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Autore: LiarWolf    19/03/2016    3 recensioni
"... In realtà non sapeva neanche perché ci stava pensando, non sapeva perché gli importasse tanto di quel lupo scorbutico e antipatico, ma di fatto non riusciva a toglierselo dalla testa, non riusciva a pensare a niente che non fosse quel ragazzo dagli occhi verdi e dai modi di fare bruschi che mesi prima era andavo via lasciandosi alle spalle tutto il branco.
Stiles aveva sentito che il gruppo era incompleto e solo adesso riusciva a realizzare che, probabilmente, il pezzo mancante era Derek. ..."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Sono quasi sicuro che con loro ci fosse anche Breaden!"
Questa frase continuava a rimbombare nella testa di Stiles, era come se avesse accanto un disco rotto con la voce di Scott che non faceva altro che ripeterla, gli colmava la mente tanto da farlo impazzire.
"Hai avvertito anche la presenza di Derek con loro?" questa era la frase che avrebbe voluto pronunciare, la fatidica domanda della quale temeva tanto la risposta, ma le parole, per una volta -e stranamente- non gli erano uscite di bocca non appena le aveva pensate. Così aveva cercato di controllarsi, di concentrarsi sulla loro missione, la loro priorità, il salvataggio di Kira. E ci era riuscito, finché non era tornato a Beacon Hills e il dubbio lo aveva assalito di nuovo.
"E se fosse qui? Di nuovo in città? O ancora peggio se non ci fosse?".
In realtà non sapeva neanche perché ci stava pensando, non sapeva perché gli importasse tanto di quel lupo scorbutico e antipatico, ma di fatto non riusciva a toglierselo dalla testa, non riusciva a pensare a niente che non fosse quel ragazzo dagli occhi verdi e dai modi di fare bruschi che mesi prima era andavo via lasciandosi alle spalle tutto il branco.
Stiles aveva sentito che il gruppo era incompleto e solo adesso riusciva a realizzare che, probabilmente, il pezzo mancante era Derek. Era preoccupatissimo per Lydia, certo, aveva tirato un sospiro di sollievo quando avevo saputo che Malia era riuscita scampare alla furia della Lupa Del Deserto ed era contento che le cose si stessero, in qualche modo, apparentemente sistemando, ma sentiva ancora la stanchezza, si sentiva distante dagli altri, solo, incompleto.
"Basta, ora chiamo Scott e glielo chiedo!" il cervello di Stiles stava collassando sotto tutti questi pensieri, perciò tirò fuori il cellulare e compose il numero di Scott.
"L'Utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. Riprovi più tardi."
"No Scott, non puoi staccare il telefono, non adesso, dannazione!! Dai, rispondi, rispondi, rispondi!"
"L'Utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. Riprovi più tardi.”
Preso dall'agitazione del momento Stiles lanciò il telefono sul letto e si sedette, piegandosi in avanti e poggiando la testa sulla mani giunte.
"Abbiamo tante cose ancora da risolvere...Dobbiamo salvare Lydia, dobbiamo scoprire chi è la Bestia, perché sto ancora qui a pensare a Derek?”
Mentre sussurrava queste parole, più a sè stesso che a qualcuno in particolare, il telefono accanto a lui prese a suonare. Si voltò, prese il cellulare di scatto e rispose senza guardare, convinto che fosse Scott:"Ehi, ciao, Scott, senti, volevo chiederti...
"Non sono Scott.”
Nel sentire quella voce si bloccò con la bocca aperta, a metà frase e cominciò a trattenere il fiato. Non riusciva a pronunciare una parola, non riusciva a pensare niente di coerente, per un paio di minuti stette con il telefono incollato all'orecchio, l'altro capo del ricevitore muto a parte un lieve respiro.
"Stiles."
Non era una domanda. Il SUO modo di pronunciare quella parola, quel nome nella sua bocca aveva un suono diverso, particolare, che faceva rivoltare lo stomaco allo Stilinski. "Ciaaaao Derek, come va, è da tanto che non ci sentiamo, cioè non ci sentiamo da quando sei andato via da Beacon Hills con Breaden ma adesso ci stiamo sentendo quindi come stai?" Stiles pronunciò questa frase, per metà senza senso, tutto d'un fiato, sentendosi un completo idiota.
