al riguardo.-
-E ora dal nulla decidono di imprigionare la prima Fata che trovano a scambiare un bambino? Suvvia non sono così sciocca, chi era il bambino che hai cercato di scambiare?- Ma la Nascosta non dice una parola, ed allora io inizio a domandarmi se non abbia commesso crimini ben peggiori di uno scambio di neonati e non stia tacendo la verità per convincermi a liberarla. -Voglio la verità.-
La smorfia strafottente le ritorna sul viso -Le Fate non mentono Cacciatrice, mi pare di avertelo già detto.-
-Cosa hai fatto per finire qui sotto Nascosta?- le chiedo allora in tono duro, la mia pazienza si sta esaurendo. Silenzio, solo un ostinato silenzio.
Scuoto la testa sconsolata e mi alzo -Mi dispiace, ma non posso decidere cosa fare se non conosco completamente i fatti, ma se tu ti ostini a non parlare non posso fare altro che andarmene. Sapevo che sarebbe stata una perdita di tempo, mi chiedo solo cosa sperassi di ottenere.- Recupero la fiaccola e mi volto per un'ultima volta a guardare la Fata dentro la cella, la pelle decadente, gli occhi spenti. La lasceranno morire qui in agonia, fingendo di star elaborando una sentenza quando in realtà il Conclave non vuole altro che lasciarla perire in quella cella. 
Forse lo merita davvero. La voce della ragione me lo suggerisce, ed io non posso che darle ragione.
Mi volto e mi inizio ad allontanare a grandi passi sul suolo umido.
E' quando raggiungo la fine del corridoio che sento la sua voce -Aspetta!- Un sorriso leggero mi spunta sulle labbra mentre torno verso di lei. Mi chino di nuovo, questa volta con la fiaccola all'altezza del volto. -Tredici, ho scambiato tredici bambini.-
-Tutti con figli tuoi?- 
Lei fa una smorfia disgustata -Ovviamente no, cosa credi?! Ma sono esperta in certe cose, sono io che mi occupo di queste... sostituzioni, all'interno della Corte.- Continuo a fissarla in attesa, ed allora lei sospira. -La nostra genetica si sta indebolendo Lingua di Fata, abbiamo bisogno di nuovi bambini, bambini sani e forti, non quei piccoli... grumi fragili quanto una foglia secca che crescono nei nostri ventri. Ormai noi Fate siamo tutte imparentate tra di noi, non c'è più scambio di geni.-
-Geni forti...- sussurro assottigliando lo sguardo. Sgrano improvvisamente gli occhi capendo cosa sta facendo il Popolo Fatato. -Volete creare degli ibridi?- esclamo senza riuscire a celare l'orrore. Orrore perché ho capito a cosa mirano in un lampo, orrore perché mi rendo sempre più conto di ragionare come loro, orrore perché la Fata ha ragione, sono più Nascosta di quanto non voglia ammettere a me stessa.
-Il dono disgustato della tua voce dice tutto Cacciatrice.- Ed è allora che sputa per terra ed io sento un'altra fitta la cuore. -Facciamo solo ciò che dobbiamo fare per sopravvivere.- una pausa durante la quale lei mi scruta come un bambino abituato ad avere sempre tutto scruterebbe il giocattolo che gli hanno appena regalato, con quella punta di malizia che si vede sempre negli occhi di chi sa che appena staccherà la ruota ad una macchinina ne avrà una nuova senza nemmeno domandare.-E poi devo ricordarti che anche tu sei un ibrido?- io rabbrividisco.
-Non sono uno dei vostri esperimenti- sibilo rabbiosa.
