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Autore: Cara93    18/03/2016    1 recensioni
[The closer]
Una delle mie serie preferite è The Closer. Ho subito amato il capo Brenda Leigh Johnson. Durante la 5 stagione (o almeno credo fosse la 5... help!) Brenda mostrava strani sintomi. E se questi non fossero dovuti ad una malattia, come in effetti è avvenuto nella serie, ma aspettasse un bambino? Non sono entrata in merito a casi ed episodi, ma ho cercato di attenermi allo spirito del telefilm. CONTIENE SPOILER riguardo la 1 stagione e parte della 3 e 4. Mi scuso in anticipo per qualunque svista o errore.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Brenda Leight Johnson, capo della neonata sezione Crimini Maggiori della polizia di Los Angeles, è rintanata in bagno. Una dei sospettati del caso che sta cercando di risolvere è incinta e i suoi sintomi sono simili ai suoi. Perciò, durante una delle frenetiche pause dal lavoro, ha comprato un test di gravidanza. Ora sta aspettando il verdetto. Dalle istruzioni sa che se sullo stick compariranno due linee blu, significa che aspetta un bambino. L'attesa è spossante. Come è possibile che uno stupido pezzo di plastica possa essere così lento?, pensa. Ma ecco. Due linee blu.

Il detective Daniels, non ancora trasferita, ma in procinto di farlo a causa delle continue liti e le tensioni con il sergente Gabriel, bussa alla porta della cabina in cui si è rintanata.
-Capo, capo è lì dentro? La stiamo aspettando. L'interrogatorio deve cominciare-
Con un sospiro e un'imprecazione a fior di labbra, Brenda esce dal bagno spedita e sicura, solo il lievissimo barcollare dei suoi tacchi rivela la tensione e la paura di quel breve istante che pare durato un'eternità.

La giornata lavorativa è finita. Brenda sta per entrare in casa. L'ora è tarda. Perciò spera che la sua dolce metà stia dormendo beata nel loro letto. Sa che deve dire a suo marito, l'agente dell'FBI Fritz Howard che è incinta. Di sicuro lui ne sarà felicissimo, pensa. Solo io non lo sono e vedo questo esserino come una disgrazia. Sono passate ore da quando ha fatto il test. No. Non ore. Due giorni. Come diavolo è possibile?, si ritrovò a pensare. Eppure questa è la prova che non posso avere un figlio. Non ora. Il mio lavoro è troppo importante.

Entrando in casa, Brenda scopre che Fritz la sta aspettando sveglio. Sa che si è preoccupato subito degli strani sintomi che la affliggono da un po'. Nessun uomo, neppure Will Pope, suo capo e suo grande amore giovanile si era mai preoccupato così per lei. Non era mai stato disposto ad aspettare i suoi tempi e rispettare le sue scelte. Non quanto Fritz. Will era sempre stato troppo preso da se stesso. Eppure deve ringraziare lui per il lavoro che sta svolgendo in quella città. Lui l'ha voluta lì. Certo, sempre per le sua ambizioni, ma l'aveva voluta. E lì aveva ritrovato Fritz. Non il suo primo marito, che vedeva spettri ovunque. Geloso di chiunque fosse entrato nella sua vita. Geloso degli assassini che interrogava, dei colleghi, dei suoi genitori. Fritz era ciò che le serviva, ciò che aveva sempre desiderato. Quando capitava di collaborare con lui ad un caso, un po' si sentiva in colpa ad ingannarlo, caspita, era pur sempre suo marito. Ma lui capiva che per lei, il suo lavoro era ossigeno puro. Era tutta la sua vita. Era il compito che svolgeva con la massima passione possibile. Era la cosa in cui non solo era brava, ma la migliore.
-Finalmente!-esordì -ero preoccupatissimo! Brenda, ti rendi conto che non mi hai telefonato, anche se avevi promesso di farlo?-
-Mi dispisce tesoro-disse- è stata una giornata infernale e me ne sono dimenticata-
-Tu hai sempre giornate infernali, Brenda. Ma potevi trovare il tempo per una telefonata, se lo avessi voluto-
-Mi dispiace Fritzzy, non succederà più-
-So che è una bugia, anche se so che lo credi davvero-disse sospirando- almeno hai chiamato il medico?-
Brenda distolse lo sguardo, fingendo di trafficare in cucina.
-Io non ho ancora mangiato-tubò, calcando se possibile, il suo accento, già pesante, della Georgia del sud.
-Brenda Leight Johnson-disse severo-perchè non hai chiamato il medico?-
-Perchè non ce n'è bisogno, visto che è un disturbo che passerà da sè.- l'occhiata che le restituì Fritz, valeva più di mille rimproveri -Probabilmente ci vorrano nove mesi- si ritrovò ad aggiungere, poi si morse le labbra. Voleva aspettare ancora un po' per decidere cosa fare, ma la sua boccaccia, che di solito sapeva controllare, su certe questioni era più un intralcio che una risorsa. Fritz la guardò, una marea di emozioni lo travolse quando capì il senso della frase che era sfuggita a sua moglie.
-Brenda, guardami negli occhi e dimmi che ho capito quello che stai cercando di dirmi. Sei incinta, vero?-

