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Autore: _FrancySoffi_    30/03/2009    4 recensioni
One-shot su "Jellos Brothers" dedicata a milka_boh.
Si guardava allo specchio da un po’ ormai…ma non si vedeva, non realmente. Al suo posto c’era un mostro, uno schifoso mostro che, ahimè, le assomigliava terribilmente: capelli lunghi, neri e tutti scompigliati, due occhi verdi, ora rossi e gonfi, che la fissavano con tristezza. Come era arrivata a fare questo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si guardava allo specchio da un po’ ormai, ma non si vedeva; non realmente

One shot su "Jellos Brothers" assolutamente scollegata dal resto della fan fiction.

Si guardava allo specchio da un po’ ormai…ma non si vedeva, non realmente.

Al suo posto c’era un mostro, uno schifoso mostro che, ahimè, le assomigliava terribilmente: capelli lunghi, neri e tutti scompigliati, due occhi verdi, ora rossi e gonfi, che la fissavano con tristezza.

Come era arrivata a fare questo?

Quanto aveva pianto? Nemmeno lei lo sapeva più; poteva essere un minuto, un’ora, tutta la giornata…non riusciva bene a capirlo. E nei momenti in cui non era scoppiata in lecrime lo spettro di ciò che aveva fatto l’aveva tormentata senza posa, facendola sentire uno straccio.

Aveva tradito sua sorella; no, peggio, la sua gemella, che probabilmente era anche la sua migliore amica. Lei e Vicky avevano distrutto in pochi minuti un rapporto che durava da anni e anni.

Con buone probabilità avevano infranto 3 o 4 comandamenti in una volta sola, bel record per una che si professava cristiana fervente.

Poi le lacrime ricominciarono a pizzicarla e Jennifer scoppiò nell’ennesimo pianto a dirotto.

Ogni santissima volta che faceva qualcosa di male, alla fine si distruggeva da sola o mandava a rotoli tutto. Probabilmente era una giustizia divina che la puniva ogni volta facesse qualcosa di peccaminoso.

Ma basta, si disse, ora doveva fare qualcosa! Qualsiasi cosa per fare in modo che Maddy le perdonasse.

Si era chiusa in camera dopo aver tentato, inutilmente, di scusarsi con la sorella maggiore. Maddy non aveva detto nulla appena aveva scoperto l’abominio che le avevano fatto; era solo scoppiata a piangere e si era chiusa in bagno, respingendo con forza le sorelle che tentavano di scusarsi.

Da lei si sarebbe aspettata di tutto: che le avesse prese a pugni, le avesse denunciate, o come minimo si fosse messa ad urlare! Madison per definizione non piangeva; lei urlava e tirava pugni, ma non piangeva. Ripensandoci non l’aveva mai vista piangere, se non quando avevano staccato la testa al suo orsacchiotto di peluches preferito, ma allora aveva sette anni.

Più Vicky tentava di pensare a come lei e Jenny erano arrivate a ficcare il naso negli affari di sua sorella, a come le era venuto in mente di distrarla e lasciare alla sorella il compito di prenderli, più si sentiva sprofondare.

Madison era sempre stata rigida riguardo a QUELLA cartella del SUO computer: nessuno poteva toccarla. Ma loro, curiose come sempre, avevano deciso di prendere parte di quella cartella e andarsela tranquillamente a leggere, per giunta copiandola su un altro computer. Lei era stata la mente e Jenny il braccio; un braccio e una mente alquanto stupidi.

Poi la storia era venuta fuori e in un secondo loro avevano letteralmente ucciso i rapporti con la propria sorella.

Stava ancora tentando di ricacciare dentro le lacrime quando qualcuno bussò alla sua porta.

Nonostante avesse sperato che fosse Maddy, il viso gonfio di lacrime di Jenny comparve dietro alla porta e questa subito si catapultò sul suo letto.

-Oh santissimi numi, Vicky, dobbiamo fare qualcosa! Siamo due vermi schifosi, come abbiamo potuto fare questo a nostra sorella!- urlò Jenny con la voce incrinata dal pianto.

-E che diamine ne so! Non riesco ancora a capire per quale stupido motivo non ci siamo fatte gli affari nostri!-

-Tanto ormai è inutile piangere sul latte versato, dobbiamo fare in modo di farci perdonare e deve essere qualcosa di spettacolare.-

-Già…-

Una settimana dopo, stessa stanza

-Siamo un disastro.- esordì Jenny buttandosi sul letto della sorella minore.