Gli occhi della Fata brillano di una luce febbrile che mi fa correre migliaia di brividi lungo la spina dorsale. -Noi siamo la razza prescelta- sussurra come una folle stringendo le sbarre. Immediatamente i suoi palmi iniziano a fumare, corrosi dal ferro puro, ma lei sembra non farci caso. -Presto domineremo il mondo Lingua di Fata- Le pupille le si dilatano mentre il mio fine udito riesce a udire la sua carne sfrigolare contro le sbarre di ferro puro. -E' stato tutto predetto. Tutti gli Shadowhunters moriranno e ci saremo noi a governare questa terra. Saremo noi a dettare le regole.- Molla le sbarre di scatto ma resta comunque vicinissima a me -Questa tua indecisione ti farà uccidere prima o poi. O sei con noi, o sei contro di noi.- Assottiglia lo sguardo e mi guarda dritta negli occhi. -Devi scegliere da che parte stare Lingua di Fata- mi sussurra allora melliflua. -Se devo morire perché tutto questo si realizzi sono ben disposta ad andarmene, lo farò sapendo che l'ho fatto per il bene del mio popolo. Morire per seguire i propri ideali è la migliore delle morti-
Io stringo i pugni e sbatto convulsamente le palpebre -Perché non dovrei andare a riferire al Conclave tutto questo? Perché non conquistarmi finalmente la loro fiducia con un'informazione del genere?-
La Fata sorride sprezzane -Non lo so fanciulla... Perché non lo farai? Non sarebbe meglio se me lo dicessi tu stessa?- 
Irrigidisco la mascella. Già, perché non lo farò? penso, con l'amarezza che traspare dai miei pensieri. Questa tua indecisione ti farà uccidere. 
Lo sguardo della Nascosta si fa inaspettatamente dolce, le sue labbra si increspano in un sorriso di comprensione che sfiora la compassione. Non trovo malizia nei suoi occhi, solo una benevolenza sconcertante che mi fa rabbrividire quanto un'occhiata sprezzante. Solo un genitore può guardare un figlio con quegli occhi, non che io lo sappia sul serio, non so nemmeno come si chiamasse mia madre, e mio padre... non era il padre che ti guardava con gli occhi di chi capisce. 
-Devi decidere cosa essere Lingua di Fata.- un calore mi invade il petto e sento le lacrime pungermi gli occhi. Lei avvicina la mano alle sbarre, e con uno sforzo immane riesce a oltrepassarle con appena due lunghe ed affusolate dita. Mi sfiora appena la gamba, talmente leggermente che quasi dubito lo abbia fatto davvero. -Devi decidere chi essere Mezzosangue.- Una lacrima salata riga la mia pelle candida e diafana fino a cadere a terra. -Non puoi essere entrambe le cose. Non puoi essere Shadowhunter e Fata, l'uno esclude l'altro.- 
Le mani magre e pallide mi tremano mentre mi infilo le mani tra i capelli biondi slavati. Mi stringo la cute incidendoci le piccole mezzelune delle mie unghie e un sibilo mi scappa dalle labbra. Devi decidere cosa essere, chi essere.  Le sue parole mi rimbombano nella mente. Non voglio, non posso scegliere."
-Devi- dice duramente la Fata, e solo allora mi accorgo di aver parlato ad alta voce. -Devi farlo. E non puoi permetterti di aspettare. Io non dirò nulla di quello che è successo tra noi, anche se deciderai di lasciarmi qui.- Non può mentire. Le Fate non mentono, ma come faccio a fidarmi? Lei sembra intuire il mio pensiero perché aggiunge sottovoce, come se stesse valutando bene ciò che sta dicendo -Nessuno a parte noi saprà di tutto questo, ma ora devi decidere.- si acquieta, aspettando che dica qualcosa, ma io taccio. -Devi capire cosa ritieni più giusto, dovere o piacere Lingua di Fata? Perché è questo che ti sto chiedendo.- 
La collera sale insieme alla disperazione fino a che tutto esplode, ed io inizio a piangere, in silenzio, senza emettere un solo gemito ne suono. Piango perché non so cosa fare, piango perché la Fata ha di nuovo ragione. Piango perché ho trattenuto troppo a lungo le lacrime. Piango perché non ho più niente, perché l'unica cosa che potrebbe cambiare cosa sono ora è aprire o non aprire una cella. 
