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Autore: f9v5    21/03/2016    3 recensioni
[1920's AU!; Human Characters!] [Linguaggio scurrile]
Sulle note di Wolf in sheep's clothing dei "Set it off" (più l'ispirazione per la quale ringrazio delle immagini di Deviantart).
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-Dunque, è giunto il momento, Terios?- ghignava Doom, era soddisfatto.
Sapeva che un giorno sarebbe successo, tutto come previsto: suo figlio stava per ucciderlo!
Genere: Dark, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Black Doom, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Beware, beware, be skeptical
Of their smiles, their smiles of plated gold
Deceit so natural
But a wolf in sheep's clothing is more than a warning

Baa baa black sheep, have you any soul?
No sir, by the way, what the hell are morals?
Jack be nimble, Jack be quick
Jill's a little whore and her alibis are dirty tricks.
 
 
 
Persino per uno come lui era uno sforzo immane rimanere freddo e impassibile in quella situazione, tutte quelle facce contorte in quelle smorfie che dovevano essere sorrisi accondiscenti e tutti quegli elogi fasulli gli davano il voltastomaco.
Erano tutti quanti, dal primo all’ultimo, nulla di più che una massa di codardi sottomessi al volere di quel malato che era suo padre.
Chi mai potrebbe parlare male in faccia al figlio del boss, vero?
Tsk, erano proprio gli ultimi ad avere il diritto di nascondersi dietro agli scrupoli morali, che tornassero pure nei propri alloggi a sbattersi le loro puttane o nei bar del covo per ubriacarsi fino a rigettare l’anima.
Ma dovevano salvare la loro apparenza agli occhi del capo, quale modo migliore dunque se non organizzare un discorso celebrativo nel miglior locale in possesso dell’organizzazione, tra alcol e prostitute, in onore del suo erede tornato con successo dal suo ultimo incarico? Poco importava se lo disprezzavano, se complottavano per fargli le scarpe, il boss andava compiaciuto.
-È proprio il figlio del boss!-
-Con la sua guida, le Black Arms continueranno il loro dominio!- erano solo alcuni di quei complimenti ben studiati per provare ad arrufianarselo, urlati da uomini non ancora abbastanza sbronzi da rischiare di farsi sfuggire qualche veritiera frase scomoda che per lui non sarebbe stata una novità.
Faceva finta di niente, continuava ad assecondarli, era difficile ma ci stava riuscendo, entro breve sarebbe uscito da tutta quella falsità, da quel mondo fatto di sangue.
E tutti loro… che andassero pure a farsi fottere.
 
 
 
Aware, aware, you stalk your prey
With criminal mentality
You sink your teeth into the people you depend on
Infecting everyone, you're quite the problem

Fee fi fo fum, better run and hide
I smell the blood of a petty little coward
Jack be lethal, Jack be slick
Jill will leave you lonely, dying in a filthy ditch.

 
 
 
Il rimbombo dello sparo riecheggiò per le mura dello studio, superando per alcuni istanti il suono del grammofono che, appostato al bordo della scrivania, gracchiava musica jazz; il corpo giaceva a terra in una pozza di sangue, cervella e resti di cranio, la pistola ancora fumante riposta nel fodero.
-Non tolleriamo errori, eri stato avvisato.-
Non si diventava capi attraverso il perbenismo, erano la crudeltà e l’astuzia le carte fondamentali: sfruttare le debolezze, ricattare e uccidere, tutto era necessario, per il potere.
Il suo impero era stato fondato sui cadaveri di chiunque lo avesse intralciato o chi non si fosse dimostrato degno di farne parte, Doom era il capo indiscusso e nessuno avrebbe osato opporglisi.
I ragazzi in quel momento dovevano essere ancora impegnati con i festeggiamenti per suo figlio, rinchiusi quasi sicuramente in qualche fetido locale che puzzava di malto a sbronzarsi, tutto per dimostrasi rispettosi verso il “suo ragazzo”.
Sembrava proprio che avessero capito come funzionavano le cose; per quanto riguardava il corpo, l’avrebbe fatto rimuovere il giorno dopo, nessuno si sarebbe scandalizzato.
Terios era la sua miglior creazione: anni e anni di addestramento, torture correttive e missioni apparentemente impossibili avevano creato una macchina da guerra, l’erede perfetto per continuare a farlo esistere.
Black Doom avrebbe continuato a perdurare in lui.
Fu in quel momento che la porta si aprì e una ben familiare figura fece il suo ingresso.
Non si sorprese più di tanto, non era mai stato tipo da festeggiamenti.
Doom si issò dalla sua poltrona, ricambiando lo sguardo cremisi del figlio, ciò che lesse in quei rubini nei quali ardevano le fiamme dell’Inferno gli fece capire; non provò neanche a sfoderare la sua arma, il momento era giunto.
Nell’arco di un istante si ritrovò una pistola puntata al centro della fronte.
 
 
 
Maybe you'll change
Abandon all your wicked ways
Make amends and start anew again
Maybe you'll see
All the wrongs you did to me
And start all over, start all over again.
 
