Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Always_Fangirl    17/03/2016    2 recensioni
Si intravedeva il crepuscolo quando Lord Eddard Stark , protettore del Nord, accompagnato dal suo esile esercito di fedeli guerrieri, mise piede sul Passo del Principe delle Montagne Rosse di Dorne.La guerra era finita e Robert Baratheon sedeva sullo scomodo scranno chiamato “trono di spade” che conferiva il potere supremo sui Sette Regni a chi vi sedeva. Era lui ora il re, quello che solo pochi giorni prima era un ragazzo ribelle che armato di mazza ferrata si era aperto un periglioso sentiero verso il potere, sbaragliando chiunque lo ostacolasse, compreso colui che occupava la tagliente sedia da moto tempo prima di lui. Per suo ordine tutta la casata dei Targaryen fu trucidata e lui stesso uccise il Principe del drago , Rhaegar , sul Tridente in una leggendaria battaglia. La pace sembrava essere ristabilita, il trono aveva il proprio re e quest’ultimo possedeva tutto il necessario per un buon governo, ma Lord Stark aveva ancora un conto in sospeso con il Principe del drago…
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Nord non dimentica
Questa frase martellava la testa di Ned da ore.
Come poteva dimenticare la sua unica sorella?
Nonostante Rheagar fosse morto, Ned non riusciva a giustificare un gesto così disonorevole e irrispettoso verso la grande casata Stark. Non bastava torturare e uccidere in maniera brutale suo padre e suo fratello.
Non bastava scolpire nel cuore di ghiaccio di Eddard tale dolore. No. I Targaryen hanno trascinato la sua determinata e astuta Lyanna in una guerra della quale non avrebbe dovuto sentire, neanche lontanamente, il cozzare delle spade.
Quando la luce del sole stava scemando, una torre alta si erse dal nulla come un miraggio.
Lord Eddard non poteva crederci che si trattasse realmente della tanto cercata rovina. Per quanto il suo valore materiale fosse nullo per lui rappresentava il tesoro più ricco di questa terra.
Senza nessun discorso d’incoraggiamento, guardando i suoi onorevoli uomini del Nord, che erano estremamente fuori luogo in quella distesa desertica sguainò Ghiaccio ,la spada lunga di acciaio di Valyria appartenuta da sempre agli Stark, e la puntò verso la Torre di Gioia come un metalupo in agguato. Il grido “GRANDE INVERNO” risuonò su tutta la vallata, come se il Lord volesse far sentire a tutti il suo arrivo, come se solo la sua voce bastasse a terrorizzare gli unici tre membri della guardia reale rimasti fedeli ad Aerys II Targaryen, il re folle.
Nonostante l’inferiorità numerica, anche loro sguainarono le spade a difesa della roccaforte e della prigioniera rinchiusa nelle sue mura. Mentre Eddard seguito dai suoi alleati correva verso il nemico, si rese conto che quella battaglia sarebbe potuta essere vinta in maniera pacifica, aveva tolto la vita a troppe persone. Sperava che anche i suoi nemici avrebbero ritrovato l’ onore e la giustizia per far riconciliare una famiglia ormai distrutta o che avrebbero avuto un minimo di buon senso per capire che in un modo o nell’altro se non si sarebbero arresi sarebbero morti comunque.
Questi pensieri spinsero Ned a rallentare e a rimettere la spada nel fodero, seguito a catena dai suoi cavalieri, proprio come un branco.
“Cavalieri come uomo d’onore vi offro la possibilità di arrendervi. Sappiamo tutti noi chi vincerà questa battaglia e non ci tengo ad aprirvi la gola uno ad uno. Restate fedeli al vostro re folle e troverete la morte o unitevi a Robert Baratheon e vi risparmieremo.” Esclamò l’onorevole Lord ad una distanza di sicurezza e disarmato.
“Lord Eddard anche noi siamo uomini d’onore, non intendiamo infrangere il giuramento, nonostante le circostanze difenderemo il nostro re fino alla morte, non la temiamo. E non temiamo neanche voi” dette queste parole il lord comandante della guardia reale Gerold Hightower sguainò la spada, seguito da  Arthur Dayne e ser Oswell Whent. Il Lord di Grande Inverno tornò subito sulla difensiva con Ghiaccio tra le mani e circondato dai suoi alfieri. La lotta divampò come fuoco tra le fauci di un drago. Le tre guardie riuscirono a reggere l’attacco nonostante fossero in tre contro sette. Il cozzare delle spade risuonava su tutta la vallata. Ned accecato dalla furia si liberò facilmente di ser Hightower con un fendente talmente violento da dividere il suo busto in due parti ben distinte. Mentre riprendeva fiato, non si rese conto che Arthur Dayne si trovava alle sue spalle armato di spada. Proprio mentre l’affilata lama della Guardia Reale stava per affondare nella carne di Ned, ser Dayne cadde a terra, morto. Dietro di lui, armato di lancia un piccolo uomo lo aveva strappato dalle braccia della morte.
Howland Reed, il crannogman, gli aveva salvato la vita.
Entrambi si guardarono intorno e notarono che erano tutti morti. L’unica battaglia ancora in corso riguardava la lotta tra Oswell Whent e Ethan Glover, ormai in fin di vita. Eddard corse il più veloce possibile per tentare di aiutare il suo alleato e amico, invano. Glover venne afflitto da un micidiale colpo che gli trapassò la gola da parte a parte, cadendo a terra privo di vita. Non fu difficile per Ned uccidere l’ultimo uomo di Aerys.