Sono passate delle settimane dall'annuncio sconclusionato. Fritz l'aveva perdonata, dopo essersi infuriato perchè lei lo sapeva da un paio di giorni e l'aveva lasciato da solo, immerso nella preoccupazione per la sua salute mentre lei stava interrogando l'ennesimo assassino dell'ennesimo caso di cui era responsabile. Prima di uscire di casa, Fritz le aveva detto di tenersi libera per un  paio d'ore dopo pranzo. Era stato molto misterioso. Il suo pensiero sfiorò solo la curiosità verso i piani di Fritz, perchè, come al solito, era distratta da altri problemi. L'ennesimo caso di omicidio e l'ennesima richesta di Pope.

Il tempo pareva volare. Era riuscita solo a interrogare la famiglia, quando Fritz arrivò alla centrale.
-Cosa ci fa qui Mr. FBI?- chiese il tenente Provenza, con il suo solito tatto. Adorava Provenza. Era un vecchietto che non si rassegnava all'età e alla pensione. Sotto la scorza dell'agente burbero e maschilista si nascondeva un cuore d'oro. -Non mi pare, agente speciale-e calcò la parola "speciale"-Howard che questo sia un caso che riguardi la sua agenzia-
-Infatti non sono qui per lavoro, tenente.-poi, rivolgendosi a Brenda-Capo Johnson, avrei bisogno di lei urgentemente. Ci vorranno un paio d'ore-
Tutta la squadra osservò perplessa sia Brenda che il marito. Scene di questo tipo avvenivano spesso, ma di solito quando si ritrovavano tra le mani un caso che implicava l'ingerenza del Boureau.
-Non posso allontanarmi, agente Howard. C'è un caso di omicidio che richiede la mia attenzione-
-Non si preoccupi, capo. Questo è un caso da manuale, possiamo occuparcene noi- disse in fretta il tenete Flynn. Flynn era stato il più ostile al cambiamento di tutti i componenti della sua squadra. Solo la difesa da parte del capo Johnson rispetto al suo lavoro, gli aveva fatto cambiare idea. Il capo Pope e il capitano Taylor, che lui riteneva un amico e un mentore, erano disposti a usarlo come capro espiatorio. Solo il capo Johnson si era rifiutata di firmare la dichiarazione che lo reputava sospettato, se non colpevole, di aver inquinato la scena del crimine, per poter avere le prove necessarie all'arresto di un pericoloso piromane. Era un tenente capace, un po' rozzo, ma anche lui, come il suo collega abituale, il tenente Provenza, era un uomo affidabile, di solito. Solo quando si trovava in coppia con Provenza si poteva stare certi che i guai li investissero come una valanga. Brenda era incerta.
-Tenente Provenza, ha lei il comando, finchè non sarò di ritorno. Tenente Flynn controlli l'alibi della figlia. Sergente Gabriel, lei, invece, controlli tutte quelle scartoffie legali che si trovavano nella cassaforte della vittima. Tenente Tao, lei si faccia dare i risultati dalla scientifica e aiuti il detective Sanchez a visionare i filmati della sorveglianza.- poi, rivolta a Provenza-tenente, non si faccia scrupoli a chiamarmi se ci fossero novità-
-Ci conti, capo-disse, anche se non sembrava molto convincente. Infatti,-Sergente Gabriel mi chiami ogni ora per favore.- Poi prima di uscire: -Grazie signori. Grazie mille a tutti.-
Appena fu uscita, Provenza disse:-sentito? Comando io, qui per ora. Gabriel non ti azzardare a chiamarla senza prima avvertirmi. Lasciamoli un po' in pace.. e da soli-
-Crede che l'agente Howard..- disse il detective Sanchez, in tono allusivo.
-Scommetto venti dollari che riguarda la famiglia del capo- fece Flynn.
-D'accordo, Flynn, ma poi non piangere per i tuoi quaranta dollari persi-ghignò Provenza.
-Sono d'accordo con Flynn-intervenne Tao.
-Ragazzi, non è il caso di mettersi al lavoro?- intervenne Gabriel.
-Quanto sei noioso, ragazzo.-disse Provenza-ma hai ragione, c'è un assassino in libertà e noi lo prenderemo, tanto è vero che mi chiamo Provenza-