"Stiles, ho parlato con Deaton." Derek, ignorando le parole di Stiles, pronunciò quella frase con calma, con fermezza e con decisione, come suo solito. Ma le sue frasi erano sempre criptiche, sempre dei telegrammi e Stiles, che non si aspettava nemmeno di ricevere una telefonata simile, adesso non aveva la più pallida idea di cosa rispondere a quell'affermazione, quindi, a suo solito, si mise a straparlare e a gesticolare.
"Si, beh, penso ti abbia raccontato cosa sta succedendo, voglio dire con la Bestia e tutto il resto, poi ci si è messo anche Parrish con tutto il fatto del Segugio infernale e le cose si sono fatte 'calde', non so se mi spiego, ma insomma cerchiamo di cavarcela, in fondo abbiamo superato ostacoli peggiori di questo o forse no dato che la Bestia di Gevaudan è tipo l'assassino perfetto e i Dread Doctors e Theo sono dei psicopatici e rischiamo di morire tutti però penso che alla fine possiamo farcela a superare tutto, ci sono anche Breaden e Argent che ci danno una mano quindi speriamo di scamparla anche questa volta e poi dovranno darci una medaglia o un trofeo o comunque un qualche premio perché siamo riusciti a sopravvivere tutte queste volte e...”
"Stiles. Stai bene?"
Lo stupore di Stiles adesso raggiunse le stelle. Perché la voce che aveva pronunciato quelle tre semplici, banali, parole, non proveniva più dal ricevitore del telefono, ma da una presenza silenziosa alle sue spalle. Stiles si voltò di scatto, sconcertato. Era davvero lì, era Derek. Stessi occhi verdi, stessa giacca di pelle, stessi capelli scuri. Era lì, di fronte a lui, con una mano nella tasca, a fissarlo cauto. "Perché sei qui?" Stiles era sotto shock, pensava che non l'avrebbe rivisto mai più.
"Deaton mi ha telefonato. Mi ha raccontato tutto, di Donovan, dei problemi che hai avuto con Scott, di tuo padre..sono venuto per aiutare. Stai bene?" Derek rispose con calma, quasi noncurante, e ripetè di nuovo la domanda che aveva fatto pochi minuti prima. Nonostante la reticenza del sourwolf, Stiles aveva capito che c'era di più, lo sapeva, lo percepiva anche senza i superpoteri da lupo ma non voleva indagare oltre.
Non ebbe il tempo di rispondere, in quel momento squillò il telefono, segno che era appena arrivato un nuovo messaggio da Scott.
"Stanno torturando Lydia ad Eichen House. Sta per morire. Dobbiamo ideare un piano e agire. Tra un'ora da Deaton.”
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. In un attimo fu come se tutto lo stess, tutta l'ansia, tutti i problemi delle ultime settimane gli fossero crollate addosso, le mani cominciarono a tremare e il cellulare gli cadde dalle mani
"Stiles!”
Lo Stilinski sentì la voce di Derek, allarmato ma sempre freddo e dannamente composto, pronunciare il suo nome, e avvicinarsi a lui che stava cominciando a tremare sempre di più mentre il suo cervello cercava freneticamente di elaborare la situazione e ideare un piano geniale per salvare l'amica.
Derek si avvicinò a Stiles e raccolse il telefono del ragazzo, leggendo il messaggio che pochi secondi prima aveva illuminato lo schermo.
"Stiles, calmati. Respira!"
Stiles non ci vide più. "Come fai a dirmi di stare calmo! La mia migliore amica è rinchiusa in un luogo di tortura dove sta rischiando la vita e io nel frattempo sono qui, a non fare niente…con te! Come faccio a stare calmo?"
"La troveremo. La salveremo."
"Come fai a dirlo? Come fai a pensare che potremmo farcela? Tu te ne sei andato! Ci hai abbandonati! Dov'eri tu quando ho ucciso Donovan, eh? Dov'eri quando sono diventato un assassino? Dov'eri quando Theo ci ha divisi, quando il branco si stava allontanando, dov'eri quando io e Scott abbiamo litigato, quando mio padre era all'ospedale e non faceva altro che peggiorare, tu dov'eri? Te ne sbuchi qui, così dal nulla. Dici che vuoi aiutare, ma non sai niente, non sai quello che abbiamo passato, non sai come mi sento. Vieni qui, e mi chiedi se sto bene. Come faccio a stare bene quando la situazione è questa? Come faccio a stare bene se rischiamo di morire tutti per colpa di uno stupido animale-adolescente che uccide la gente per hobby?"