 
 
-Dunque, è giunto il momento, Terios?- ghignava Doom, era soddisfatto.
Sapeva che un giorno sarebbe successo, tutto come previsto: suo figlio stava per ucciderlo!
Lo aveva plasmato proprio bene, il suo processo di “reincarnazione” sarebbe stato ultimato una volta che il grilletto sarebbe stato premuto.
Le Black Arms avrebbero mantenuto il loro controllo e tutti avrebbero continuato a tremare al solo pensiero di pronunciare il suo nome.
Invece il ragazzo mollò la presa, la pistola cadde a terra, si macchiò del sangue della carcassa che inondava il pregiato tappeto.
L’animo di Doom si incrinò, le rughe del suo volto non più giovane accentuarono il suo cocente disappunto.
Si stava per caso facendo prendere dai rimorsi, per questo non gli aveva sparato? Credeva di averglielo insegnato, i sentimenti erano una palla al piede, non servivano ad un cazzo… e lui si faceva cogliere dagli scrupoli, in virtù di cosa? Di un legame padre-figlio che non esisteva, del quale aveva maturato l’illusione? O di un sentimento di pietà che non era riuscito ad estinguere?
-Sono stato un pessimo maestro!- concluse, frustrato e deluso, osservando quel bagliore, che era convinto di aver soppresso da tempo, negli occhi cremisi del suo, ormai non più, erede.
Lo aveva nascosto molto bene, fottuto bastardo.
Afferrò rapidamente la pistola che teneva nel fodero, era ora di impartigli un’ultima lezione: la vita non fa favoritismi, basta un attimo per restare fregati!
 
 
 
Who am I kidding?
Now let's not get overzealous here
You've always been a huge piece of shit
If I could kill you I would
But it's frowned upon in all fifty states
Having said that, burn in hell!
 
 
 
Terios, con una rapidità che lo colse alla sprovvista, lo afferrò brutalmente per il polso, torcendolo, facendogli perdere la presa sull’arma e con un calcio allo stomaco lo spinse a terra.
Doom si ritrovò il camice, fino a poco prima perfettamente lisciato e curato, sgualcito e inumidito del liquido caldo del corpo morto, la schiena dolorante dopo la botta, ma era il suo sguardo a mostrare il suo crollo, nel momento in cui fissò di nuovo quello di colui che l’aveva appena ridotto in quello stato: quelle pozze vermiglie ora ardenti di una follia omicida a stento trattenuta ebbero l’effetto di gelargli il sangue nelle vene; per la prima volta si ritrovò spiazzato, da quegli occhi che si erano rivelati ben diversi dai suoi, ben più letali.
L’animo di Doom era ormai prossimo al punto di rottura.
-Io ho chiuso con te. Sai perché ne sono certo? Perché, una volta che me ne sarò andato, rivelarlo e mandarmi a cercare equivarrebbe a mostrare ai tuoi uomini che qualcuno è stato in grado di piegarti, che non ha sottostato al tuo gioco. E tieni troppo a te stesso, all’immagine divina di te che ti sei costruito, per permettere che essa venga scalfita e vista.-
L’animo di Doom si ruppe…
-Il modo migliore per abbattere un obbiettivo è scoprire le sue debolezze, far leva su di esse per piegare lo spirito; e perdere il proprio spirito equivale ad un destino misero e degradante, il lento declino che rende il corpo un guscio vuoto. Una sorte peggiore della morte! Questo mi hai insegnato.-
… e lui ne stava calpestando i cocci.
 
 
 
So could you
Tell me how you're sleeping easy
How you're only thinking of yourself
Show me how you justify
Telling all your lies like second nature
Listen, mark my words, one day
You will pay, you will pay
Karma's gonna come collect your debt
 
 
 
E Quando lo vide voltarsi per riaprire la porta, Doom strinse furiosamente i denti, il volto contratto in una smorfia di follia incontenibile e al contempo impotente.
Una volta che se ne sarebbe andato, tutto ciò che aveva fatto sarebbe andato a puttane, nessuno sarebbe mai stato in grado di sostituirlo, di proseguire il suo operato, ma tentare di riprenderlo sarebbe equivalso a mostrare crepe e debolezze che lui stesso aveva sempre finto di non possedere e sulle quali i suoi uomini basavano la loro fedeltà.
Un impero potente, temuto da tutti, che aveva tenuto il potere in scacco per tanti anni, davvero bastava un gesto così semplice per sancirne la condanna?
-Non posso dirti che sei stato un padre di merda, perché non sei mai stato un padre. Ma sei stato un buon maestro.-
Anche troppo, la sua miglior creazione gli si era rivoltata contro sfruttando quei punti deboli sui quali lui stesso gli aveva insegnato a far pressione, senza pietà.
-Un’ultima cosa:…- quegli occhi rossi lo gelarono per quella che sarebbe stata l’ultima volta, ma la sensazione non l’avrebbe abbandonato per il resto dei suoi giorni.
-…Terios Doom è morto! Da oggi… io sono… e sarò soltanto… Shadow!-
 
 
Karma's gonna come collect your debt
 
 
 
La porta si chiuse lentamente, un “Figlio di Nessuno” che uscì, un “Falso Dio” che rimase dentro, a terra… distrutto.
Urlò. Non potè fare nient’altro.
 
 

 
Karma's gonna come collect your debt!


 
  
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