-Concordo, non abbiamo nessuna idea geniale.-

-Beh, per me andare a fare shopping era un’idea geniale-

-Sì, se non per il fatto che Madison odi fare shopping!-

-Poteva almeno apprezzare lo sforzo, però; e poi scusa, anche l’idea di regalarle la tua maglietta preferita dei Jel, cioè Jonas Brothers, non è che fosse il massimo!-

-Beh, non conta più il pensiero? Quella era la mia maglietta preferita e lei l’ha buttata giù dalla finestra!-

-Se non altro ti sei persa le sue urlate dentro Chanel davanti alle commesse sbigottite! Penso che non entrerò più in quel negozio, ci hanno letteralmente cacciate!-

-Sì, ma non è questo il problema! Maddy non ci parla da una settimana, e quando lo fa è solo per urlarci contro! Cavolo, non ci era mai successo di litigare per più di mezza giornata!- sbottò Vicky, cadendo nell’ennesimo stato di depressione-frustrazione che ormai la caratterizzava.

-Già, più ci penso, più mi sembra impossibile-

-Bisogna fare qualcosa che la colpisca, potremmo anche comprarle un’isola alle Hawaii e lei ci sputerebbe sopra.-

-Io…non so proprio che fare…-

-Ci riaggiorniamo domani, dicono che la notte porti consiglio, anche se ormai ho continuamente gli incubi…-

-Giusto, e speriamo in bene- concluse Jenny schioccando un sonoro bacio sulla guancia della sorella.

-Buonanotte Jennifer-

-‘Notte- rispose l’altra, sbattendo con malagrazia la porta.

La situazione stava diventando davvero insostenibile, Madison aveva perso tutta la sua vitalità e rimaneva chiusa in camera tutto il giorno o a rimbambirsi davanti alla televisione; l’unica cosa che ancora faceva normalmente era andare a scuola…già bella consolazione.

Alt, si disse Jenny, la scuola! Ma come diavolo aveva fatto a non pensarci prima!?

Maddy si alzò dal letto, si infilò le ciabatte e scese a fare colazione, rigorosamente senza rivolgere la parola alle sorelle, o forse era meglio chiamarle schifosi vermi viscidi, succhia sangue, curiose all’inverosimile, beoti, balorde e buone a nulla.

In realtà in cucina non c’era nessun verme schifoso, anzi, non c’era proprio nessuno. Va beh, pensò, potrebbero anche essere scappate di casa…CHISSENEFREGA! Ed urlò quest’ultima con così tanta forza che la sua voce rimbombò nella casa solitaria. Solitaria, ecco come si sentiva, semplicemente sola. E come succedeva da ormai un po’, scoppiò nuovamente in lacrime, scivolando contro la parete del frigorifero.

-Ma che diavolo- disse- io non piango!- Si asciugò velocemente le lacrime e si affrettò ad arrivare a scuola.

Madison guardò l’orologio che si trovava sopra la lavagna della sua classe; avevano convocato un’assemblea d’istituto e il motivo era rimasto ignoto; ma del resto l’importante era saltare le lezioni.

Passò gli ultimi minuti sfogliando distrattamente le pagine del suo libro di storia, fingendo di essere attenta alla spiegazione, quando il suono della campanella la riportò alla realtà.

Immediatamente tutti i suoi compagni si alzarono e, con poca grazia, cominciarono ad avviarsi in auditorium per la tanto sospirata assemblea.

Madison li seguì e si accomodò in una delle poltroncine verso metà della sala; si guardò intorno per cercare le sue sorelle, ma non le vide. Ok, erano sempre in conflitto però non le aveva ancora incontrate dalla quella mattina, e la cosa iniziava a preoccuparla.

Dopo poco la sala si riempì completamente e il preside fece il suo ingresso sul palco; era una uomo sulla mezza età, basso, grassottello e con pochi capelli in testa, di certo non si poteva definire un playboy, ma se non altro era simpatico.

-Eccoci ragazzi! Questa assemblea mi è stata richiesta con molta urgenza da due nostre brillanti studentesse, che mi hanno spiegato la situazione e, vista la gravità, non ho potuto rifiutare.- disse quello spostandosi di lato per presentare le due misteriose ragazze; -ecco Jennifer e Victoria []!-

Per poco Maddy non si strozzò con il chewing-gum che le aveva appena passato la sua vicina; che diavolo ci fanno quelle due lì sopra, pensò, tentando di riprendere a respirare.

Jennifer e Victoria salirono sul palco, come sempre impeccabili nelle loro divise, salutando i loro amici in prima fila.

-Salve a tutti!- cominciò la maggiore, –non vi tratterremo per molto, abbiamo solo un annuncio da fare.- gettando nello sconforto buona parte degli studenti che pensavano di perdere ore e ore di scuola.