Stiles urlava e piangeva e gesticolava, sconvolto. Dall'altra parte, Derek aveva dolore negli occhi verdi ma  
era forte all'esterno, con le braccia conserte e lo sguardo basso mentre ascoltava le parole di Stiles. Non reagì, non rispose ad una parola, non disse niente, aspettando che Stiles si calmasse da solo. Ma la non reazione di Derek non fece altro che fare arrabbiare ancora di più Stiles.
"Non reagisci, eh? Non dici niente. Non trovi niente da dire, perché sei stato uno stupido vigliacco, sei scappato via! REAGISCI!". All'improvviso, Stiles sferrò un pugno a Derek che, preso alla sprovvista, venne centrato in pieno viso e indietreggiò di un passo. Questo non bastò a fermare Stiles, quasi completamente inconsapevole di cosa stava facendo, che con una forza e una determinazione che non sapeva di possedere continuò a colpire il lupo, il quale non cercava neanche di evitare la rabbia dell'umano, scansare i colpi, nè tantomeno parlargli per farlo ragionare. Stiles piangeva e lanciava colpi a Derek, continuando ad urlare "Tu non c'eri! Te ne sei andato!" e ad insultarlo in tutti i modi possibili. Un pugno in faccia, un pugno nello stomaco e Derek cadde in ginocchio, per terra, davanti a Stiles, con gli occhi semi-chiusi, ricoperto di ferite e di sangue. A quel punto i singhiozzi di Stiles si fecero talmente forti, così violenti, che il ragazzo non fu più capace neanche di maltrattare il licantropo e anch'egli cadde in ginocchio e, successivamente, si sedette per terra, con le gambe incrociate, i gomiti posati sulle ginocchia e la testa fra le mani. Derek, che stava già guarendo, alzò lo sguardo, stanco, verso il piccolo Stilinski: di fronte a lui non vide altro che un ragazzo triste, fragile, stanco, sopraffatto dal dolore e indifeso, troppo esausto per combattere ancora contro le proprie emozioni e contro i propri dolori. L'Hale capiva quella situazione di sconforto, aveva capito che Stiles aveva bisogno di sfogare tutta l'energia negativa che aveva accumulato negli ultimi tempi e non lo aveva fermato e adesso vedere Stiles in quel modo lo toccava nel profondo e lo faceva star male.
Senza una parola, silenziosamente, il licantropo gli si avvicinò e goffamente e rigidamente ma con decisione, abbracciò Stiles. Inizialmente il ragazzo oppose una leggera resistenza, più per abitudine che altro, perché doveva sforzarsi di essere forte, ma dopo pochi secondi si arrese e si buttò completamente fra le braccia dell'Hale, continuando a singhiozzare sempre più forte. Era strano per entrambi essere lì, in una situazione così intima, così vicini, Derek rigido e vagamente a disagio in quella situazione metteva un po' a disagio anche Stiles, ma da un altro punto di vista lo Stilinski fu confortato da quel contatto umano perché era esattamente quello di cui aveva bisogno: qualcuno che lo ascoltasse senza rispondergli, senza giudicarlo, senza fermarlo e che lo consolasse. E improvvisamente capì che solo Derek poteva avere quel ruolo nella sua vita, solo lui riusciva a comprendere cosa stava passando e come si sentiva e Stiles non stava aspettando altro che il ritorno di Derek perché senza di lui era incompleto. Stiles si rese contro che aveva trattenuto il respiro quando cominciò a mancargli l'aria quindi inspirò pesantemente sulla maglia di Derek, assorbendo il profumo del ragazzo.
"Mi sei mancato." Stiles sussurrò quelle tre parole senza pensarci, fra le lacrime, nel petto di Derek, rendendosi realmente conto solo pronunciandole di quanto fossero veritiere. Derek udì quelle parole leggere e aprì gli occhi, piacevolmente sorpreso, quindi rispose:"Anche tu, Stiles."
Sospirò; sentiva che in qualche modo quelle parole erano più di quello che sembravano, rappresentavano un legame, nato per necessità di sopravvivenza molto tempo addietro, che si evolveva, si sviluppava, prendeva forma, e si consolidava.
"Andrà tutto bene, Stiles." disse Derek piano, risoluto, tenendo il ragazzo più stretto a sè, più rilassato.
"Andrà tutto bene." ripetè Stiles.
E per la prima volta dopo tanto tempo, ora che quelle parole erano state pronunciate da Derek, il ragazzo ci credette davvero
   
 
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