-Ci sarebbe posto tra le nostre fila Lingua di Fata, tu sei più Nascosta che Shadowhunter, lo sai benissimo.- mi dice piano la Nascosta - Non hai mai detto una bugia ragazza, e non perché ti piace essere brutalmente sincera, ma perché non puoi mentire.- le lacrime rallentano, ed io alzo lo sguardo verso la donna -Eppure il ferro puro non ti scalfisce, il sale e la terra di tomba non ti feriscono. Puoi ricevere i Marchi dei Cacciatori, ma la tua pelle diafana non mente e nemmeno le orecchie a punta di cui ti sei sempre vergognata.- ora è vicinissima alle sbarre della cella, e di nuovo, superando le barriere magiche, riesce ad accarezzarmi un ginocchio con la punta delle dita -Sei una di noi ragazza. Ai nostri bambini si raccontano storie su di te, sull'ibrido perfetto, che alla fine si schiererà dalla nostra parte e ci aiuterà a liberarci del'oppressione a cui ci hanno ridotto i Nephilim. Devi scegliere, o apri questa cella o te ne vai. E non guardarti indietro, non te ne farò una colpa.- 
Le lacrime sono scomparse, ma gli occhi sono ancora arrossati quando li alzo sulla parete davanti a me. 
-Mi hanno tolto tutto- sussurro -I Nephilim mi hanno tolto tutto. Mio padre, i miei fratelli, i miei amici. Mi hanno allontanato dalla persona che amo, mi hanno spogliato della mia dignità per una cosa che non avevo scelto.- la disperazione è sparita, ora solo la fiamma della rabbia bruciante mi infiamma il corpo. So che dovrei riflettere, che ora non sono lucida, ma non riesco, non riesco a non pensare quanto mi hanno preso e quanto poco mi hanno dato. -Mi hanno umiliata davanti a un pubblico troppo vasto per essere quantificato, mi hanno esiliato per un reato che non avevo commesso. Mi hanno allontanato e denigrato per ciò che ero, per ciò che sono.- Sul mio volto compare un'espressione disgustata -Professano l'uguaglianza, ma si credono superiori a chi ritengono diverso.- le parole mi escono dalla bocca come da un fiume in piena -Sono sempre stata fiera di essere una Cacciatrice, fiera dei miei Marchi, della famiglia di mio padre, fiera di ciò che avevo ereditato dall'Angelo.- un sorriso di delusione e disprezzo increspa le mie labbra. -Eppure c'è così poco di cui andare fieri.-

La mia mano scivola alla mia cintura e afferra lo stilo senza nemmeno rendersene conto, come in un movimento involontario. Pochi secondi e una Runa disegnata nei minimi dettagli scintilla rossa e infuocata sulle sbarre della cella. C'è uno scatto, e poi le sbarre si ritraggono, scomparendo alla vista grazie a un qualche meccanismo senza emettere un solo suono. 
La Fata mi guarda, le labbra socchiuse, lo sguardo incredulo. Nemmeno lei credeva davvero che lo avrei fatto. Beh, siamo in due a quanto pare. Faccio qualche passo indietro dopo essermi alzata e aver recuperato la torcia, e a lei basta una lieve spinta per ritrovarsi sul pavimento. Si alza leggiadra, e mi sembra già di vedere la sua pelle brillare leggermente per iniziare a tornare allo splendore di un tempo. 
-Spero tu abbia un piano a questo punto.- constata scettica. Io sorrido leggermente. 
-E' questa la gratitudine che mostri a chi ti ha salvata? Comunque ho un piano, e funzionerà nel settantacinque percento dei casi.- 
Anche lei sorride leggermente, la malizia negli occhi non è ancora tornata, e questo per un qualche motivo mi tranquillizza. Si dice che si possa leggere la verità negli occhi delle Fate, ed io in questo momento penso che sia davvero così. 
-Dovremo accontentarci suppongo.- 
Lego nuovamente lo stilo alla cintura e torno a guardarla. -Presumo di sì. C'è qualche altra Creatura Fatata da liberare?- 
-Non che io sappia- sospira leggermente. -Se ci sono mi dispiace abbandonarle, ma ora non è questa la mia priorità.- 
Non le domando quale sia, forse intuendolo, forse volendo solo crogiolarmi nell'idea che preferisca uscire da qui con me. Inizio a camminare spedita. C'è un tunnel che porta ai confini della città, è stato scavato per le emergenze, ma ora è in disuso. L'ho scoperto per caso una volta rovistando negli Archivi dell'Istituto dove sono nata. 
-Come ti chiami Fata?- domando senza voltarmi. Non ne ho bisogno per sapere che lei mi sta seguendo con passo ancor più leggero del mio. 
-Sono Liviya.- 
Silenzio. So cosa attende. 
-Helen.- le parole mi bruciano in gola tanto mi pare estraneo quel nome -Helen Blackthorn-   


   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Fox2_Fox