La morte e la desolazione circondavano Ned e Howland, unici superstiti.
Non potrò mai sdebitarmi con loro, hanno pagato con la vita la fedeltà alla casa Stark. Gliene sarò sempre grato.
Era arrivato il momento di riprendere sua sorella e tornare da sua moglie per cercare di riparare il regno ormai distrutto dalla guerra che si era lasciato alle spalle per seguire le orme della ribellione. Recuperò velocemente le chiavi che permettevano l’accesso alla torre dal cadavere di uno dei cavalieri, non sapeva neanche di chi fosse quel cadavere, in quel momento l’unica cosa che avrebbe potuto catturare la sua attenzione era l’abbraccio della sua dolce sorella che avrebbe posto fine al periodo buio della guerra.
Seguito da Howland, Ned aprì il pesante portone di legno che teneva segregata la principessa di Grande Inverno nella Torre di Gioia e iniziò a salire le scale tre alla volta. Era impaziente di rivederla dopo mesi. Dopo varie rampe di scale la fatica si fece sentire e la ferita che Hightower gli aveva procurato su un fianco iniziava a dolergli con vampate di dolore regolari e intense. Arrivò in cima alla torre quasi in ginocchio per la stanchezza, noncurante di Howland che percorreva il percorso più lentamente.
Iniziò a chiamare il suo nome nonostante il fiatone.
Lyanna.
Nessuna risposta.
Aprì la porta che si trovò davanti, sorridendo pensando che dopo mesi di attesa in quei pochi istatanti avrebbe finalmente incrociato di nuovo i suoi astuti occhi grigi, incastonati nel suo viso pallido e allungato circondati da una folta cascata di lucidi capelli neri come l’ebano.
Entrò nell’unica ampia stanza della torre aspettandosi una lieta riconciliazione ma ad accoglierlo ci fu solo un intenso odore di sangue.
“No…non lei” sussurrò Ned, trascinandosi verso grande talamo, dal quale gocciolava sangue.
Non parlò, non ci riusciva.
Mentre raggiungeva sua sorella cercava di ascoltare. Cercava di percepipre dei respiri o qualsiasi altra cosa che avrebbe potuto fargli capire che era viva. Si sentivano dei respiri flebili, era ancora viva. Arrivò carponi davanti al letto, raccolse tutte le sue forze e si alzò in piedi gemendo appoggiandosi al materasso.
Lo scenario era agghiacciante.
Sua sorella giaceva in un letto di sangue, tre le braccia stringeva un neonato.
Ned non capiva.
Iniziò a chiamarla, a scuoterla e dopo svariati tentativi lei aprì gli occhi di perla.
“Ned…sei tu?...ti prego aiutaci…” furono queste le parole appena percepibili che uscirono dalle sue labbra blu.
“Per i sette inferi…Lyanna che ti ha fatto?...” le parole di Ned erano docili ma dentro di se ribolliva di rabbia.Non ce l’avrebbe fatta. Aveva perso troppo sangue. Guardò il bimbo dai capelli neri che stringeva tra le braccia e iniziò a pensare e tutto ciò che sua sorella aveva passato durante la sua prigionia. Fissava quel bastardo con odio, anche se non era colpa sua, era l’unica cosa vivente contro la quale poteva puntare il dito per l’imminente morte di sua sorella.
“Rhaegar è morto…sei libera dalla tua prigionia…mi sei mancata tanto…” disse ciò avvicinandosi a lei.
“Ned…non abbiamo tempo…ascoltami…”lei lo zittì immediatamente, come ha sempre fatto, d’altronde.
“Promettimi che lo proteggerai…lui è il più indifeso e il più in pericolo tra noi…è figlio di Rhaegar e verrà ucciso sicuramente…lo amavo…Ned lo amavo…”.
Appena Lyanna sussurrò queste parole Ned non credette alle sue orecchie. Non era stata rapita. Era fuggita, di sua spontanea volontà. E quel bambino era il frutto del loro amore.
“Ned promettimi che lo proteggerai…non lo dirai a nessuno…promettimi che proteggerai Jon…promettimelo…” disse tra le lacrime, stringendo il bimbo con tutta la forza che le rimaneva e posandogli un delicato bacio sulla testa.
 “Ti do la mia parola Lyanna, lo proteggerò a costo della mia vita, lo curerò come se fosse figlio mio e vivrà sereno, protetto dalle calde mura di Grande Inverno. Lo giuro sul mio onore.”.
“Ti voglio ben…” spirò senza terminare la frase.
Ned le chiuse gli occhi.
Era sconvolto.
Tra le lacrime strinse Jon tra le braccia, non poteva odiarlo. Era tutto ciò che rimaneva di sua sorella. Era sangue del suo sangue e ora la sua vita gravava sulle sue spalle. Si voltò e trovò Lord Reed che assistiva alla scena sullo stipite della porta senza proferire parola. Lui sapeva.
“Howland, giura solennemente che non racconterai l’accaduto ad anima viva.” Disse Ned, non poteva permettere che il segreto venisse raccontato ai Sette Regni.  Doveva rimanere un segreto, chiuso ermeticamente nelle mura di quella maledetta torre.
“Lo giuro sulla mia famiglia, custodirò il segreto con serietà e non proferirò parola ad anima viva”.
Insieme discesero la Torre, in silenzio.
Insieme rimasero in silenzio per il resto della loro vita.
   
 
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