Fritz l'aveva ingannata. Pensava di andare a pranzo fuori, un'uscita speciale e invece...invece l'aveva portata a fare una visita prenatale! Come se ce ne fosse bisogno.. era incinta da poco, quindi..
-Signora Howard, non posso credere che lei abbia aspettato così tanto per fissare una prima visita-disse la dottoressa Randolph-Martin, l'osterica che l'avrebbe seguita. Già la detestava.
-Come scusi?- chiese dolcemente.
-Lo so, dottoressa, saremmo dovuti venire prima, ma sa, abbiamo scoperto solo poche settimane fa di aspettare un figlio-
-Poche settimane? Ma, signora Howard, lei è incinta di diciotto settimane, a occhio e croce-
-Diciotto settimane?-Fritz era incredulo.
-Dottoressa-disse Brenda in tono calmo, anche se il suo pesante accento, che nelle situazioni di stress si aggravava, come in quel momento, la tradiva. -non è possibile che io sia incinta di quattro mesi. Me ne sarei accorta, sarei quantomeno ingrassata, non crede?-
-Alcune donne, non mostrano il pancione fino al settimo o all'ottavo mese. Magari lei rientra in questa categoria-
-E che mi dice di altri sintomi accessori?-
-Solitamente- disse la dottoressa, già chiaramente spazientita e offesa dalle domande di Brenda- le primipare attempate non riportano sintomi secondari. Anzi, è possibile che essi vengano confusi con quella che viene chiamata volgarmente "menopausa"-
Brenda stava per replicare, stizzita, quando intervenne Fritz, che aveva capito l'umore della moglie.
-Il bambino sta bene?-
-Si, è sano e sta crescendo benissimo. Anche se le consiglio di assumere vitamine, acido folico e altri piccoli accorgimenti per far si che la gestazione proceda al meglio-
-Ma non aveva detto che il bambino sta bene?-
-Si, signora, ma una gravidanza, capirà anche lei, è una faccenda delicata-