-Mia sorella ha ragione; siamo qui solo per dire davanti a tutti voi che… siamo due idiote patentate- continuò Vicky, visibilmente impacciata. Aveva sempre odiato mettersi in mostra, e dichiarare davanti a centinaia di studenti, per giunta conosciuti, che era un’idiota, non era affatto normale per una ragazza timida come lei.

-Esatto, non staremo qui a spiegarvi il perché, ma vogliamo ammonirvi affinché non facciate i nostri stessi errori: non tradite mai la fiducia di un amico, un parente, o addirittura una sorella; è la cosa peggiore che voi possiate fare. Ora vogliamo solo chiedere scusa, e questa sarà la centesima volta che lo facciamo in una settimana, a nostra sorella Madison. Scusa Maddy, come al solito abbiamo scollegato il cervello prima di fare quello che abbiamo fatto, ma qui, davanti a tutta la scuola, ti giuriamo che non lo faremo mai più. Non meritiamo il tuo perdono, ma se per questa volta potessi chiudere un occhio su queste due sorelle imbecilli, te ne saremo eternamente grate.- esplicitò Jenny, guardando con gli occhi ormai lucidi la sorella che le fissava con una faccia che sarebbe stata più adatta ad un pesce lesso.

-Ecco, abbiamo finito, potete anche andare.- si affrettò a concludere Vicky, sempre più rossa, sperando di sprofondare nel pavimento, piuttosto che rimanere ancora un minuto con tutti quegli occhi puntati addosso.

Ma nessuno accennava ad andarsene; sembrava di assistere ad una soap-opera in diretta, e di certo non si poteva concludere così!

Dal fondo della sala un ragazzo cominciò ad urlare: -Eddai, perdonale! Jennifer [] si è appena dichiarata un’imbecille davanti a tutta la scuola! Che vuoi di più?- e a ciò seguirono grasse risate. E in effetti era vero; Jenny si era appena rovinata la reputazione in una scuola che letteralmente cadeva ai suoi piedi, sgonfiando come un palloncino bucato il suo gigantesco ego.

Madison non se lo lasciò ripetere due volte e corse a perdifiato verso il palco, investendo qualche povero primino che si trovava per la sua strada. In un battibaleno le altre due cominciarono a correre verso di lei, cercando però di non investire nessuno, e pochi secondi dopo si ritrovarono tutte tre abbracciate a piangere come fontane.

-Ma come diavolo vi è venuta in mente questa cosa?- urlò Maddy, sovrastando il casino che c’era intorno a loro.

-Oh beh, dopo una settimana di fallimenti ci voleva qualcosa di grande!- strillò Vicky, pulendosi le lacrime e, ahimè, anche il mascara colato, sulla camicetta immacolata della sorella.

-Voi due siete tutte matte! Come avete fatto a convincere il signor Bones a concedervi un’assemblea?!?-

-Sai com’è, Maddy, in una scuola privata tutto si può attenere sbattendo le ciglia a mo’ di cerbiatta e allungando qualche banconota!- disse Jenny, stringendo ancora più forte le sorelle.

-Ehi- si fermò un attimo Vicky –questo vuol dire che ci hai perdonate?-

-Come potrei resistere a due che si dichiarano ebeti davanti a tutta la scuola?!?- concluse Madison, scoppiando poi a ridere con le altre due. Già, le sue sorelle erano un disastro, ma non le avrebbe scambiate con nessun altro al mondo!

Our space

Per chi ancora non l’avesse capito, questo è il nostro modo per chiedere SCUSA a milka_boh. Non è esattamente così che è andata la nostra storia, ma la sostanza è quella: FRANCYSOFFI E CARLOTTASOLE SONO DUE IDIOTE che non si meritano il tuo perdono, ma abbiamo capito e stracapito che quello che abbiamo fatto è stato orrendo, e speriamo che nonostante tutto tu ci possa perdonare. Promettiamo qui davanti a tutti quelli che leggeranno questa one shot che non lo faremo mai più, ma ti preghiamo: torniamo amiche come prima (se non più di prima: ciò che non ci uccide ci rafforza). Abbiamo fatto un’enorme cavolata, ma non vogliamo distruggere tutto quello che abbiamo costruito, anche perché, in caso non te ne fossi accorta, ci stiamo tutte malissimo. Così abbiamo pensato di dedicare questa one shot a te.

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Sperando che tu ci possa perdonare,

_FrancySoffi_ & carlottasole

ps: tutto ciò è stato scritto prima della telefonata, ma ci tenevo lo leggessi lo stesso.

Pps: perdona la punteggiatura.

  
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