Il coltello roteò nell’aria, brillando contro il cielo terso, Shizuo poté specchiarcisi per pochi istanti, prima che, con un sibilo e lo sgradevole suono della carne che viene lacerata, si conficcasse nella sua mano tesa. La trapassò da parte a parte, recidendo forse qualche tendine. L’intero braccio di Shizuo fu percorso da un brivido di dolore acuto che si conficcò, come il coltello, dritto nel suo cervello. La rabbia montò istantanea, annebbiando razionalità e tutto ciò che non fosse l’uomo ghignante dall’altra parte della strada. Colui che aveva tenuto tra le dita quello stesso coltello fino a pochi istanti prima.