Usciti dallo studio della dottoressa, Brenda furente e Fritz pensieroso, ricevettero una telefonata.
-Che c'è?- rispose spazientita. Una lieve esitazione all'altro capo del filo. -allora?-
-Capo- era la voce del sergente Gabriel -potrebbe esserci un problema-
-Potrebbe? Si spieghi meglio, sergente-
-Non credo che al telefono sia la cosa migliore..-
-Sergente, per favore, la smetta di girarci intorno e mi dica cosa accidenti sta succedendo- altro silenzio.-Sergente Gabriel, o me lo dice lei o mi passi Provenza, subito.-
-Capo, c'è un problemino, ma giusto un problemino piccolo piccolo- adesso chi parlava era il tenente Provenza. Il tono non prometteva nulla di buono.
-Tenente-disse in tono seccato, che non ammetteva repliche.
-La nostra vittima era un commercialista-
-E con ciò?-
-Ecco, capo, tra i suoi clienti c'erano molti poliziotti del Quindicesimo..-
-Tenente, per favore, mi dica quello che deve dirmi e la faccia finita-
-Il capitano Raydor e gli Affari Interni stanno interferendo con le nostre indagini, capo-
-La Raydor? E cosa c'entra la Raydor?-
-Si sospetta che i poliziotti a cui la vittima teneva la contabilità siano corrotti, per questo gli Affari Interni vogliono il caso-
-Sto arrivando, Tenente-
Finita la conversazione con i suoi uomini, ricevette una chiamata da Pope.
-Brenda, dove diavolo eri finita?-
-Ciao Will, scusa, ma avevo un impegno che non poteva essere rimandato- aggiunse in fretta-non succederà più-
-Brenda, il signor Cowell, la vostra vittima, era il tesoriere dei Tres Colores, lo abbiamo scoperto da poco. Nel libro paga della banda figurano dei poliziotti. Gli Affari Interni devono indagare.-
-Capisco che questa indagine sia di competenza del capitano Raydor, ma la morte di Cowell è affare della Crimini Maggiori-
-Ma se i colpevoli sono membri dei Tres  Colores..-
-Will, scusa un attimo, non potremmo riparlarne dopo, quando tornerò in ufficio?-
-Brenda...-
-Grazie, Will, grazie mille- e attaccò.
-Quella donna....oh, quella donna..- borbottò, invipertita.

Richiamò la sua squadra. Il tenente Tao, per la precisione.
-Tenente, cosa dice la scientifica?-
-Capo, cosa..-
-Tenente Tao, l'assassinio del signor Cowell potrebbe essere collegato ai Tres Colores?-
-Gli incartamenti..-
-Prove materiali, tenente, non mi serve sapere nulla degli incartamenti, per ora-
-Il colpo a bruciapelo, non è esattamente nello stile delle gang, capo. O almeno così dice Julio e, quando si tratta di gang, Julio ha sempre ragione.-
-Chieda al detective Sanchez perchè non crede possa essere una ritorsione da parte delle gang e tenente, sa nulla dell'arma?-
-La pistola è una 38, come quelle in dotazione alla polizia.-
-Grazie, tenente-
-Ok..ok- bisbigliò. Poi, con passo deciso andò all'auto, pronta per la battaglia che l'aspettava alla centrale.

Nell'ufficio dell'assistente capo Pope era in corso una riunione. I partecipanti erano lo stesso capo Pope, il capo della divisione Crimini Maggiori, Brenda Leigh Johnson, il capitano Sharon Raydor della sezione Affari Interni, il capitano della Omicidi e Rapine Russell Taylor e l'agente dell'FBI Fritz Howard, ufficiale di collegamente con la nota agenzia federale. Il silenzio venne rotto dal capo Pope:
-Allora siamo tutti d'accordo.-
-No, non siamo affatto d'accordo-intervenne il capo Johnson.
-Capo- cominciò il capitano Taylor, in tono mellifluo -l'FBI si occuperà dei Tres Colores, gli Affari Interni collaboreranno con il Boureau per trovare e arrestare i poliziotti corrotti, mentre l'indagine passerà alla Rapine e Omicidi, sezione più che indicata per questi crimini, che collaborerà con la sezione Crimine Organizzato-
-Questo lo possiamo fare io e miei uomini, capitano Taylor-
-Brenda, il capo Roston della sezione Crimini Organizzati non è incline a trattare con persone che non conosce, si da il caso che il capitano Taylor, essendo un veterano di questa sezione possa essere d'aiuto-
-Si da il caso, che il tenente Provenza sia in questa sezione da più tempo del capitano Taylor, com'è naturale, quindi potrebbe trattare lui con questo capo Ross-
-Roston. Brenda, è appunto per questo che preferisco che Taylor si occupi di mantenere...diciamo rapporti diplomatici..con le varie sezioni-
-Vuoi dire che è colpa mia, Will? Che io non riesco ad avere questi rapporti "diplomatici"?-
-Beh, Brenda...-
Mentre la discussione procedeva, Fritz rideva sotto i baffi, mentre il capitano Raydor fissava la scena perplessa. Era una donna molto rigida, fissata con le regole e il rispetto verso i superiori di grado, anche se li reputava degli idioti, esattamente come reputava il capo Pope. Ammirava il capo Johnson, ma a lei proprio non andavano a genio alcuni dei suoi metodi. Come questa conversazione, per esempio.
-Capo Pope, forse c'è una soluzione a tutto questo- disse, estremamente calma e fredda. Troppo.
-Capitano Raydor..-
-Se il capitano Roston trattasse direttamente con noi, cioè con me e l'agente speciale Howard, lasciando al capo Johnson il tempo e il modo di indagare come più ritiene opportuno..- cominciò.
Brenda fissò il capitano Raydor con diffidenza. Sapeva di non piacerle, tanto quanto a lei non piaceva. Ma a volte, come in quel momento, la Raydor prendeva le sue difese.
-Se l'agente Howard se la sente..-
-Non c'è problema, capo Pope-
-Ma...-cominciò Taylor, subito interrotto da Pope.
-Allora così sia- disse, in tono solenne.
Mentre stavano per uscire, Brenda si avvicinò al capitano Raydor.
-Grazie capitano, posso capire quanto deve esserle costato..-
-Non mi ringrazi, capo Johnson. Le amiche fanno questo e altro, no?- ribattè in tono sarcastico e distaccato.
A Brenda ci vollero alcuni minuti per capire che la donna stava scherzando, riferendosi a un episodio avvenuto il Natale precedente, quando era stata costretta a raccontare ai suoi genitori che la Raydor era la sua migliore amica, per rassicurarli e cercare di dissuaderli dal trasferirsi a Los Angeles, convincendoli che era circondata dall'affetto di persone care.
-Quella donna..-borbottò, stavolta in tono stupito.

Il caso era risolto. L'assassino era stato assicurato alla giustizia e lei si poteva rilassare, finalmente. Stese le gambe, affaticate, sulla scrivania, afferrò un Ding Dong, la sua merendina preferita e cominciò a scartarlo attentamente, senza rompere la carta stagnola che avvolgeva il dolcetto. Addentò la merendina con gusto, chiudendo gli occhi, in estasi.

Dopo quel primo, disastroso appuntamento con la dottoressa Randolph-Martin, ce ne furono altri due, non meno pieni di tensione e di offese velate. Accidenti, si ritrovò a pensare Fritz, dopo l'ennesima discussione con la dottoressa, come è possibile che mia moglie riesca a litigare con chiunque, fare di testa sua infischiandosene del parere degli altri e uscirne sempre candida come una rosa? La donna aveva, infatti, inflitto a Brenda una dieta speciale che sua moglie ignorava bellamente. Dovrò parlarle io, pensò sconsolato. Dopo una discussione stranamente ragionevole, arrivarono ad un compromesso. Brenda avrebbe seguito la dieta, per lo meno il minimo indispensabile, e ciò voleva dire cibi genuini e nutrienti, niente più schifezze. Condizione che era riuscito a imporle. Prendeva controvoglia gli integratori che le erano stati prescritti, ma rifiutava le ore di riposo che la dottoressa chiedeva che facesse. Era incinta di ventitrè settimane, ormai. Era terrorizzato dall'idea che potesse succedere qualcosa al piccolo e a Brenda, ma sapeva che la sua opinione non poteva competere con il lavoro come capo della sezione Crimini Maggiori. Se non poteva distoglierla dal lavoro, almeno poteva assicurarsi che si nutrisse correttamente.

Si trovavano sulla scena di un omicidio. Brenda era ormai irritabile da un paio di giorni. Fritz era riuscito a imporle quella stupida dieta e non mangiava dolci da quarantotto ore. Se ciò non bastasse, la vittima, una prostituta d'alto bordo, si faceva chiamare Bonbon e i motteggi di pessimo gusto fra Provenza e Flynn cominciavano a irritarla. La diga si ruppe ad un'infelice e un po' volgare battuta di Sanchez. -Dovreste vergognarvi!- Esclamò in tono secco, o almeno era quella la sua intenzione. Invece, con suo sommo orrore, cominciò a singhiozzare, attirando su di sè lo sguardo allarmato di tutta la sua squadra. -Allora?- disse, in lacrime e con il mento che tremava -siete riusciti a far piangere una donna con il vostro comportamento oltraggioso, almeno abbiate la compiacenza di scusarvi!- Gli uomini si scambiarono sguardi perplessi. Brenda, il piede che batteva ritmicamente sul pavimento, in attesa, sbuffò e in un moto di stizza uscì, sempre sbuffando. Solo allora, i suoi uomini, sospirando di sollievo, si risvegliarono dallo stato di trance che il pianto del capo Johnson aveva in loro indotto. -Cosa diavolo le sta succedendo?-disse Provenza.
-Cosa vuoi che sia, è una donna- risolse, conciso la questione Sanchez.
-Molto delicato Julio. Proprio per questo genere di battute ha fatto piangere il capo- intervenne Tao.
-Appunto, ha fatto piangere. Dev'esserci qualcosa sotto- Flynn ricevette un'occhiata da Provenza a questo intervento -E bravo, Sherlock-
-Senti..-ruggì Flynn.
-Non abbiamo tempo per queste cose- risolse Gabriel.
-Si, ma se il capo è strana, come possiamo continuare l'indagine?-chiese Tao.
-Il capo ci ha mai dato modo di dubitare delle sue capacità?-domandò Gabriel a tutti. Il silenzio fu la risposta che si aspettava.

Il tenente Tao e Buzz, il civile che si occupava delle apparecchiature informatiche nella sezione Crimini Maggiori, stavano cercando di individuare l'origine di una telefonata ricevuta dalla ragazza, Bonbon. Se avessero rintracciato il numero, forse, con un po' di fortuna, avrebbero trovato anche l'origine della chiamata e l'uomo che l'aveva effettuata. Dopo ore, Tao, affamato, chiese a Buzz se aveva fame, poi scese in mensa ufficiali, piluccò qualcosa, poi prese un piatto con dei bomboloni fritti, irresistibili. Salì al piano di sopra, tornò alla sua postazione e riprese il lavoro. Ad un certo punto, il capo Johnson, chiamata da Buzz, per mostrarle le riprese delle telecamere di sicurezza, entrò nella stanza. Ascoltò la spiegazione di Buzz in silenzio, con attenzione. O almeno così sembrava. Il suo sguardo era focalizzato da quei succulenti pezzi di pasta fritta e ripieni di crema fino a scoppiare. Stoicamente, distolse lo sguardo, ripetendosi mentalmente che non era cibo per lei. Che era a dieta. Che quello era veleno, per lei e per il bambino. Si, doveva resistere per il bambino. Stringendo i denti, chiese a Buzz chiarimenti su piccoli passaggi, che la sua fame morbosa le aveva precluso, distraendola. Mentre stava per uscire, si voltò e chiese:-Buzz, dove a preso quei dolci?-
-Non li ho presi io-rispose. Tutte le volte che rispondeva ad una domanda del capo, sembrava sempre che Buzz si mettesse sull'attenti. Era un modo buffo di rispondere e la faceva sempre sorridere con tenerezza. Di nascosto, ovviamente. -E allora chi li ha presi?- riprese, tornando sulla questione che in quel momento immediato, occupava la sua mente. I bomboloni ripieni.
-Il tenente Tao, capo, tornato dalla mensa ufficiali- rispose, imbarazzato, Buzz.
-Non avrei mai detto che alla mensa ufficiali si servissero cibi invitanti- borbottò, nell'uscire.

Il caso Bonbon era stato brillantemente risolto. Ora, erano alle prese con un'altro omicidio, come al solito. Erano tutti riuniti in ufficio e si stavano abbuffando come animali. L'ascensore suonò, avvisando dell'arrivo del capo Johnson. In pochi minuti, i tenenti, il sergente Gabriel e il detective Sanchez fecero sparire ogni briciola di cibo. Infatti, dalla fatidica scoperta dei bomboloni, il capo Johnson aveva chiesto se "per favore" la sua squadra potesse cominciare a nutrirsi in modo consono. Da allora, come lei, erano tutti a dieta. Tutta la squadra, dapprima furente con Tao, poi con Buzz, aveva unito le forze per poter approfittare dell'assenza di Brenda per avere controllo sul cibo. Quando entrò nella sezione dedicata alla sua squadra, Brenda li trovò intenti a mangiare con gusto insalate e frutta. Entrò, salutò tutti con calore e mentre si avviava verso il suo ufficio notò, dietro le spalle del tenente Provenza un sacco della spazzatura. Sorrise, immaginando ciò che poteva contenere. Sapeva, infatti, che i suoi uomini non rispettavano le sue direttive, anche se a lei non piaceva chiamarle direttive, almeno non questa. Era semplicemente un consiglio. Che tutti rispettavano, almeno in superficie. Se i miei uomini non riescono a resistere a questa stupida dieta, si ritrovò a pensare, perchè dovrei farlo io?
La lucidità e la razionalità di una donna incinta.

Ormai era all'ottavo mese. Il pancione cominciava a fare capolino dai suoi vestiti. Il caso che stava portando avanti era un po' complicato. Uno dei sospettati era estremamente sgradevole. Solo perchè era ricco, credeva di poter fare ciò che voleva e ottenere tutto. Odiava tipi del genere. Con tutto il cuore.
-Mio figlio deve essere rilasciato, subito-
-Suo figlio è stato trattenuto per un interrogatorio, signor Carr. Per ora non posso accontentarla- rispose dolcemente, tentando di contenere l'irritazione.
-Senta, lei non sa chi sono io.. quando il sindaco saprà come mi ha trattato sono sicuro che la manderà a dirigere il traffico sulla Sepulveda- dalla rabbia, l'uomo era rosso e si stava gonfiando visibilmente.
-Signor Carr, credo sia il caso che se ne vada. L'accompagno agli ascensori-
Mentre sfilavano davanti ai suoi uomini, al capitano Taylor e al capo Pope, il signor Carr, che aveva continuto a lamentarsi dei suoi diritti calpestati, strepitò:-Se ne accorgerà di chi sono io, puttana obesa-
Effettivamente, tutti si erano accorti dell'aumento di peso, strano e improvviso del capo Johnson. Nessuno pensava fosse grassa, ma a quanto pareva, l'uomo non aveva trovato altro insulto. Brenda sorrise. Poi disse: -Caro signor Carr, io tra meno di un mese, almeno tre chili sono sicura di perderli. E lei?-
-Brutta stronza..come osa..-
-No, signor Carr. Come osa lei offendere una donna incinta-
A quelle parole, gli uomini presenti si irrigidirono e la guardarono stupefatti.

Il silenzio si protraeva ormai da alcuni minuti. La rivelazione del capo Johnson era sorprendente per tutti. Il tenente Provenza si sentiva tradito e felice al tempo stesso. Una nuova vita era sempre una gioia, continuava a ripetersi, ma poi? Cosa succederà? Il sergente Gabriel era come intorpidito, mentre Flynn si dava dello stupido. Aveva due figli, che diamine. Avrebbe dovuto accorgersene. Il detective Sanchez era stranamente orgoglioso. Già immaginava il pargoletto aggirarsi per la centrale, cercando la madre e urlando a gran voce che da grande avrebbe fatto il poliziotto. Il capitano Taylor era ebbro di speranza. Se il capo Johnson non fosse stata in grado di svolgere le sue mansioni, il comando sarebbe toccato a lui di diritto. Pope, invece, era un'ondata di emozioni. Era felice per Brenda, certo. Ma avrebbe voluto vederla così feloce con lui. Ribolliva di rabbia, invidia e tristezza. Se cullava ancora qualche sogno di conquista nei confronti di Brenda, beh, poteva accantonarlo.

-Lo so Will-stava dicend Brenda dopo la rivelazione, mentre si trovavano nell'ufficio di Pope -avrei dovuto avvertirti molto tempo fa-
-Brenda, avresti dovuto dirmelo. Ora tutti crederanno che sono un mostro sfruttatore di donne incinte- disse, scherzando solo a metà. Temeva davvero per la sua reputazione.
-E io temevo che non mi avresti permesso di lavorare-
-E l'avrei fatto- disse sospirando. -E Fritz?-
-Fritz cosa?-
-Lo sa, intendo-
-Certo che lo sa- rispose, interdetta.
-Allora non ha cercato di..-
-Vietarmi di venire la lavoro? No. Sa quanto conti per me. Si preoccupa molto, ma sa che non metterei mai volontariamente a rischio il bambino-
-Quindi è un maschio?-
-Non lo sappiamo ancora. Abbiamo deciso di farci sorprendere dall'avvenimento- anche se nonostante ciò Claire, sorella di Fritz e sedicente sensitiva, aveva pronosticato il sesso maschile. Aveva, infatti, mandato loro delle tutine da neonato adatte ad un maschietto. Fritz, alla vista del contenuto del pacco, aveva scosso la testa e sorriso. Willie Rae e Clay, i suoi genitori, sarebbero arrivati da Atlanta di lì a poco.
-Allora- riprese Pope, schiarendosi la voce -cosa succederà dopo il lieto evento?-
-In che senso?-
-Vuoi..andartene?-
-Will, io sarò incinta ma tu sei impazzito. Non ho ancora finito il mio lavoro qui-

-Capo, stia attenta!- urlò il tenente Flynn. Da quando aveva annunciato la sua gravidanza in ufficio, tutti la trattavano come un fragile oggetto di cristallo. Lei, in realtà, più che al cristallo, si paragonava ad una balena. Il tempo stava per scadere. Mancavano ancora tre settimane. Sapeva che doveva rassegnarsi ed aspettare a casa, tranquilla e rilassata, il lieto evento. Ma proprio non ci riusciva. Così, anche se ufficialmente era in maternità, manteneva il contatto con la sua squadra. Per ora, la sezione Crimini Maggiori era capitanata da Taylor e solo gli sforzi dei tenenti riuscivano ad evitare i disastro. Quell'uomo era inutile in campo pratico, un inetto imbecille. Invece, straordinariamente, a livello amministrativo, era un genio. Da quando era subentrato Taylor, i rapporti e le scartoffie che di solito lievitavano a dismisura, sembravano essere dimezzate. Come facesse era un mistero. Rientrò in cucina seguita da Flynn, giusto il tempo di sentire il tenente Provenza elogiare la cucina di sua madre, con fare da Casanova consumato. Flynn alzò gli occhi al cielo, mentre Clay fissava torvo l'ignaro tenente. Sentì una fitta. Non è niente, pensò, è un piccolo dolorino. Normale, è normale, nel mio stato. Il gatto, il piccolo Joel, che aveva rimpiazzato Micio, vagava placido tra le gambe del tavolo di cucina. Era un maschio, ma chissà perchè, Brenda era convintissima fosse una femmina. Così come ancora non si convinceva che Micio, la gatta che aveva adottato suo malgrado, fosse una gatta. Dopo aver discusso dell'ultimo caso con i tenenti ed essere stati raggiunti dal resto della squadra, venne raggiunta da un'altra fitta, più forte. Talmente forte, da farla aggrappare a Gabriel. -Signori, credo mi si siano rotte le acque-

I minuti che seguirono furono i più frenetici che potesse immaginare. Ancora ridacchiava, se pensava alla scena, ora che era sdraiata in un letto d'ospedale, circondata da fiori. Non ne aveva mai ricevuti così tanti, neppure quando aveva rischiato di essere uccisa da un serial killer che era ritornato a uccidere dopo due anni di stand-by. Non riusciva a credere che sei intrepidi uomini potessero spaventarsi tanto da ridursi alla stregua di bambini di fronte ad una donna partoriente. Fynn, angosciato, sembrava non saper fare altro cha aggiararsi per casa, urlando ordini a casaccio, neanche fosse il padre. Provenza, come Flynn, si aggirava per casa, dando disposizioni contrarie a quelle del collega. Tao, che aveva alle spalle un anno di medicina, la sorreggeva da un lato e le parlava dolcemente, mentre Gabriel dall'altro tentava di contattare Fritz, che era al lavoro. Sanchez, invece, era uscito a prendere l'auto, seguito da Clay. In mezzo a quel marasma, si sentì un fischio acuto. E Willie Rae prese il controllo. Sua figlia, la sua piccolina, stava per avere un bambino. E toccava a lei, in quanto nonna, prendere in mano la situazione, ora.

Quella stessa sera, Clay William Jr venne alla luce. Pesava tre chili e dodici grammi. Ed era in ottima salute. Claire Howard aveva avuto ragione.
 
   
 
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